Roma - (Adnkronos/Ign) - Per una protesi al seno, all'anca o al ginocchio si può aspettare anche fino a tre anni. Il ministro della Salute punta il dito in particolare sulle attività intramoenia: "Bisogna equilibrarla con quella istituzionale dell'orario di lavoro". Perché "i cittadini devono poter scegliere liberamente e non solo perché costretti"
Fino a 720 giorni (pari a due anni) per fare l'ecocolordoppler tra le prestazioni diagnostiche e anche tre anni (1.080 giorni) per interventi chirurgici come la protesi all'anca, al seno o al ginocchio. E' questa la tragica realtà del Sistema sanitario italiano, secondo quanto si legge sul 'Sole 24 Ore' che si basa sul rapporto Pil salute 2009 del Tribunale dei diritti del malato.
Per chi decide di affidarsi alla sanità pubblica, i ritardi sono all'ordine del giorno. Per quanto riguarda le prestazioni diagnostiche, minimo c'è da spettare 360 giorni per fare l'ecografia al seno o una risonanza magnetica cranio (senza contrasto). Per una mammografia ci vogliono 420 giorni, per l'eco tessuto molle 480 e per l'ecocolordoppler 720 giorni. Nell'ambito delle visite specialistiche, chi deve farne una chirurgica i tempi di attesa sono 5 mesi (150 giorni). Per fare la visita neurochirurgica o un esame vestibolare i giorni da aspettare sono 180, contro i 270 della visita senologica e i 390 di quella cardiologica.
Per gli interventi chirurgici, ci sono 1.080 giorni di attesa per gli interventi di protesi al seno, al ginocchio e all'anca. Un po' meno, 540 giorni, per l'intervento al menisco e 450 per l'asportazione della sacca lacrimale.
Per abbattere le liste d'attesa "sarà decisivo il monitoraggio nazionale che vogliamo garantire sul fenomeno", afferma il ministro della Salute, Ferruccio Fazio in un'intervista pubblicata oggi dal 'Sole 24 Ore'. Lo realizzeremo Grazie al Cup nazionale che abbiamo già presentato alle regioni e che va a integrare i Cup regionali". Fazio, che fissa dei paletti solidi con la bozza di 'Piano nazionale di governo delle liste d'attesa', punta il dito in particolare sulle attività intramoenia dei medici: "Vogliamo evitare una volta per tutte che vi siano liste d'attesa lunghissime per ottenere prestazioni sanitarie nell'attività istituzionale dell'orario di lavoro e invece abbreviate nell'attività intramoenia, come purtroppo spesso avviene". "Per questo saranno attivati meccanismi per fare in modo che le due attività siano 'equilibrate'", promette il ministro, sottolineando che "per farcela servono criteri di trasparenza e nuovi meccanismi" ed evidenziando che "un aspetto importante riguarda le prestazioni cardiologiche e quelle oncologiche, che vengono 'divise' a seconda del singolo quesito clinico".
"Pensiamo a liste differenziate con attese inferiori per interventi più urgenti o meno urgenti, e a tempi meno brevi per le attività di prevenzione, che sono programmabili", spiega Fazio che fornisce anche un esempio concreto: "Dovranno essere garantiti i posti dove fare una mammografia entro 10 giorni". Insomma i cittadini "devono poter scegliere liberamente le prestazioni in intramoenia, e non solo perche' costretti dalle liste d'attesa lunghe".
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