venerdì 1 ottobre 2010

CONSOB: CORTE APPELLO PERUGIA HA DEPOSITATO MOTIVAZIONI SENTENZA DI ANNULLAMENTO DELLA SANZIONE DA €100.000 DEI SIGNORI CARDIA E CONTI AL PRESIDENTE ADUSBEF ELIO LANNUTTI PER TURBATIVA MERCATI.

PER I GIUDICI NESSUNA NOTIZIA FUORVIANTE E’ STATA DIFFUSA DA LANNUTTI E LA CONSOB, OMESSA OGNI ISTRUTTORIA, HA PRESI PER BUONI I DATI UNICREDIT. DIRIGENTI CONSOB E UNICREDIT INDAGATI PROCURA,IN ATTESA RISARCIMENTO SEDE CIVILE

La Corte di Appello di Perugia ha depositato nei giorni scorsi la sentenza del procedimento relativo al ricorso del Presidente Adusbef e senatore dell’Italia dei Valori Elio Lannutti che, con delibera del 19 novembre 2009 era stato sanzionato per l’astronomica somma di € 100.000 per aver reso dichiarazioni pubblicate a tutela dei risparmiatori su un giornale minore del 16 ottobre 2007 successivamente alla messa in onda della puntata di Report (14.10.2007,) che aveva messo in luce come le banche avessero piazzato in maniera criminale a imprese ed enti locali i prodotti derivati cagionandone il fallimento o profondi buchi di bilancio.

I giudici perugini,Sergio Matteini Chiari (Presidente), Massimo Zanetti (relatore) che avevano accolto il ricorso di sospensiva sin dal 10 giugno scorso, leggendo il dispositivo in udienza, hanno considerato che le dichiarazioni di Lannutti non potevano in alcun modo considerarsi fuorvianti per il mercato ed anzi si inserivano nel pubblico dibattito sul pericolo universale per la massiccia ed irresponsabile diffusione, di quelle mine vaganti come i derivati emessi a piene mani per finanziare le laute prebende e le stock option dei banchieri.

Nello specifico, in merito allo scontro sull’entità dell’ammontare del disavanzo del mark to market (secondo UNICREDIT 1 miliardo di euro, secondo ADUSBEF almeno 4-5), la Corte non ha mancato di evidenziare come CONSOB si sia limitata a recepire pedissequamente le dichiarazioni di UNICREDIT interessata a diffondere comunicazioni rassicuranti, senza compiere alcuna istruttoria in merito, a conferma che l’ex banchiere di Intesa San Paolo signor Vittorio Conti presidente Vicario della Consob che ha firmato la sanzione ed altri dirigenti,hanno agito eseguendo il mandato di Unicredit per punire ed infangare il buon nome di Adusbef e di Lannutti,che si battono senza tregua contro truffe,frodi ed abusi quotidiani dei banchieri a danno dei risparmiatori.

Si tratta di una censura senza appello che getta un’ombra sinistra sul sistema CONSOB incline a manganellare gli storici censori come Lannutti neppure per conto proprio ma addirittura per conto terzi (nel caso l’UNICREDIT del mai troppo biasimato Alessandro Profumo),recentemente cacciato dai suoi stessi compagni di merende con una buona uscita di 40 milioni di euro,oltre stock option.

I giudici di Perugia hanno confermato che CONSOB ha imbastito quello che è apparso subito – sin dalla comunicazione dell’atto di accertamento nel novembre 2008 - il simulacro di procedimento sanzionatorio, un teorema senza alcun fondamento giuridico che ha indotto ADUSBEF e Lannutti a sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Roma contro l’allora presidente Lamberto Cardia, vari funzionari CONSOB e UNICREDIT di cui il prossimo 16 novembre 2010 davanti al GIP del Tribunale dott. Tommaso Picazio si discuterà del giudizio di opposizione alla richiesta di archiviazione firmata dai sostituti procuratori delegati dott. Emanuele Di Salvo e Giorgio Orano e controfirmata dal Procuratore capo dott. Giovanni Ferrara.

Sarà ora agevole in sede civile chiedere adeguati risarcimenti dei danni inferti a Lannutti ed Adusbef ai signori dirigenti Consob,che hanno agito su diretto mandato di Unicredit per intimidire e svilire l’azione di uno storico rappresentante dei consumatori, che ha speso una vita per denunciare le malefatte dei banchieri e dei loro solerti,collusi sodali di autorità pseudo indipendenti.


Il testo della sentenza sarà pubblicato sul sito http://www.adusbef.it/

Il Comitato direttivo Adusbef

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