IL 78% DEI CITTADINI VUOLE VEDERE RIFORMATA LA POLITICA DELLA PESCA.
La stragrande maggioranza dei cittadini europei desidera che il pesce che acquistano provenga da stock pescati in maniera sostenibile. Questo è il principale risultato ottenuto da un sondaggio indipendente, commissionato dal WWF e realizzato in 14 paesi dell'UE.
La maggior parte dei cittadini sente di non avere informazioni adeguate a riguardo: vuole invece sapere se il pesce che mangia proviene da stock pescati in maniera sostenibile. Non sorprende, dunque, che la grande maggioranza dei cittadini esiga che la Politica Comune della Pesca Europea venga adeguatamente riformata per garantire una evidente sostenibilità nel prelievo dei prodotti ittici che vengono consumati. I cittadini vogliono il pesce “sostenibile”.
L’88% degli intervistati ritiene essere importante che i prodotti ittici in vendita nell'Unione Europea provengano da stock non sovrasfruttati.
È, questo, un chiaro segnale, secondo il WWF, che viene dato l'Unione Europea, ora impegnata nel riformare la Politica Comune della Pesca Europea. I cittadini europei vogliono una riforma ambiziosa.
"E 'interessante notare che in Italia dove la pesca è un settore importante, i cittadini sono i più convinti nel volere la sostenibilità del pescato. Secondo i cittadini italiani deve essere data priorità assoluta a una riforma della Politica Comune della Pesca Europea” dice Marco Costantini, responsabile del Programma Mare del WWF Italia. “Con i nuovi poteri di co-decisione, il Parlamento Europeo ha la possibilità e la responsabilità di riformare un sistema in agonia”.
Il sondaggio viene illustrato oggi, proprio mentre la Commissione Europea è sul punto di inviare la sua proposta di Riforma della la Politica Comune della Pesca al Parlamento Europeo e agli Stati membri per l'approvazione.
Nonostante l'Europa sia il quarto produttore al mondo più della metà dei suoi stock ittici sono sovrasfruttati. Specie iconiche come il Tonno Rosso, o la Triglia sono degli esempi.
La Politica Comune della Pesca Europea è già stata riformata per ben due volte (nel 1992 e nel 2002) ma la pesca eccesiva non è stata minimamente bloccata.
Questa riforma della politica comune della pesca è, quindi, l’occasione che capita una volta ogni dieci anni per avviare finalmente una gestione della pesca che sia responsabile e sostenibile nel tempo. Questo è anche ciò che pensano i cittadini europei: il 78% degli intervistati sostiene, infatti, di volere una riforma che assicuri che tutti i prodotti ittici europei provengano da stock sostenibili.
"Gli europei sono chiaramente stanchi della gestione disastrosa della nostra pesca. Vogliono che l'Unione Europea ribalti la situazione di sovrasfruttamento, vogliono una riforma, che si possa definire tale. UE e Italia devono assumersi la responsabilità di fermare la pesca eccessiva. "sostiene Costantini "Non possiamo permetterci di continuare a sprecare il nostro patrimonio ittico alla leggera, proprio in un momento di crisi economica, politica ed alimentare".
Non stupisce che i risultati più eclatanti del sondaggio si riscontrino nei paesi dell'Europa meridionale (Portogallo, Francia, Spagna e Italia), ma anche in Belgio, dove oltre il 90% degli intervistati pensa che sia importante che il pesce in vendita provenga da stock non sovra sfruttati, in Italia lo pensa ben il 95% degli intervistati. Va anche notato che il 72% degli europei ritiene che manchino informazioni adeguate sul fatto che il pesce in vendita provenga da stock gestiti in maniera sostenibile.
Fonte: www.wwf.it
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