sabato 30 aprile 2011

PRIMO MAGGIO DI SOLIDARIETÀ

Una semplice ricorrenza da poter festeggiare ascoltando un bel concerto o giorno che riassume i veri valori e significati completamente smarriti da questa società?

Cgil Cisl e Uil, che negli anni hanno letteralmente frantumato i diritti sacrosanti di chi lavora acquisendone, in cambio, potere economico e politico, da tempo hanno scelto la strada del “concertone”. Una sfilza di buona musica per coprire la loro assoluta mancanza di serietà e di proposta, per nascondere, dietro i paraventi dell’enorme palco di piazza San Giovanni, miriadi di accordi sindacali e non, che hanno portato il nostro paese ad avere il più alto tasso di disoccupazione giovanile, una precarietà che cancella il futuro, un numero impressionante di infortuni e morti sul lavoro.

Una politica sindacale così tanto scellerata da portare a mettere in dubbio la stessa valenza di questo importante giorno, dando voce ai “piripicchi” sinistri di turno (tra questi vedi il pessimo sindaco di Firenze Matteo Renzi), che per un po’ di pagine sui quotidiani si scagliano contro il “riposo” di chi lavora…visto che loro il lavoro non sanno proprio cosa sia !.

Di bisogni, solidarietà, rispetto della vita a Roma non c’è più traccia…

Se ne ritrova il filo a Milano, a Palermo, a Napoli dove una serie di associazioni antirazziste, sindacati di base, Libera, associazioni culturali, Socialismo Rivoluzionario, Federconsumatori, cooperative sociali e artisti vari hanno deciso di ridare voce al vero senso di questa giornata, non per farne un semplice appuntamento di routine, ma per farne l’inizio di un percorso necessario per la riscoperta di quel pensiero umano che sembra “stordito”, annacquato, travolto dai mille spot, dai mille suoni, dalle mille grida di chi nega, nei fatti, l’umanità.

“La terra è di tutti e NESSUNO è straniero”, pratica e non filosofia dell’accoglienza, rifiuto della guerra, autodeterminazione dei popoli,tutela dei diritti di ciascuno, a cominciare da quello a vivere liberamente rispettando gli altri, contrasto alla discriminazione e al razzismo galoppante e ignorante, difesa della salute, tutela dell’ambiente…sono le basi per un mondo in cui non ci sia più spazio alla barbarie degli Stati e dei “padroni”.

Nessuna “giacchetta” politica, nessuno spot elettorale, solo una piazza della solidarietà e dell’accoglienza.

Una intera giornata dedicata a discutere, a pranzare assieme, alla lettura e alla musica, all’incontro con gli immigrati, in cui prevalgano i valori…e non l’ipocrisia.

Si comincia alle 11.00 a Napoli in piazza del Gesù e a Milano in piazza Leonardo da Vinci, dalle ore 16.00 a Palermo in piazza Verdi.

La rivolta dei popoli nordafricani ed arabi per la libertà può essere l’inizio di una nuova coscienza e di un nuovo modo di vivere il mondo…sta a tutti noi crederci e partecipare.

di il Pasquino



ČERNOBYL’ VENTICINQUE ANNI DOPO, INTERVISTA A IGOR KOSTIN

Riproponiamo l’intervista al fotoreporter Igor Kostin, pubblicata da Narcomafie nel 2006 in occasione dell’uscita del libro “Igor Kostin. Chernobyl. Confessioni di un reporter, Ega 2006″. Kostin fu colui che per primo immortalò il disastro di Černobyl’ nel lontano 1986. Lontano, ma vicino. A venticinque anni dall’esplosione della famigerata centrale nucleare, un’altra catastrofe si profila all’orizzonte: quella di Fukushima. Ecco allora che l’intervista a Kostin diventa ulteriore occasione di riflessione su un tema tanto attuale.

Tornato a casa dopo aver sorvolato in elicottero la centrale nucleare di Chernobyl per fotografare l’esplosione del reattore 4, Igor Kostin, primo fotoreporter accorso sul posto quel 26 aprile del 1986, ebbe una brutta sorpresa: tutte le fotografie scattate risultavano nere, tranne una. Del resto la missione era già partita con il piede sbagliato: buttato giù dal letto prima dell’alba da una telefonata, giunto con l’elicottero in prossimità della centrale riuscì a fare solo 20 scatti, dopodiché la macchina si inceppò.
Kostin non sapeva ancora che la causa di quelli che all’inizio sembravano imprevisti era in realtà la tremenda quantità di radiazioni cui era stato esposto. Per questo non c’è altra traccia fotografica dello scenario di guerra di quel 26 aprile, di quel viavai di veicoli militari che gli ricordava le sue missioni da reporter di guerra in Afghanistan o in Vietnam. Quell’unica immagine fece immediatamente il giro del mondo e venne pubblicata su tutti i principali quotidiani del globo. Tranne quelli russi, che, secondo un “grande classico” dell’informazione sovietica, blindarono la notizia. Anche perché il Partito comunista, dopo aver rifiutato gli aiuti internazionali, sapeva che per rimediare al danno non aveva altra risorsa se non i “robot biologici”.
Per liquidare il disastro i vertici del regime mandarono sul posto 600-800 mila uomini (il numero esatto non si potrà mai sapere), soprannominati, appunto, “i liquidatori”: equipaggiati di materiale ridicolo (come tute per la guerra chimica e maschere inadatte per le radiazioni), si trovarono a fronteggiare la catastrofe armati di badile, costretti a spostare con le mani blocchi di materiale radioattivo.
E mentre i piloti degli elicotteri dai quali si lanciava il liquido per evitare che le polveri radioattive si spargessero svenivano ai comandi per morire poco dopo, i giornali russi titolavano trionfalisticamente “Chernobyl, luogo di grandi imprese”, “Il reattore è vinto”, “La vita continua”. E il Primo maggio, quando a noi italiani – e così negli altri Paesi europei – venivano fatte decine di raccomandazioni (non bere latte, lavare bene la verdura, non mandare i bambini a giocare nei parchi) e gli studenti dei nostri Politecnici riuscivano a fare esperimenti e rilievi di elementi radioattivi analizzando le foglie degli alberi davanti agli istituti, a Kiev, per non seminare il panico, il regime decise di non annullare la consueta sfilata e migliaia di persone vennero lasciate attraversare una città in cui i livelli di radioattività erano al di là di ogni rischio accettabile.

Tutti i documenti secretati relativi alla tragedia sono stati resi pubblici solo nel 1992. Ma Chernobyl resta ancora oggi un buco nero dell’informazione, e non solo nei Paesi post-sovietici, perché i dati sulle dimensioni e le conseguenze del disastro sono stati falsificati fin dal primo momento, dunque anche nel “libero” Occidente qualunque ricostruzione deve fare i conti con quel vizio iniziale. Ufficialmente si parla “solo” di 4 mila morti, ma i decessi e le patologie scaturite da quell’incidente non sono mai state seriamente censiti. Come Galia Ackerman ha scritto nel libro fotografico di Kostin ora in libreria (Igor Kostin, Chernobyl. Confessioni di un reporter, Ega 2006), basta andare in qualunque cimitero della zona contaminata e leggere sulle tombe le date dei decessi e l’età dei deceduti per aver idea dell’ampiezza della catastrofe. Nei territori contaminati, ha rilevato Silvia Pochettino, autrice del libro Chernobyl. Una storia nascosta, 1 bambino su 4 oggi non può seguire i regolari programmi di ginnastica. E la maggior parte di noi sa quanto numerose siano le iniziative di accoglienza dei bambini malati di Chernobyl.

Invece di lasciare il suo Paese, come avrebbe potuto fare, Kostin tornò sul campo più volte, consapevole di rischiare la vita, per documentare il lavoro di migliaia di martiri, lo sfollamento e il letterale seppellimento di interi villaggi, la disperazione di coloro che vedevano morire i propri cari e distrutte e sotterrate le poche cose che avevano.

Le continue esposizioni lo avrebbero costretto a pesanti cure; ma ancora oggi, che per le sue condizioni di salute non può permettersi di assorbire neanche più un milli-röntgen, Kostin dice che finché sarà in vita continuerà ad occuparsi di Chernobyl.

Animato da questa tensione, il reporter soprannominato dal «Washington Post» “l’uomo leggendario” ringrazia coloro che si interessano alla sua denuncia, e all’età di settant’anni, dopo aver trascorso l’intera giornata spostandosi in diverse città, incalzato dai giornalisti per la presentazione del suo libro fotografico, ora in uscita in 20 Paesi del mondo, è entusiasta di accoglierci nel suo albergo, dove risponde alle nostre domande fino all’una di notte. 

Kostin, nel suo libro ha scritto che Chernobyl le ha cambiato la vita, l’ha fatta rinascere. Perché, tra le tante difficoltà e tragedie che ha affrontato nella sua vita privata e professionale, proprio Chernobyl l’ha segnata così profondamente? 

Perché lì ho visto un dolore immenso, di cui tuttora mi duole parlare. Pensi che la soglia massima di assorbimento di radioattività per il corpo umano è fissata a 25 röntgen. Con 500 röntgen se si prende un bicchiere in mano la pelle vi resta attaccata. Sul tetto del reattore numero 3, dove si erano depositati i detriti dell’esplosione del reattore 4, i röntgen erano a un livello di 10-15 mila. I “gatti del tetto”, come venivano soprannominati gli addetti alla bonifica di quell’area, potevano starci per 40 secondi, correndo a ogni suono di sirena. Per proteggersi si coprivano con fogli di piombo malamente ritagliati e modellati artigianalmente come maschere, caschi e protezioni per il cervello, i genitali e il midollo osseo. Quegli uomini hanno salvato mezza Europa, che altrimenti avrebbe dovuto essere sfollata.
Oggi faccio molta fatica a vivere con gli altri. Non capisco di che cosa si preoccupino: il salario, il quotidiano, le piccole storie sentimentali. Rispetto al male che ho visto non è niente. Ringrazio Dio perché tutto ciò che ho fatto negli ultimi vent’anni ha avuto un frutto e sono contento che la verità abbia la possibilità di essere resa nota in tutte le nazioni in cui il mio libro esce. Perché l’esplosione di quella centrale non è stata un problema solo del mio Paese. 

Lei ha scritto che un sacrificio come quello di Chernobyl non sarebbe potuto accadere che in Unione Sovietica…

Perché lì il regime non dava nessuna importanza alla vita e perché i sudditi per il regime avrebbero fatto qualunque cosa. Ho visto personalmente alcuni “gatti del tetto” falsificare i registri in cui dovevano segnare il grado di radioattività che il loro corpo aveva assorbito per poter restare più giorni a lavorare. C’era un eroismo che all’epoca nessuno ha considerato. C’era da fare questa cosa ed è stata fatta. Non si sa il numero esatto di queste persone, non si sa neanche chi fossero. Le cerimonie di sepoltura erano sbrigative, i vitalizi garantiti alle famiglie di questi martiri non si sono mai visti, perché concederli avrebbe significato lasciare un’ulteriore traccia dell’accaduto e ammetterne anche la responsabilità.
Dalla sua descrizione degli imputati, in particolare di Briukhanov, il direttore della centrale condannato a dieci anni di reclusione, emerge un’altra tipologia di vittima, certo diversa dalla povera gente e dai liquidatori, ma comunque specchio di un’umanità fragile perché tesa ad assecondare e compiacere il potere sopra ogni altra cosa… Chi è allora il responsabile del disastro di Chernobyl?
Il responsabile è l’Ideologia comunista, il regime e il suo modo di plasmare e plagiare le persone. Questo è il vero e unico responsabile di quella tragedia. L’ideologia, che era al di sopra di ogni senso di responsabilità e di umanità.

Che giudizio ha di Gorbaciov?

Dobbiamo ringraziarlo perché ha portato alla caduta del muro di Berlino e con esso della Cortina di Ferro. Gorbaciov ha fatto soffiare il vento del cambiamento, ma era comunque un uomo con un passato organico ai tempi oscuri del comunismo. Lui stesso, come uomo, non poteva cambiare d’un tratto e dunque in relazione al disastro, anche negli anni successivi, ha sempre lasciato trapelare solo quanto non recava danno all’Ideologia. E tutt’oggi noi risentiamo di questo atteggiamento: il mio libro non ha ancora nessuna possibilità di essere pubblicato nel mio Paese.

Nel 1991 alla centrale ci fu una nuova esplosione, di cui l’unica traccia sono state solo le sue fotografie. Il tutto dopo che fin dall’87 si erano susseguite proteste da parte della popolazione. Chernobyl non aveva insegnato nulla dunque?

No, nulla. E il fatto drammatico è che tutt’oggi non ha insegnato nulla. Proprio il 23 marzo scorso il Governo ucraino ha approvato un piano per la costruzione di 22 reattori nucleari entro il 2030. Un fatto clamoroso, tenuto conto che la ferita di quel 26 aprile 1986 è tuttora sanguinante.

Nell’autunno del 2004 Kiev è sembrata risorgere con la “rivoluzione arancione”. Quanto ha contato Chernobyl in quella reazione?

In quel periodo ero a Parigi, e avevo deciso di posare le mie tre macchine fotografiche. Ma quando ho sentito della “rivoluzione arancione” sono partito immediatamente. Ho letteralmente pianto di gioia nel vedere il mio popolo rivoltarsi contro quell’Ideologia. Mi sono trasferito nella tenda n. 26 per stare a fianco di coloro che protestavano. Ho assistito a qualcosa di unico: c’erano delle vecchiette, con pensioni da fame, che spendevano il loro denaro per comprare cibo per i manifestanti. È difficilissimo rendere l’idea di quello che è successo in quella piazza a chi non sa che cosa abbia significato vivere sotto il regime.
Si è trattato di un avvenimento epocale, anche perché gli ucraini sono un popolo molto paziente. L’origine di quella rivolta sta in un’insofferenza per la mancata trasparenza dell’informazione e il continuo imbavagliamento dei giornali; il popolo era stanco di vivere nella menzogna e la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata l’uccisione nel 2002 del giornalista Géorgiy Gongadze. Ma di sicuro Chernobyl è stato un punto di partenza fondamentale per questo risveglio e di questa ribellione.

Tornando alla catastrofe del 1986, senza il suo contributo ci troveremmo di fronte a un buco irrimediabile dell’informazione. La pubblicazione della fotografia di un bambino malformato ospite in un orfanotrofio ha spinto un pool di medici britannici a occuparsi di questi bambini e quel piccolo è stato poi adottato…

Facendo il reporter ho fatto del bene semplicemente perché ho fatto bene il mio lavoro. Tutto quello che potevo fare contro quel mondo politico sporco, quelle ingiustizie, ho cercato di farlo esercitando al meglio la mia professione. Sì, mi sento di aver salvato il destino di quel bambino, ma questo deve stare nel compito, nella missione di chiunque faccia questo mestiere.

di Manuela Mareso


BONANNI: IL PROSSIMO 21 MAGGIO CISL E UIL SI MOBILITERANNO SU FISCO, CRESCITA E SUD RIUNENDO A ROMA MIGLIAIA DI DELEGATI

"Il prossimo 21 maggio Cisl e Uil si mobiliteranno su fisco, crescita e Sud riunendo a Roma migliaia di delegati. Lo ha annunciato il Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso di una conferenza stampa oggi a Palermo, dove si e' tenuto il Consiglio straordinario generale del sindacato in vista del 1 maggio che quest'anno si celebrera' a Marsala. Bonanni non ha escluso ulteriori iniziative di mobilitazione "per sollecitare il governo nazionale a realizzare una riforma strutturale del sistema fiscale. Mobilitazioni - ha spiegato - che non avranno la forma di sciopero generale. "Protesteremo di sabato per mettere in campo le questioni senza aggravare ne' il bilancio delle imprese ne' quello delle famiglie. E' su questo che stiamo discutendo in Consiglio generale ed e' su questo che vogliamo incontrare anche le altre realta'. Siamo molto soddisfatti - ha poi aggiunto ricordando la battaglia che Cisl e Uil stanno da tempo portando avanti per un fisco più equo - che siano stati inserite nel Def del governo le nostre richieste per far pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati''. Bonanni ha poi criticato il Governo per non aver mantenuto la promessa di restituire parte delle accise sui carburanti qualora il prezzo del petrolio al barile fosse arrivato a oltre 70 euro: "Il barile del petrolio si e' quasi triplicato in pochi mesi e il governo si prende la sua parte di tasse venendo meno alla promessa fatta un anno fa sostenendo che se il barile fosse arrivato a oltre 70 euro avrebbe restituito parte delle accise. Noi non siamo d'accordo su questa dimenticanza" ha aggiunto ricordando l'iniziativa di legge parlamentare" che "si pone il problema di far restituire i soldi. Raccoglieremo 500 mila firme per presentare un disegno di legge che preveda la restituzione ai cittadini dei soldi spesi per gli aumenti irregolari dei carburanti decisi dal cartello dei petrolieri che gestisce tutta la filiera economica del settore dalla produzione alla distribuzione. L'aumento del prezzo del barile, triplicato in pochi mesi - ha aggiunto - ha portato alla crescita dell'inflazione come confermato dagli ultimi dati Istat''.

Il Segretario della Cisl è poi tornato a parlare delle polemiche emerse in questi giorni in seguito alla decisione di alcuni sindaci di consentire l'apertura dei negozi in occasione della Festa del Lavoro. "Il 1° Maggio per noi e una giornata sacra - ha sottolineato - perché è la festa del lavoro e dobbiamo fare di tutto perche' venga festeggiata. Si faccia distinzione tra il riposo e la festa, il riposo e' necessario e talvolta vi si puo' anche rinunciare dietro compenso ma la festa del 1° maggio e' un'altra storia, come il Natale per chi e' credente e' una festa che non si puo' barattare con un'altra".

''Finora - ha aggiunto - per fare questa scelta i sindaci non ne hanno discusso con nessuno. E la vicenda e' esplosa in maniera inattesa. Adesso basta con queste polemiche - ha affermato - e' arrivato il momento di sederci insieme agli amministratori pubblici per stilare un calendario delle aperture e chiusure dei negozi''. Bonanni si è comunque detto soddisfatto delle decisioni dell'Anci, l'Associazione italiana dei Comuni italiani, nel corso dell'incontro di oggi con le parti sociali, datoriali e sindacali, sulla questione dei negozi aperti, "che su questo tema ha accolto le nostre proposte tracciando delle linee guida per la definizione delle aperture e chiusure dei negozi durante le feste. Finora infatti i sindaci grazie alla legge sulle liberalizzazioni hanno fatto di testa loro''.

In tema di occupazione giovanile e prospettive per i giovani il Segretario della Cisl ha tenuto a ricordare l'iniziativa di sensibilizzazione sull'occupazione giovanile organizzata per il 10 maggio prossimo: "In tutte le Diocesi italiane - ha spiegato Bonanni - Cisl,Acli, Movimento cristiano lavoratori e tutte le associazioni cattoliche daranno vita ad un momento di preghiera in tutte le cattedrali d'Italia per ricordare i doveri che abbiamo nei confronti dei giovani e cosa ci vuole per assolvere a questi doveri. Tutto questo con lo sfondo dell'eredita' grandissima lasciataci da una grande persona come Papa Wojtyla che e' stato il Papa del lavoro e il Papa dei giovani. La risposta che dobbiamo ai ragazzi, soprattutto quelli siciliani, che cercano un lavoro e' quella di offrire un'economia solida attrezzando il territorio affinche' possa attirare investimenti. Governo centrale e governi regionali - ha concluso Bonanni - facciano il loro dovere, invece molto spesso non lo fanno, affaccendati in altre cose".

I NOBEL PER LA PACE SCRIVONO A SILVIO: ABBANDONA IL NUCLEARE

Il Premio Nobel Desmond Tutu.
Oggi, Silvio Berlusconi e altri capi di stato nel mondo hanno ricevuto una lettera particolare, con una richiesta precisa: investire in rinnovabili e abbandonare l'energia nucleare. Non l'abbiamo scritta noi, ma nove premi Nobel per la Pace che giudicano il nucleare "non pulito, non sicuro e non affidabile".

Nel testo della lettera si legge lo scetticismo verso l'atomo di nomi come Desmond Tutu, Shirin Ebadi e Wangari Maathai che vorrebbero, in linea con Greenpeace, che il nucleare cedesse il posto a uno scenario energetico verde:

"Non possiamo fare nulla per impedire disastri naturali simili a quello che ha colpito recentemente il Giappone, ma possiamo operare scelte migliori sulle nostre fonti energetiche. Possiamo abbandonare i combustibili fossili e le centrali nucleari e investire in una rivoluzione energetica che punti su energie pulite. Sta già accadendo: negli ultimi cinque anni globalmente l'energia proveniente dal vento e dal sole è stata più di quella prodotta dal nucleare"

La lettera è arriva nella posta del nostro presidente del Consiglio a pochi giorni dalle sue sconcertanti dichiarazioni sul tentativo di evitare che i cittadini italiani si esprimano su un tema così rilevante per il loro futuro, come il nucleare.

Non ci aspettiamo che Berlusconi risponda al messaggio, e tantomeno che l'appello dei Nobel possa indurlo a un ripensamento. Speriamo però che l'opinione pubblica del nostro Paese, già in larga misura convinta che il ritorno all'atomo rappresenti un errore per l'Italia, rifletta su un appello che ha come mittenti nove nomi universalmente riconosciuti.

Il referendum del 12 e 13 giugno può fermare i nuovi progetti di centrali nucleari per sempre.

Vota SI per fermare il nucleare in Italia.



ALLARME PM10 CON 29 CAPOLUOGHI OFF-LIMITS. SEI MILIONI DI ITALIANI SOFFOCATI DALLE POLVERI SOTTILI

Ecco il bilancio finale su smog e inquinamento acustico del Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato.

A soli 4mesidall’inizio del 2011 sono già 29 i capoluoghi off-limits per aver superato il limite di 35 giorni di superamenti da polveri sottili consentiti per legge. A guidare la classifica delle città italiane più inquinate c’è Torino che conferma il suo triste primato con 74 giorni di superamento. Seguono a pari meritoMilano e Verona con 67 superamenti, mentre in quarta posizione c’è Brescia che al 26 aprile registra già 63 giorni di sforamento.

A lanciare l’allarme è il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato, realizzato quest’anno con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la collaborazione di ANCI e il contributo di Telecom, al termine dei suoi 42 giorni di monitoraggio sull’inquinamento atmosferico e acustico. La campagna itinerante si è fermata in nove città- Siracusa, Reggio Calabria, Bari, Salerno, Pisa, Genova, Brescia, Vicenza e Rimini - dove sono stati compiuti monitoraggi sulla qualità dell’aria e sui livelli di rumore,grazie al Laboratorio mobile dell’Istituto sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Nel tour 2011 i livelli di polveri sottili si sono sempre mantenuti nei limiti di legge, grazie anche alla stagione dell’anno tradizionalmente favorevole alla dispersione degli inquinanti atmosferici, con l’eccezione costituita da Siracusa che, durante il terzo giorno di monitoraggio, ha registrato un valore medio giornaliero di 101 mg/m3, il doppio del limite di tolleranza.

Dati ben più gravi sono emersi dalla misurazione effettuata dal Personal Dust Monit, uno strumento fornito dalla Con.Tec, indossato dai tecnici di Legambiente che, simulando una passeggiata per la città, hanno rilevato il livello delle polveri inquinanti ad altezza uomo. E’ da questa misurazione che sono emerse medie orarie ben oltre il limite giornaliero di 50 mg/m3 previsto dal D.lgs 155 del 2010, in diversi punti delle città. I picchi maggiori sono stati rilevati ancora a Siracusa dove il Personal Dust Monit ha registrato una media oraria di 220 mg/m3, ma situazioni altrettanto gravi sono state riscontrate anche a Vicenza e a Rimini, rispettivamente con 107 mg/m3 e 106 mg/m3 , più del doppio consentito dai limiti di legge.

Ma ad essere veramente allarmante è il livello di inquinamento acustico delle città italiane dove si riscontrano livelli di decibel di molto superiori ai limiti di tolleranza. Tra le città peggiori, Genova, Pisa e Rimini dove, nonostante la presenza di piani di zonizzazione acustica per la tutela del territorio, sono presenti situazioni di evidente violazione dei limiti e dei piani d’intervento volti al risanamento. Il caso più eclatante è stato registrato a Rimini dove durante il monitoraggio si sono registrati valori nelle ore notturne pari a 63,7 decibel, in una zona della città dove i limiti acustici sono limitati nella fascia notturna a 40 decibel.

Sono ancora pochi, quindi, i Comuni che si stanno adeguando alla normativa adottando la zonizzazione e il piano di risanamento, anche se lentamente la situazione sta migliorando. Secondo l'ISTAT (ISTAT - Indicatori ambientali urbani 2010) infatti, a fine 2009 sono 71 i capoluoghi di provincia che hanno approvato la zonizzazione acustica del territorio. Tra i Comuni ancora inadempienti spiccano città capoluogo di regione come Torino, Milano, Palermo, Sassari. Nessun capoluogo di Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Molise ha adottato la zonizzazione acustica.

Il nostro Paese è in forte ritardo sulle politiche antismog - dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente - come testimonia anche la procedura d’infrazione europea per il mancato rispetto dei limiti di legge previsti per le polveri sottili e la mancanza di misure concrete per fronteggiare l’emergenza inquinamento. I dati sugli sforamenti giornalieri del PM10 relativi ai primi mesi del 2011 confermano una situazione a dir poco allarmante, soprattutto nelle città dell’area padana. Alla luce di tutto questo è assurdo continuare a destinare risorse pubbliche nella costruzione di nuove reti autostradali, invece di investire e potenziare il trasporto su ferro e in linee urbane ed extra urbane efficienti dedicate al trasporto pendolare. Allo stesso modo - continua Muroni - bisognerebbe far fronte al problema dell’inquinamento acustico, ancora decisamente sottovalutato. Stando ai risultati dell’edizione 2011 del Treno Verde, risulta urgente affrontare l’eccessivo livello di rumore nelle città attraverso monitoraggi del suono, mappature e piani di risanamento, strumenti che dovranno assolutamente divenire una priorità dei Comuni italiani. La salute dei cittadini è a rischio e crediamo sia giunta davvero l’ora di trovare una volta per tutte rimedi efficaci per far fronte a questa allarmante situazione”.

Decongestionare dal traffico le grandi città vuol dire innanzitutto dare impulso al trasporto ferroviario nelle grandi aree metropolitane. In questo sensoha detto Mauro Moretti, Amministratore Delegato del Gruppo Ferrovie dello Statoil nostro sforzo è straordinario e concreto. A settembre 2009 abbiamo annunciato un piano di investimenti da due miliardi di euro per i treni dei pendolari, e lo stiamo realizzando. Neanche una settimana fa il lancio della gara per 90 nuovi treni elettrici e l’esercizio dell’opzione che avevamo con Bombardier per ulteriori 50 locomotori, dopo i 100 già ordinati nel 2009 e in progressiva consegna. Senza dimenticare la gara vinta da Ansaldo Breda per 600 nuove carrozze a doppio pianoe il restyling di altre 2550 carrozze destinate sempre al traffico locale. Oltre un miliardo e cento milioni di euro già investiti concretamente. Sono fatti che dimostrano come il Gruppo FS consideri prioritaria la questione del trasporto dei pendolari, consapevole anche delle positive ricadute sull’ambiente di un servizio ferroviario efficiente ed efficace


ABORTI ILLEGALI, OMS: 20 MILIONI OGNI ANNO, SERVE LA CULTURA DELLA CONTRACCEZIONE

Le statistiche parlano chiaro. E sono allarmanti: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le gravidanze che ogni anno cominciano nel mondo sono circa 200 milioni, la metà delle quali non pianificata, mentre gli aborti clandestini sono annualmente 20 mln e 80mila le donne che perdono la vita per interventi di interruzione di gravidanza eseguiti in condizioni inadeguate. A fronte di questi dati, i ginecologi Carlo Flamigni e Anna Pompili lanciano un “allarme prevenzione”, e lo fanno con il libro “Contraccezione – tutto sulla pillola e gli altri metodi” presentato oggi a Roma.

Il volume (L’Asino d’oro edizioni, in collaborazione con Aied) è un “manuale” sulla contraccezione a 360 gradi: in modo semplice, si spiega tutto quello che c’è da sapere sulla pillola, che ha appena compiuto 50 anni, ma anche sulla spirale, sul diaframma, sul preservativo, sui metodi naturali e quelli d’emergenza. Riflettori puntati su come si usano i vari metodi, le controindicazioni, i costi.

Questo libro, spiegano gli autori, “è uno strumento a disposizione delle donne e di tutti coloro che vogliono farsi un’idea chiara sulla contraccezione e che pensano sia meglio prevenire che abortire”. Infatti, sottolineano, “una società più moderna e consapevole non può non essere interessata ad una efficace politica contraccettiva”.

Eppure, a 50 anni dalla commercializzazione della prima pillola, rilevano i due esperti, “l’informazione sui metodi contraccettivi continua ad essere scarsa ed a volte contraddittoria, e troppo spesso influenzata dagli interessi commerciali e dalle posizioni etiche di chi dovrebbe informare”. Il punto, sottolineano i due ginecologi, è che il controllo della fertilità “molto prima di essere un problema tecnico, è un problema culturale. Siamo convinti perciò – concludono – che la corretta informazione e la conoscenza siano la premessa irrinunciabile per essere liberi”.



ASSENZE E SMS SBAGLIATI E’ L’OPPOSIZIONE-STAMPELLA

Giovedì la maggioranza è stata salvata da Pd e Idv. Mentre sulla mozione per i tornado in Libia il caos è totale. Intanto Veltroni piccona i democratici. "Dopo le elezioni verifica interna"

Allarme sottovalutato. Il Pd, con il voto di giovedì sul Documento di economia e finanza, ha fatto come a Fukushima. Ha mandato ai suoi deputati un sms di “livello 1” e così, per venti voti, si è persa l’occasione di mandare sotto il governo su una materia seria come i conti pubblici. 

I messaggini che i parlamentari democratici ricevono alla vigilia di ogni voto sono tarati su una scala che va da 1 a 3. Uno, “presenza obbligatoria”: se manchi non è una tragedia. Due, “presenza obbligatoria senza eccezioni”: solo i leader possono mantenere gli impegni presi. Tre, “presenza senza eccezione alcuna”: nemmeno Bersani, per intenderci, può sgarrare. Quell’sms è l’evoluzione tecnologica di un avviso che un tempo finiva a pagina 2 de l’Unità. Ma anche tra i partiti dell’opposizione che non hanno certificato l’allarme basso, le assenze sono state equamente distribuite. Diciassette democratici su 206, nove Udc su 39, due Idv – compreso Di Pietro – su 22, cinque finiani – Bocchino incluso – su 29. Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli, ammette senza troppe remore: “Fesso che sono, dovevo pensare che sono peggio di quanto uno pensi”. Ce l’ha con quelli della maggioranza, “blindati su processo breve e testamento biologico” e assenti sull’economia. Ma anche con se stesso, che ha “dato per scontato” che si sarebbero presentati “in modo tetragono” come il giorno prima. E sì che al Parlamento – schiacciato sui decreti e sui temi cari al premier – non capita poi così spesso di poter lavorare. “È vero – dice Della Vedova – Ma c’è la campagna elettorale, è un momento particolare". 

Lo sostiene anche il Pd, che tra gli assenti ha tre candidati (Fassino a Torino, Ceccuzzi a Livorno, Bobba a Vercelli) ma che, con l’sms di livello 1, ha sottovalutato il livello di guardia della maggioranza. Colpa delle prossime amministrative anche secondo l’Udc: “Ma è stato un errore – ammette Roberto Rao – e non lo ripeteremo. Comunque anche Di Pietro non c’era e nessuno lo ha accusato di fare la stampella”. Il leader dell’Italia dei Valori era assente al voto sul Def: “Era un voto come tanti altri, l’occasione sulla quale far cadere il governo è un’altra: sarà mercoledì quando si dovrà votare la mozione della pace proposta dall’Idv per la Libia”. Chi non la appoggerà, ecco il riferimento dell’Udc, farà “da stampella” al governo, da “ciambella di salvataggio” alla maggioranza. Se la rottura tra Lega e Pdl dovesse consumarsi definitivamente martedì, infatti, sarebbero le mozioni di Pd e Terzo Polo a tenere in piedi la linea dei bombardamenti sostenuta anche dal governo. “Noi facciamo da stampella al Paese in un momento di difficoltà”, dice ancora il centrista Rao. “Altro che stampella – gli fa eco il capogruppo Fli Della Vedova – il nostro è impegno serio”. E ricorda che la stampella, se vogliono chiamarla così, l’opposizione l’ha già fatta: in commissione, quando la Lega disertò, per poi far pace con il Pdl qualche giorno più tardi.  

Anche stavolta, è convinto Della Vedova, “passato il fine settimana di campagna elettorale troveranno modo un po’ patetico di rimettersi insieme”. Eppure, due sere fa, è stato proprio il leghista Matteo Salvini a disegnare lo scenario descritto da Di Pietro: “Sarebbe paradossale che il partito democratico con un voto favorevole accorra in soccorso del governo”.  “Ma la stampella sono loro! – dice il veltroniano Walter Verini – . Noi dovremmo avere la forza di spiegare la nostra posizione al Paese, che è quella dell’Onu, di Obama, di Napolitano. Qui si gioca l’immagine del partito: su questioni straordinariamente rilevanti come queste, il fatto che sia anche la posizione del governo, è solo un effetto collaterale”. La scelta di chiedere un voto parlamentare sulla Libia, nel Pd, è arrivata dopo lunghi tentennamenti. E ha creato malumori all’interno del partito. Proprio oggi, in un’intervista al Foglio, l’ex segretario Walter Veltroni ha detto che dopo le amministrative sarebbe “opportuno aprire una discussione” sulla linea Bersani. Molto meno polemici, ma comunque amareggiati, anche il gruppo di parlamentari pacifisti. Vincenzo Vita ha chiesto “un chiarimento: non può certo essere il Pd a rischiare di sorreggere il governo”. Anche Enrico Gasbarra dice che “dentro il Pd il tema della pace tema dovrebbe avere un po’ più di spazio”. “Pagheremo un prezzo – osserva Andrea Sarubbi – anche perchè il nostro elettorato è contrario alla guerra”. Veltroni un po’ meno, direbbe Bersani.

di Paola Zanca

da Il Fatto Quotidiano del 30 aprile 2011



ADICO: aumentata la soglia di “errore” per i benzinai. Ennesimo danno per le tasche dei cittadini

Un nuovo decreto alza la soglia d’erroreentro il quale una pompa di benzina può erogare meno carburante di quello che dovrebbe senza che si configuri la truffa – denuncia l’ADICO - aumentando del 50% il margine di errore per i misuratori di erogazione, portandolo dal 5 al 7,5 per mille.

Per esempio su 20 litri misurati dal contatore la pompa di benzina poteva erogare in più o in meno 0,1 litri (che per un prezzo stabilito di 1,55 euro al litro corrispondono a 15,5 centesimi totali in più o in meno), con la nuova normativa la tolleranza degli strumenti di misurazione dell’erogazione consente 0,15 litri di differenza in più o in meno per un prezzo di 23,25 centesimi.

Se pensiamo ai milioni di litri di prodotto erogato in un anno – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – questa differenza si traduce in cifre considerevoli che avrà, come sempre, delle ripercussioni sulle tasche degli automobilisti.

venerdì 29 aprile 2011

TRA RIVOLUZIONI E CATASTROFI...LA CRISI CONTINUA

Le rivoluzioni arabe e il disastro nucleare di Fukushima hanno deviato l'attenzione dalla crisi degli Stati europei dall'inizio dell'anno. Tuttavia la situazione continua a deteriorarsi. Nonostante le riforme drastiche, il Portogallo è caduto sotto la tutela del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria e del FMI. In Spagna, la situazione economica peggiora ogni giorno di più e la maggior parte degli analisti prevedono che il paese si ritrovi ad affrontare il fallimento al più tardi entro il prossimo autunno.
Clovis Casadue

Nonostante l'aiuto del Fondo Europeo e il FMI concesso nel giugno scorso, la Grecia è ben lungi dal trovare un bilancio in pareggio. Nella raffica di relazioni che hanno scandito gli incontri organizzati dal FMI e il G20 a Washington lo scorso fine settimana (1), uno di questi punta gravemente il dito su Atene. Il documento menziona anche una possibile ristrutturazione del debito greco. Chiaramente, ciò significa che il paese è di nuovo molto vicino al default. Uno scenario da incubo per le banche che detengono obbligazioni della Grecia, in primo luogo Germania e Francia. Sono possibili due soluzioni per evitare il peggio: inasprire le condizioni del piano di aiuto e far contribuire la popolazione greca con nuove misure di austerità, con il rischio di provocare una grave crisi sociale, o rimettere i soldi nel piatto attraverso una proroga del Fondo europeo e il FMI. Per ora, Atene, presentando questo lunedì altre misure di risparmio, come nuovi tagli al budget, ha scelto la prima soluzione.

Svalutazione dell'euro

Secondo una nota confidenziale emessa il 15 febbraio in un giornale tedesco (2) diversi alti funzionari dell'Unione Europea hanno raccomandato ai loro stretti collaboratori di trasformare una parte dei propri risparmi in metalli preziosi. Il fatto che dei funzionari dell'UE si preoccupano per gli investimenti e la previdenza dei loro subordinati è piuttosto raro. Ma il documento dellUE spiega la ragione per la quale il vicepresidente ha fatto un'eccezione. Citazione: "Ci aspettiamo un aumento del tasso d'inflazione per il 2011, un aumento dei tassi di interesse e un massiccio aumento dei prezzi delle principali materie prime. Dobbiamo aspettarci nuove ondate di shock per i mercati finanziari e l'euro sarà preso in una spirale di svalutazione". Sul piano della crisi sociale, il documento è ancora più allarmante: "La combinazione nei paesi membri di un aumento della disoccupazione e dello smantellamento dello Stato sociale rafforzerà i pericoli di violenza. A medio termine, dobbiamo ridurre la sicurezza sociale al minimo, anche se questo dovesse causare rivolte e violenze".

La necessità di creare un diversivo

Siccome l'autorità dello stato non può in nessun caso essere contestata, né il potere - indissolubilmente legate - dell'oligarchia finanziaria, è quindi necessario trovare un modo per creare un diversivo al fine di catalizzare la rabbia della gente. L'islamofobia, che continua a crescere da diversi anni e che sta per essere rafforzata con l'ondata di immigrazione dai paesi del Nord Africa, può ancora essere alimentata al fine di distrarre la gente dai problemi reali la nostra società. Questo è quello che dice un rapporto segreto della CIA pubblicato il mese scorso (3). E quando un documento asseritamente riservato di quest'agenzia di intelligence diventa pubblica, è perchè è destinato ad essere utilizzato per scopi di propaganda. Questo rapporto pretende di mettere in guardia contro "la possibilità di guerre civili in alcune parti dell'UE". Secondo il testo "il 70% degli autori di reati incarcerati in Spagna e Francia sono di origine musulmana. L'Europa, con il suo alto tasso di immigrati, è considerata debole e vicina al declino. Il rischio di disordini aumenta di anno in anno".

La CIA vede anche nelle gravi rivolte giovanili di questi ultimi anni in Francia, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Gran Bretagna, "segnali di allarme" e guerre civili a venire. "La ragione è la mancanza di volontà di integrare un numero di immigrati che creano zone di illegalità con la forza delle armi mentre si disarma sistematicamente la popolazione" Il documento indica ancora, prima di concludere che questa situazione va a rafforzarsi, "la nascita di movimenti nazionalisti in Europa, che porteranno negli anni 2012-2016, tensioni etniche e religiose in tutti gli stati d'Europa e l'espulsione dei musulmani".

Scontro di civiltà

La teoria dello scontro di civiltà è una grossolana menzogna. Ma ora dobbiamo dargli una realtà, ciò a cui lavorano le agenzie di propaganda e di azioni segrete- e i lacchè politici che sono a loro disposizione - in modo da creare una destabilizzazione psicologica della popolazione proprio per manipolare l'immaginario collettivo. Le successive crisi che stiamo vivendo dal 2008 in realtà servono solo a ristrutturare l'economia globale per consentire la costituzione di una società 20/80, vale a dire quella in cui il lavoro del 20% della popolazione mondiale sarà sufficiente a sostenere l'intero sistema economico del pianeta, il restante 80% saranno inutili e destinati a scomparire. Le guerre civili in fase di sviluppo ed altre catastrofi che non tarderanno ad abbattersi sulle nostre vite saranno creati e utilizzati per raggiungere questo obiettivo.

Tuttavia, questo mondo cataclismico che hanno voluto imporci non è affatto una fatalità. Come abbiamo più volte affermato, non dobbiamo dimenticare questo fatto di esperienza che l'azione di alcuni individui, o gruppi molto ristretti, possono, con un pò di fortuna, rigore e volontà, avere conseguenze incalcolabili sugli avvenimenti in corso.



PICCO DI RIFUGIATI SOMALI NEI PRIMI TRE MESI DEL 2011

UNHCR/E.Hockstein
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è allarmato per il continuo deteriorasi della situazione in Somalia, che costringe sempre più persone alla fuga. Tanto che il numero di rifugiati somali arrivati nei paesi limitrofi nei primi tre mesi di quest’anno è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2010.

Quasi 50.000 i rifugiati somali arrivati tra i mesi di gennaio e marzo, registrati nei vicini Kenya, Etiopia e Yemen. L’anno scorso - nello stesso periodo - erano stati 23.000.

È stato nuovamente il Kenya ad accogliere il maggior numero di nuovi arrivi - oltre 31.400. Praticamente la totalità di loro è stata registrata dalle autorità keniane e dall’UNHCR nel complesso di campi per rifugiati a Dadaab, mediamente oltre diecimila ogni mese.

Ma anche in Etiopia si assiste a un deciso aumento nel numero di arrivi dalla Somalia. Oltre 12.200 i somali registrati, soprattutto attraverso il corridoio di Dollo Ado. Nell’area l’UNHCR gestisce due campi per rifugiati. Entrambi stanno raggiungendo in fretta la capienza limite.

La maggioranza di questi rifugiati proviene dalle regioni di Bay e di Bakol - nel sud e nel centro della Somalia - due delle zone più colpite dal conflitto. Tutti parlano di una situazione spaventosa nel paese, segnato da violenza incessante e abusi dei diritti umani. E raccontano agli operatori UNHCR della coscrizione forzata attuata da alcune delle fazioni in guerra e di una rovinosa siccità.

La terribile situazione nel paese non lascia alternative e molti sono costretti a prendere la disperata decisione di attraversare il Golfo di Aden o il Mar Rosso. Nonostante i rischi del viaggio e il deteriorarsi della situazione anche nello Yemen - con le agitazioni della popolazione - nei primi tre mesi del 2011 oltre 22mila rifugiati e migranti provenienti dai paesi del Corno d’Africa sono arrivati sulle coste del paese della penisola arabica.

Si tratta di una cifra più che doppia rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno, quando gli arrivi furono 9.400. Una cifra che supera anche il record di inizio 2009 quando quasi 17mila rifugiati e migranti attraversarono Golfo di Aden e Mar Rosso.

I cittadini somali rappresentano tuttavia solo un quarto degli arrivi nello Yemen, nonostante rispetto al primo trimestre dello scorso anno il loro numero sia raddoppiato, passando da 3.200 a seimila. È invece triplicato il numero di migranti di nazionalità etiopica - quasi 17mila finora nel 2011 - che continuano a costituire il 75 per cento di tutti gli arrivi.

Alcuni dei nuovi arrivati - raccontano agli operatori UNHCR - non erano informati delle tensioni politiche e sociali in Yemen, ma molti somali dicono di non aver avuto altra possibilità che la fuga. Per questi rifugiati somali la situazione in Yemen è comunque - in confronto - molto più sicura di quella nel proprio paese.

La Somalia resta uno dei paesi dai quali provengono più rifugiati e sfollati interni al mondo. Circa 1,4 milioni di somali sono sfollati all’interno del paese, mentre altri 680mila vivono da rifugiati nei paesi vicini.


NO AL NUCLEARE, IN NOME DEL POPOLO SOVRANO!

di Maria Pia Caporuscio.

Quando il governo ci chiede di pagare le tasse: le paghiamo. Quando ci chiede di rispettare le leggi: le rispettiamo. Quando ci dice che non può offrirci un lavoro fisso: accettiamo il precariato. Quando ci dice di fare più sacrifici: li facciamo.

Ma quando il governo pretende di toglierci l’acqua o di mettere a rischio la nostra vita e quella dei nostri figli costruendo centrali nucleari diciamo: NO! No, non si può vendere l’aria, il vento, l’acqua a privati perché non sono cose che appartengono al governo ma al pianeta Terra e finora nessun uomo è in grado di comperare o costruire pianeti. Compito del governo è quello di incanalarla l’acqua, di depurarla e distribuirla, per questo si pagano le tasse. E se questo governo adduce la scusa che non ci sono soldi per continuare a farlo, allora eccovi il sistema per trovarli:

1) Via i rimborsi elettorali.
2) Via il finanziamento pubblico ai giornali.
3) Via i voli di stato, le auto blu, i pensionamenti dopo una legislatura.
4) Via manager inutili, pagati milioni per far fallire le imprese.
5) Via i privilegi, i doppi e tripli incarichi.
6) Dimezzare gli stipendi assurdi della casta.
7) Dimezzare il numero dei politicanti.
8) Evitare gli sprechi.
10) Sequestro dei beni a chi ruba, corrompe, intasca tangenti.
11) Sequestro dei beni a chi non paga le tasse o porta danaro all’estero.
12) Una vera lotta all’evasione fiscale non a parole ma nei fatti.

Cari signori governanti, la crisi si combatte adottando queste misure non togliendo un bene come l’acqua pubblica per favorire ancora una volta le lobbi a danno di chi pagando le tasse vi mantiene alla bella vita. I sacrifici deve farli chi possiede la ciccia. E' inaccettabile scorticare la pelle a chi sono rimaste solo le ossa. Per quel che riguarda il nucleare, cari signori, non avete il diritto di vita o di morte sulla popolazione, ma siete voi questa volta obbligati a rispettare la volontà popolare. Il Popolo italiano si è già espresso contro il nucleare e oggi ribadisce il proprio "NO" alle installazioni di centrali atomiche sul proprio territorio. Se lo avete dimenticato, ve lo ricordiamo noi che il Popolo è sovrano e vi ha soltanto concessa la delega a governare il Paese, non di metterlo a rischio. Noi non siamo disposti a rischiare la pelle per consentire a voi e ai vostri affari la realizzazione di questi mostri superati, rischiosi e costosi.



DELIANUOVA (RC) - STALKING IN ROSA: ARRESTATA UNA DONNA

Futili motivi alla base degli atti persecutori posti in essere da una donna di Delianuova nei confronti di due coniugi del luogo "rei" di aver rifiutato di fare da padrini di battesimo alla figlia.

I fatti hanno avuto inizio nel 2008 quando la donna, 32 enne di Delianuova, cominciava la sua persecuzione con innumerevoli telefonate, poi facendo recapitate presso l'abitazione dei due coniugi, almeno ogni due tre giorni, un numero considerevole di lettere dal contenuto ingiurioso e minaccioso, fino ad effettuare persino incursioni presso l'esercizio commerciale gestito dalla coppia con modalità tali da far perdere loro anche molta clientela.

L'escalation si è avuta nel mese di gennaio 2011, quando la donna faceva ingresso presso l'attività commerciale dei due coniugi, minacciava, danneggiava i prodotti in vendita e ne trafugava altri; uscendo però veniva tratta in arresto dai Carabinieri della Stazione di Delianuova che la coglievano in flagranza di reato. Per gli stessi motivi veniva sottoposta alla misura del divieto di avvicinarsi alle abitazioni e all'attività commerciale dei coniugi.

Ieri pomeriggio, avendo subito un presunto rimprovero da parte di una parente circa i numerosi processi cui è imputata e non avendo ricevuto da quest'ultima supporto e comprensione, si recava furibonda presso l'esercizio commerciale dei coniugi, questa volta rei di aver rovinato la sua reputazione tanto da avergli messo contro la famiglia, e danneggiava vasi, tazzine e oggetti. Poco dopo essere uscita veniva tratta in arresto in flagranza del reato di atti persecutori dai Carabinieri della Stazione di Delianuova.

La 32enne, dopo le formalità di rito, è stata sottoposta agli arresti domiciliari.


SALERNO - OPERAZIONE DEL NAS: SEQUESTRATE 75 TONNELLATE DI MATERIE PRIME

Allo scopo di salvaguardare la salute dei consumatori, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha disposto in accordo con il Ministero della Salute, in ambito nazionale, l'esecuzione di mirati controlli sulla sicurezza alimentare.

Negli ultimi tempi il settore ha evidenziano criticità nelle produzioni dolciarie artigianali ed industriali.

I Carabinieri del NAS di Salerno, partendo dai prodotti finiti di scarsa qualità immessi sul mercato locale, hanno risalito la filiera commerciale e produttiva individuando un laboratorio a carattere industriale ubicato nell'agro nocerino sarnese, condotto con modalità totalmente irregolari rispetto alla normativa a tutela della salubrità degli alimenti.

L'opificio, che si estende su circa 600 mq. coperti, dove venivano preparati prodotti dolciari commercializzati sia allo stato fresco che congelato, era mantenuto in pessime condizioni igienico-sanitarie.

Nel corso del controllo delle sostanze alimentari e dei prodotti finiti destinati a circa 200 esercizi commerciali in quasi tutte le regioni italiane, il NAS accertava la presenza di creme pasticciere, farine, marmellate, frutta candita, scaduti di validità ma egualmente in lavorazione nella catena di produzione.

Inoltre, i Carabinieri hanno constatato la presenza di circa 2 tonnellate di cornetti e residui degli stessi stipati in contenitori insudiciati anche da escrementi, pronti per la rilavorazione nonché di recipienti contenenti cioccolata ma con etichettatura di "confettura di ciliegie". Nelle celle frigo sono stati rinvenuti, fra l'altro, oltre 1 quintale di salumi e prosciutti cotti con etichette rimosse e/o strappate per evitare di risalire alla tracciabilità degli stessi e conseguentemente all'idoneità al consumo. A comprova della produzione completamente illegale, sono risultati inesistenti anche le schede di produzione.

L'operazione si è conclusa con:

- il sequestro dell'intera struttura produttiva, per un valore di circa 1.500.000 € e di oltre 75 tonnellate di materie prime, prodotti semilavorati e finiti, per un valore di mercato che si aggira sul 1.000.000 €;

- la denuncia all'Autorità Giudiziaria del titolare del deposito.

E' in corso ad opera di 32 sui 38 NAS il ritiro dal commercio dei prodotti già distribuiti per un totale presumibile di ulteriori 10 tonnellate.

L'Enel, l'atomo. E gli azionisti?

Fondazione Culturale Responsabilità Etica e dalla CRBM quest'anno si sono concentrate anche sul tema degli investimenti della compagnia nell'ambito del nucleare

ll dramma della centrale di Fukushima, in Giappone, ha riacceso il dibattito internazionale sul futuro del nucleare. Molti Paesi si sono presi una sorta di pausa di riflessione per valutare meglio i pro e i contro di questa controversa fonte energetica. In Italia il governo si sta arrampicando sugli specchi per far saltare il referendum sul nucleare con una sorta di moratoria, onde poi "riallacciare i fili del discorso" nell'arco di un paio d'anni. Una manovra dalla dubbia legittimità, candidamente svelata nelle sue motivazioni alla stampa dallo stesso presidente del Consiglio. 

L'Enel rimane in attesa degli eventi, continuando però a sostenere la bontà dell'energia nucleare e a progettare enormi investimenti per il suo sviluppo. Come si è appreso dopo l'incontro bilaterale tra i governi d'Italia e Francia, l'impresa ha ancora in essere i contratti con la transalpina EDF ed è quindi pronta a fare il suo per costruire quattro reattori di tipo EPR in Italia. I due soli impianti di questo tipo oggi in fase di realizzazione in Europa, uno in Francia e l'altro in Finlandia, stanno entrambi registrando enormi aumenti dei costi, ritardi e altri problemi. 

Ma la compagnia, per il 30 per cento ancora di proprietà dello Stato, è anche molto attiva nell'Europa dell'Est. Uno dei casi più controversi è quello della centrale nucleare di Cernavoda, in Romania. Il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di due nuovi reattori. Uno dopo l'altro, tutti gli investitori esteri si sono però sfilati: hanno rinunciato prima i cechi, poi i tedeschi, i francesi e gli spagnoli. Unico investitore estero ancora deciso a credere nel progetto è l'Enel, nonostante l'impianto sorga in una zona altamente sismica e negli ultimi due anni si siano verificati alcuni "piccoli incidenti" che hanno determinato il blocco temporaneo dei due reattori esistenti di tecnologia Candu - molto diffusa nell'ex Unione Sovietica. 

C'è poi il progetto di Mochovce, in Slovacchia, dove è in costruzione un reattore che solleva più di una preoccupazione dal punto di vista della sicurezza, essendo sprovvisto del doppio guscio di contenimento oggi previsto per i nuovi impianti. Eppure l'assicuratore pubblico italiano, la Sace, sta valutando la possibilità di coprire eventuali rischi legati alla realizzazione dell'opera per un totale di 290 milioni di euro.   

L'Enel è l'unica compagnia straniera che ha inoltre manifestato il suo interesse per il progetto di Kalinigrad, in Russia, molto avversato dalla popolazione locale. Il governo di Mosca ha intenzione di coprire solo la metà dei costi previsti, tanto che ha già affermato che gli investimenti esteri sono essenziali per la realizzazione della centrale e senza si fermerebbe tutto. Sui giornali russi per più di un anno si è parlato di un possibile coinvolgimento di imprese francesi, ceche e tedesche, le quali poi hanno dichiarato ufficialmente che non hanno nessuna intenzione di investire i loro soldi in un'opera così controversa. I reattori che si vogliono costruire a Kalinigrad, sulla costa del Mar Baltico, sono ad alto rischio. La tecnologia che verrebbe adottata, la VVER1200 che prevede la pressurizzazione ad acqua dei reattori, non è stata mai testata in Russia, per la scelta della località non è stata condotta la necessaria indagine geologica e non ci sono piani appropriati per la gestione delle scorie. La centrale, poi, sorgerebbe a meno di dieci chilometri da un Paese dell'Unione europea, la Lituania, in una zona dove il traffico aereo è molto intenso. Nonostante questo, i suoi reattori non sono progettati per resistere a un impatto di grandi dimensioni in caso di incidente aereo.  

 Venerdì 29 aprile l'Enel terrà la sua annuale assemblea degli azionisti. Le iniziative di azionariato critico portate avanti da alcuni anni dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica e dalla CRBM quest'anno si sono concentrate anche sul tema degli investimenti della compagnia nell'ambito del nucleare. Non a caso le due associazioni hanno delegato a parlare in assemblea Vladimir Slivyak, attivista dell'Ong russa Ecodefense. Chissà quale sarà la risposta che gli riserverà Fulvio Conti, amministratore delegato confermato in carica da Palazzo Chigi. 

Luca Manes - CRBM

INTERCETTAZIONI: ANCHE IL PD PROVA A REGOLAMENTARLE PER LEGGE

Antonello Soro - esponente del PD - primo firmatario del progetto di legge in materia di intercettazioni.

In questi ultimi mesi le bagarre di palazzo sulle intercettazioni sembrano rappresentare un vero rompicapo per tutte le formazioni politiche. La vicenda Berlusconi ha dimostrato ampiamente l'inefficienza dei processi investigativi - in relazione alle intercettazioni - conseguenti, il piu' delle volte, ad una deriva procedurale che ha investito persone del tutto estranee alla vicende con onde d'urto devastanti.

Negli ultimi giorni il PD sembra essere persuaso a dare un percorso diverso a procedure investigative fino ad ora scellerate. Primo firmatario della proposta di legge è Antonello Soro, il quale dichiara: "le intercettazioni sono utili per l’attività investigativa, ma non si possono disconoscere gli effetti perversi della diffusione di tali contenuti su stampa e televisione”. “Troppo spesso, infatti – si legge nella relazione – nelle intercettazioni pubblicate sui giornali compaiono, spesso per circostanze del tutto casuali, persone totalmente estranee alle indagini, oppure vengono riportati particolari intimi, attinenti alla vita privata dei singoli, che pur non avendo alcun rilievo penale, vengono amplificati unicamente per solleticare la fantasia pruriginosa del pubblico”.

“In questo modo - continua Soro - la vita privata di tante persone, la cui unica colpa e’ quella di essere citate nel corso di una conversazione telefonica, spesso con affermazioni non precise o non veritiere, entra in un barbaro tritacarne”. “Occorre porre un limite a questa deriva e tuttavia, la risposta non puo’ venire da soluzioni meramente repressive, con sanzioni sproporzionate ed ispirate piu’ ad una logica vendicativa che ad una seria politica di prevenzione del danno. Si dovrebbe invece cercare il giusto bilanciamento fra le esigenze di informazione sui fatti di interesse pubblico e la tutela della sfera privata delle persone”.

La proposta di legge del PD promuove l'adozione da parte dell'Ordine di Giornalisti di un codice deontologico da applicare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, con tanto di ammende disciplinari per i contravventori. Nel caso di evidente "catalessi" del Consiglio nazionale dell'ordine dei Giornalisti, il codice sara' promosso direttamente da Garante per la protezione dei dati.

Antonello Soro continua: " Le disposizioni del Codice non saranno semplici norme di buona condotta da applicare all’interno della categoria professionale, magari con logiche corporative. Saranno invece regole dell’ordinamento generale, valide per chiunque scriva od operi sui mezzi di informazione: il loro rispetto potra’ dunque essere fatto valere davanti al Garante o al giudice ordinario”.


“QUESTO VOTO È L’UNICO MEZZO PER SOPRAVVIVERE, FIDATEVI”

Adriano Celentano lancia il suo appello: "Il governo va avanti nella demoniaca voglia di avvelenarci. Tocca a noi fermarli".

Caro direttore, ma soprattutto cari STUDENTI, comunisti, fascisti, leghisti e operai costretti a lavorare nell’insicurezza. Come avrete letto su tutte le prime pagine dei giornali, il governo non demorde. Continua, sfidando l’intelligenza anche di chi lo ha votato, nella sua DEMONIACA voglia di avvelenare gli italiani. Gli unici che, fino a prova contraria, hanno saputo distinguersi da tutti gli altri popoli IMBECILLI per aver avuto, già 24 anni fa, la saggia intuizione di dire NO alla bevanda radioattiva che, in nome di quel “benessere” tanto sbandierato da Berlusconi, ti uccide in cambio di un voto contro la VITA. 

Ma oggi purtroppo il pericolo radioattivo, e quindi di morte lenta e dolorosa, è di gran lunga maggiore di quanto è avvenuto in quegli anni. Che peso può avere oggi la saggezza degli italiani se poi chi ci governa fa dei discorsi cretini come quello che abbiamo ascoltato a Porta a Porta dal ministro Paolo Romani? “Innanzitutto essere nuclearisti – ha detto – non può essere definita una bestemmia. Lo sono tutti i più grandi paesi del mondo, l’America, la Russia, la Cina, il Giappone e tutti i paesi europei. L’unica grande potenza industriale che non ha il nucleare è solo l’Italia”. Come dire che, se la maggioranza dei paesi industriali vogliono suicidarsi, la logica vuole che chi non si suicida è un mascalzone. Purtroppo invece, caro ministro, essere nuclearisti non solo è una bestemmia, ma significa essere DEMENTI fin dalla nascita. La verità è che il vostro è un trucco per indebolire il referendum: senza il quesito del nucleare (e ora state tentando di far saltare anche quello sull’ACQUA), sperate che il LEGITTIMO IMPEDIMENTO non raggiunga il quorum. Stavolta credo che sarà proprio il governo a finire con “il quorum a pezzi". 

Non so come si pronuncerà la Cassazione. È a lei che spetta l’ultima parola per decidere se il quesito referendario è venuto meno o no. In ogni caso non si potrà fare a meno di andare a votare. Se non altro per non deludere quel MILIONE di persone che vede in Antonio Di Pietro l’unico vero combattente per la salute delle prossime generazioni. Perché di questo si tratta, cari amici fascisti, STUDENTI, leghisti, comunisti e operai insicuri. Che Di Pietro stia cercando di salvarci dall’immane catastrofe lo si capirà prima di quanto si creda. La “Pubblica Ottusità” dei vari Romani, Sacconi, Quagliariello, Gasparri e Prestigiacomo ha quasi raggiunto il punto di non ritorno. E la NATURA, la cui pazienza è ormai a pezzi, non tarderà molto a darci i suoi nuovi segnali.  

E a tal proposito voglio dire due parole non a Berlusconi, ormai in preda a uno stato confusionale, ma a ciò che è rimasto della sua COSCIENZA che, per meglio identificarla a chi legge la chiamerò con lo stesso nome del presidente del Consiglio, ma al femminile, poiché mi piace immaginare che la voce della coscienza abbia piuttosto i modi dolci e gentili di una bella figura femminile che non quelli rudi e maschili.

Cara Silvia, il fatto che tu sia inascoltata non significa che tu debba calare le braghe, scusa volevo dire la gonna, non so come sei vestita, non ha importanza; ma al governo c’è qualcuno di cui forse tu hai smarrito la fisionomia e che sta sbagliando tutto. Se tu lo molli si perde definitivamente e chi ci va di mezzo poi è la povera gente che lo ha votato. È il momento invece di alzare la voce e fargli capire come stanno le cose. Devi dirgli che gli italiani non sono così cretini… anche le formiche lo hanno capito che questa mossa di soprassedere sul nucleare non solo è una truffa ai danni di chi vuole VIVERE, ma serve soprattutto a tener fede a quel CONTRATTO di MORTE che Berlusconi ha firmato con Sarkozy per la costruzione di quattro nuove centrali NUCLEARI. Devi dirgli che non si può far gestire l’ACQUA ai privati. L’ACQUA è un bene comune, di tutti. Come si può pensare che, se io ho sete, devo pagare per bere? E poi devi dirgli che all’estero tutte le sue strategie risultano assai sospette, ridicole e soprattutto non chiare.

Cara Silvia, a tutti capita di dire qualche bugia, ma a fin di bene. Forse anche a te sarà capitato, o no?… Scusa dimenticavo, tu non puoi dire bugie… neanche a fin di bene… Il compito che ti è stato affidato, fin dai più remoti albori del mondo, è quello di dirci sempre la verità anche se noi continueremo a rifiutarla. Scusa, me l’ero scordato, per un attimo anch’io mi sono fatto prendere dalle puerili voglie di grandezza del mondo esterno…. Ora capisco perché fin dalla nascita il presidente del Consiglio ti ha ripudiata. Le bugie che lui dice infatti sono SPAVENTOSE e senza un minimo di pudore. 

Vuol farci credere che lui davvero pensava che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Vuol cambiare la Costituzione a furia di barzellette che non fanno ridere, ce l’ha coi magistrati che vogliono processarlo. 

Le accuse su di lui non si contano ormai: magari è davvero innocente, però non lo sapremo mai. Lui continua a non presentarsi ai processi e non si accorge che i suoi elettori cominciano a farsi delle domande, a chiedersi se è giusto essere governati da un BUGIARDO. Certo, è difficile pensare che non lo sia, anche se il dubbio traspare lontanamente e subito svanisce di fronte all’ARROGANZA di tacere ciò che tutti si aspettavano da lui. Ossia, l’unica BUGIA che il Cavaliere avrebbe dovuto dire e che volutamente non ha detto per non condannare il malsano gesto di Lassini e i suoi TRISTI manifesti. Anzi ha fatto esattamente il contrario. Ha telefonato all’ATTACCHINO e gli ha espresso il suo pieno sostegno, naturalmente seguito a ruota dalla coppia Daniela Santanchè e Giorgio Straguadagno i quali, anche loro, gli hanno assicurato il voto nonostante il giusto aut aut del sindaco Moratti. Un gesto, quello della coppia “Daniela-Straguadagno”, da cui è chiaro il riferimento a possibili frizioni tra la Moratti e l’incantatore di serpenti. Lui è inafferrabile per i giudici che, a malapena, il massimo che hanno ottenuto è stato quello di portarlo fuori dal tribunale e non “DENTRO”, dove purtroppo non è possibile stabilire se i suoi comportamenti sono giusti o sbagliati. 

Però, anche senza un tribunale, noi lo possiamo intuire dalle sue azioni. Come parla, come ride, come racconta le barzellette e soprattutto capire il motivo per cui le racconta. Capire cosa c’è dietro quella barzelletta raccontata con aria apparentemente ingenua e, cosa importante, dove è diretto l’amo che aggancerà la sua prossima vittima. 

E la sua prossima vittima purtroppo sono ancora gli italiani. Da qualche parte ho letto che due signor “NESSUNO” TELECOMANDATI, come giustamente dice il cristallino Di Pietro, hanno presentato due emendamenti al regolamento della Rai in campagna elettorale, affinché tutto sia compiuto sul colossale SCIPPO perpetrato ai danni del referendum sul nucleare, nel caso la Cassazione vada contro la richiesta del governo, e si pronunci invece a favore della sua validità. Il primo emendamento consiste nel togliere alle tribune elettorali il 30% di spazio e darlo al “comitato per il non voto”, in modo da ridurre gli spazi promozionali per il Sì contro le CENTRALI ATOMICHE a un terzo. Il secondo vuole completare l’opera di devastazione facendo cominciare la campagna referendaria solo dopo le amministrative, anche qui per ridurre i tempi di dibattito che rimarrebbero di soli 12 giorni.  

Come vedete non si tratta più di DESTRA o SINISTRA per capire che un uomo come Berlusconi non solo non può governare l’Italia, ma nessun paese. Al massimo lui e i suoi falsi trombettieri, come li chiama Travaglio, possono andar bene per una piccola TRIBU’, dove tutti quanti, raccolti intorno al capo, si nutrono a vicenda della loro stessa FALSITA’. 

Cari amici fascisti, STUDENTI, leghisti, comunisti e operai insicuri. Mi sembra chiaro che a questo punto non ci resta che l’unico mezzo di sopravvivenza. Il voto. Non possiamo assolutamente mancare. Il 12 Giugno dobbiamo andare tutti a votare anche se, come è prevedibile, il governo tenterà l’impossibile per togliere dalle schede referendarie pure il LEGITTIMO IMPEDIMENTO. E, se lo dovesse togliere dobbiamo essere ancora più numerosi davanti ai seggi. E, se per caso le sedi elettorali fossero chiuse, il vostro voto lasciatelo pure per terra scritto su un piccolo foglietto già preparato a casa, in modo che l’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da quaranta milioni di bigliettini. 

di Adriano Celentano

Contro il NUCLEARE
Contro la PRIVATIZZAZIONE dell’ACQUA
Contro il LEGITTIMO IMPEDIMENTO

da Il Fatto Quotidiano del 29 Aprile 2011