Per 40 euro aveva acquistato nel campo nomadi di via Severini, nella periferia di Roma la “baracca” da un connazionale che era tornato in patria.
L’uomo, un romeno di 21 anni, non sapeva però che per avere diritto a vivere nel campo abusivo avrebbe dovuto anche pagare la tangente al “capo ” del campo.
Quando questi si è presentato da lui, pretendendo la tassa di 300 euro, il romeno ha opposto un secco rifiuto. Un “no”pagato a caro prezzo perché il 21 enne è stato picchiato brutalmente dal boss, mentre una sua complice, rumena di 32 anni rapiva il figlio della vittima, nascondendolo nella sua baracca in un altro campo abusivo.
La vittima ha provato a riprendersi il bambino, ma i sequestratori gli hanno intimato di consegnarli quanto da loro richiesto, altrimenti avrebbero venduto il piccolo ad un’altra coppia di un altro campo.
Il Ragazzo, ormai disperato, ha così deciso di chiamare il 113 e di chiedere aiuto alla Polizia di Stato.
All’arrivo degli agenti del Commissariato Prenestino, diretto dal dott. Fabrizio Calzoni, T.N. ha lasciato cadere il piccolo di appena 18 mesi a terra.
In lacrime, sporco ed impaurito, ma illeso, il bimbo è stato preso in custodia dagli agenti che l’hanno consegnato al padre.
La donna, responsabile del sequestro del bambino, è stata arrestata per sequestro di persona e lesioni.
Il “capo”, invece, inizialmente aveva fatto perdere le proprie tracce.
Dopo alcune ore di ricerche nelle aree limitrofe, gli uomini del Commissariato sono però riusciti a rintracciarlo. Accompagnato in ufficio, per lui è scattata la denuncia in stato di libertà per concorso in sequestro di persona.
Si tratta dell’ennesimo episodio di racket sulle baracche, un fenomeno che ha interessato persino alcuni insediamenti autorizzati dal Campidoglio. Nel corso dello sgombero del campo nomadi abusivo di via del Baiardo, in zona Tor di Quinto, le forze dell’ordine scoprirono un giro di estorsioni sulle 22 baracche dell’insediamento.
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