La manifestazione per la libertà di informazione è stata una delusione e c’è stata apprensione quando si è accennato alla rete, ho avuto l’impressione che fosse una lotta di caste e di poteri.
La manifestazione che si è tenuta nel bellissimo scenario di Piazza del Popolo a Roma, in una giornata di sole autunnale e con una Piazza gremita di manifestanti per salvaguardare la libertà di informazione, si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’ennesima tragedia Italiana annunciata di Messina.
Gli interventi sono stati tanti, ma l’intervento di Roberto Saviano è stato l’unico intervento degno di attenzione, nel suo intervento ha toccato punti importanti di giornalisti che vivono fuori la casta del potere. Il suo intervento è stato applauditissimo, ha ricordato come il dramma di Messina “non è stato frutto della natura ma del cemento. Eppure se si permette a chi scrive di rispondere alla sua coscienza si possono, ne sono certo evitare queste catastrofi”, ha proseguito Saviano portando altri esempi come il sequestro di negozi a Roma, nelle vicinanze di Piazza del Popolo, ha ricordato la vicenda delle navi dei veleni “Tutti temi che avrebbero dovuto appassionare il Paese. Ma ciò non è avvenuto. Questo tipo di indifferenza - ha proseguito- preoccupa. Ed è per questo che buona parte del paese chiede ed ha bisogno del massimo di libertà di informazione”. Nel suo discorso appassionato ha voluto ricordare e difendere la memoria dei giornalisti, che sono caduti in nome della libertà di informazione. Su un tema come quello della legalità e della lotta ai poteri criminali che spesso si legano con quelli di certa politica, ha proseguito Saviano “non c’è bisogno di divisione ma del massimo di unità. La legalità deve essere la premessa di un lavoro politico e non il risultato”.
Cito questo autorevole intervento in quanto gli altri interventi secondo il mio parere sono stati solo una passerella per avere consensi e dimostrare la forza al Governo.
La libertà dell’informazione, si deve concepire come liberi dalle caste, non è concepibile che per raccontare gli eventi, la cronaca, la politica e i giovani per approdare al giornalismo devono essere precari a vita e per ottenere il sospirato tesserino di pubblicista deve percorrere un iter lungo e tortuoso scendere a compromessi e quando una persona deve ringraziare il potente di turno, a questi deve un favore a vita, dunque raccontare gli eventi come realmente accaduti, rimane sempre molto complicato.
L’informazione nel bel paese è in mano alla politica e i poteri finanziari e industriali e dunque la verità è sempre nel mezzo.
La vera libertà è la rete e sinceramente alcuni interventi mi hanno preoccupato in quanto si riferivano alla rete, attualmente l’unica voce libera immune dalle caste e dal potere è la rete e la dimostrazione lampante sono i blog, agoravox, e tutte le realtà che coinvolgono l’opinione pubblica.
La manifestazione che si è tenuta nel bellissimo scenario di Piazza del Popolo a Roma, in una giornata di sole autunnale e con una Piazza gremita di manifestanti per salvaguardare la libertà di informazione, si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’ennesima tragedia Italiana annunciata di Messina.
Gli interventi sono stati tanti, ma l’intervento di Roberto Saviano è stato l’unico intervento degno di attenzione, nel suo intervento ha toccato punti importanti di giornalisti che vivono fuori la casta del potere. Il suo intervento è stato applauditissimo, ha ricordato come il dramma di Messina “non è stato frutto della natura ma del cemento. Eppure se si permette a chi scrive di rispondere alla sua coscienza si possono, ne sono certo evitare queste catastrofi”, ha proseguito Saviano portando altri esempi come il sequestro di negozi a Roma, nelle vicinanze di Piazza del Popolo, ha ricordato la vicenda delle navi dei veleni “Tutti temi che avrebbero dovuto appassionare il Paese. Ma ciò non è avvenuto. Questo tipo di indifferenza - ha proseguito- preoccupa. Ed è per questo che buona parte del paese chiede ed ha bisogno del massimo di libertà di informazione”. Nel suo discorso appassionato ha voluto ricordare e difendere la memoria dei giornalisti, che sono caduti in nome della libertà di informazione. Su un tema come quello della legalità e della lotta ai poteri criminali che spesso si legano con quelli di certa politica, ha proseguito Saviano “non c’è bisogno di divisione ma del massimo di unità. La legalità deve essere la premessa di un lavoro politico e non il risultato”.
Cito questo autorevole intervento in quanto gli altri interventi secondo il mio parere sono stati solo una passerella per avere consensi e dimostrare la forza al Governo.
La libertà dell’informazione, si deve concepire come liberi dalle caste, non è concepibile che per raccontare gli eventi, la cronaca, la politica e i giovani per approdare al giornalismo devono essere precari a vita e per ottenere il sospirato tesserino di pubblicista deve percorrere un iter lungo e tortuoso scendere a compromessi e quando una persona deve ringraziare il potente di turno, a questi deve un favore a vita, dunque raccontare gli eventi come realmente accaduti, rimane sempre molto complicato.
L’informazione nel bel paese è in mano alla politica e i poteri finanziari e industriali e dunque la verità è sempre nel mezzo.
La vera libertà è la rete e sinceramente alcuni interventi mi hanno preoccupato in quanto si riferivano alla rete, attualmente l’unica voce libera immune dalle caste e dal potere è la rete e la dimostrazione lampante sono i blog, agoravox, e tutte le realtà che coinvolgono l’opinione pubblica.
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