martedì 5 ottobre 2010

Amianto : colpo di scena nella vicenda della GdF

di Fedele Boffoli


"Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto... chi ha dato, ha dato, ha dato..." sembra il paradossale epilogo della vicenda Amianto nella Guardia di Finanza a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia. Alla mancata concessione (al personale dipendente) dei curriculum lavorativi per l'esposizione all'amianto, necessari per la prevista pratica di risarcimento previdenziale, i Comandi, che avevano dichiarato l'esposizione dei propri dipendenti entro i limiti di Legge, hanno aggiunto - in seguito agli accessi amministrativi degli interessati, per visionare i rilevamenti ed i monitoraggi previsti dalla Legge - di aver "buttato le carte" in seguito ad improbabili scarti d'archivio quinquennali.

Una tesi, questa, di una debolezza sconcertante, tenuto conto della notevole rilevanza dei monitoraggi ambientali e sanitari previsti ai fini della sicurezza del lavoro (specialmente in presenza di amianto, bonificato o da bonificare) e dell'innegabile interesse specifico, giuridico e amministrativo, del personale che ha in corso con i Comandi una vertenza già dal 2004, ed ha registrato - a causa dell'amianto - morti e patologie asbesto-correlate.

Un colpo di teatro inaspettato che difficilmente convincerà la Magistratura e che ha indotto, nell'immediato, l'Associazione Movimento dei Finanzieri Democratici e l'Avvocato Ezio Bonanni del Foro di Roma (noto specialista in materia e suo difensore) a promuovere due autonome interrogazioni parlamentari, depositate in queste ore dagli Onorevoli Giulio Camber e Carlo Monai.


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