A breve il Garante
della privacy dovrebbe sbloccare
il provvedimento che tiene imbrigliato il nuovo redditometro,
dopo mesi durante i quali l’Autorità per la privacy ha verificato i nodi sulla
tutela dei dati personali.
Affidabilità e qualità delle
informazioni sono
queste le due principali caratteristiche sulle quali si è concentrato il
Garante per dare il via libera allo strumento del Fisco che permetterà di
stanare i contribuenti poco onesti. Ma non solo, sotto osservazione sono
rimaste anche le modalità con cui sono stati costruiti gli identikit, così come l’utilizzo
delle spese medie Istat.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle spese medie, senza
considerare la tipologia di reddito prodotto, il singolo contribuente viene
inserito in modelli standard di famiglia. Si incorre però il pericolo di
mettere insieme soggetti troppo
eterogenei tra loro. Eppure, il nuovo strumento è stato
connotato come in grado di verificare soggetti a rischio evasione, nel caso di
scostamenti evidenti tra quanto dichiarato e il tenore di vita ricostruito attraverso
le spese fatte (la soglia di tolleranza prevista è del 20%, abbassata rispetto
a quella del 25% presente nel vecchio strumento, basato sui coefficienti del
’92). Un meccanismo in cui il soggetto sotto osservazione può, attraverso un doppio contraddittorio, dimostrare
il motivo delle mancate dichiarazioni. Le medie Istat entrano poi in gioco
soltanto in una seconda fase, soltanto se il Fisco non sembra convinto delle
spiegazioni fornite dal contribuente.
Con lo sblocco del nuovo redditometro, rientra anche in gioco l’Agenzia delle Entrate,
rimasta in attesa dell’istruttoria del Garante della Privacy. Possibile che
l’Authority richiede all’ente di adottare nuovi accorgimenti come forma di
tutela del contribuente. L’Agenzia, così come aveva dichiarato Befera, punta ad
avviare lo strumento entro la fine dell’anno. Il rischio? Rispetto ai 35mila controlli previsti
per il 2013, possibile che, dato il poco tempo a disposizione, non si raggiunga
l’obiettivo fissato. Si ricorda comunque come i termini per le verifiche, per
quanto riguarda il primo periodo d’imposta (2009, quindi dichiarazioni dei
redditi presentate nel 2010), scadano soltanto al termine del 2014.
Nessun commento:
Posta un commento