Il
calvario infinito delle vittime di trasfusioni con emoderivati infetti. Dagli
anni Novanta ad oggi migliaia di vittime: è la pagina più buia della sanità
italiana.
Sono 60mila le persone che in Italia ricevono un indennizzo per aver contratto
malattie a causa di trasfusioni o per la somministrazione di farmaci
emoderivati. I morti sono oltre 4.000 solo tra gli emofiliaci. Impossibile
calcolare quante persone siano morte a causa delle trasfusioni occasionali. È
la strage del sangue infetto, forse la pagina più buia della sanità in Italia.
Una strage senza colpevoli sul piano penale e con un iter farraginoso sul piano
civile. L’inchiesta cominciata nel 1995 dopo la scoperto di un deposito a
Padova con migliaia di tonnellate di plasma fuori norma da parte degli uomini
della Guardia di Finanza ha visto l’avvio del processo solo nel 2003. Alla
sbarra l’ex direttore del Ministero della Sanità Duilio Poggiolini, personaggio
noto per essere finito in diverse inchieste ai tempi di Tangentopoli. Con lui
anche Guelfo Marcucci, capostipite del più grande gruppo imprenditoriale per la
produzione di farmaci emoderivati, ancora oggi attivo attraverso l’azienda
Kedrion.
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