di
Paolo Cardenà - Come è noto, in Italia, l'organismo deputato a garantire la
tutela del depositi è il Fondo Interbancario di tutela dei depositi.
Al
FIDT, per obbligo di legge, aderiscono tutte le banche residenti in italia,
eccezion fatta per le banche di credito cooperativo che, a loro volta,
aderiscono al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo.
Senza
addentrarci troppo sulle modalità e sulle forme di garanzia prestate dal Fondo
(che potete trovare QUI ),
quel che preme segnalare è l'assoluta inadeguatezza del fondo, rispetto ai
fondi classificati come "Rimborsabili",cioè rispetto ai volumi dei
depositi bancari rimborsabili.
Per
comprendere di cosa stiamo parlando, osserviamo la tabella di
seguito riportata, tratta dalla Relazione Annuale del Fondo Interbancario
di Tutela dei Depositi, riferita all'anno 2012.
Nelle
tabella proposta si evincono i volumi di fondi rimborsabili suddivisi per
livello di rischiosità degli istituti di credito considerati (254), analizzati
secondo gli standard previsti dal FIDT. Da notare che, complessivamente, secondo
l'analisi proposta dal FIDT, per le 254 banche considerate, i fondi
rimborsabili ammontano a 476 miliardi di euro. Dei 476 miliardi di Euro, oltre
la metà sono allocati in banche che lo stesso FIDT considera con un rischio
superiore a quello medio, con il grosso della fetta (197 mld di euro)
allocata presso istituti con "Rischio Medio Alto", e
addirittura oltre 50 miliardi allocati presso istituti con "Rischio
Alto" (43 mld) o "Escudibile" (3.04 mld). Nella stessa relazione,
a pagina 37, si legge che i fondi a disposizione del FIDT da utilizzare
per far fronte ad eventuali dissesti bancari e da poter rimborsare ai
depositanti ammontano ad appena 1,9 miliardi di euro: ossia appena lo 0,4% del
totale dei fondi rimborsabili. Da ciò se ne deduce che i fondi disponibili in
caso di dissesto bancario, non sarebbero neanche sufficienti per coprire
i rimborsi di una banca di piccola dimensione.
A
complicare il quadro sopra descritto, giova ricordare che le sofferenze
bancarie hanno superato il 9% del Pil, oltre quota 140 miliardi di euro. Un
valore che, al netto degli accantonamenti e delle svalutazioni
effettuate, rappresentano più del 20% del capitale e delle riserve
complessive del sistema bancario.
Ora comprenderete che, stando la
fragilità di buona parte del sistema bancario nazionale, che peraltro
rischia di peggiorare con il protrarsi della crisi, che genera ulteriori
sofferenze anche in seno alle banche, appare del tutto ingannevole e fuorviante parlare
dell'esistenza di una garanzia assoluta sui depositi inferiori ai 100 mila
euro. Da ciò se ne deduce che in caso di crisi bancarie di grandi
proporzioni o che colpiscano istituti di grandi dimensioni rispetto alle
possibilità del Paese (peraltro latenti), in caso di incapienza di
obbligazioni bancarie e dei depositi non assicurati, è chiaro che si finisca
per colpire proprio quei depositi "assicurati", magari diminuendone
il livello della garanzia o quant'altro.
Alla
luce di quanto sopra, non dovrebbe affatto sorprendere che, a livello europeo,
per la soluzione delle crisi bancarie che eventualmente si dovessero
presentare, l'attenzione sta convergendo verso la possibilità di coinvolgere gli
azionisti, i possessori di obbligazione e poi, successivamente, in caso di
necessità, anche i depositanti.
Ma di
questo tema e di come il fondo ESM potrà intervenire nella ricapitalizzazione
delle banche in difficoltà, parleremo in un prossimo post che verrà pubblicato
nei prossimi giorni.di Paolo Cardenà
Fonte:http://www.vincitorievinti.com
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