giovedì 21 aprile 2011

FORESTALE: SEQUESTRATO, NEL MATERANO, UN BACINO ARTIFICIALE PER LA RACCOLTA DELLE ACQUE DI UN TORRENTE

Deferito all'autorità giudiziaria il responsabile che lo aveva realizzato con lo scopo di usufruire dell'acqua per irrigare le proprie colture nella prossima stagione estiva.

Le abbondanti piogge che si sono verificate lo scorso inverno, in provincia di Matera, hanno portato all'esondazione di alcuni fiumi lucani. In particolare le aree ioniche metapontine sono state interessate da gravissimi allagamenti con ingenti danni alle strutture agricole e turistico alberghiere.

Questa situazione è stata la probabile conseguenza di una generale situazione di dissesto idrogeologico, nonché di una cronica mancanza di manutenzione di tutte quelle opere estensive ed intensive, a protezione dei corsi d'acqua, di cui soffrono molte aree della regione.

Il Corpo forestale dello Stato di Matera, al fine di verificare e segnalare eventuali illecite manomissioni e situazioni di crisi sui più importanti corsi d'acqua lucani, ha intensificato la propria attività di polizia idraulica e fluviale. In tale ambito operativo gli uomini del NIPAF del Comando Provinciale di Matera e il personale del Comando Stazione Forestale di Tursi (MT) hanno sequestrato un bacino artificiale per il convogliamento e la raccolta delle acque, all'interno dell'alveo del torrente La Rabatana nel comune di Tursi. Dopo alcune verifiche e sopralluoghi è emerso che, all'interno del letto del torrente era stato realizzato un ampio scavo collegato ad un'arginatura artificiale che ne convogliasse le acque. Lo scavo, delle dimensioni di quattrocento metri quadrati circa ed una profondità di tre metri, era parzialmente pieno e conteneva mille metri cubi d'acqua. L'argine, invece, era realizzato con il materiale di risulta dello scavo del bacino artificiale, di forma trapezoidale si sviluppava per una lunghezza di circa ottanta metri.

L'intervento, che ha comportato dei movimenti di terreno per oltre millecinquecento metri cubi, ha inoltre determinato il danneggiamento di un'area naturale interessata da vegetazione ripariale di particolare pregio.

Il responsabile dell'abuso, segnalato all'Autorità Giudiziaria per danneggiamento ambientale ed abusivismo edilizio, è il proprietario di alcuni frutteti limitrofi alla vasca e disponeva dell'autorizzazione solo per l'attingimento dell'acqua dal fiume, mentre con l'opera realizzata avrebbe irrigato le proprie colture per tutta la stagione estiva prossima.


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