La
nostra critica al gigantismo produttivo, lontano dai bisogni delle
persone, è datata molti anni fa.
Adesso
stiamo arrivando alla resa dei conti: se si vuole andare verso una
società a Dimensione Uomo si deve iniziare a produrre quello che
serve alla gente, è la sola strada di salvezza. Claudio Marconi
Probabilmente
non è esattamente la domanda che ci si pone appena fuori dal letto
e nulla comparabile ai grandi misteri della nostra esistenza… ma
se non ti è mai passato per la testa di sapere che fine facciano le
auto non vendute, quel che mostreremo ti lascerà incredulo!
Nella
produzione di automobili in larga scala, le varie case cercano di
immettere nel mercato ogni anno un nuovo modello in un numero
elevato che puntualmente supera la domanda reale dei
consumatori. Buona parte dei veicoli finiranno per un tempo negli
autosaloni in attesa di un acquirente, ma che succede quando si è
forzato il numero di produzione, la domanda è stagnante e decine di
migliaia di autovetture rimangono invendute?
Te
lo mostriamo con delle immagini impressionanti.
Nella
foto sopra si vedono solo alcune migliaia su decina di migliaia di
auto non vendute, a Sheerness, Regno Unito. Prova a cercare su Google
Mappe Sheerness, Regno Unito. Guarda verso la costa orientale, tra il
fiume Tamigi e il Medway, a sinistra della A249.
Esistono
centinaia di posti come questo nel mondo e la pila di auto
parcheggiate non fa che crescere di giorno in giorno.
Houston,
abbiamo un problema! Nessuno sta comprando macchine nuove! Beh,
qualcuno ancora sì, ma non nella stessa misura di un tempo. Milioni
di auto nuove non vendute rimangono parcheggiate da qualche parte nel
mondo. Lì, ferme, deteriorandosi lentamente senza ricevere alcuna
manutenzione.
Sotto,
l’immagine di un parcheggio immenso a Swindow, Regno unito, con
migliaia di migliaia di macchine invendute e nessun acquirente in
vista! I produttori sono costretti ad acquistare sempre più terreno
per parcheggiare le auto fuori dalla linea di produzione.
Anche
questo è uno degli effetti della recessione economica che continua
ad asserragliare il mondo. Le file di auto si fanno sempre più vaste
e ogni anno i produttori non fanno che comprare acri e acri di
terreno dove parcheggiarle.
Nota:
le immagini che stiamo mostrando rappresentano sola una piccola
proporzione. La vastità del problema è impressionante, pensa a
quante case automobilistiche esistano sul pianeta, e quanti parcheggi
come questo ognuno di essa abbia. Difficile immaginarlo, eppure
queste immagine non sono state editate al computer. La parte peggiore
è che il numero di auto non vendute aumenta di giorno in giorno.
È
come un’epidemia che si estende a macchia d’olio e a meno che non
vegano acquirenti dallo spazio, questi immensi parcheggi si vedono
pure da lì, la questione non verrà risolta nel futuro immediato.
Sotto
è mostrato uno squarcio delle 57.000 (in crescita) auto
che attendono di essere consegnate ad un acquirente a Port of
Baltimore, Maryland, USA. Dai un’occhiata su Google Mappe, cerca un
parcheggio infinito a sud della Broening Hwy. Non passa inosservato!
Una
soluzione per liberarsene, hai certamente pensato, potrebbe essere
svalutare il loro prezzo. Semplice, eppure le case automobilistiche
non rinunceranno neppure al centesimo del loro prezzo iniziale.
Sotto
è mostrata un’immagine di una pista di test della Nissan a
Sunderland, Regno Unito. La pista non viene più usata per i test. La
ragione? Nissan ha scelto di parcheggiarvi le sue auto non vendute.
E
la pista non basta a contenerle tutte. Nissan ha di fatti acquisito i
terreni adiacenti alla pista e alla sua fabbrica. Un enorme lotto di
auto è ben visibile da Google Mappe, e non è il parcheggio
riservato ai dipendenti!
Nessuna
delle immagini che stiamo mostrando su questa pagina sono foto aeree
di semplici parcheggi di centri commerciali, cinema multiplex, stadi,
ecc.. ma solo spiane immense di automobili nuove fiammanti rimaste
invendute.
L’industria
automobilistica non può certo smettere di produrre nuovi modelli:
centinaia di fabbriche verrebbero chiuse e decine di migliaia di loro
dipendenti si ritroverebbero dall’oggi al domani senza lavoro e
avrebbe terribili ripercussioni sul già fragile equilibrio economico
mondiale. Ma oltre alle fabbriche dove le auto vengono assemblate,
che succederebbe all’intera industria metallurgica che produce
buona parte dei componenti delle auto? Gli effetti sarebbero
catastrofici.
Sotto
è mostrata una piccola area di un parcheggio gigantesco in Spagna,
dove decina di migliaia di automobili sono immobili a prendere il
sole tutto il giorno.
Altre
migliaia sono accatastate al porto di Valencia, sempre in Spagna.
Sono auto che aspettano di essere esportate e altre che sono state
importate ma ancora senza acquirenti.
Decina
di migliaia di veicoli vengono ancora prodotti ogni settimana ma
appena una piccola parte viene venduta.
Qui
sotto un’altra immagina di migliaia di macchine non vendute
parcheggiate su una pista d’atterraggio vicino San Pietroburgo,
Russia. Sono state importate dall’Europa e adesso parcheggiate e
lasciate ad arrugginire. A causa di ciò, l’aeroporto non può più
usare quella pista per il suo scopo originale.
Il
ciclo “compro, uso, compro, uso” è stato ormai spezzato. Oggi il
consumatore cerca di sfruttare il più a lungo possibile il suo
acquisto. Sotto, altre migliaia di auto invendute parcheggiate in una
pista d’atterraggio in disuso a Upper Heyford, Bicester,
Oxfordshire. Hanno letteralmente esaurito lo spazio dove
parcheggiarle.
Un’altra
decina di macchine sono parcheggiate al Royal Portbury Docks,
Avonmouth, vicino Bistrol, Regno Unito. Se si fa un zoom sulla zona
con Google Maps, non si vedrà altro che macchine invendute per
centinaia di metri. Praticamente ogni singolo spazio della zona è
stato occupato da un’autovettura.
Fai
un zoom indietro sotto la stessa area, in Avonmouth. Ogni spazio
grigio che si vede sono lotti di macchine non vendute. Qualcuno vuol
provare ad indovinare quante siano?
Viene
stimato che nel mondo esistano circa 10 miliardi di auto,
praticamente più della stessa popolazione mondiale.
Sotto
un altro migliaio di auto parcheggiate, stavolta della Citroen a
Corby, Northamptonshire, Inghilterra. E ogni giorno ne arrivano delle
altre dalla Francia senza una successiva destinazione.
Ricordiamo
che si tratta di macchine nuove di fabbrica, con i contatori che
segnano forse appena il tratto di strada dalle fabbriche a queste
rimesse. Questa immagine da Google Mappe è proprio del maggio 2014,
nei pressi di Corby, Northamptonshire.
Fabbricare
nuove macchine va contro ogni logica, logistica ed economia ma la
produzione continua, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana…
Sotto
è mostrata un’altra immagine recente (Aprile 2014) del porto di
Civitavecchia. Ognuno di quei puntini è una Peugeot nuova di
fabbrica che ogni giorno raccoglie polvere e magari un po’ di
brezza marina.
Sotto
ancora, tutte carine e sbrilluccicose, rosse, bianche, nere, argento,
viola, blu, insomma auto nuove fiammanti di tutti i colori
dell’arcobaleno. Fanno un bel mosaico. Magari è questa la fine che
faranno: arte urbana surreale dell’era della produzione
meccanizzata.
L’economia
avverte chiaramente che queste auto rimarranno invendute. Ma per
quanto durerà questo ciclo? Dove verranno parcheggiate se a momenti
non abbiamo più spazio neppure in strada per guidarle?
Sotto,
ancora il porto di Valencia, in una suggestiva composizione di
colori.
I
tempi in cui una famiglia avrebbe potuto acquistare una nuova auto
ogni paio di anni, adesso sono andati.
Il
risultato sono immagini come quelle proposte.
Potremmo
dire che queste macchine sono lasciate ad arrugginire. E più passano
i giorni trascorsi in delle rimesse meno saranno le chance che
verranno acquistate. Dopo mesi e mesi sotto qualsiasi condizioni
climatica queste auto andranno in detrimento.
Nell’immagine
sotto le automobili coprono l’intero orizzonte. Che svenderle sia
l’unica soluzione radicale? Chissà se presto non inizino a
regalarle con le confezioni dei cereali.
Quando
un’automobile è lasciata inattiva, l’olio presente nelle parti
interne del motore si deposita lentamente sul fondo della coppa
dell’olio, iniziando un processo corrosivo che potrebbe danneggiare
il motore stesso.
La corrosione a freddo, per esempio,
avviene quando la condensazione fa estendere i cilindri e si inizia a
formare la ruggine al loro interno. Il motore a quel punto
s’ingolferà e avrà bisogna di assistenza meccanica per ripartire.
Anche i pneumatici inizieranno a perdere aria e la batteria si sarà
scaricata. La lista potrebbe continuare ancora.
Maggiore è il tempo trascorso in
rimessa peggiori saranno le conseguenze. Ma allora qual è la
soluzione al problema?
Le
case automobilistiche continuano a produrre nuovi modelli con le
ultime tecnologie a bordo. Accade quindi che il consumatore finale
preferisca comprare l’ultimo modello e non quello dell’anno
precedente. Per i vecchi modelli a questo punto le alternative
restano poche: essere smantellate e rottamate, riciclando le sue
parti meccaniche.
Alcuni
marchi hanno già spostato la produzione in Cina, General Motors e
Cadillac né sono un esempio tra i tanti. Le macchine qui prodotte
vengono poi caricate in containers e scaricati nei porti di tutto il
mondo. Gli USA, per favorire la produzione interna, ne ha limitato
l’importazione. La conseguenza immediata è che centinaia di
migliaia di automobili americane nuove di fabbrica si trovano ora
parcheggiate in China. Nessuno in Cina può permettersi di
acquistarle e bisognerà attendere che l’economia mondiale migliori
perché queste automobili vengano vendute… e potrebbe richiedere
diverse generazioni.
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