giovedì 31 marzo 2011

AIAZZONE: BENE GLI ARRESTI DI BORSANO,SEMERARO E GALLO. MA LA PROCURA NON POTEVA INTERVENIRE PRIMA,SI CHIEDONO ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI ?

Adusbef e Federconsumatori apprendono con soddisfazione che oggi la Procura di Roma ha disposto gli arresti per Gianmauro Borsano, già patron del Torino calcio, Renato Semeraro e Giuseppe Gallo titolari del marchio Aiazzone.

Le misure cautelari firmate dal Gip Giovanni De Donato su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Francesco Ciardi, eseguiti dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza per i reati di omesso pagamento delle imposte, bancarotta documentale e distrazione.

Con il meccanismo dello svuotamento di beni da società indebitate con il fisco, il trasferimento di queste in Bulgaria, con conseguente cancellazione dal registro delle imprese per evitare l'accusa di bancarotta, hanno evaso imposte per oltre dieci milioni di euro, per questo, ed altro, sono stati arrestati oggi gli imprenditori Gianmauro Borsano, già patron del Torino, Renato Semeraro e Giuseppe Gallo, utilizzatori del marchio Aiazzone, noto per la vendita di mobili.

Benissimo che la Procura di Roma abbia disposto anche gli arresti domiciliari per il commercialista Marco Adami e la sospensione dall'esercizio della professione per Maurizio Canfora,avvocato romano, ma poiché la contestazione di tali reati risale al settembre 2010, non si poteva intervenire prima per evitare che Borsano e Semeraro,vecchie conoscenze della magistratura,potessero continuare a truffare circa 12.000 famiglie con l’inganno della vendita dei mobili,con il marchio Semeraro,a prezzi super-scontati ?

E’ dal 16 settembre 2010 che i militari della Guardia di Finanza avevano perquisito autorevoli studi di commercialisti e sedi di importanti imprese in tutta Italia, per presunte violazioni della legge in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, dal trasferimento all'estero di società sull'orlo del lastrico, su ordine della Procura di Roma che aveva disposto 60 perquisizioni per individuare e bloccare gli autori della truffa ai danni dell'erario e dei creditori, tra i quali il presidente della Confcommercio di Roma, Cesare Pambianchi; gli imprenditori Giampiero Palenzona, Renato Semeraro,Gianmauro Borsano con i figli Margherita e Giovanni,i manager Guido e Michele Di Veroli.

Le Fiamme gialle avevano controllato le imprese B&S spa, Emmedue srl, Emmecinque srl, Emmelunga srl, Aiazzone Network srl, Visa Diffusione Moda srl, Conad del Tirreno, accusate del reato previsto dall'articolo 11 del decreto 74 del 2000, che punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni "chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore a lire cento milioni, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”.

Un intervento più tempestivo della Procura di Roma forse poteva evitare la truffa a danno di 12.000 famiglie, raggirate dai Semeraro e Borsano, quindi costrette a pagare le rate alle finanziarie per mobili che non hanno mai ricevuto e che non avranno forse mai più.


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