martedì 24 agosto 2010

USURA: CONTRIBUENTI.IT, + 117,6% NEL MEZZOGIORNO

OSTUNI – Allarme usura nel mezzogiorno. “Nel 2010 sta dilagando l'usura nel mezzogiorno a seguito della grave situazione di difficoltà economica in cui versano le famiglie e le piccole imprese. Il sovra indebitamento delle famiglie del mezzogiorno, nel 2010, è cresciuto del 156,2%, rispetto al 2009 e l’usura è aumentata del 117,6%”. Lo rilevano i dati resi noti oggi ad Ostuni, all’apertura del convegno “Usura e fisco”, da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie e delle piccole imprese in Italia.

“Nel mezzogiorno sono a rischio d’usura 681.000 famiglie e 716.000 piccoli imprenditori- afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani –Il debito medio delle famiglie meridionali ha raggiunto la cifra di 31.200 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 49.300 euro”.

“Al primo posto delle regioni maggiormente esposte all’usura – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani – troviamo la Campania, seguita dalla Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata ed il Molise
''La crisi economica del mezzogiorno, l’aggressione al patrimonio familiare da parte delle esattorie, il proliferare del pagamento delle tasse a rate, la impossibilità di accesso al credito bancario, la crescita del gioco d’azzardo e delle scommesse sportive legalizzate ed il boom delle carte di credito revolving, con tassi del 25%, – continua Carlomagno – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese meridionali nelle mani di spregiudicati usurai”.

''I dati – conclude Carlomagno - confermano che il fenomeno sta aumentando ed è ancora difficile intravedere l’apice. In passato, ogni qual volta l'economia ha segnato brusche frenate, l'usura ha subito delle forti crescite. Ora c'e' un ulteriore problema: oltre la poca propensione alla elargizione del credito associata a commissioni insopportabili applicate dalle banche e dalle esattorie, si sta registrando una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l’uso spregiudicato delle scommesse sportive, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti”.

Contribuenti.it chiede urgentemente al governo uno stanziamento straordinario a favore del Sud di 10 MLD di euro, di sospendere la riscossione delle imposte nei confronti delle famiglie e dei piccoli imprenditori assistite dalle fondazioni antiusura e di tutti coloro che hanno perso un lavoro, di bloccare il gioco di azzardo che sta diventando l’altra faccia di un’Italia sempre più povera e, soprattutto, di riformare urgentemente il fisco, rendendolo più equo, ponendo al centro del sistema la famiglia al posto dell’impresa”.

Fonte: Contribuenti.it

domenica 15 agosto 2010

Carceri d'Italia Sovraffollamento e niente igiene


Topi di fogna

Muschio sul soffitto, "turca" comune, roditori: benvenuti nei penitenziari all'italiana. Ferragosto nelle carceri per oltre 150 parlamentari. Tra questi anche Dell'Utri e Cosentino

Nel carcere di San Sebastiano il bagno turco è quasi in mezzo alla cella; a dividerlo dai letti a castello è un muretto basso. Nessuna privacy, nessuna igiene, tanto che spesso i compagni di cella litigano per i cattivi odori. Per non dire di quando dalle fogne salgono i topi. Quella di Sassari è una struttura della fine del Settecento, ospita 214 detenuti, a fronte di una capienza di 154. Una parte del secondo piano è crollata anni fa, ma nessuno ha mai pensato di ristrutturarla. E’ bastato spostare le persone, stiparle tutte al primo piano. Nelle celle di sei metri quadri vivono in tre, a volte anche in quattro. Non c’è posto per stare in piedi, si devono fare i turni per mangiare. E non nei piatti, che mancano, ma nelle scodelle.


A visitarlo ieri mattina è stata una delegazione della commissione Giustizia della Camera, Guido Melis e Gian Piero Scanu, e la segretaria dell’associazione radicale “Detenuto ignoto”: “Ero venuta tre settimane fa insieme alla deputata Rita Bernardini, qualcosa è migliorata. Ma resta una struttura da chiudere. Sette anni fa è stato costruito un nuovo carcere, ma – poiché l’appalto era stato vinto da una ditta di Anemone – la magistratura ha bloccato tutto. E pensare che, nel frattempo, Balducci se ne sta nella sua villa con piscina e sauna”.

I detenuti del carcere di San Sebastiano, invece, se alzano gli occhi vedono il muschio sotto il tetto, “come se fosse la capanna di Gesù Bambino – aggiunge Testa – Non ci sono i soldi per la carta igienica e così si usano i giornali o gli stracci, che poi vengono lavati e riutilizzati”. I 57 detenuti malati di epatite C vivono con gli altri, i 56 affetti da problemi psichiatrici non hanno neanche uno psicologo cui rivolgersi. Ben 82 sono in attesa di giudizio.

L’impegno dei parlamentari

Oltre 150 parlamentari hanno aderito quest’anno all’iniziativa dei Radicali sul Ferragosto in carcere. Le visite sono iniziate ieri. Tra coloro che hanno varcato la soglia di un penitenziario anche il deputato Pdl Salvatore Torrisi, che ieri mattina è entrato nella struttura di piazza Lancia, a Catania: “Rispetto allo scorso anno alcuni miglioramenti ci sono (finalmente ci sono le docce in tutte le stanze), ma i problemi permangono. A fronte di una tenuta massima di 300 persone, ce ne sono oltre 500. Molte persone provengono dai quartieri in cui c’è forte disagio sociale. La politica dovrebbe intervenire: si potrebbero apportare correttivi alla legge sulla droga, per quanto riguarda l’uso personale, così come sul piano delle carceri il reato di clandestinità ha peggiorato la situazione”. “Ci sono un centinaio di strutture nuove che potrebbero essere utilizzate – spiega il senatore Idv Stefano Pedica – I parlamentari non dovrebbero limitarsi alla visita di Ferragosto, ma entrare in carcere almeno tre volte al mese, se sperano di cambiare un po’ la situazione”.

Chi paga per la Cirielli

Come accade ovunque, anche a Grosseto sono in molti a pagare per la recidiva. “Si ritrovano a posteriori sentenze che, in base alla legge Cirielli, li riportano dentro – racconta il segretario dei Radicali, Mario Staderini – invece potrebbero stare fuori con misure alternative. Il costo di un carcere come quello di Grosseto, situato nel centro storico, è di 800 euro al giorno per detenuto. Per ritrovarsi poi invasi dai piccioni”. Anche qui sono stipate fino a cinque persone in una cella di 12 metri quadri, con bagni all’interno, senza porta e senza finestra. “Ho incontrato due ragazzi romeni che stavano scontando la pena ai domiciliari e che si erano fatti una famiglia, un lavoro – prosegue Staderini – ora sono tornati dentro e non hanno più nulla. Neanche Internet per conoscere le proposte politiche che risolverebbero i loro problemi”.

Naturalmente non sono mancate le polemiche. Tra i parlamentari che hanno aderito anche Marcello dell’Utri e Nicola Cosentino, il primo condannato a sette anni in appello, il secondo raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Una partecipazione “provocatoria” secondo l’Idv, ben vista invece dai Radicali. Unica notizia positiva, la lettera con cui il ministro Alfano ha comunicato al presidente della commissione sul Servizio sanitario, Marino, la decisione di estendere a tutte le carceri il nuovo protocollo del Pertini di Roma, il reparto detentivo ospedaliero in cui è morto Stefano Cucchi: d’ora in avanti i sanitari saranno tenuti a comunicare direttamente alle famiglie l’aggravarsi delle condizioni di salute della persona detenuta.

Da Il Fatto Quotidiano del 14 agosto 2010

sabato 7 agosto 2010

In Calabria i giovani afghani lanciano messaggi di pace sugli aquiloni

(foto Xinhua)
Reggio Calabria - (Adnkronos) - Nel giorno della strage di operatori umanitari occidentali in Afghanistan, l'iniziativa dei giovani rifugiati che abitano a Riace, fuggiti dalle violenze dei Talebani.

Un messaggio di pace contro le atrocita' dei talebani volera' sui cieli della Calabria grazie agli aquiloni dei giovani afghani che abitano a Riace, il paesino del reggino dove l'amministrazione comunale e i volontari hanno creato un vero e proprio sistema di accoglienza degli immigrati. Il messaggio sara' affidato agli aquiloni, molto diffusi in Afghanistan, e che i giovani afghani in Italia torneranno a realizzare.

Un'iniziativa contro le violenze che avvengono in Afghanistan, dove proprio oggi e' stata diffusa la notizia dell'uccisione di dieci operatori umanitari occidentali che prestavano la loro opera in un ospedale, accusati dai talebani di essere spie. ''E' proprio per questo clima che ce ne siamo andati'', racconta all'ADNKRONOS Nabid, afghano di 17 anni che da un anno e mezzo abita a Riace insieme alla madre e alla sorella.

Arrivato in Italia dopo un lunghissimo viaggio, fatto via terra e in mare con un barcone della speranza, oggi lavora come muratore per mantenere la famiglia. Quando abitava in Afghanistan aveva, come tutti i ragazzi, il suo aquilone.

E proprio dall'arte di manovrare gli aquiloni grazie alle tecniche di volo che sono patrimonio di tanti ragazzi afghani, e' nata l'idea di affidare al vento dei messaggi di pace. ''Gli aquiloni si possono fare sia in plastica che con la carta. Io so fare meglio quelli con la plastica, quelli con la carta non mi riescono benissimo. Ma sono belli, e molto colorati. Sara' bellissimo mettere i messaggi di pace sui nostri aquiloni, anche gli altri ragazzi afghani che abitano a Riace saranno d'accordo'', aggiunge Nabid.

Ma c'e' di piu'. Oltre che un divertimento, fare aquiloni potra' diventare anche un'occasione di occupazione per questi giovani. ''Stiamo pensando di fare dei laboratori per realizzare gli aquiloni, magari poi i ragazzi potrebbero anche venderli'', spiega Cosimo Curiale, presidente dell'associazione ''Citta' Futura Giuseppe Puglisi'' che si occupa dell'integrazione degli immigrati a Riace.

Un progetto da realizzare nel prossimo futuro, ma con un ''numero zero'' gia' pronto: il primo aquilone volera' in cielo con un messaggio di pace e integrazione che partira' dalla Calabria con l'obiettivo di raggiungere le coscienze di chi in Afghanistan sceglie la violenza.

L'ultima speranza di Sakineh

Sakineh Ashtiani potrebbe essere giustiziata in Iran per adulterio proprio in questi giorni, ma ci sono due uomini che possono ancora salvarla: i leader di Brasile e Turchia.

Il Presidente Lula e il Primo ministro Erdogan sono importanti alleati dell'Iran, paese in cui godono di un grande rispetto, e ambedue hanno stigmatizzato il caso. Dobbiamo fare in modo che usino tutti i loro mezzi diplomatici per convincere l'Iran a liberare Sakineh e a fermare le lapidazioni per sempre.

Avaaz sta lanciando una campagna sui principali giornali turchi e brasiliani per chiedere ai due paesi di fare pressione sull'Iran affinché prevalgano l'umanità e la giustizia. Le inserzioni che pubblicheremo sui giornali pubblicizzeranno il mezzo milione di firme che abbiamo già raccolto, saranno lette dagli addetti ai lavori e si rivolgeranno direttamente alla leadership e all'autorità morale esercitate da Lula e Erdogan. Se anche solo 5000 di noi doneranno una piccola somma nelle prossime 72 ore, riusciremo a farci sentire prima che sia troppo tardi. Questa potrebbe essere l'ultima speranza per Sakineh - clicca qui per dare il tuo contributo:

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Quella di Sakineh è stata una sentenza farsa. E' stata condannata a morte per lapidazione per presunte relazioni extraconiugali, nonostante suo marito sia morto anni fa, la lapidazione sia illegale e nonostante lei non fosse in grado di parlare la lingua del processo. I suoi due figli hanno lanciato una campagna per salvarle la vita che ha generato un'indignazione mondiale, compresi i 554.000 membri di Avaaz. Con questa pressione addosso, il governo iraniano ha revocato la lapidazione, ma la condanna a morte ancora persiste.

Tutta questa attenzione, inoltre, ha innervosito il regime iraniano, che ha minacciato di arrestare i suoi figli, mentre l'avvocato di Sakineh si è dovuto nascondere ed è stato successivamente catturato in Turchia e sua moglie è tenuta ostaggio in Iran senza nessun capo d'imputazione.

Ma Lula e Erdogan godono di un grande rispetto in Iran e possono influenzare il regime. E loro ci ascoltano. Lula aveva inizialmente detto che non si sarebbe interessato del caso. Ma dopo che un suo assistente lo ha informato dell'enorme campagna on-line in corso, ha cambiato idea: dapprima ha offerto asilo politico a Sakineh, poi ha suggerito alle autorità iraniane di annunciare che il caso si sarebbe risolto velocemente. Sappiamo inoltre che Lula presta molta attenzione alle campagne di Avaaz: nonostante una forte opposizione nel paese, quest'anno i membri in Brasile sono riusciti a convincerlo a firmare due leggi, una che protegge l'Amazonia e un'altra contro la corruzione.

Nelle ultime due settimane oltre 554.000 di noi hanno firmato la petizione per salvare Sakineh e per fermare le lapidazioni in Iran. Ci sono rimasti pochissimi giorni per convincere Lula e Erdogan a prendere in mano la situazione: potrebbe essere l'ultima nostra speranza per salvare Sakineh. Diamo tutti un piccolo contributo e facciamo sì che ascoltino il nostro appello e agiscano:

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Il caso di Sakineh ha indignato il mondo intero per la sua incredibile brutalità e ingiustizia. Ma nella nostra battaglia per una donna ci stiamo battendo anche per tutte le donne, e per le persone in generale. Nel difendere un singolo essere umano difendiamo il diritto di tutti ad essere sottoposti a una giustizia equa.

I figli di Sakineh hanno lanciato un ultimo appello: "Non permettete che il nostro incubo diventi realtà. Proprio oggi, quando ogni speranza sembra perduta, ci rivolgiamo a voi. Aiutate nostra madre a ritornare a casa!". Clicca qui per rispondere alla loro richiesta di aiuto, e fai sì che anche Lula e Erdogan facciano lo stesso:

https://secure.avaaz.org/it/save_sakinehs_life/?vl

Con speranza e determinazione,

Alice, Pascal, Alice W, Ricken, David, e tutto il Team di Avaaz.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

The Guardian, "Il Presidente Lula offre asilo politico alla donna che rischia la lapidazione in Iran":
http://www.avaaz.org/guardian_sakineh_article

Today's Zaman, "Tutti gli occhi puntati sulla Turchia dopo che il Brasile ha offerto asilo politico a Sakineh":
http://www.avaaz.org/zaman_sakineh_article

venerdì 6 agosto 2010

La Banca Europea per gli Investimenti rinuncia a finanziare la diga Gibe III


La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha reso noto di non essere più interessata a finanziare Gibe III, la più alta diga dell’Africa oggetto di vaste critiche e preoccupazioni internazionali per i devastanti effetti che potrebbe avere sulla sicurezza alimentare di almeno otto tribù etiopi.

In una nota ufficiale, la BEI afferma di essersi ritirata da Gibe III perché il governo etiope avrebbe trovato fonti alternative di finanziamento. Tuttavia, la banca dell’Industria e del Commercio cinese (ICBC) identificata come tale potenziale finanziatore, ha recentemente precisato che l’accordo non è ancora stato siglato e che è non è certo che ci sarà.

Prima di ritirarsi, la BEI ha commissionato e completato una revisione degli studi di impatto sociale e ambientale esistenti. La revisione conferma le preoccupazioni espresse da Survival e altre associazioni secondo cui la diga potrebbe sconvolgere le vite delle popolazioni indigene che vivono nella bassa valle dell’Omo e minacciare la sicurezza alimentare di centinaia di migliaia di persone. Lo studio riconosce anche che le tribù coinvolte non sono state adeguatamente consultate.

Fonte: Survival

FISCO, CONTRIBUENTI.IT: RIMBORSI FISCALI, ITALIA LUMACA.

Peggiorano i rapporti tra fisco e contribuenti. L’accelerazione sui rimborsi, informazioni personalizzate via mail, digitale terrestre o sms, consulenze fiscali prenotabili con tecnologia VoIP, modelli di dichiarazioni precompilati e inviati direttamente a domicilio, annunciati dall’amministrazione finanziaria appena a febbraio 2008 con la circolare 10/E sono solo un sogno. Le attività di assistenza ai contribuenti dell’Agenzia delle Entrate invece di essere potenziate, anche avvalendosi dei nuovi media delle maggiori possibilità di interazione con i contribuenti legate all’uso sempre più diffuso di Internet e della telefonia mobile, sono state sensibilmente ridotte, per non dire quasi soppresse.” Lo ha detto il presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, intervenendo alla conferenza programmatica dell’associazione conclusasi oggi a Roma, dove ha spiegato che saranno potenziati nel 2011 tutti i servizi presenti presso “Lo Sportello del Contribuente”, per dare attuazione concreta al federalismo fiscale.

Secondo Carlomagno, l’Amministrazione finanziaria ha disatteso il patto di porre centro del piano d’azione l’obiettivo primario di semplificare il rapporto tra fisco e contribuente sfruttando tutte le risorse messe a disposizione dai più moderni strumenti di informazione e telecomunicazione, con l’intento di promuovere la cultura della legalità fiscale e di migliorare la qualità dei servizi offerti dall’amministrazione finanziaria.

Dai dati diffusi oggi da Contribuenti.it emerge che nel primo semestre del 2010 l’ indice di fiducia dei contribuenti italiani è sceso a quota 17,83. Dal sondaggio effettuato dallo Sportello del Contribuente, solo un italiano su sei ha fiducia nel fisco. Su 5011 voti, 893 (pari al 17,83%) sono a favore del fisco, mentre 4118 (pari all’ 82,17%) contro.
Concorre nel peggioramento dei rapporti i tempi di attesa biblici per ottenere i rimborsi fiscali. Per un rimborso irpef si può attendere anche 27 anni se di importo superiore a 5 mila euro contro i 13,8 anni per uno piccolo.

Secondo la classifica stilata da Lo Sportello del Contribuente, all’Italia spetta il ‘primato mondiale’ per la lentezza nei rimborsi fiscali, seguita dalla Turchia (4 anni), dalla Grecia (3,1 anni), dalla Spagna (2,2 anni), dalla Francia (1,7 anni), dall’Inghilterra i (1,3), dalla Germania (1 anno). I Paesi piu’ rapidi nel rimborso sono l’Austria (0,4 anni), gli Usa (0,2 anni) e il Giappone (0,1).

Per esigenze di cassa non si può sempre far leva sui rimborsi fiscali – conclude Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - I fondi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale debbono essere utilizzati per ripianare i debiti che l’amministrazione ha nei confronti dei contribuenti italiani”.

Fonte: Contribuenti. it

1 SOLDATO O 20 SCUOLE ?


DI NICHOLAS D. KRISTOF nytimes.com

La guerra in Afghanistan consumerà più soldi solamente questo anno di quanto abbiamo speso per la guerra Anglo-Americana del 1918, la guerra Messicano-Statiunitense (ndt: 1846-1848), la guerra civile (ndt: 1861-1865) e la guerra Ispano-Americana (ndt: 1898 ) - messe insieme.

Un recente rapporto del Servizio per le Ricerche Congressuali ha evidenziato che la “guerra al terrore” , includendo Afghanistan e Iraq, è stato, di gran lunga, la più costosa guerra della storia Americana a parte la seconda guerra mondiale. Questo, adattando all’inflazione tutte le spese per le guerre precedenti. Continua»

Amnesty International chiede al governo della Georgia di garantire un futuro agli sfollati


"Ho passato 20 anni della mia vita in questa stanzetta, in condizioni terribili. Io e mio marito stiamo ancora aspettando e nessuno ci ha fatto sapere niente. Non è detto che abbia molto tempo ancora davanti a me, ma voglio passare almeno il resto della mia vita in condizioni decenti".
(Izolda, 69 anni, residente in un centro collettivo di Tbilisi, capitale della Georgia)

Le autorità della Georgia devono fare ben più del minimo indispensabile per fornire alloggi adeguati, opportunità di lavoro e accesso all'assistenza sanitaria alle persone sfollate a causa dei conflitti degli anni Novanta e della guerra con la Russia dell'agosto 2008.

È quanto ha dichiarato Amnesty International, in un rapporto dal titolo "In sala d'attesa: i profughi interni della Georgia", che documenta come migliaia di persone sfollate a causa dei conflitti abbiano ancora oggi difficoltà di accesso ai servizi fondamentali.

"Agli sfollati non basta solo un tetto sulle loro teste. Hanno bisogno che il governo garantisca loro un impiego, l'accesso all'assistenza sanitaria e alla previdenza sociale. Inoltre, devono essere consultati e messi in grado di fare le scelte che hanno a che fare con la loro vita" - ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
"Gli sfollati hanno il diritto di ritornare alle loro case in dignità e sicurezza. Il governo ha anche un obbligo nei confronti di chi non può o non vuole farlo: l'integrazione o il reinsediamento in altre zone del paese".

Circa il 6 per cento della popolazione georgiana, 246.000 persone, è costituito da profughi interni. Di questi, 220.000 hanno lasciato le loro case durante i conflitti dell'inizio degli anni Novanta.

Altre 128.000 persone sono fuggite dall'Ossezia del Sud e dalla Gola di Kodori in Abkhazia durante e dopo la guerra russo-georgiana dell'agosto 2008. La maggior parte di esse è rientrata nelle proprie abitazioni, ma quasi 26.000 non ne hanno avuto la possibilità né l'avranno nel futuro immediato.

Nel 2007, il governo georgiano ha iniziato a progettare e attuare programmi per fornire alloggi permanenti agli sfollati, grazie all'assistenza internazionale.

Tuttavia, molti di coloro che hanno lasciato le loro case quasi due decenni fa vivono ancora in ospedali o accampamenti militari privi delle più elementari condizioni igieniche e di riservatezza. Alcuni dei nuovi insediamenti sono collocati in aree rurali che non hanno infrastrutture essenziali.

L'assistenza del governo deve ancora raggiungere coloro che vivono insieme ad altri familiari o in case in affitto. Molti di essi si lamentano di non essere stati consultati sulle misure che riguardano direttamente le loro vite.

"Tutti questi sfollati patiscono ancora le conseguenze della guerra. Hanno bisogno di soluzioni durature e ne hanno bisogno presto, in modo da poter ricostruire le loro vite"- ha commentato Duckworth.

Tra gli sfollati, la percentuale di disoccupazione è alta e non è stato adottato alcun programma governativo complessivo che affronti questo problema.

Le aspre condizioni di vita e la povertà minacciano la salute degli sfollati; l'assenza di informazioni e i costi delle prestazioni sanitarie rendono ancora più difficile ricevere cure mediche.

"Il governo georgiano ha preso misure importante, ma la soluzione dei problemi abitativi deve andare di pari passo con quelle riguardanti le cure mediche, il lavoro e le opportunità di vita. Questo è l'unico modo per integrare pienamente le decine di migliaia di suoi cittadini che vivono ancora in un limbo".

Iza, sfollata in un centro collettivo di Kutaisi, ha detto ad Amnesty International:

"Diciassette anni fa, quando è scoppiata la guerra, studiavo lingue straniere all'università statale. Non ho mai terminato. Ora mio figlio fa le superiori, ma non ho alcun mezzo per pagargli l'università. Non posso più ricostruire il mio futuro, forse non riuscirò mai più a trovare un lavoro, ma chiedo al governo almeno di dare maggiori prospettive ai miei figli, così che loro abbiano un futuro migliore".

Fonte: Amnesty International

CORSA CONTRO IL TEMPO PER ASSISTERE LE VITTIME DELLE ALLUVIONI IN PAKISTAN - UNHCR

CORSA CONTRO IL TEMPO PER ASSISTERE LE VITTIME DELLE ALLUVIONI IN PAKISTAN - UNHCR

giovedì 5 agosto 2010

Greenpeace: "Sogliole tossiche nel Santuario dei cetacei, non ingerire!"


Le sogliole pescate nel Santuario dei Cetacei sono tossiche! Tutti gli esemplari che abbiamo fatto analizzare risultano contaminati da metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e bisfenolo A, in certi casi oltre il limite consentito dalla legge.

E pensare che proprio le sogliole sono consigliate in fase di svezzamento dei bambini. Le analisi, che abbiamo commissionato al Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Siena, sono state effettuate su 31 esemplari prelevati in 5 aree al largo di Genova, Lerici (La Spezia), Viareggio, Livorno e Civitavecchia.

Fra i risultati più preoccupanti c'è il dato sul mercurio trovato oltre il limite di legge nel 25 per cento dei campioni (7 esemplari su 31). La concentrazione più alta di mercurio è stata registrata in un campione pescato al largo di Civitavecchia: 10 volte il massimo consentito dalla legge. A Viareggio, in una delle sogliole la concentrazione di mercurio supera del doppio il limite massimo per il consumo umano, mentre in altri due esemplari è il livello di piombo a sforare i limiti consentiti (7 per cento dei campioni).

Grave è anche il dato registrato in un campione pescato a Lerici, dove la concentrazione di benzo(a)pirene (un idrocarburo policiclico aromatico accertato cancerogeno per l'uomo) supera del doppio il limite di legge. A Genova, invece, il benzo(a)pirene è stato trovato vicino ai limiti. Non si salvano nemmeno le sogliole di Livorno: proprio qui sono stati trovati i campioni con i valori più elevati del complesso dei sei idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni (accertati o potenziali) testati in questa indagine.

Alcune sostanze, come il piombo e il mercurio, possono interferire con il normale sviluppo del cervello dei bambini e arrecare danni al sistema renale, oppure essere addirittura cancerogene, come nel caso del benzo(a)pirene. Il fatto che in alcuni campioni di sogliola la concentrazione di questi composti sia addirittura al di sopra dei limiti consentiti dalla legge, indica che vi sono chiari rischi per la salute umana!

Ancora una volta si evidenzia il degrado del Santuario dei Cetacei, un'area che doveva essere protetta, ma dove invece non è stato sviluppato alcun piano preciso per monitorare ed eliminare gli impatti sull'ecosistema, a cominciare dall'inquinamento. È ora che Italia, Francia e Principato di Monaco - le Parti Contraenti dell'Accordo che ha sancito la nascita del Santuario dei Cetacei nel 1999 - la smettano di fare solo chiacchiere.

Solo due settimane fa denunciavamo un forte inquinamento da batteri fecali nel Santuario, oggi troviamo pesci contaminati. Stanno aspettando che l'area vada in malora e le balene scappino tutte, per poter chiudere il Santuario senza rimorsi?

Chiediamo che entro ottobre 2011, data in cui si "celebra" il decennale della ratifica dell'Accordo da parte dell'Italia (Legge 11 ottobre 2001, n. 391), siano pubblicati i primi risultati relativi alla lotta contro ogni forma di inquinamento e allo stato di conservazione delle popolazioni di mammiferi marini nel Santuario.

Fonte: Greenpeace

Elicotteri per portare soccorso alimentare a un maggior numero di vittime dell'alluvione in Pakistan

Elicotteri per portare soccorso alimentare a un maggior numero di vittime dell'alluvione in Pakistan

Ex consigliere ONU sull’acqua condanna il Botswana per il trattamento riservato ai Boscimani


Maude Barlow, ex consigliere ONU sull’acqua, vincitrice del premio “Nobel Alternativo” e fondatrice del Blue Planet Project, ha condannato il governo del Botswana per non aver concesso ai Boscimani l’accesso all’acqua.

La condanna della Barlow giunge una settimana dopo la dichiarazione con cui le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’acqua come un diritto umano fondamentale e a due sole settimane di distanza dalla decisione con cui un giudice dell’Alta Corte del Botswana ha negato ai Boscimani il diritto di accedere al pozzo dell’acqua esistente nelle loro terre.

“La settimana scorsa, l’Assemblea Generale dell’ON ha dichiarato che chiunque, ovunque, ha diritto all’acqua” ha detto la Barlow. “Ma oggi il mondo vede uno dei paesi più ricchi dell’Africa negare ai suoi primi cittadini il diritto di usare un pozzo mentre, contemporaneamente, promuove attività minerarie e turistiche a poche miglia di distanza. È difficile immaginare un modo più crudele e disumano di trattare delle persone. Non ci resta che pensare che le autorità del Botswana considerino i Boscimani meno importanti degli animali. In molti, in ogni parte del mondo, ne sarebbero inorriditi.”

Il 28 luglio, i 192 membri dell’Assemblea hanno approvato una risoluzione secondo cui l’accesso all’acqua sarebbe “essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. I voti favorevoli sono stati 122. I paesi che si sono astenuti 41, tra cui il Botswana.

Proprio la settimana prima dell’approvazione della risoluzione, un giudice dell’Alta Corte del Botswana ha respinto la causa intentata dai Boscimani per ottenere il permesso di usare un pozzo esistente nelle loro terre ancestrali, nella Central Kalahari Game Reserve (CKGR). In mancanza di tale permesso, i Boscimani sono costretti ad affrontare duri viaggi per procurarsi l’acqua fuori dalla riserva; cammini resi ancor più difficili dopo il recente divieto imposto ai Boscimani di entrare nella CKGR con gli asini, utilizzati per il trasporto delle taniche.

Contrariamente a quanto affermato dalle Nazioni Unite, che sanciscono che gli stati hanno la responsabilità di “promuovere e proteggere tutti i diritti umani”, il giudice Walia ha espresso simpatia per l’argomento del governo, secondo cui “avendo deciso di abitare in un luogo remoto e scomodo, [i Boscimani] sono responsabili di qualsiasi disagio gli capiti di soffrire”.

Il Governo aveva sigillato il pozzo dei Boscimani nel 2002, all’epoca degli sfratti. Quattro anni dopo, i Boscimani vincevano uno storica caso giudiziario che riconosceva l’illegalità degli sfratti operati dalle autorità e sanciva il loro diritto di vivere all’interno delle terre ancestrali, nella CKGR.

Ciò nonostante, il governo continua a negare ai Boscimani il permesso di riaprire il pozzo con l’obiettivo di impedire loro di esercitare il diritto costituzionale di vivere nella riserva. Contemporaneamente, ha autorizzato l’apertura di un complesso turistico di lusso della Wilderness Safaris dotato di bar e piscina per i turisti.

Probabilmente i Boscimani ricorreranno in appello.

Fonte:Survival

“Un tg senza catene”

La politica è in fibrillazione, sul diktat di Masi i conduttori Rai sono rimasti in vacanza e dal suo studio di direttore, Enrico Mentana si gode il successo del suo telegiornale su La7. Confermando la tendenza, l’edizione delle venti , che sfida apertamente le corazzate Tg1 e Tg5, martedì ha toccato il 5,11 per cento di share: “Faccio solo un’ipotesi non voglio offendere nessuno – afferma il direttore – ma c’è chi dice che il Tg1 e Tg5 sfumano o a volte non danno le notizie più scomode. Quindi, se c’è un telegiornale che dà tutto, e che è perentorio e non allusivo nel suo racconto, gli spettatori possono cominciare ad optare per un’alternativa”. Riassumendo: “Prendendo con le molle questa critica che viene fatta, il nostro tentativo è di fare ogni giorno un giornale evidentemente libero e completo”.

La Rai ha deciso che erano sufficienti i tg per informare sulla crisi in corso.
Sono sicuro che la cosa più importante non fosse riaprire i talk show. Più utile capire se c’è una modalità adeguata di informare il cittadino sulla politica. E mi fa impressione vedere gente che deplora la presenza di Vespa in tv e poi magari è pronta a deplorarne l’assenza. Nec tecum possum vivere nec sine te, non posso vivere né con te né senza di te, direbbe Ovidio.

Questo però per la politica è un periodo delicato.
La questione riguarda tutto il ciclo televisivo. Non è ingiusto che quando non c’è la crisi politica all’inizio di giugno finiscano i talk show e riprendano a settembre? C’è un motivo per cui il servizio pubblico manda in vacanza i suoi programmi? Perché un’azienda con 13 mila dipendenti e più di 1000 giornalisti affida i suoi programmi sempre a professionisti esterni o che lo sono diventati? Se questi fossero giornalisti Rai, avrebbero un mese di vacanze, come prevede il nostro contratto di lavoro.

Su La7 non andate in vacanza?
Tutte le sere c’è In onda e Omnibus si ferma solo quindici giorni a Ferragosto. Se ci fossero gli ospiti continueremmo anche: ma il 14 agosto alle otto meno dieci del mattino non vuole venire nessuno. Ma non siamo certo eroi: il problema è l’indole pigra del servizio pubblico che ha i ritmi come quelli della scuola.

A La7 sul tg puntate molto.
Ho tentato di cambiare la prospettiva per cui in passato, del tutto legittimamente, chi guidava il telegiornale pensava che fosse importante rafforzare prima di tutto le fasce in cui la concorrenza era forte. Ma un anno fa era difficile pensare che ci fosse uno spazio per fare un telegiornale delle venti alternativo al Tg1 e al Tg5. Nel bene e nel male si pensava che coprissero massicciamente il gusto dei telespettatori. È proprio dell’ultimo anno, anno e mezzo, ripeto, a prescindere che sia a torto a ragione, che i telegiornali vengono percepiti come meno completi ed esaurienti. Un tg come il nostro ha adesso uno spazio.

Se la situazione precipitasse potrebbe anche affiancarsi un programma di approfondimento?
La7 è già la rete degli approfondimenti. E a settembre tornano Otto e mezzo, L’Infedele, Exit, ma anche Piroso e Daria Bignardi con le sue Invasioni Barbariche. Avevamo bisogno di un telegiornale forte. I miei sforzi sono in questo senso. Poi è ovvio che se tu hai un telegiornale in mano quando ci sono i grande avvenimenti sfondi la programmazione.

Vista la rottura di Fini, si andrà a votare presto?
Vedo che Berlusconi è uno dei pochi che ha interesse ad andare alle elezioni. Sia pure indebolito, lui e l’alleato leghista sono senz’altro più forti degli avversari. Fini non ha avuto ancora il tempo di insediarsi nel territorio e nell’opinione pubblica. Il centrosinistra è nella situazione che sappiamo e sarà ancora di più indebolito da un Beppe Grillo che non farà accordi di cartello con il Pd.

Il “Terzo Polo” andrà lontano?
Il terzo polo tecnicamente c’è già. Il problema è capire a cosa serve. Sono abbastanza vecchio per aver assistito alla sfida Fini-Rutelli. Ora vederli insieme fa un po’ impressione, anche perchè recentemente sono stati i rispettivi cofondatori del Pdl e del Pd. Ma non basta dire io sono il “centrodestra light”, o il “centrosinistra light”. Sono incerti dal punto di vista dell’insediamento elettorale e insistono più a scapito della sinistra moderata che della destra berlusconiana.

E il resto dell’opposizione?
Basta dire che il vero fatto politico dalle elezioni a oggi e il litigio Fini-Berlusconi in diretta tv all’assemblea del Pdl. Se il Pd sembra pallido e l’Idv meno puntuta che in passato, è perchè la politica ruota intorno a Berlusconi e Fini. La sinistra negli ultimi vent’anni ha cercato un leader in Boccasini, Veltroni, Di Pietro con o senza toga, Patrizia D’Addario. Ma a Berlusconi non fa mai male un rivale, ma un alleato. Nel 95 l’eroe fu Bossi, oggi è Fini. Non D’Alema o Bersani. Questo è il limite della polarizzazione berlusconismo/anti-berlusconismo.

Un’ultima domanda. Una Rai debole come quella attuale può tenersi Santoro?
Dovrebbero dire con chiarezza che cosa vogliono. E poi siamo tutti costretti a vivere per forza in un clima surriscaldato permanente in cui ci sono trasmissioni pro o contro Berlusconi? Quando diventeremo post-berlusconiani?

da il Fatto Quotidiano del 5 agosto 2010

Deltaplano: giornata difficile tra Umbria e Marche


Durante la terza manche del campionato premondiale di deltaplano in corso a Sigillo (Peurgia) le previste condizioni meteo non esaltanti per la pratica del volo libero si sono puntualmente verificate.

Quella del 4 agosto è stata sicuramente la giornata più dura affrontata dagli oltre 140 piloti di 39 nazioni impegnati in gara. Le correnti d'aria ascensionali, sfruttate dai mezzi di volo libero (deltaplano e parapendio) per salire di quota e con questa guadagnare la possibilità di spostarsi nel territorio grazie alle rispettive efficienze, avevano oggi poca consistenza.

Risultato: molto difficile superare i 1500 metri e percorrere i quasi 100 km dell'odierno percorso che si snodava tra il Monte Cucco, Esanatoglia e Fabriano nelle Marche, con ritorno ed atterraggio a Esanatoglia. Solo una trentina i piloti sono riusciti a completarlo.

Primo al traguardo Zac Majors (Stati Uniti) davanti al sempre eterno Manfred Ruhmer (Austria), ed al campione del mondo Alex Ploner (Trento) che continua la sua avvincente rimonta verso il vertice della classifica individuale, mentre quella a squadre è per ora occupata dal team azzurro formato anche da Christian Ciech (Trento), Davide Guiducci (Reggio Emilia), Elio Castaldi (Vittorio Veneto), dagli alto atesini Karl Reichegger ed Anton Moroder, coordinati dal CT Flavio Tebaldi (Varese).

La spada di Damocle delle condizioni del tempo pende anche sulla manche del 5 agosto, dando non pochi grattacapi ad un'organizzazione pur efficiente che si regge sulla abnegata opera di decine di volontari.

Fonte: http://www.fivl.it/


martedì 3 agosto 2010

CONTRIBUENTI.IT: ITALIANI SEMPRE PIU’ SOVRAINDEBITATI


Italiani sempre più poveri. Secondo le stime di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani: nel primo semestre del 2010 il sovra indebitamento delle famiglie italiane è cresciuto del 28,3% rispetto al 2009 e la propensione all’usura è salita del 17,1%, 13% in più rispetto alla media europea. Lo ha calcolato KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente e Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno dell’usura in Italia. "Questa tendenza proseguirà però nei prossimi anni", annuncia il presidente di Contribuenti.it Vittorio Carlomagno secondo il quale la propensione all’usura in Italia crescerà ancora nel corso del 2011.

Secondo le stime di Contribuenti.it, nel primo semestre del 2010 in Italia vi sono 3.050.000 famiglie sovra indebitate di cui 1.715.000 famiglie a rischio d’usura e 1.150.000 famiglie a rischio alimentare. Il debito medio delle famiglie italiane ha raggiunto, nel primo semestre del 2010, la cifra di 28.700 euro. I due terzi delle famiglie povere risiedono nel Mezzogiorno.

Nel 2010 al primo posto tra regioni maggiormente esposte al rischio usura troviamo il Piemonte, seguito dalla Campania, Valle d’Aosta, Sicilia, Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto, Lazio, Puglia, Calabria, Liguria, Friuli V-Giulia, Umbria, Trentino-A.Adige, Sardegna, Basilicata, Marche e Molise. Invece, tra le province, le più esposte risultano essere Palermo, Venezia, Agrigento, Aosta, Napoli, Matera, Lecce, Caserta, Crotone, Vibo Valentia, Caltanissetta, Imperia, Trieste, e Belluno; al contrario, Campobasso, Siena e Isernia sono le province dove il livello di sovra indebitamento è più basso.

''La crescita delle scommesse sportive e del gioco d’azzardo, la impossibilità di accesso al credito bancario, il boom delle carte di credito revolving (carte di debito), con tassi al limite dell’usura e la riscossione forzata delle imposte nei confronti dei sovra indebitati – continua Carlomagno – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese nelle mani agli usurai. Soprattutto in questo periodo dove si parte per le vacanze, pur se non si dispone della somma disponibile, scegliendo di pagarle a rate o facendosi prestare soldi da persone inaffidabili”.

''Purtroppo - prosegue Carlomagno - dati confermano che il fenomeno sta aumentando ed ancora non è possibile intravedere la punta dell’iceberg. In passato, ogni qual volta l'economia ha segnato brusche frenate, l'usura ha subito delle forti crescite. Ora c'e' un ulteriore problema: oltre la poca propensione alla elargizione del credito associata a commissioni insopportabili applicate dalle banche e dalle esattorie, si registra una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l’uso spregiudicato delle scommesse sportive e del gioco d’azzardo legalizzato, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti”.

Contribuenti.it propone al governo di sospendere la riscossione forzata delle imposte - attraverso l’uso di ganasce fiscali, del pignoramento della pensione o del conto postale - nei confronti delle famiglie e dei piccoli imprenditori sovra indebitati assistite dalle benemerite Fondazioni Antiusura, di introdurre misure restrittive nei confronti del gioco legalizzato che sta diventando l’altra faccia di un’Italia sempre più povera e, soprattutto, di riformare il fisco, rendendolo più equo, ponendo al centro del sistema la famiglia al posto dell’impresa”.

Fonte: Contribuenti.it

Deltaplano: bene gli azzurri ai campionati pre-mondiali di Sigillo (Perugia)


Un'altra grandiosa giornata di volo libero in deltaplano sul Monte Cucco, presso Sigillo (Perugia), dove ieri si è svolta la seconda manche dei campionati pre mondiali, protagonisti oltre 140 piloti, in rappresentanza di 39 nazioni.

Spiccati in cielo verso le ore 13 dal decollo sud del Cucco, i partecipanti si sono diretti prima a sud fino alla piana di Colfiorito (Foligno), poi a nord verso il Monte Catria (1702 m), ai confini con la provincia di Pesaro e quindi ritorno a Sigillo, per un totale di 101 km con quote massime attorno
ai 1800 metri.

Ben 80 dei partecipanti hanno completato il percorso. Per la seconda volta vittoria di Manfred Ruhmer, austriaco trapiantato a Varese, davanti ad un assatanato Alex Ploner (Trento), campione del mondo in carica, che mette nel dimenticatoio la brutta giornata di ieri, ed a Elio Cataldi di Vittorio Veneto (Treviso). La nazionale italiana, campione del mondo e d'Europa, si
conferma la squadra da battere.

Per oggi le previsioni meteo sembrano un poco meno favorevoli, ma un'organizzazione assolutamente all'altezza dell'evento farà di tutto per regalare ai piloti un'altra avvincente sfida nei cieli dell'Umbria, una regione che nel comprensorio di Sigillo ha trovato un paradiso per il volo senza motore e che il prossimo anno ospiterà i campionati del mondo.

Fonte: www.fivl.it

lunedì 2 agosto 2010

Amnesty International: "Gli stati devono sostenere i diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari"


Nell'ambito della sua campagna globale "Io pretendo dignità", Amnesty International ha chiesto a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite di sostenere i diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, dopo che mercoledì 28 luglio l'Assemblea generale ha approvato una risoluzione in favore del loro riconoscimento.

La risoluzione ha ottenuto il voto favorevole di 122 paesi, mentre 41 si sono astenuti. Non vi sono stati voti contrari.

"Dopo questo promettente primo passo, tutti gli stati devono ora cogliere l'opportunità di proteggere la vita e la salute di milioni di persone e sostenere senza riserve i diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari" - ha dichiarato Ashfaq Khalfan, esperto sul diritto all'acqua di Amnesty International.

I diritti saranno oggetto di dibattito nell'ambito del Consiglio Onu sui diritti umani, che si riunirà a Ginevra a settembre.

Brasile, Cina, Germania, India e Sudafrica hanno appoggiato la risoluzione ma Regno Unito e Stati Uniti d'America, che sono tra i paesi astenuti, hanno sostenuto che non esiste una base legale per il diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari.

"Non esiste una motivazione legale per cui i paesi non debbano sostenere la risoluzione. Anche il diritto all'acqua è parte del diritto internazionale ed esiste, inoltre, una forte base legale per quanto riguarda il diritto ai servizi igienico-sanitari" - ha aggiunto Khalfan.

"Le donne che rischiano la vita per raggiungere di notte i servizi igienici pubblici e le persone i cui bambini muoiono per mancanza di acqua potabile dovrebbero poter far valere la responsabilità dei loro leader politici in materia di diritto all'acqua potabile e ai sevizi igienico-sanitari" - ha affermato Khalfan.

L'Onu stima che 884 milioni di persone siano prive dell'accesso all'acqua potabile e che 2,6 miliardi non abbiano accesso ai servizi igienico-sanitari di base.

Il voto di mercoledì 28 ha concluso un percorso nel quale ogni stato della regione Asia Pacifico, Asia meridionale, Africa e America meridionale, in occasione di diversi summit svoltisi negli ultimi cinque anni, ha riconosciuto sia il diritto all'acqua che quello ai servizi igienico-sanitari.

Anche tutti i 165 stati membri del Movimento dei non allineati e del Consiglio d'Europa hanno riconosciuto il diritto all'acqua.

La campagna globale "Io pretendo dignità" di Amnesty International intende porre fine alle violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la povertà. Nell'ambito di questa campagna, Amnesty International sta mobilitando le persone di ogni parte del mondo per chiedere ai governi, alle aziende e ad altri soggetti che hanno potere, di ascoltare la voce della persone che vivono in povertà e riconoscere e proteggere i loro diritti.

Fonte:Amnesty International

Aperti i campionati premondiali di deltaplano in Umbria


A Sigillo (Perugia) spettacolo in cielo grazie ai piloti di deltaplano impegnati fino al prossimo 8 agosto nel campionato pre-mondiale, evento propedeutico ai campionati del mondo che si terranno nella stessa località e periodo nel 2011.

Annullata la prima manche causa meteo avversa, nel secondo giorno di gara è stato fissato un percorso di oltre 103 km tra il Monte Cucco, Fabriano, Gubbio e l'atterraggio di Sigillo.

I decolli sono iniziati alle 12 in condizioni meteo abbastanza favorevoli che hanno permesso di raggiungere quote attorno ai 2000 metri con correnti d'aria ascendenti piuttosto diffuse, unico propellente di questi mezzi privi di motore.

Circa 80 piloti, su oltre 100, hanno completato l'intero percorso. Al traguardo 11 nazioni diverse rappresentate nei primi 11 posti.

Vincitore della manche è stato Manfred Ruhmer (Austria), seguito da Jonny Durand (Australia) e Andre Wolf (Brasile). Sesto e primo degli italiani il trentino Cristian Ciech, La pilota dell'est Europa Julia Kucherenk prima delle donne.

Delusione per il campione del mondo di carica, l'alto atesino Alex Ploner che è atterrato dopo soli 40 km senza riuscire a chiudere il percorso.

Fonte: http://www.fivl.it