domenica 6 ottobre 2013

OLIMPIADI IN RUSSIA: DISASTRO ECOLOGICO IN AGGUATO

I prossimi XXII Giochi olimpici invernali si svolgeranno a Sochi, in Russia, dal 7 al 23 febbraio 2014. Gli ambientalisti da tempo denunciano quanto questo evento abbia avuto e stia avendo un impatto ambientale disastroso. Mentre la parte ufficiale con le cerimonie di apertura e chiusura dei giochi olimpici si svolgeranno sulla Piana Imereti, tra i fiumi di Mzymta e Psou, presso il litorale del Mar Nero, le gare invece si svolgeranno, per forza di cose, nella regione montagnosa che si trova a ridosso del Caucaso Occidentale, un’area dichiarata patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Ne avevamo parlato già nel 2010 e lo scenario che si sta delineando non è molto diverso.

Così si sono distrutte grandi porzioni del Parco nazionale di Sochi, per far posto alle nuove infrastrutture sportive, con il benestare di una legge creata ad hoc nel 2007. E non basta, si è costruito anche più a nord, vicino alla Riserva naturale del Caucaso, anch’essa tra i siti patrimonio dell’Unesco. Giusto per citarne una, la ‘Radura degli abeti bianchi’ ai piedi del monte Psekhako è stata trasformata in un ‘centro turistico di montagna’, che opsiterà i turisti aatirati dalle olimpiadi.


E cosa dire dello scempio edilizio che ha distrutto la famosa spiaggia Imereti, l’ultimo arenile naturale della Russia meridionale e la piana Imereti, un habitat paludoso, punto di sosta per molte specie di uccelli migratori.

L’opera che pone più a rischio il territorio e la popolazione locale è in realtà l’autostrada e la ferrovia della tratta Adler-Krasnaja Poljana, costruite per unire i 2 siti delle olimpiadi. Sono 48 km che collegano i due paesi in 25 minuti ed costituiscono la parte più costosa: ben 7 miliardi di euro.

L’effetto più nefasto sull’ambiente per la costruzione di queste infrastrutture viarie è legato al fiume Mzymta, il più grande di Sochi, che fornisce acqua potabile per la gran parte della città. Negli ultimi anni l’acqua è calata drasticamente per i detriti provenienti dal cantiere, che hanno intasato i condotti di alimentazione dei pozzi più a valle. Ed è acqua inquinata. Sebbene le autorità facciano finta di niente e non rendano pubblici i valori delle analisi dal 2012.


Un’altro rischio ambientale è legato alle montagne della zona, che sono ricche di uranio e mercurio, minerali radioatttivi e pericolosi. Dunque bisognerebbe evitare di perforarle per costruirci dei tunnel. Non a caso nel paese di Krasnaja Poljana, che sorge al centro dell’area sciistica vera e propria, negli ultimi anni c’è stato un’incremento di casi di tumore.

Inoltre, la discarica nella cava di Akhstyr, che si trova nei pressi delle sorgenti che alimentano il fiume Mzymta, pur di rientrare nei tempi, è stata dichiarata agibile.

Dulcis in fundo, è di pochi giorni fa la notizia che Sochi e altre cittadine sul Mar Nero, sono state colpite da una valanga di fango, a seguito di violente piogge, che ne hanno determinato lo stato di calamità naturale. Ma le autorità si sono affrettate a dichiarare che tutto sarà pronto per i giochi olimpici di febbraio, cosicché Vladimir Putin possa mostrare quanti progressi abbia fatto la Russia dalla caduta dell’Impero Sovietico nel 1991.

Le Olimpiadi di Sochi si prospettano dunque come l’evento meno eco-sostenibile del 2014.

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