Dal
2011 ad oggi abbiamo subito ben 7 aumenti delle accise sui carburanti ed un
incremento dell’Iva: se dal prossimo primo luglio non sarà scongiurato il
ritocco all'insù di un punto dell’aliquota ordinaria attualmente al 21%, gli
aumenti subiti dall'imposta sul valore aggiunto in questi ultimi 3 anni saranno
2.
Secondo
l’elaborazione effettuata dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre, tutto ciò ha
avuto degli effetti pesantissimi sulle tasche degli automobilisti italiani:
rispetto al 2010, una famiglia media italiana con un auto alimentata a benzina
che, secondo i consumi medi rilevati dall’Istat, percorre circa 15.000
chilometri all'anno con un consumo di circa 900 litri di carburante, ha subito
un rincaro di 217 euro. Se tra una decina di giorni l’aumento dell’Iva verrà
confermato, per l’anno in corso l’aggravio salirà a 223 euro per toccare i
230 euro nel 2014.
Molto
peggio sono andate le cose per chi dispone di un’autovettura di media
cilindrata alimentata a gasolio. A fronte di una percorrenza media annua
rilevata dall’Istat pari a 25.000 chilometri all’anno che dà luogo ad un
consumo annuo di circa 1.300 litri di gasolio, il rincaro subito nelle aree di
servizio a seguito degli aumenti delle accise e dell’Iva avvenuti negli ultimi
3 anni è stato di 379 euro. Se dal prossimo primo luglio l’aumento
dell’Iva verrà confermato, per il 2013 l’aggravio salirà a 388 euro e
nel 2014 toccherà i 397 euro. Una vera e propria stangata.
Per il Segretario della CGIA di
Mestre corriamo dei grossi pericoli:
“I risultati emersi da questa elaborazione ci
devono servire da monito. Ricordo che l’80% circa delle merci in Italia viaggia
su gomma. Se l’aumento dell’Iva non verrà bloccato, quasi sicuramente
registreremo un rincaro generalizzato dei prezzi di tutti i beni che
quotidianamente troviamo sugli scaffali dei negozi o dei supermercati. Non
dobbiamo scordare che dall’inizio della crisi alla fine del 2012, il Pil
nazionale è diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie di 5.
Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti, ad una diminuzione
media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia. Se non scongiuriamo il
ritocco dell’Iva corriamo il pericolo di penalizzare ulteriormente la domanda
peggiorando la situazione economica delle famiglie e quella delle piccole
imprese e dei lavoratori
autonomi che vivono quasi esclusivamente di consumi interni“.
Gli
incrementi subiti dalle accise sui carburanti cosa sono andati a finanziare? La
cultura e lo spettacolo, gli interventi umanitari a favore degli immigrati
arrivati nel nostro Paese dal nord Africa, la messa in sicurezza dei territori
della Liguria e della Toscana colpiti dall’alluvione del 2011 e la
ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia e dell’Abruzzo.
Infine,
la CGIA ricorda che l’Iva è stata introdotta nel nostro ordinamento fiscale nel
1973: in questi 40 anni l’aliquota ordinaria è variata ben 8 volte,
raggiungendo il valore massimo del 21% , quello attualmente in vigore. L’ultimo
ritocco è avvenuto il 17 settembre 2011: nonostante l’aliquota ordinaria sia
salita dal 20 al 21%, nel 2012 il gettito Iva è diminuito di 3,5 miliardi di
euro. Certo, la situazione economica generale ha condizionato moltissimo questo
risultato, tuttavia anche l’incremento dell’aliquota ha sicuramente contribuito
a penalizzarne il gettito.
Fonte: http://www.cgiamestre.com
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