Lerwick, Isole Shetlands, International — Due attivisti di Greenpeace hanno bloccato una grossa nave attrezzata per effettuare, per conto della multinazionale petrolifera americana Chevron perforazioni nel Mare del Nord. La nave è ancorata a un miglio dalla costa delle isole Shetlands, nel Regno Unito ed è pronta a partire per cominciare pericolose esplorazioni off-shore in un’area ecologicamente sensibile. Greenpeace chiede ai governi del Mare del Nord - che si incontreranno nei prossimi giorni - di adottare una moratoria per fermare le perforazioni off-shore in acque profonde.
Gli attivisti di Greenpeace hanno raggiunto la Stena Carron (lunga ben 228m) e hanno scalato gli anelli della catena dell’ancora. Victor Rask, attivista di origine svedese, e Anais Schneider, tedesco, sono ancora sospesi a 5 metri dalla superficie del mare. Con la loro tenda appesa alla catena stanno bloccando la nave. I due attivisti erano appena tornati da un tour nell’Artico a bordo della nave Esperanza dove erano già riusciti a bloccare le controverse perforazioni di una piattaforma della Cairn Energy.
“I nostri attivisti sono decisi a rimanere appesi per fermare le perforazioni. Le Isole Shetlands sono un patrimonio di immensa bellezza e un possibile sversamento di petrolio devasterebbe quest’area e tutto l’ecosistema del Mare del Nord. E’ ora di liberarci dalla schiavitù del petrolio e costruire un futuro basato su energie pulite” afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace.
Il programma della Stena Carron è di scavare un pozzo a 500 metri di profondità nella zona di Lagavulin. Dal disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, ambientalisti e politici di tutto il mondo stanno chiedendo una moratoria per ogni nuova perforazione off-shore. Tra due giorni i ministri dell’Ambiente dei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord si riuniranno a Bergen, Norvegia. Nell’ambito della convenzione OSPAR, discuteranno la proposta tedesca di una moratoria per le perforazioni off-shore in acque profonde.
Fonte: Greenpeace
Gli attivisti di Greenpeace hanno raggiunto la Stena Carron (lunga ben 228m) e hanno scalato gli anelli della catena dell’ancora. Victor Rask, attivista di origine svedese, e Anais Schneider, tedesco, sono ancora sospesi a 5 metri dalla superficie del mare. Con la loro tenda appesa alla catena stanno bloccando la nave. I due attivisti erano appena tornati da un tour nell’Artico a bordo della nave Esperanza dove erano già riusciti a bloccare le controverse perforazioni di una piattaforma della Cairn Energy.
“I nostri attivisti sono decisi a rimanere appesi per fermare le perforazioni. Le Isole Shetlands sono un patrimonio di immensa bellezza e un possibile sversamento di petrolio devasterebbe quest’area e tutto l’ecosistema del Mare del Nord. E’ ora di liberarci dalla schiavitù del petrolio e costruire un futuro basato su energie pulite” afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace.
Il programma della Stena Carron è di scavare un pozzo a 500 metri di profondità nella zona di Lagavulin. Dal disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, ambientalisti e politici di tutto il mondo stanno chiedendo una moratoria per ogni nuova perforazione off-shore. Tra due giorni i ministri dell’Ambiente dei Paesi che si affacciano sul Mare del Nord si riuniranno a Bergen, Norvegia. Nell’ambito della convenzione OSPAR, discuteranno la proposta tedesca di una moratoria per le perforazioni off-shore in acque profonde.
Fonte: Greenpeace
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