In occasione della presentazione del libro di Paolo Berdini “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia”
Dossier WWF: in 50 anni le superfici artificializzate sono aumentate in Italia del 500%
“La debolezza della struttura pubblica e il trionfo del Paese fai da te hanno portato alla cancellazione di fatto in Italia dello Stato: i tre condoni edilizi in 26 anni (1985, 1994, 2003) costituiscono una vicenda esemplare della sconfitta dei presidi pubblici sul territorio a tutela del paesaggio e dei beni culturali e dello sviluppo ordinato dei nostri centri urbani”, così Paolo Berdini sintetizza in poche parole il contenuto del suo libro “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia” (Donzelli editore) in occasione della presentazione che il WWF Italia ha ospitato oggi nella sua sede nazionale.
Nel suo libro Berdini, docente di Urbanistica presso l’Università di Roma, Tor Vergata e consigliere nazionale del WWF, calcola che dal 1948 ad oggi siano stati compiuti in Italia oltre 4.600.000 abusi, più di 74.000 ogni anno, 203 al giorno e valuta che il numero degli alloggi abusivi oggi superi quota 1.700.000, con circa 6.000.000 di nostri concittadini che vivono in città abusive.
“Quando ancora c’è chi come i sindaci campani reclama l’ennesimo condono nella regione più abusiva d’Italia – dice Berdini - bisogna sfatare alcuni luoghi comuni: 1. i condoni non portano soldi allo Stato perché su 100 euro incassati, 500 devono essere spesi per pagare i servizi pubblici indispensabili per gli insediamenti abusivi; 2. nell’Italia della ricchezza diffusa degli ultimi 50 anni è praticamente impossibile parlare di “abusivismo di necessità”. 3. l’abusivismo è diventato negli anni una parte costitutiva dell’economia nazionale, facendo arricchire un sistema di imprese che lavorano completamente in nero e sono controllate dalla criminalità organizzata.”
Il WWF ricorda con il proprio Presidente onorario nazionale Fulco Pratesi e la Presidente WWF Lazio Vanessa Ranieri, entrambi intervenuti alla presentazione, che: “E’ solo un’abdicazione della funzione pubblica mascherata da liberalismo, che ispira i provvedimenti governativi sui Piani Casa, sull’emersione delle case fantasma e sulla ipersemplificazione delle procedure autorizzative in edilizia, come anche l’inerzia delle Regioni nella pianificazione territoriale, attesa da sei anni.”
Ed è Bernardino Romano, docente di Pianificazione urbanistica presso l’Università dell’Aquila e membro del Comitato scientifico del WWF, anche lui intervenuto alla presentazione del libro, che ricorda come l’indebolimento della legalità in campo urbanistico, territoriale e paesaggistico, stia portando ad un consumo incontrollato del suolo. Romano ricorda, sulla base di sue elaborazioni pubblicate in un dossier del WWF, come non sia possibile tracciare in Italia - a causa dell’urbanizzazione diffusa (sprawl) - un cerchio di 10 km di diametro, senza intercettare un nucleo urbano e come si registri tra il 1956 e il 2011 un aumento del 500% delle superfici artificializzate, anche in regioni con limitati trend di sviluppo economico, quali il Molise.
Il WWF invece è convinto che la pianificazione urbanistica debba essere rilanciata, passando da un “sistema delle deroghe” ad un rinnovato “sistema delle regole”, che consenta di arrestare la progressiva aggressione del territorio.
Inoltre, il WWF ritiene che anche il suolo sia una risorsa limitata e non riproducibile e, quindi, sia da considerarsi come uno dei beni comuni, riguardo ai quali non si può prescindere dalla prevalenza dell’interesse pubblico e dalla volontà delle comunità locali. A quest’ultimo proposito per il WWF è fondamentale che si avvii un dibattito nel paese che separi il concetto di proprietà di un terreno dal diritto a costruire.
(“2009 ANNO DEL CEMENTO” dossier WWF realizzato con l'Università dell'Aquila sul consumo di suolo in Italia. Scaricabile http://www.wwf.it/UserFiles/File/News%20Dossier%20Appti/DOSSIER/Natura%20e%20territorio/Dossier%20WWF%20%202009_ANNO%20DEL%20CEMENTO%20_2_.pdf)
Fonte: www.wwf.it
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