venerdì 30 ottobre 2009

Teramo. Malasanità o spreco di soldi pubblici?




Teramo 30 anni per il Centro Iperbarico Polivalente con 2 Camere Iperbariche da 10 posti cad. con impianto completo.
Una struttura iniziata dai politici della prima repubblica, siamo giunti quasi alla fine della seconda Repubblica e non riesce a funzionare.
Il motivo non potrebbe essere che gli attori che calcano il palcoscenico politico del bel Paese sono i riciclati della prima repubblica?

In un paese in via di sviluppo sperperare soldi pubblici è la prerogativa di una classe politica corrotta e affaristica e quando si parla di sanità, la situazione è ancora peggiore visto che nessuno controlla e i soldi pubblici arrivano a valanga. La storia inizia negli anni 80 con la prima repubblica, un esponente della D.C. all’epoca presidente della Provincia, volle e ottenne un centro iperbarico, i motivi per cui volle questo centro iperbarico non è dato sapere, visto che dopo circa 30 anni questa struttura ancora non entra in funzione, ma torniamo alla vicenda, questo esponente della DC nel 1990 viene eletto e assume l'incarico di presidente della regione Abruzzo.

Questa martoriata regione, ha il primato negativo sia nelle prima Repubblica che nella così detta seconda Repubblica di azzeramento della Giunta regionale per corruzione, gli amministratori però il vizietto di arraffare non se lo tolgono.

Nel 1992, con la fine della prima Repubblica, la giunta regionale abruzzese venne azzerata e il centro iperbarico ancora non era entrato in funzione.

Il 22 dicembre 2003, l’Ufficio stampa dell’ azienda unità sanitaria locale di Teramo con un comunicato annuncia il grande evento “è arrivato il momento clou per la riattivazione del Centro Iperbarico polivalente e di ricerca di Sant’Atto di Teramo. Domani 23 dicembre, alle ore 10, nella sede del centro si svolgerà la cerimonia della consegna dei lavori per la ristrutturazione dell’immobile e della messa a norma delle camere iperbariche, la spesa è di circa 2milioni di euro ”.
E ancora il 5 agosto 2004, il Consiglio Provinciale torna a parlare del Centro Iperbarico in località Sant'Atto, l'intervento prevedeva la realizzazione di un edificio, in ampliamento alla struttura esistente, per la sistemazione delle nuove camere iperbariche.

Le patologie che si potevano curare erano: embolia gassosa arteriosa, malattia da decompressione, intossicazione da CO2 e da altre sostanze, cancrena gassosa da clostridi, infezione da flora batterica mista, cancrena umida delle estremità in diabetici, fratture a rischio di scarso consolidamento, insufficienze vascolari, ecc.

Siamo quasi alla fine della così detta “seconda Repubblica” che francamente sta provocando più danni della prima in quanto la casta è la stessa della prima Repubblica e I teramani purtroppo ancora non riescono a vedere questa struttura operativa, ed ecco allora che come tutti gli italiani stanchi dello sperpero di soldi pubblici si sono rivolti a Striscia la notizia per denunciare ancora una volta l’inefficienza della casta politica.

I disagi e i disservizi che si hanno nella provincia di Teramo sono tantissimi, esempio: l’attesa di un paziente per poter effettuare una visita audiometrica è di circa due mesi, per una visita oculistica bisogna attendere marzo 2010, questa è la situazione di un paese in via di sviluppo gestito da politici incompetenti, affaristi e corrotti e con l’hobby dei tagli per far quadrare i conti di bilancio, oppure si inventano gli scudi spaziali, scusate fiscali, per agevolare sempre i soliti amici.

STRAGI DEL SABATO SERA. I POLITICI PROCLAMANO, GLI ITALIANI AGISCONO.

Il loro scopo è quello di salvare giovani vite e fare prevenzione.
I coniugi di La Spezia da due anni hanno aperto da soli un’associazione dal nome sabato sera ONLUS, offrono un servizio gratuito di accompagnamento a domicilio.
Ecco ancora un caso di altruismo degli italiani dal cuore d’oro e l’egoismo della classe politica dal cuore di pietra, gli italiani dal cuore d’oro e dunque generosi, con piccoli gesti di solidarietà quotidiana, danno lezione di vita ad una classe politica arrogante e affaristica che lancia proclami ma nella concretezza rimane immobile e insensibile alle problematiche come le stragi del sabato sera, loro, i politici, si limitano a promulgare leggi che vertono sempre più verso il proibizionismo e dunque, davanti alle telecamere, lanciano proclami, raccontano che hanno preso provvedimenti importanti e in parlamento emanano leggi che rimangono irrealizzabili a causa dei tagli considerevoli che apportano ogni anno alla voce sicurezza.

Lasciando addirittura le forze dell’ordine sotto organico, senza mezzi e senza benzina. Ecco allora che intervengono i cittadini italiani di buona volontà e si mettono a lavoro trovando anche enormi difficoltà grazie alla burocrazia sempre più complessa nonostante la creazione del Ministero delle Semplificazioni, questi cittadini altruisti, lavorano lontani dai riflettori e dalle telecamere ma non rinunciano ad aiutare il prossimo. Infatti, a La Spezia, moglie e marito volenterosi, aiutati da alcuni volontari offrono un servizio gratuito di accompagnamento a domicilio a chi è vittima dello sballo del sabato sera.
Non sono un servizio taxi e non vogliono nemmeno difendere un’azione come quella del bere.

Il loro compito verte nel salvare giovani vite e fare prevenzione.

I coniugi di La Spezia da due anni hanno aperto da soli un’associazione dal nome sabato sera ONLUS, offrono un servizio gratuito di accompagnamento a domicilio e sono aiutati da altri sette volontari, in Versilia che pullula di locali notturni e discoteche, rispondono alle chiamate di chi non vuole guidare dopo aver alzato eccessivamente il gomito.

Anche nell’estate 2009 come quella precedente, hanno aiutato tantissimi giovani, a partire da giugno, infatti, mettono a disposizione il numero dell’associazione (3209334646), che è disponibile dalle 22.00 alle 3.00 di notte.

Racconta il promotore dell’iniziativa: ho vissuto per tanti anni in Germania e lì la gente, a inizio sera lascia le chiavi della macchina al proprietario del locale.
Così anche in Italia la coppia sta tentando, con grosse difficoltà, soprattutto economiche, di lanciare una novità che è a tutti gli effetti un salvavita tentando nel piccolo di bloccare il problema.

E grazie a qualche meccanico di fiducia sensibile al loro lavoro, hanno a disposizione, due macchine.

In questi anni hanno ricoperto di volantini i locali notturni, hanno girato con i banchetti i supermercati distribuendo il numero di telefono e una brochure che spiega chi sono e cosa fanno.

Gli altri volontari sono arrivati dopo grazie all’instancabile attività di informazione della coppia. Non hanno tardato ad arrivare anche le chiamate, in due anni ne hanno ricevuto oltre trecento.

"È stato faticoso farsi conoscere, spiega la signora, abbiamo dovuto combattere in principio l’indifferenza della gente e poi la vergogna dei ragazzi. Adesso registriamo una media di cinque interventi per notte. Di più purtroppo non possiamo fare, visti i tempi di percorrenza da una città all’altra e le sole due macchine. Ci dispiace tantissimo quando riceviamo telefonate che non possiamo soddisfare le richieste per carenza di persone. Invitiamo comunque i ragazzi a non mettersi alla guida in stato di ebbrezza".

"Noi non abbiamo nessun interesse in quest’attività, afferma uno dei volontari, e possiamo senza dubbio ammettere che ci rimettiamo in tutto: benzina e notti in piedi. Ma sono orgoglioso di far parte di un’associazione di questo tipo: i grazie accurati dei genitori, quando riporto a casa i figli valgono tantissimo, come le chiamate degli stessi ragazzi che il giorno dopo, sempre imbarazzati, ti dicono che non esagereranno più con l’alcol".

Per il futuro l’associazione vorrebbe ampliare il proprio lavoro coinvolgendo un maggior numero di volontari agendo di concerto con le scuole. "L’informazione, conclude il fondatore dell’associazione, è la vera arma a cui il governo, come chiunque altro organo che voglia affrontare il fenomeno delle stragi del sabato sera, dovrebbe puntare. Purtroppo abbiamo sempre tante difficoltà a farci conoscere, per un problema così grave sembra sempre che non ci siano fondi. noi, comunque, tenteremo in ogni modo di andare avanti".

Una iniziativa straordinaria che meriterebbe di essere maggiormente sostenuta, simbolo di generosità e voglia di agire per rendere le stragi del sabato sera sempre meno protagoniste della cronaca.

giovedì 29 ottobre 2009

Iraq, dalla Russia con onore

Sempre più contractors delle repubbliche ex-sovietiche operano in Iraq. "Fieri di non essere come la Blackwater"

I nuovi 'mercenari' in Iraq parlano russo. Con il disimpegno dei soldati occidentali dal Paese mediorientale, l'abbandono dal quale verrà terminato gradualmente entro il 2011, la sicurezza è stata lasciata ai militari e alla polizia iracheni.

Ma il vuoto lasciato dagli eserciti regolari, ancora presenti in zone-chiave come Kirkuk e Tikrit, spesso è riempito dai contractors stranieri. Una delle principali compagnie di sicurezza russe, la Oryol, ha recentemente chiesto al proprio governo maggiori 'libertà' nelle attività di protezione degli interessi russi nel Paese, ovvero un adeguato sostegno legislativo per le loro operazioni all'estero. I contractor russi della Oryol vengono sottoposti a un duro addestramento in patria, affinchè possano affrontare le insidie e le minacce quotidiane, nel pericoloso 'mestiere' di difesa e protezione di ingegneri, tecnici, imprenditori russi. Ma gli uomini della Oryol, a differenza della più famosa e criticata controparte statunitense Blackwater, non sono considerati, dal punto di vista legale, una 'forza di sicurezza privata', bensì semplici 'consulenti'.

"Non abbiamo uno status, né abbiamo diritti - spiega uno degli istruttori del Centro, Oleg Pyrsin - e se qualcuno ci chiede perchè siamo armat, ciò che possiamo rispondere è 'per autodifesa'. Se succede qualcosa, e dobbiamo sparare, non voglio pensare a cosa, o di cosa, ci tocca rispondere dopo". Nonostante i rapporti con ministero degli Esteri e ambasciata nel Paese siano eccellenti - tra i membri della Oryol sono presenti anche ex- funzionari dei servizi segreti russi - la necessità è di fornire un quadro giuridico che consenta di estendere le restrizioni imposte all'uso delle armi. Ma, secondo la compagnia stessa, i limiti entro i quali si è trovata costretta a operare la compagnia di sicurezza, si sono paradossalmente rivelati un fattore positivo, nel rapporto con l'ambiente nel quale si trovano a operare. L'organizzazione ha fatto più affidamento sulla costruzione di relazioni che non sull'uso della forza. Secondo i suoi dirigenti, al Oryol è vista sotto una luce molto migliore rispetto ai colleghi della Blackwater e al loro eccessivo uso della forza, che spesso ha avuto come conseguenza l'uccisione di civili. "Questo è il nostro punto d'onore", ribadisce Pyrsin.

Ma adesso la Oryol chiede al Parlamento russo di sciogliere tali vincoli, regolamentando la loro attività in modo da concedere agli uomini della sicurezza privata più libertà di azione. La Duma, il Parlamento russo, potrebbe esaminare nei prossimi mesi le richieste delle compagnie private, estendendo anche al di fuori della Russia le condizioni che disciplinano le attività di sicurezza di tali soggetti. I contractors russi non sono una presenza nuova in Iraq. Numerosi contractors sono da anni nel 'circuito'. Nel 2005, numerosi ex soldati sovietici lavoravano con la Eryn, compagnia di sicurezza privata britannica. Una vera e propria multinazionale, come ormai ce ne sono tante: il team leader era francese, il mamagement britannico e sud-africano. Gli autisti e gli uomini armati, ovvero gli addetti al lavoro sporco, provenivano dalle ex repubbliche sovietiche. Dove certamente non hanno fatto esperienza di diplomazia o 'costruzione di relazioni amichevoli'.

Indonesia, trecentomila famiglie senza casa

Con l'arrivo della stagione delle piogge si aggravano le condizioni degli sfollati.

E' trascorso poco più di un mese dal terremoto che ha scosso l'Indonesia, facendo almeno 1.117 morti e costringendo un milione e duecentocinquanta mila persone ad abbandonare le proprie case. Ora che si avvicina la stagione delle piogge tropicali sono almeno trecentomila le famiglie sfollate che hanno bisogno di un riparo e di assistenza e che si trovano alle prese con servizi igienici scadenti, ma soprattutto con la cronica difficoltà di reperire cibo e acqua. Nonostante il governo indonesiano abbia dichiarato la fine dell'emergenza, le condizioni della maggior parte della popolazione restano gravi. Peacereporter ha intervistato Emerico Laccetti, comandante del dipartimento operativo della Croce rossa italiana, attualmente a Padang, uno dei centri maggiormente colpiti dal sisma.

Di che cosa si occupa la Croce Rossa nello specifico?
La Croce rossa ha stretto un accordo bilaterale con quella indonesiana per dare un supporto logistico ai volontari locali. La Croce rossa di Giacarta si è subito mossa per portare i primi soccorsi ma i volontari non avevano alcun punto di riferimento e non sapevano nemmeno dove alloggiare. Noi abbiamo aperto due campi, uno a Padang e l'altro a Pariaman, per ospitare i 160 volontari indonesiani e dare loro vitto e alloggio. Sono rimasti soddisfatti, anche se si è registrato qualche difficoltà con i bagni. Gli indonesiani sono molto attaccati alle loro tradizioni e, visto che i loro servizi igienici sono molto diversi dai nostri, faticano ad abituarsi. Stiamo pensando di trasformare i bagni-container in docce e realizzare delle toilette più simili alla loro concezione. Doneremo la nostra struttura alla Croce rossa indonesiana e ora stiamo cercando di insegnare loro ad averne rispetto. Noi tenteremo di apportare tutte le modifiche necessarie, ma a loro noi chiediamo di avere cura, in modo da poterla utilizzare anche in futuro.

C'è un rischio epidemia nel Paese?
Direi proprio di no. C'è una grossa carenza sanitaria, ma non c'è un problema di epidemie. C'è stato qualche caso di malaria, ma nulla di grave E' gente abituata a vivere in condizioni igieniche precarie e ha sviluppato degli anticorpi molto resistenti. Penso ci sarebbe bisogno di investire nella sanità, ma gli indonesiani hanno una mentalità abbastanza chiusa. Accettano gli aiuti materiali, non si fidano però delle persone. Nel mio staff ci sono anche alcuni medici, ma faticano ad essere accettati e ascoltati. L'Indonesia è il Paese delle contraddizioni: lusso sfrenato e povertà estrema convivono in un equilibrio che a noi può sembrare paradossale. Questi contrasti sono emersi con tutta la loro forza anche nell'emergenza generata dal terremoto. Ci sono persone e quartieri che in pochissimo tempo si sono ripresi e per i quali il sisma è solo un ricordo, altri dove regna la miseria più nera.

A che punto è la ricostruzione?
In questo momento di ricostruzione non se ne parla ancora. Si procede alla demolizione delle poche abitazioni rimaste in piedi, ma è un'operazione molto lunga. Qui tendono a costruire le case una accanto all'altra e nel crollo si sono creati come dei piccoli ripari dove le persone si rifugiano a vivere. Piuttosto che stare nelle tende, molte persone preferiscono rimanere in quel che resta della loro abitazione. Bisogna allora convincerle a trasferirsi e procedere poi alla demolizione di queste strutture pericolanti. Ultimamente vediamo in giro anche molte ruspe del governo che raccolgono il ferro. Non ho conferme ufficiali, ma secondo i locali questo materiale viene venduto per finanziare la futura ricostruzione.

Le scuole hanno ripreso la loro attività?
Sì, quasi subito: i bambini vanno a scuola quotidianamente. Tutte le strutture pubbliche, in generale, hanno ripreso a funzionare normalmente e non sono state danneggiate. Sono evidentemente state costruite con un materiale anti-sismico molto resistente. A subire dei danni è stata solo l'unica chiesa cattolica della zona, ma è già stata allestita una struttura alternativa dove celebrare la messa.
Fonte peace reporter

Fiat lux! Anzi no

Per riaccendere la centrale idroelettrica di Kajaki, che dà corrente a tutto il sud dell’Afghanistan, ci sono volute cinque operazioni Nato costate la vita a oltre duemila afgani. Tre giorni fa è tornata in funzione, solo per 48 ore.

Nel Marzo 2007 la Nato lancia nel sud un' azione militare tra le più grandi se non la più grande dal 2001: l' operazione Achilles, guidata da truppe inglesi, ha come obiettivo la liberazione di un distretto nel nord-est della provincia di Helmand, chiamato Kajaki.

A Kajaki esiste una diga che dal 1975 dava elettricità grazie ad una turbina pagata da Usaid. Durante l'attacco del 2001 la diga è stata bombardata dagli americani e quindi addio turbina.
Una seconda turbina cinese è in sede e i lavori per farla funzionare sono in corso praticamente dall'inizio 2007.

A pieno regime la diga dovrebbe avere 3 turbine e garantire un rifornimento di energia di 51 megawatt.

L'obiettivo delle operazioni militari è appunto consentire il controllo della diga per poter poi fare le operazioni di ristoro necessarie al funzionamento.

All'operazione Achilles fanno seguito altre tre operazioni collaterali e anche qui non sto scherzando, dal nome operazione Volcano, operazione Kryptonite e operazione Pickaxe-Handle (manico di ascia) che si conclude nel giugno 2007 con l impressione di aver liberato il territorio dai talebani .

Con questa impressione inizia nell'agosto del 2008 l'operazione Eagle's Summit che prevede il trasporto di questa benedetta terza turbina dall'aeroporto di Kandahar fino alla diga. L'operazione finisce nel Settembre del 2008 e iniziano i lavori per rendere attiva la turbina.

Durante l'operazione Achilles sono morti trentacinque soldati afgani e della coalizione e un numero imprecisato di talebani/civili (più o meno duemila).

Durante l'operazione Eagle's Summit un inglese (incidente di macchina) e circa duecento talebani/civili.

Ma finalmente a Kajaki abbiamo tre turbine! Di cui però solo una funzionante bene.
I lavori proseguono e finalmente qualche tempo fa la turbina nuova parte ma ci si accorge che i cavi per portare la corrente sono vecchi e vanno cambiati.

Si iniziano a cambiare i cavi. Ma i tecnici però vengono rapiti dai talebani che però li liberano dopo poco perché magari fa comodo anche a loro avere la corrente in casa.
Finalmente, dopo tanto penare, tre giorni fa arriva la corrente a Lashkargah! Per la prima volta dopo anni abbiamo corrente, senza interruzioni, per quasi 48 ore!

Ma ieri si è spaccato tutto di nuovo. Insomma, i cavi sono proprio vecchi e sembra che debbano essere cambiati.

Duemila e passa morti dopo e milioni di dollari dopo, se vuoi avere la corrente a Lashkargah te la devi ancora fare a generatore.
Marco Garatti*

* Marco Garatti, chirurgo d'urgenza, lavora con Emergency da dieci anni, molti dei quali passati in Afghanistan. Attualmente è coordinatore medico del Centro chirurgico di Emergency a Kabul.

Gran Bretagna, banche di tutto il mondo investono nelle bombe a grappolo

Venti miliardi di dollari investiti da 138 banche in otto società che producono bombe a grappolo.
Messe al bando appena dieci mesi fa dalla Convenzione di Oslo. La denuncia è di Ikv Pax Christi e Netwerk Vlaanderen, due associazioni non governative appartenenti alla Coalizione contro le cluster bombs.

Nel rapporto presentato oggi a Londra, denominato Worldwide investments in cluster munitions: a shared responsability, le due ong tracciano una precisa mappatura degli istituti finanziari di tutto il mondo in relazione alle bombe a grappolo. Distinguendo le banche virtuose da quelle che finanziano la produzione di queste armi. Nella lista nera sono menzionati istituti di credito affermati come la Hsbc (capofila con circa 650 milioni di dollari di investimenti), la Goldman Sachs, la Merril Lynch, la Deutsche Bank, la JP Morgan, Citigroup, Barclays e Bank of America. L'elenco comprende anche una banca italiana, Intesa Sanpaolo, per i propri rapporti con la statunitense Lockheed Martin, una delle più grandi aziende produttrici di armi al mondo.

Fonte peace reporter

mercoledì 28 ottobre 2009

Influenza suina. Vaccini per i ricchi e sacche per cadaveri ai Nativi del Canada

È difficile misurare in modo accurato l'impatto dell'influenza suina sui popoli indigeni, sia perché le statistiche cambiano in continuazione con la diffusione crescente del virus, sia perché mancano ricerche specifiche tra le popolazioni più a rischio. Tuttavia, analizzando quel che sta accadendo in Australia e Canada, si può constatare il ruolo determinante giocato dal divario di salute esistente tra indigeni e non-indigeni.

Si è fatto un gran parlare della pandemia dell’influenza A/H1N1, Il programma del Governo statunitense da 7 miliardi di dollari, per velocizzare l’entrata sul mercato dei vaccini per gli inizi dell’autunno tante cose per cercare di salvaguardare il portafoglio delle aziende farmaceutiche e forse qualche fortunato occidentale che se si salva dal virus morirà vaccinandosi, il martellamento dei media che dispensa di informazioni utili per evitare il contagio. Ma degli esseri umani che hanno avuto la sventura di essere considerati popolo inferiore cosa hanno pensato di fare i Grandi della terra?

Si deduce che come al solito l’egoismo prevale sull’altruismo e di conseguenza non hanno prodotto nulla anzi come si evince dal rapporto, intitolato “Influenza suina e popoli indigeni” illustra come i popoli indigeni di Canada e Australia siano già stati duramente colpiti dalla pandemia a causa dell’impoverimento delle loro comunità, del sovraffollamento e della mancanza di adeguate misure igieniche.

Tra di loro si registra anche un’incidenza di malattie croniche come diabete, disturbi cardiaci, obesità e alcolismo.

Questo rapporto è stato pubblicato a pochi giorni di distanza dalla consegna di sacche per cadaveri alle comunità delle Prime Nazioni del Manitoba, in Canada, assieme a mascherine e disinfettanti per le mani.

Tra le comunità delle Prime Nazioni della provincia, i casi di influenza suina ammontano già a 130 ogni 100.000 abitanti, di contro ai 24 ogni 100.000 che si registrano tra il resto della popolazione. Nonostante molte famiglie non abbiano accesso all’acqua pulita, il governo del Canada ha tardato a inviare i disinfettanti alle comunità della riserva, in cui è diffuso l’alcolismo, per timore che la gente potesse berli.

“Ho rivolto un appello al popolo del Canada perché lavori con noi per far sì che questo virus mostruoso mieta il minor numero possibile di morti” ha dichiarato il Grande Capo David Harper alla CBC. “Non spediteci sacche per i cadaveri. Aiutateci a organizzarci, mandateci medicine.”

E Armand MacKenzie, della Nazione Innu del Canada orientale ha aggiunto: “Voglio sperare che in Canada, le parole “i più alti standard di salute raggiungibili” stiano a significare qualcosa di più che spedire sacche per cadaveri alle comunità indigene delle Prime Nazioni. Per affrontare la pandemia ci occorre un vero programma, gestito in collaborazione con noi indigeni”.

Il rapporto di Survival solleva anche grande preoccupazione per le sorti delle tribù isolate che non hanno difese immunitarie contro le malattie provenienti dall’esterno; Tra di loro, persino un semplice raffreddore può rivelarsi fatale.

Nell’Amazzonia peruviana, i membri della tribù dei Matsigenka sono già stati colpiti dall’influenza suina, e questo fa temere il diffondersi del contagio tra le tribù incontattate che risiedono nelle vicinanze. Qualsiasi contatto con esterni portatori del virus potrebbe devastare intere comunità.
Stephen Corry, direttore generale di Survival International, ha commentato: “Non sorprende che siano proprio i popoli tribali a essere più gravemente colpiti dall’influenza suina. Anni di colonialismo e di politiche di assimilazione forzata li hanno gettati nell’indigenza e hanno lasciato loro in eredità problemi di salute cronici.
Questo rapporto offre una lucida lettura del problema, ma speriamo possa servire anche come monito per quei governi che per troppo tempo hanno ignorato i bisogni sanitari delle loro popolazioni più vulnerabili”.

“Ci appelliamo anche al senso di responsabilità dei turisti” conclude Francesca Casella, direttrice di Survival Italia. “Alcuni tour operator hanno aperto resort di lusso a pochi metri di distanza dalle terre abitati da alcuni dei popoli più isolati e vulnerabili del mondo, come i Jarawa delle Isole Andamane.
Non esistono precauzioni efficaci contro l’importazione del virus nei loro villaggi. Per scongiurare epidemie devastanti, potenzialmente capaci di provocare la totale estinzione di questi popoli, occorre stargli alla larga.”

Questa è la triste storia dei potenti della terra che girano il mondo millantando di programmare interventi a lungo termine che in realtà nulla muovono e nulla fanno.
Fonte Survival

lunedì 26 ottobre 2009

Quante Eluana Englaro nel Bel Paese?

La famiglia e lo sfortunato ragazzo convinti di vivere in un paese evoluto, vanno tranquilli a scuola materna, pensano: è un posto sicuro come in casa protetto da mamma e papà. Anche quella mattina del 1993, questo ragazzo venne accompagnato a scuola ma siccome il Bel Paese per colpa della politica affaristica, e inefficiente, è ancora un paese in via di sviluppo e dunque, anche la scuola è un pericolo e quella maledetta mattina del 1993 il ragazzo, fu uno dei bambini coinvolti nell’esplosione di una scuola materna circa diciassette anni fa. In quel tragico incidente persero la vita anche due bambini.

Politici fermatevi un momento, provate a respingere i concetti di egoismo e di avidità che vi pervade e concentrarvi concretamente per il bene del paese e dei suoi abitanti, per fare gli interessi della collettività. Non aspettate la prossima legislatura ma iniziate subito.

La vicenda di Eluana Englaro ha alimentato in Italia un ampio dibattito, mediatico prima, politico-istituzionale poi, sui temi legati alle questioni di fine vita.

Una parte dell’opinione pubblica, prevalentemente cattolica, si è dichiarata contraria all’interruzione della nutrizione artificiale, considerata equivalente all’eutanasia. Un’altra parte dell’ opinione pubblica, prevalentemente laica, ma anche in ambienti vicini ad altre professioni religiose, si è dichiarata favorevole al rispetto della ricostruita volontà della diretta interessata pur in assenza di un formale testamento biologico.

La classe politica come al solito ha prodotto solo chiacchiere e per cercare di risolvere il problema propone una legge contraddittoria che si è persa nei labirinti delle Camere.

Ma di Eluana Englaro in Italia ce ne sono ancora e la classe politica oltre che a produrre parole, parole, soltanto che parole, risponde alle esigenze dei bisognosi, dei più deboli e sfortunati con i tagli alla Sanità.

I media che reclamano giustamente la libertà di stampa, dopo il drammatico caso di Eluana Englaro, come la classe politica hanno abbassato il sipario: la spettacolarizzazione del dramma è finito, italiani tornate alla quotidianità. Purtroppo però, la stessa condizione di Eluana, anche più drammatica, la vive un ragazzo diciannovenne di Cicciano, cittadina vesuviana.

I famigliari del ragazzo, convinti di vivere in un paese evoluto, accompagnano sereni il loro piccolo pensando: è un posto sicuro, si sentirà protetto come in casa. Anche quella mattina del 1993, il bambino venne accompagnato a scuola ma siccome il Bel Paese, per colpa della politica affaristica e inefficiente, è ancora un paese in via di sviluppo, anche la scuola può trasformarsi in un luogo molto pericoloso. Quella maledetta mattina del 1993, il ragazzo fu uno dei bambini coinvolti nell’esplosione di una scuola materna, incidente in cui persero la vita anche due bambini.

Il ragazzo, dopo alcuni mesi trascorsi in rianimazione, oggi versa in uno stato vegetativo, il giovane per poter respirare necessita di macchinari sofisticati. La famiglia del giovane, di profonde convinzioni cristiane, ha predisposto nella camera del ragazzo una stanza ospedaliera, si è dotata di tutti i macchinari necessari per i bisogni del ragazzo e siccome siamo in un paese in via di sviluppo e l’energia elettrica, nonostante il suo elevato costo, è soggetta a distacco improvviso, i genitori si sono premuniti anche di generatori per far funzionare sempre i macchinari.

Il caso di Eluana Englaro ha sollevato polemiche anche a Cercola. Infatti, un parente del ragazzo è rimasto profondamente contrariato dall’atteggiamento assunto da alcuni politici locali. Si chiede, come possono questi signori che si autoproclamano uomini delle Istituzioni, schierarsi apertamente per il diritto alla vita. Gli risulta estremamente demagogica ed irrispettosa la loro posizione, visto che per anni la loro famiglia ha chiesto la dovuta attenzione per le esigenze del nipote e i politici hanno sempre fatto finta di non sentire.

Sembra che l’assistenza domiciliare, prevista dalla legge, per i malati in quelle condizioni venga continuamente diminuita, con gravi ripercussioni per la famiglia e il ragazzo.

Gli amministratori comunali hanno spiegato ai famigliari che tutto ciò accade perché ci sono i tagli al bilancio dell’istituto e francamente una famiglia che si sente dare una risposta così terribile da parte dei politici, dimostra che la sensibilità della casta politica in questo paese è diventata una merce rarissima.

Tra le altre cose, questa sfortunata famiglia, sempre grazie alla classe politica inefficiente e alle strutture sanitarie gestite sempre dagli amici degli amici, ha dovuto patire il continuo cambio del personale preposto per l’assistenza con tutte le conseguenze negative che è costretto a subire il giovane.

Come purtroppo sappiamo, la classe politica, quando non è illuminata dalle luci della ribalta, appare diversa e poco disposta a recitare la parte del garante dei diritti fondamentali dell’uomo e in questo caso del malato. Dunque all’interno delle mura domestiche chi vive un dramma può chiedere aiuto e urlare di dolore ma rimane inascoltato dalle Istituzioni

Fonte: qualevita nr.133

sabato 24 ottobre 2009

Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso.

"Mi autosospendo Una debolezza della mia vita privata"
Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso. I suo poteri sono stati delegati al vicepresidente Esterino Montino, che ha escluso una candidatura dell'ormai ex governatore alle prossime elezioni regionali: "Saranno necessarie le primarie". D'accordo anche il segretario del Pd del Lazio, Morassut. Critico il centrodestra. Storace: "L'autosospensione è una buffonata"

Annunciando la sua autosospensione, Marrazzo spiega di aver avviato un percorso che porterà alle dimissioni dalla carica di presidente della Regione.

"Mi autosospendo, questa vicenda è frutto di una mia debolezza della vita privata". Con queste parole Piero Marrazzo lascia la poltrona di presidente della Regione Lazio. Una mossa che arriva dopo lo scandalo dello scandalo a luci rosse che ha coinvolto il Governatore, ricattato con un video da quattro carabinieri per cui il gip che indaga sulla vicenda ha convalidato il fermo. I poteri passano al vicepresidente Esterino Montino che guiderà la giunta.

In una nota il governatore del Lazio afferma:
"Sono consapevole che la situazione ha assunto un rilievo pubblico di tali dimensioni da rendere oggettivamente e soggettivamente inopportuna la mia permanenza alla guida della Regione, anche al fine di evitare nel giudizio dell'opinione pubblica la sovrapposizione tra la valutazione delle vicende personali e quella sull'esperienza politico-amministrativa. Ho quindi deciso di auto-sospendermi immediatamente e a tal fine ho conferito al vicepresidente la delega ad assumere la provvisoria responsabilità di governo e di rappresentanza ai sensi della normativa vigente, rinunciando a ogni indennità e beneficio connessi alla carica. In considerazione degli importanti provvedimenti di governo e legislativi che nell'immediato dovranno essere assunti, in virtù della particolare congiuntura economica e anche in relazione alle funzioni che svolgo in qualità di commissario di Governo, ho deciso di aprire un percorso che porti alle mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione".

Politici. Ridateci la speranza

Alla manifestazione tenutasi a Roma, dei tanti striscioni interessanti e significativi che erano sollevati per testimoniare il disagio in cui vive la stragrande maggioranza degli italiani, sono stato attratto da uno striscione in particolare che è il titolo dell’articolo “Ridateci la Speranza”.

L’uomo vive di speranza, spera di avere un lavoro dignitoso, una casa, la salute, una famiglia e di vivere un vita dignitosa, tutti noi speriamo in quanto la speranza é il sogno di chi é sveglio, o come un vecchio adagio recita: la speranza è l’ultima a morire. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica la speranza è definita come "l'attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio".

La classe politica del bel paese è riuscita ad uccidere la speranza degli italiani e dunque ha rubato agli italiani i sogni.

Alla manifestazione a cui ho partecipato, non ho visto un’avversità contro il governo, ma piuttosto contro la classe politica in generale, perché la speranza non ci è stata scippata in questi ultimi tempi ma ci è stata scippata parecchi anni fa. Il precariato ha ucciso la speranza dei lavoratori ed è difficile pensare come un medico o un insegnante precario possano svolgere in tranquillità il proprio lavoro e trasmettere la speranza agli studenti o agli ammalati. L’’assuefazione e l’abitudine a vivere rassegnati sono più pericolose di qualsiasi altra pandemia, se non ci svegliamo da questo torpore e riprendiamo nelle nostre mani il nostro futuro siamo praticamente fregati.

E queste 150 mila persone che hanno sfilato per le vie della capitale, dimostrano che ci si può svegliare da questo torpore la manifestazione, infatti, ha inteso dare una forte risposta alla valanga di licenziamenti, ai massicci tagli alla scuola pubblica, alla chiusura di tante aziende, all'intera politica economica del governo, a cui non si contrappone alcuna reale opposizione in Parlamento da parte del centrosinistra che sembra succube del Governo. Il sindacato sceso in piazza vuole che il popolarissimo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", diventi finalmente realtà: perché finora la crisi non l'hanno pagata né le banche, nè i gruppi finanziari, né i grandi industriali, né le mafie, palesi e occulte che siano che infestano l'Italia, e nemmeno quella sovrabbondanza di "politici-politicanti" che, in modo bipartisan, nonostante i litigi di facciata, occupa gli apparati di potere e economici del bel paese, distogliendo ingenti risorse a favore dei soliti amici di sempre.

La crisi economica l’hanno pagata e la pagano invece le decine di migliaia di precari espulsi da tutti i settori, gli operai licenziati in massa, i migranti sempre più oppressi e insultati, i salariati e i pensionati con entrate da fame.

Da questo sciopero e dal corteo viene una forte e chiara richiesta alla classe politica di operare concretamente a favore degli italiani che lottano quotidianamente per sopravvivere, bloccare i licenziamenti e gli sfratti, la cancellazione dei tagli nella scuola, per l'assunzione stabile dei precari, gli aumenti di salari e pensioni e un reddito minimo garantito per chi non riesce a trovare lavoro.

venerdì 23 ottobre 2009

La stufa brasiliana che cucina e produce elettricità

Un'impresa brasiliana ha prodotto una stufa a legna, chiamata "Geralux", efficiente per cucinare che allo stesso tempo produce energia elettrica. Uno strumento ideale per milioni di famiglie brasiliane che vivono isolate, magari in Amazzonia, e non raggiunte dalla rete elettrica.

Ma la nuova cucina potrebbe essere utilizzata anche nelle mense scolastiche, fornendo alle aule energia elettrica mentre si prepara il cibo per gli alunni.

La "Geralux" è composta da parti in ferro, alluminio ed altri materiali comuni, e consuma tra il 30 e il 35% della legna necessaria per le cucine tradizionali, distribuisce meglio il calore.

Secondo Ronaldo Sato, direttore di Energer geradores de energias renováveis, l'impresa che produce la stufa, “E' più economica dell'energia solare ed eolica e non è limitata alle ore di sole né alla presenza del vento”.

Il governo dell'Acre, uno Stato amazzonico brasiliano, ha acquistato 91 stufe a 2.500 dollari l'una per sperimentarle in alcune comunità, poi le stufe dovrebbero arrivare a tutte le 20.000 famiglie dell'Acre che vivono in posti isolati.

Ronaldo Sato è un ingegnere meccanico che ha impegnato 7 anni della sua vita per sviluppare questa invenzione e i primi prototipi producono l'energia necessaria a far funzionare 5 lampadine ed un televisore.

L´energia prodotta dalla stufa viene stoccata nello stesso tipo di batterie utilizzate per le auto. Anche una cosa "vecchia" come una cucina a legna può diventare un'innovazione che fa risparmiare energia e migliora la qualità della vita dei più poveri.

giovedì 22 ottobre 2009

Roma. Malata di SLA abbandonata dalle istituzioni.

"Viviamo in una casa popolare di neanche 50 mq, in cinque con mia madre immobile in un letto con la sua bombola di ossigeno vicina al gas della cucina" denuncia la figlia Alessandra, "abbiamo richiesto un nuovo alloggio e un aiuto dai servizi sociali e la risposta è stata di attendere qualche anno... io sono ai limiti del crollo!"

Non è una questione di colore politico, centro-destra e centro-sinistra, hanno un’unica responsabilità, non sono all’altezza di governare il bel paese, anche se con le loro campagne elettorali che non hanno mai una fine, illudono il popolo italiano di appartenere ad un paese all’avanguardia. Nella realtà però, l’Italia è un paese in via di sviluppo e troppo ancora si deve fare per arrivare ad essere un paese all’avanguardia.

I problemi per cui il bel paese è in via di sviluppo, sono sotto gli occhi di tutti: dalla corruzione, al funzionamento della giustizia, ai servizi pubblici, alla scuola che è stata bocciata dall’Ocse. E potremmo continuare all’infinito. Ma parliamo della sanità che non esiste anzi è alla banca rotta. Solo quando tutte queste lacune saranno colmate, l’Italia forse si potrà definire all’avanguardia.
Ma questo divario non si può colmare con questa classe politica che pensa molto alle spartizioni e ai benefici personali più che alle esigenze elementari dei cittadini del bel paese.

I politici del bel paese, davanti alla telecamera, sono tutti caritatevoli e disponibili e fanno finta di interessarsi dei problemi che affliggono gli italiani, ma appena la telecamera si spegne diventano freddi e indifferenti. Fanno qualsiasi proclamo in campagna elettorale e fingono di interessarsi dei problemi degli italiani ma, in realtà, per i politici i problemi degli italiani sono marginali, si preoccupano molto più dei loro interessi, come mandare i figli nelle migliori scuole private, pensare alla loro salute che sicuramente è molto più importante della salute di un Italiano qualunque. I politici, infatti, a nostre spese vanno a curarsi all’estero, mentre la sanità nostrana è funge da gallina dalle uova d’oro, di cui ci si ricorda quando devono collocare i loro fedeli seguaci ai vertici delle Asl o ai vertici delle strutture ospedaliere. I problemi e i drammi di persone gravemente malate e dei loro famigliari l’apprenderanno, forse, dai quotidiani che leggeranno distrattamente mentre vengono scarrozzati per le vie della capitale dalle auto Blu con autista sempre pagati dagli italiani. Allora non resta che chiedere aiuto alle associazioni, infatti, a Roma l’associazione Viva la Vita Onlus denuncia lo stato drammatico di abbandono e di incuria in cui versa una malata di SLA.

Vive in una casa popolare con la figlia Alessandra, il genero e due nipoti minorenni. La casa è talmente piccola che in cucina, l'ambiente più grande, c’è il letto con la bombola di ossigeno vicina ai fornelli del gas. Riesce ancora a parlare ma il suo linguaggio è divenuto incomprensibile e quando anche la parola l'abbandonerà del tutto la sua mente sarà totalmente prigioniera in un corpo immobile.

L'accorato appello della figlia Alessandra: «Sono ai limiti delle forze e prossima al crollo psico-fisico. Oltre alla fisioterapia e ad un accesso al giorno di pochi minuti di un’infermiera non abbiamo nulla.

“È gravissimo che un caso di SLA in fase avanzata non sia seguito da nessun centro ospedaliero qualificato, dichiara Mauro Pichezzi, presidente dell'associazione Viva la Vita Onlus (www.wlavita.org) che riunisce familiari e malati di SLA, ma è ancor più drammatico che la signora sia letteralmente abbandonata a sé stessa.

Il già esiguo Fondo Nazionale per le Politiche Sociali si dimezzerà nel 2011, il Fondo per le non autosufficienze nel 2010 non esisterà più: questa è la risposta del Governo ad un’urgenza che è divenuta una vera e propria emergenza sociale. Se in un contesto come quello italiano - in cui la popolazione invecchia ed i malati cronici critici, come quelli di SLA, vivono più a lungo - non si investe seriamente in politiche socio-assistenziali, lo Stato è reo di abbandono e di morti annunciate”.

“Ci sono tutti gli estremi per configurare un reato di Omissione di Atti d'Ufficio nei confronti di chi sarebbe tenuto alla presa in carico della signora», aggiunge l'avv. Chiara Madia, penalista di Viva la Vita Onlus "e siamo pronti a procedere per le vie legali”.

mercoledì 21 ottobre 2009

Svizzera. Assistenti sessuali per portatori di handicap e in Italia sono ancora discriminati.


È vero che in Italia parlare di sesso per i connazionali più sfortunati, i diversamente abili, è pura utopia. Se la classe politica italiana non prevede ancora l’assistenza elementare o l’abbattimento delle barriere architettoniche, figuriamoci se si azzarda a promulgare una legge che preveda gli assistenti sessuali per i diversamente abili come accade in Svizzera. Ma in Italia purtroppo, accade che la classe politica promulga leggi proibizionistiche per non suscitare l’ira della Chiesa che, sebbene abbia il diritto di esprimere la sua opinione, non dovrebbe assolutamente influenzare le scelte politiche del Governo.

In Italia per mezzo milione di persone con disabilità grave la vita è dura: la maggior parte rimane ancora poco integrata e con scarsa prospettiva occupazionale. C’è un dato però molto significativo: quello della loro sempre più massiccia presenza a scuola. Tanto che in un decennio, dall'anno scolastico 1997/98 al 2006/2007 siamo passati da 113mila iscritti a ben 174mila. Pari ad un incremento superiore al 50%.

In una realtà in cui il concetto di integrazione della persona disabile si concretizza ancora spesso in manifestazioni di emarginazione fisica e psicologica o in una noiosa e sterile retorica, molto sentita appare l'esigenza di affrontare in modo chiaro e aperto un argomento come quello della sessualità.

Una signora conosciuta questa estate, di cui vi ho dato conto su agoravox , mi ha inviato la seguente lettera che pubblico con grande affetto per esserle vicino e per cercare di sensibilizzare la classe politica affeccendata per altre questioni che non riusciamo a comprendere.

“Sapete cosa si sente dire più spesso da un insegnante la madre di un ragazzo disabile, e per giunta in età adolescenziale?

"Signora, suo figlio ha dei problemi!". E quella madre nel suo cuore sorride, si, di un sorriso ironico e pensa: "Davvero? Chissà come mai non me ne sono mai accorta..."

Quella madre lo sa benissimo che problemi ha suo figlio, è dalla sua nascita che, giorno dopo giorno, lo ha visto crescere osservando con occhi attenti e angosciati ogni più piccolo segno che le faceva capire che quel suo bambino aveva qualcosa di diverso. Lei non ha mai avuto bisogno di conferme, lei ha sempre saputo che lui sarebbe cresciuto diversamente dagli altri; la medicina e i dottori le sarebbero solo serviti per sapere dalle diagnosi cosa era intervenuto,nel corpo di quel bambino, ad impedirne la normale crescita e sviluppo cognitivo.

Chilometri di referti, pareri, consulenze specialistiche riempiono i suoi cassetti, ma nessuna risposta riuscirà mai ad acquietare la sua angoscia, né i suoi sensi di colpa.

Intanto la sua vita avanza di pari passo con quella del figlio, una vita di abnegazione assoluta per aiutarlo a superare tutte le difficoltà, per gioire del più piccolo progresso, per lottare contro la paralisi e per i diritti che dovrebbero essergli riconosciuti.

Ogni battaglia vinta vede la madre e il figlio camminare insieme e sorridere insieme, ma la guerra non sarà mai finita...

Poi lui cresce, e lei piano piano lo vede cambiare, quel suo bambino non ha più la sua bella vocina che le ha sempre sciolto il cuore, ma ora ha una voce da uomo e anche il suo corpo si trasforma: la prima peluria, poi il pube, il torace e le spalle... eccolo diventato un uomo e tutto cambia.

Il suo ragazzo ora frequenta il liceo, non le si avvicina più come prima, ora sta spesso nella sua stanza solo e preso da silenzi che le danno i brividi. Torna da scuola sempre più nervoso, non racconta mai nulla e spesso è colto da crisi d'ira incontrollabili che riversa su di lei... sta chiedendo aiuto e lei è impotente e disperata.

Quel suo ragazzo sta vivendo come gli altri suoi coetanei la scoperta della sessualità, ma lui non si sente diverso, è diverso.

Non sa cosa fare, si avvicina a lei ora, quasi a cercarla, con carezze non più da bambino... ma lei sa che non può fare anche questo per lui.

Non basta il padre, non basta la psicologia, nulla sembra possa aiutarlo... si prova a lasciarlo fra gli altri ragazzi come è sempre stato, fin dai tempi più antichi. Ma un giorno torna a casa più nervoso del solito, non parla più, e se sollecitato pronuncia parole oscene e fa gesti altrettanto osceni.

La speranza le fa credere che alla fine lo abbiano fatto partecipe delle loro esperienze, che gli abbiano parlato di certe cose e che insieme gli abbiano fatto capire o dato risposte.

Allora lei prova con delicatezza e finta disinvoltura a chiedergli se lui sa di cosa stia parlando e cosa stia facendo, e lui con un candore impressionante e che le fa provare brividi lungo la schiena le risponde quell'inatteso e agghiacciante: "No".
"Mamma, mi dicono loro di dire e fare così e poi ridono, ridono, ridono..."

Le si blocca il respiro e finalmente capisce che è accaduto ciò di cui aveva sempre avuto paura: il suo ragazzo era stato preso di mira come giullare dal branco, quel ragazzo diverso, così semplice, ingenuo e sicuramente anche un po' tonto... doveva per forza essere così, sta su una sedia a rotelle... come resistere alla tentazione dello scherno collettivo?

E lei che si sentiva male ogni volta che vedeva simili episodi accadere e trasmessi da Striscia la notizia, lei ora è impietrita, non sa cosa fare, riesce a sorridere e a parlare con suo figlio tranquillizzandolo, ma lacrime amare le stanno scorrendo nel cuore.

Decide in intervenire immediatamente, intende chiedere aiuto alla scuola, chiede un incontro con il Preside, con gli insegnanti e chiede anche un colloquio con gli studenti.

Lei vuole parlare a loro di suo figlio, renderli consapevoli della sua malattia e delle sue esigenze, e della sua normalità nella disabilità, perché sa che solo abbattendo le barriere dell'ignoranza su questo argomento tabù si può riuscire ad avvicinarsi a questa realtà senza alcuna paura.

Voi pensate che sia riuscita nel suo intento? Certamente no... le è stata negata questa possibilità, ritenendo più opportuno applicare un intervento disciplinare punitivo, che lei non si auspicava, per risolvere il problema.

Risultati inevitabili? Allontanamento dei compagni dal ragazzo, la maniera più semplice per evitare problemi.

Danno su danno, il ragazzo ora non capisce cosa succede, è tornato ad essere solo, nessuno si siede vicino al suo banco e un'umiliante condiscendenza gli viene propinata dagli insegnanti.
Ma la situazione per la scuola ora è tranquilla e quindi la madre deve restare dietro le quinte, il suo ragazzo è sempre più nervoso e solo ed ora anche infelice, ogni suo gesto o parola è sintomo di sofferenza.

Passa qualche tempo ed un giorno torna col sorriso, non aveva mai sorriso così e a lei il cuore fa le capriole. Gli chiede ansiosa cosa sia successo e lui: "Mamma, ho conosciuto una ragazza bellissima! Mi sono innamorato di lei e voglio che sia la mia ragazza."
Lei cerca immediatamente di sapere, ma impiega pochi minuti a capire... una ragazza, certamente gentile e sensibile, fra le altre lo ha notato, si è avvicinata a lui e lo ha salutato sorridendogli.

Lui sembra aver ritrovato la gioia di andare a scuola solo per vederla, per ricevere quel sorriso, un bacio e un'insperata carezza. Ma nessun sintomo di infatuazione in lei, solo una spontanea tenerezza perché le dispiace dare una delusione a quel ragazzo già così sfortunato e allora continua la dolce finzione per assecondarlo”.

Leggendo questa lettera, si riesce a capire la drammatica solitudine che si trovano a vivere le famiglie ed in modo particolare le mamme che hanno ragazzi diversamente abili.
La classe politica italiana cosa pensa di fare di concreto oltre ai soliti proclami vuoti di contenuti e ai tagli alla sanità e per gli insegnanti di sostegno?

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ha realizzato una pubblicazione con il contributo della Commissione europea, in occasione dell’anno europeo delle pari opportunità per tutti.

Questa pubblicazione e le leggi vigenti vengono disattese dalla classe politica come dimostra il seguente video.

L'immagine è stata reperita all'indirizzo www.tafter.it/.../diversamente-abili-al-museo/

lunedì 12 ottobre 2009

Sorpresi dal satellite. bulldozer devastano la terra delle tribù incontattate

Grazie al satellite, sono stati fotografati dei bulldozer avanzare le territorio di una tribù isolata, in uno degli angoli più remoti del sud America.

L’ingresso dei bulldozer nella terra della tribù è assolutamente illegale da quando il governo ha sospeso alla compagnia la sua licenza per operare nell’area.

Cosa concepiscono i vari G8 inutili organizzati per il mondo?

Praticamente nulla, solo spreco di denaro pubblico e passerelle per il mondo visto che non sono in grado nemmeno di promulgare una legge internazionale per tutelare le tribù incontattate, lasciandoli in balia di compagnie senza scrupoli. Infatti, L'allarme arriva da survival international, l'organizzazione mondiale che sostiene i popoli tribali di ogni continente attraverso campagne di mobilitazione dell'opinione pubblica.

Le ruspe sono state assoldate dalla compagnia brasiliana Yaguarete Pora S.A. per ripulire il territorio e far posto agli allevamenti di bestiame. L'ingresso dei bulldozer nella terra della tribù è assolutamente illegale da quando il governo ha sospeso alla compagnia la licenza.

Gli Ayoreo-Totobiegosode sono la sola tribù incontattata rimasta in Sud America, al di fuori dell’Amazzonia. Migliaia di ettari della loro terra, in un’area chiamata Chaco, nel Paraguay settentrionale, sono stati distrutti lo scorso anno dalla Yaguarete e da un’altra compagnia, la River Plate SA.

Le tribù isolate sono estremamente vulnerabili a qualunque tipo di contatto per la mancanza di difese immunitarie nei confronti di malattie provenienti dall’esterno. In un rapporto urgente inviato lo scorso anno alle Nazioni Unite,Survival descrive la minaccia che grava sui Totobiegosode come “la più seria per i popoli tribali di tutto il mondo”.

“I bulldozer devono essere fermati e allontanati subito dal territorio dei Totobiegosode”, ha dichiarato oggi il direttore generale di Survival International Stephen Corry. “Quale governo potrebbe rimanere inerme di fronte a tanto sprezzo delle leggi?”

Survival sostiene le battaglie degli Ayoreo Totobiegosode sin dagli anni ’70, quando il gruppo fondamentalista americano New Tribe Mission effettuò pericolosi tentativi di contattare e convertire a forza la tribù.

Tuttavia, gli Ayoreo rimarranno vulnerabili fino a quando i loro diritti alla terra non saranno stati riconosciuti. Con il sostegno di Survival, gli Ayoreo già contattati hanno avviato un procedimento legale a favore dei loro parenti isolati, perché possano vedersi riconoscere i diritti sulle terre occupate.

Survival sta inoltre esercitando pressioni sul governo del Paraguay affinché rispetti la costituzione e la legge internazionale, riconoscendo i diritti degli Ayoreo alla proprietà della terra.

Se volete contribuire ad aiutare questa organizzazione e saperne di più collegatevi

Raccomandazioni. Per la Cassazione possono costituire concussione

Fare pressione presso qualcuno, magari sfruttando la propria autorevolezza, per indurre all’assunzione di persone segnalate può costituire concussione. Lo mette in risalto la sesta sezione penale della Cassazione con la sentenza 38617/2009.

Ad accendere la luce rossa contro la pratica di fare pressione presso qualcuno, magari sfruttando la propria autorevolezza, per indurre all'assunzione di persone segnalate può costituire concussione. Per i giudici della sesta sezione penale della Cassazione sentenza 38617 “ciò che è necessario per la configurabilità del reato di concussione è che il comportamento abusivo abbia idoneità intimidatoria tale da determinare nel soggetto passivo uno stato di soggezione”.

Questi sono i motivi per cui la Suprema Corte ha annullato l'assoluzione nei confronti di un presidente del Consiglio comunale di Afragola, che fra 1998 e 99, ''aveva esercitato ripetute pressioni sui responsabili di un ipermercato di prossima apertura perché procedessero all’assunzione di 250 persone nominativamente segnalate, prospettando implicitamente, in caso contrario, la frapposizione di ostacoli all'avvio operativo della struttura commerciale''.

L'allora presidente del Consiglio comunale campano era stato condannato dal Tribunale di Napoli, nel dicembre 2004, a due anni di reclusione, pena condizionalmente sospesa, per tentativo continuato di concussione. Assolto invece dalla Corte d'Appello di Napoli, nel gennaio 2007 sulla base del fatto che il politico locale “nell’esercitare pressioni sui vertici della società commerciale per tentare di imporre l'assunzione di propri raccomandati si avvalse della sua autorevolezza politica e non della carica pubblica rivestita alla quale era estraneo qualsiasi potere idoneo ad essere strumentalizzato per creare ostacoli all'avvio dell'ipermercato”.

Il Palazzaccio ha accolto il ricorso della Procura ritenendo che l'assoluzione accordata al amministratore in appello deriva da una ''conclusione meramente assertiva che non fa buon governo della legge penale''.

Infatti, osservano i Supremi giudici, “non può essere sottovalutata la circostanza, regolarmente contestata, che l'imputato si avvalse certamente nell'imporre l'assunzione di propri protetti ai responsabili della società commerciale, del ruolo ricoperto in seno al Comune che era l’Ente competente a interloquire con la società e ad autorizzare l'apertura dell'ipermercato”.

In sostanza, i Supremi giudici ribadiscono che “per la configurabilità del reato di concussione è necessario che il comportamento abusivo abbia idoneità intimidatoria tale da determinare nel soggetto passivo uno stato di soggezione”'.

Da qui la disposizione di un nuovo giudizio presso la Corte d'Appello di Napoli.

Una sentenza, dunque, importante non tanto per aver messo in luce fenomeni conosciuti e diffusi nel Bel Paese, ma per averli perseguiti e, una volta tanto, puniti.

Lo scambio dei voti con la promessa di un posto di lavoro rappresenta, infatti, il modo di fare campagna elettorale di gran parte dei nostri politici.

Questo sistema di agire è la prima causa dell’assenza della meritocrazia, problema che affligge l’Italia e che impedisce a molti meritevoli di emergere.

La realtà che viene fuori da questa sentenza è esattamente quello che accade su larga scala nel Bel Paese, un sistema malato dove trovano campo fertile le associazioni mafiose. Se non si sconfigge questa mentalità, difficilmente potrà cambiare l’Italia. I primi giorni del mese di ottobre, dunque, la Giustizia tanto criticata dalla Classe politica, ha ristabilito la legalità.

domenica 11 ottobre 2009

Periferia della Capitale. Stretta nella morsa del degrado e dell’ insicurezza

Sicurezza e degrado. Molto è stato detto, ma poco è stato fatto. La classe politica per appagare il malcontento degli Italiani, durante le campagne elettorali, incentrarono la loro attenzione sugli immigrati praticamente gli ultimi degli ultimi i disperati, nascondendo i veri problemi che affliggono gli Italiani, come la casa argomento accantonato da circa venti anni dalla classe politica italiana, l’ invivibilità delle grandi città e in modo particolare nelle periferie, a circa un anno e mezzo dell’insediamento della nuova giunta capitolina cosa è Cambiato?

Secondo una indagine condotta a Roma dall’Osservatorio nazionale permanente sulla sicurezza in collaborazione con Comune e Municipi, in periferia nulla è cambiato anzi i problemi sono aumentati.

Dopo i tragici fatti del 30 ottobre 2007 occorsi nella zona di Tor di Quinto, a Roma, i politici, che iniziavano la competizione elettorale, come per incanto si trasformarono in sceriffi e paladini della sicurezza, con la partecipazione dei media che in quel periodo ogni giorno sbattevano in prima pagina il mostro, straniero, di turno iniziando il martellamento sull’insicurezza.

Dopo le elezioni politiche e amministrative e la spartizione dei poteri, come per incanto, ad ascoltare media e politici, le città sono tornate sicure pulite e tutto funziona.
Ma L’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale permanente sulla sicurezza in collaborazione con Comune e Municipi, dimostra che: i servizi e la sicurezza in periferia sono identici a prima della campagna elettorale. Il test, ha così verificato i servizi nei quartieri capitolini, la medaglia d’oro è andata al II Municipio che comprende il quartiere Parioli e il non qualificato è stato l’VIII Municipio, per intenderci il quartiere dormitorio che ultimamente è passato alla ribalta della cronaca nera: Tor Bella Monaca. Dai questionari proposti ai cittadini nei 20 Municipi emerge che il maggior gradimento per i servizi erogati si registra ai Parioli dove il 57% degli abitanti reputa la gestione positiva. Al secondo posto si classifica l’ XI Municipio, Garbatella, Ardeatino con il 55% dei pareri positivi e al terzo posto il I Municipio “Centro Storico” con il 46% di pareri Favorevoli.

Situazione opposta nei Municipi periferici dove le percentuali di gradimento non superano mai il 25%, con il quartiere le Torri, attestandosi al valore minimo del 10%.

Qui, come in gran parte dell’ hinterland, le principali cause dei disservizi sono individuate dai cittadini, dal bisogno della casa al degrado: ai marciapiedi sporchi ai cattivi odori per scarso servizio di raccolta rifiuti, alle strade dissestate, alla mobilità, alle poche forze dell’ordine dislocate sul territorio. Alla domanda cosa non vi fa sentire sicuri, il 75% degli intervistati ha risposto il traffico intenso e caotico, il 45% poca polizia, il 30% la scarsa illuminazione.

Invece per il Primo cittadino, che appare ottimista in quanto non vive nei quartieri dormitorio, ha riferito che “Questi dati sono assolutamente positivi e smentiscono il clima cupo che l’opposizione tentava di dipingere. C’è stato un calo dei reati del 30%”.

Le forze dell’ordine nella capitale sono aumentate?
La poca serenità dei cittadini è dovuta anche alla mancanza di agenti nei quartieri, specialmente in quelli periferici. Secondo la Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap), nella capitale, sono circa duecento le auto in riparazione e quelle disponibili hanno in media una percorrenza che va dai 100 ai 150mila chilometri.
Una pianta organica di 3.600 agenti nella Capitale, ma ben 1.500 mancano all’appello e le assunzioni sono bloccate da quasi dieci anni. Il poliziotto di quartiere, poi, resta un’utopia.
Soltanto il dieci per cento dei 33 commissariati della Capitale riesce a garantire la copertura del servizio.

sabato 10 ottobre 2009

Bonanni. È sbagliata l’idea che la precarietà e l’insicurezza dipendano dall’immigrazione.

È iniziata con l’Inno d’Italia la manifestazione in Piazza Navona per ricordare le vittime innocenti di Messina, morte a causa dell’inondazione, promossa dalla Cisl, dal Siulp (il sindacato più rappresentativo delle forze di polizia) e l'Anolf (l’Associazione nazionale oltre le frontiere).E’ stata una bellissima manifestazione, all’insegna dell’integrazione e del rispetto, nella Piazza gremita, infatti, si sono ritrovati immigrati, forze dell’ordine, pensionati e cittadini, senza inutili passerelle e strumentalizzazioni da parte dei politici.

il segretario della Cisl Raffaele Bonanni durante il suo intervento ha ribadito che : ''Le forze dell'ordine e gli immigrati non sono nemici, ma protagonisti dello stesso vivere civile con uguali diritti e doveri. Spetta allo Stato garantire la prevenzione del crimine e non alle ronde che sono solo un espediente pericoloso e barbaro''.

''Per la prima volta nella storia del nostro paese, ha aggiunto, immigrati e poliziotti manifestano insieme per chiedere più sicurezza, ma nel rispetto dell'integrazione e dei diritti di accoglienza, nell'intento di unire il paese nella solidarietà e nella responsabilità''. ''La piazza è piena è una risposta straordinaria ed è una piazza particolare, perché è solo ed esclusivamente sindacale''.

Ha tenuto a precisare il Segretario generale. ''Non ci sono i partiti ma solo i lavoratori liberamente organizzati e di questo siamo orgogliosi e proprio da questo punto di vista chiediamo la riapertura della vicenda sull'immigrazione nel nostro Paese perché non siamo affatto d'accordo col governo, ha sottolineato Bonanni, con l'introduzione del reato di presenza irregolare e respingiamo questo con tutte le nostre forze. Né condividiamo le ronde, la Cisl è stata la prima organizzazione a sbugiardare questo tentativo maldestro e nella nostra opposizione a questa legge abbiamo l'appoggio di polizia, carabinieri e guardia di Finanza. Vogliamo una discussione pacata e seria non vogliamo strumentalizzare nulla ci interessa, solo difendere i diritti di questo Paese e i diritti di milioni di persone che fanno il loro dovere con fatica e per di più con la crisi”.

“È infatti del tutto sbagliata l'idea che la precarietà e l'insicurezza dipendano dall'immigrazione”, ha detto Bonanni aggiungendo che ''questa è la tesi che soffia sul fuoco scellerato di questa menzogna''. In questo modo, ha proseguito Bonanni, ''l’Italia scivola ai margini della civiltà europea''.
Il Segretario generale della Cisl ha poi lanciato un appello affinché si finisca col clima di rissa e di veleni che si respira nel paese. ''È arrivato il momento di occuparsi del sociale della coesione sociale'' e ha quindi chiesto per gli immigrati gli stessi diritti degli italiani. Che venga data ''la cittadinanza italiana a tutti gli stranieri che nascono e crescono in Italia, regolarizzare tutti gli immigrati che vivono nel sommerso e concedere a tutti gli immigrati che risiedono regolarmente in Italia la possibilità di partecipare alle elezioni amministrative, come prevede uno dei punti della convenzione di Strasburgo del 1992 che l'Italia non ha ratificato'', ha detto, concludendo che ''un immigrato che paga le tasse in Italia è più italiano di un italiano che non le paga''.

venerdì 9 ottobre 2009

Di Pietro difende la Costituzione, e ha firmato per abolirla

Non è uno scherzo, al contrario, è la misura della colossale farsa cui voi, sì proprio voi, continuate a sottoporvi. Di Pietro, e il suo codazzo dei soliti noti, si riempie la bocca ogni santo giorno di proclami disperati in difesa della Costituzione italiana, della quale il 23 e il 31 luglio del 2008 lui e i suoi senatori e deputati hanno firmato l'abolizione. Avete capito bene: Di Pietro ha firmato l'abolizione della Costituzione italiana. In quelle date un'Italia politica di ignoranti e/o in malafede, IDV compresa, ha ratificato il Trattato di Lisbona (depositato poi l'8 agosto), che di fatto cancella per sempre la nostra Costituzione del 1948. E hanno pure applaudito gli IDV, in una standing ovation a braccetto con gli odiati berluscones. Da Repubblica del 31 luglio 2008: "Un lungo applauso bipartisan ha accompagnato il sì della Camera che, come il Senato, ha approvato all'unanimità il Trattato."

Come ho spiegato nei dettagli qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139, il Trattato di Lisbona ha creato un nuovo super Stato d'Europa di cui siamo tutti cittadini, che ha un governo non eletto più potente di qualsiasi governo europeo e le cui regole sono più potenti di qualsiasi legge europea, e il tutto di nascosto dagli elettori, in un vero e proprio colpo di Stato continentale. Il Trattato, infine, è a tutti gli effetti una Costituzione d'Europa più potente di qualsiasi Costituzione nazionale. Anche della nostra, ovviamente. Ripeto: la Costituzione italiana è stata di fatto abolita dal Trattato di Lisbona, poiché quest'ultimo comanda a noi italiani, e a tutti gli europei, una maggiore obbedienza. In caso di conflitto fra le regole della prima e quelle del secondo, vince sempre il secondo. Ma le regole costituzionali del Trattato di Lisbona sono anch'esse state scritte in segreto da burocrati che nessuno di noi ha mai eletto né mai eleggerà. Capito bene? Ok, ora: Antonio di Pietro ha firmato entusiasticamente questo colpo di Stato che ammanetta tutta la nostra Costituzione, non solo alcuni articoli, i Padri Costituenti italiani si sono rivoltati nella tomba. Altro che Lodo Alfano.

I casi sono due: o Tonino è ignorante come una scarpa e firma fogli di carta esattamente come i contadini medievali firmavano ignari le loro condanne a una vita di stenti, oppure è in malafede. In entrambi i casi, che quell'uomo sia il vostro faro, ovvero "l'unica opposizione in Italia" (Travaglio) è disperante. Ma mai quanto il fatto che voi ci state cascando, altrettanto entusiasticamente.

Paolo Barnard
Fonte: http://www.paolobarnard.info/

Cristina Del Basso e Montalcini.Controindicazioni dei reality show Italiani.

Per Cristina Del Basso, il premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini sarebbe già defunta.
L’ appariscente soubrette ha dichiarato questa sua idea nel corso della registrazione del programma di Italia 1 “Chiambretti Night”.


Queste gaffe sono la conseguenza dei reality show Italiani che preferiscono le forme alla cultura, il declino del patrimonio di conoscenze è talmente evidente che nella trasmissione di Chiambretti Night la Del Basso ha dichiarato che il premio nobel della medicina Rita Levi Montalcini sarebbe già passata a miglior vita.

Piero Chiambretti ha parlato a Cristina di una speciale classifica dei personaggi più cercati su internet, dove la Del Basso si trova in seconda posizione, appunto dopo il premio Nobel Rita Levi Montalcini. Chiambretti ha quindi chiesto alla sensuale Cristina di esprimere il suo pensiero in merito a questo risultato.

Ci permettiamo di ricordare alla Del Basso che: Rita Levi Montalcini, è Premio Nobel della Medicina dal 1986, nel 1990, l’Università di Urbino le conferisce la laurea honoris causa in scienze biologiche, il 18 settembre 2001, l’Università di Bologna le conferisce la laurea honoris causa in medicina veterinaria, il 17 dicembre 2002, l’Università di Ferrara le conferisce la laurea honoris causa in farmacia, il 19 giugno 2004, l’Università degli Studi del Sannio le conferisce la laurea honoris causa in economia e commercio, il 4 ottobre 2006, l’Università di Perugia le conferisce la laurea honoris causa in comunicazione multimediale, il 27 ottobre 2006, il Politecnico di Torino le conferisce la laurea honoris causa in ingegneria biomedica, il 22 gennaio 2008, l’Università degli Studi di Milano Bicocca le conferisce la laurea specialistica honoris causa in biotecnologie industriali, il 23 febbraio 2008, nell’aula magna dell’Università di Padova, ha ricevuto il Premio Luigi Coppola – Città di Gallipoli (premio per la ricerca) ed il sigillo della città di Padova, il 23 ottobre 2008, l’Università Complutense di Madrid le conferisce la laurea honoris causa, il 5 dicembre 2008, a Roma, presso Villa Medici, le è stata assegnata la prima medaglia d’onore dell’Accademia di Francia dal direttore dell’Accademia di Francia a Roma, il comune di Roma le ha conferito la cittadinanza onoraria e per concludere dal 2001 è Senatrice a vita

giovedì 8 ottobre 2009

Italia. Tre milioni di persone soffrono la fame e il 10% della spesa finisce nel secchio.

Tre milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà alimentare. Un milione e mezzo di famiglie, ovvero il 4,4% di quelle residenti in Italia, spende per cibo e bevande un cifra inferiore a 222,29 euro. Il dato impressionante emerge dalla ricerca presentata al Campidoglio e realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà insieme alle università Cattolica e Milano Bicocca.
La Coldiretti sottolinea che "nel bidone finisce una quantità di cibo sufficiente a sfamare più del doppio delle persone in indigenza alimentare".

Secondo la ricerca, una famiglia di due persone viene considerata povera se ha una spesa per cibo e bevande, in un mese, inferiore ai 222,29 euro. Questo importo (che serve ad acquistare beni primari come pane, pasta e carne) costituisce il limite minimo individuato su base nazionale, ma subisce delle oscillazioni se si considerano le diverse aree geografiche della Penisola. Per tenere conto del differente costo della vita, la ricerca ha infatti individuato diversi indici a livello regionale: così le soglie di povertà variano a Nord tra i 233-252 euro, al centro tra i 207-233 euro e nel Mezzogiorno tra i 196-207 euro.

L’analisi, che si basa sui dati della Rete della Fondazione Banco Alimentare (una onlus che offre assistenza alimentare in tutta la Penisola), sostiene che questi sono meridionali, disoccupati, con un titolo di studio basso e una famiglia numerosa.

La causa principale di indigenza (60% dei casi) è la perdita del lavoro.
L’incidenza della povertà alimentare è infatti particolarmente alta tra i disoccupati (12,4%) e assai minore tra chi ha un posto di lavoro (3,4 per cento).

Dallo studio emerge che a impoverire gli italiani, infatti, è proprio la famiglia, che più è numerosa e più si ritrova a fare economia a tavola: il 10,3% delle coppie con tre o più figli vivono sotto la soglia di povertà alimentare. Mentre sono i single a poter spendere di più per mangiare e bere: solo l’1,7 % vive con meno di 222 euro al mese per nutrirsi. E sta nella media nazionale (4,5%) l’anziano che vive solo.

Altro fattore influente, è il titolo di studio: il 6,7% delle famiglie che ne sono prive è indigente mentre si difende bene dalla povertà chi ha la laurea, solo 1,6% è sotto la soglia minima. Il rapporto, infine, stila quella che si può definire la dieta dei poveri.

L’analisi, che rielabora i dati Istat del 2007, conferma il divario tra Nord e Sud: nelle Isole oltre il 10% della popolazione fa fatica a trovare i soldi per mangiare e bere; mentre in Toscana, Liguria, Veneto e Trentino Alto Adige "soffre la fame" una percentuale molto più bassa di persone, meno del 3%.

Il rapporto individua infine quella che si può definire la dieta dei poveri. Lo scontrino mensile non prevede più di 28 euro di pane e cereali, 35 di carne e salumi, 14 di frutta, 10 di pesce, 14 di frutta e 9 di bevande.

Fame assurda afferma Coldiretti, Con il 10 per cento della spesa alimentare degli italiani che finisce nella spazzatura è insopportabile che il 4,4 per cento delle famiglie residenti in Italia, per un totale di tre milioni di persone, viva sotto la soglia di povertà alimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nel bidone finisce una quantità di cibo sufficiente a sfamare più del doppio delle persone in indigenza alimentare, in riferimento alla ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà insieme alle Università Cattolica e Milano Bicocca.

Ad essere gettati nel bidone, per un valore di 560 euro all’anno per famiglia, ci sono sopratutto, sottolinea la Coldiretti, gli avanzi quotidiani della tavola, ma anche prodotti scaduti o andati a male come frutta, verdura, pane, pasta, latticini e gli affettati che si classificano tra i prodotti più a rischio. Tra i più spreconi ci sono i single per la necessità di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati, ma anche precisa la Coldiretti per uno stile di vita che li porta spesso a mangiare fuori casa.

Oltre agli sprechi pesano anche - continua la Coldiretti - le distorsioni presenti sui mercati che rendono indisponibili al consumo prodotti alimentari al giusto prezzo nonostante i crolli che si sono verificati nelle quotazioni riconosciuti in campagna. I prezzi al consumo dei prodotti alimentari - denuncia la Coldiretti - sono aumentati quattro volte il valore medio dell’inflazione mentre per gli agricoltori nell’ultimo anno si sono verificati cali del 71 per cento per le carote, del 53 per cento per le pesche, del 30 per cento per grano e latte fino al 19 per cento per l’uva, secondo le rilevazioni Ismea ad agosto.

Pochi centesimi nei campi diventano euro al consumo con il risultato che è stato quindi un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale, denuncia la Coldiretti, i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Gli italiani spendono 205 miliardi all’anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario, conclude la Coldiretti, interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.

mercoledì 7 ottobre 2009

La Giustizia Trionfa. Incostituzionale il lodo Alfano

I quindici Giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittimo il lodo Alfano, la decisione è stata presa a maggioranza: 9 a favore, 6 contrari. La Consulta ha bocciato il lodo per violazione dell'art.138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il lodo è stato bocciato anche per violazione dell'art.3 (principio di uguaglianza).

La Corte Costituzionale ha dichiarato a maggioranza incostituzionale il Lodo Alfano per violazione degli articoli 3 (il principio di eguaglianza) e 138 della Costituzione: si doveva far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria.
Di seguito il comunicato della Corte Costituzionale in merito alla sentenza sul ''Lodo Alfano''.

''La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma''.

La legge prevedeva la sospensione dei processi penali per il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei deputati e il Presidente del Consiglio dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione. La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione.

Il 18 giugno del 2003 la Camera approva definitivamente la legge n. 140, nella quale si stabilisce fra l'altro l'improcedibilità nei confronti delle prime cinque cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidenti di Senato e Camera, Presidente del Consiglio e Presidente della Corte Costituzionale). La legge trattava dell'immunità dei parlamentari ma comprendeva all'art. 1 un'immunità particolare, uno “scudo” per le alte cariche: niente processi penali e sospensione di quelli eventualmente in corso per le massime magistrature del nostro Stato, per tutta la durata del loro mandato. La conseguenza di questa legge fu che il Tribunale di Milano, davanti al quale si stava celebrando il processo Sme che vedeva coinvolto, tra gli altri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sollevò presso la Consulta la questione di legittimità costituzionale.

La Corte Costituzionale, nel gennaio 2004, dopo tre giorni di camera di consiglio emise la sua sentenza dichiarando l’illegittimità costituzionale dell'art.1 della legge Schifani. L'Alta Corte sostenne, fra l'altro, come il lodo prevedesse una sospensione del processo ''generale, automatica e di durata non determinata'', creando così un ''un regime differenziato riguardo all'esercizio della giurisdizione'' con una conseguente violazione dei principi di uguaglianza (art. 3 della Costituzione) e di difesa (art.24).

Tuttavia, non va dimenticato che la stessa Consulta definì un “interesse apprezzabile”' quello di ''tutelare il sereno svolgimento delle funzioni'' delle alte cariche dello Stato, sempre che tale intesse sia tutelato ''in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione e' strumentale''.

Le reazioni del Presidente del Consiglio che attacca la Corte Costituzionale

PANDEMIA DI LUCRO

Ho ricevuto questa e-mail, la pubblico volentieri, ho aggiunto solo i video.
L'autore è il Dr. Carlos Alberto Morales Paita delChildren's Hospital, pediatra - Lima, Peru.

2000 persone contraggono l'influenza suina e ci si mette la mascherina...
25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo...

Che interessi economici si muovono dietro l'influenza suina?
Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria..
I notiziari di questo non parlano...

Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..
I notiziari di questo non parlano...

Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.
I notiziari di questo non parlano...

Ma quando comparve la famosa influenza dei polli... i notiziari mondiali si inondarono di notizie... un'epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!
Non si parlava d'altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni...

25 morti l'anno!!

L'influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.
...Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l'influenza dei polli?
Perché dietro questi polli c'era un "grande gallo".

La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici. Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione. Con questa influenza, Roche e Relenza,
ottennero milioni di dollari di lucro.

Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell'inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo. E allora viene da chiedersi: se dietro l'influenza dei polli c'era un grande gallo, non sarà che dietro l'influenza suina ci sia un "grande porco?".

L'impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu. Ilprincipale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l'Iraq...

Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani... felici per la nuova vendita milionaria.
La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute...

Se l'influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione, se l'Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici
per combatterla?

DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO COME SE SI TRATTASSE DI UN VACCINO, PERCHE' TUTTI CONOSCANO LA REALTA' DI QUESTA "PANDEMIA".

Dr. Carlos Alberto Morales Paita
Children's Hospital, pediatra - Lima, Peru

Afghanistan. Ottavo anno di una guerra inutile.

7 ottobre 2008, giorno del ricordo per non dimenticare gli 11 mila morti civili Afghani provocati da una guerra inutile voluta dall’Amministrazione USA.
Sono trascorsi 8 anni dall’inizio di una guerra inutile in Afghanistan voluta dall’amministrazione Americana guidata dal sanguinario di turno assetato di sangue e di vendetta, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 che causarono 2.700 vittime. Attentato con poche luci e tante ombre.
Il mondo intero si strinse nel dolore dell’America, da quel momento, il sanguinario Presidente Americano, forte dell’appoggio dell’opinione pubblica USA e del mondo politico internazionale, decise di mostrare la forza di una super potenza, convinto che gli amici di AL-QAEDA e i Talebani di un tempo, vedendo lo schieramento militare imponente del mondo intero, si sarebbero spaventati e sarebbero tornati alla ragione. Questi amici Talebani armati dagli Usa per respingere gli invasori Russi non volevano sentire ragione e allora da amici diventarono i nemici attuali dell’amministrazione Americana.

Nei primi sei mesi di guerra, le forze aeree Usa sganciarono sul territorio Afghano 250 mila bombe a grappolo, la maggior parte delle quali sono rimaste inesplose.
A pagare le conseguenza di questa inutile guerra sono i civili: donne, uomini, anziani e bambini.

Il 7 ottobre 2001 alle ore 20.45 circa dell’Afghanistan, le 16.15 ora italiana, le forze armate Anglo Americane iniziarono un bombardamento aereo. Solo con i bombardamenti aerei del 2001-2002 morirono più di 3 mila civili.

A otto anni di distanza, la guerra ha provocato la morte di quasi 11 mila civili afgani, di cui oltre 3 mila vittima degli attacchi talebani e almeno 7 mila uccisi dalle truppe alleate. Inoltre sono morti 21 soldati italiani, 1.400 soldati alleati, 6 mila soldati e poliziotti afgani e circa 25 mila guerriglieri talebani, quindi, almeno 43 mila vite umane sono state stroncate in otto anni di guerra inutile.

lunedì 5 ottobre 2009

Adusbef per poco non pignora una Banca.

Adusbef ha denunciato le malefatte del potere economico-finanziario e per la prima volta nella storia stava per far pignorare un’intera agenzia di una banca.

Per i consumatori vessati dalle banche, arrivano anche belle notizie che possono far tirare un sospiro di sollievo e di soddisfazione, peccato però che la notizia non ha la risonanza che merita ed ecco allora che arrivano le telecamere di striscia la notizia per riportare la notizia. Infatti, per la prima volta nella storia un’intera agenzia di una banca stava per essere pignorata. La Banca Popolare di Lanciano e Sulmona è stata recentemente condannata al pagamento di € 1.339.310 per indebite competenze (interessi ultralegali indeterminati, commissioni di massimo scoperto trimestrali, valute fittizie, spese forfettarie e capitalizzazione composta) dal Tribunale di Lanciano. Rifiutandosi di adempiere, l’avv. Antonio Tanza, Vicepresidente ADUSBEF, che aveva patrocinato nella causa l’attore vittorioso, era pronto al pignoramento.

Solo di fronte a tale prospettiva e la presenza delle telecamere di Striscia la Notizia, la banca staccava un assegno di oltre € 1.400.000.

Coriandoline. La favola dei bambini che diventa realtà

Alla scoperta di un luogo incantato che sembra esistere solo nei sogni dei bambini, Coriandoline periferia di Correggio le case sono tutte diverse, per spazzi e colori.

Per dimenticare le bruttezze che i politici hanno prodotto e producono torniamo ad avere la fantasia e la purezza dei bambini, in quanto, in questi ultimi tempi di avvenimenti tristi e anche disgustosi ne sono accaduti veramente tanti che, per elencarli tutti non basta una intera enciclopedia; e dunque partiamo dagli attacchi vergognosi al Presidente della Repubblica, passando alla manifestazione politicizzata e la farsa della passerella dei politici per la Libertà di informazione, ai tanti disastri che la natura stuprata dall’indifferenza della casta affarista della politica, dal terremoto aquilano e della casa dello studente, che è il simbolo del male affare politico, all’ultima catastrofe accaduta nell’isola martoriata della Sicilia governata in modo approssimativo dalla classe politica locale e Nazionale, alla disastrosa situazione economica della Servizio Sanitario Nazionale, alla produzione e l’esportazione di armi da guerra che dopo le missioni di pace in Afghanistan, Iraq e nel resto del mondo, ha riportato il bel paese al secondo posto dopo gli stati Uniti per la produzione e l’esportazione di morte, i dubbi dell’opinione pubblica diventano quasi certezza e possiamo immaginare così che in Afghanistan l’esercito Italiano, alleati e talebani usano le stesse armi per portare la morte e non sapremo mai se i 21 soldati italiani caduti per la “pace” sono morti con le armi prodotte dal bel paese.

Il paese dei commissari straordinari, delle Caste, dei condoni, il paese che nasconde la mondezza sotto terra e fa favori sempre agli amici, oggi si ritrova per l’ennesima volta a piangere i 18 morti e i 38 dispersi della frana provocata con solo due ore di pioggia nella frazione di Giampilieri in Provincia di Messina, già alluvionata nel 2007 nel silenzio assordate dei media. E le classi politiche che fanno?

Per rendere più eloquente l’intervento dei politici, prendo la scena del passaggio dal film Non ci resta che piangere scritto, diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi. Cosi come Benigni e Troisi si ritrovano davanti il distratto esattore che ripete come una litania la cifra da pagare per uscire o entrare nel territorio, gli italiani si ritrovano classi politiche che guardano solo ai loro interessi e benefici, chiedendo continuamente sacrifici agli italiani.

Gli approfondimenti per queste nefandezze si possono trovare su www.agoravox.it la vera libertà di informazione, con la speranza che la classe politica non decida di imbavagliarla.

E adesso entriamo nel mondo incantato di Coriandoline: la favola che la purezza e la fantasia dei bambini ha prodotto è un sobborgo di Correggio, in provincia di Regio Emiliana.

La fiaba ha inizio nel 1995, quando sono state avviate delle ricerche in ambito scolastico, guidate da pedagogisti della cooperativa Argento Vivo, maestri, architetti e geometri, che hanno coinvolto ben 700 bambini partendo dall’idea che in ambito urbanistico e architettonico non si dà abbastanza importanza alle loro esigenze.

Le esigenze dei bambini sono state rispettate tutte. Hanno iniziato a dipingere e disegnare le case così come le vedevano nella loro fantasia; le case, i bambini, le volevano trasparenti, sicure fuori, morbide dentro, giocose, soffici, intime e tranquille. I bambini con i loro maghi e fatine sono riusciti a coronare il loro sogno: costruire un quartiere che rispettasse le loro esigenze! e perché no, far godere delle bellezze della loro fantasia anche gli adulti.

Il quartiere Coriandoline è stato inaugurato il 16 settembre 2008, il verde e i colori ne fanno da padrone.

E attualmente le case sono abitate da quei bambini, ora cresciuti, che le hanno ideate! nessuno vi potrà vietare di passeggiare nel viale principale per ammirare l’Officina dei Coriandoli, il luogo della comunità aperto alle riunioni; i meravigliosi Lampione Uccelli; la Casa delle Pietre Preziose; la Casa del Castello; la Casa Torre; la Casa dei Fiori; le Scale Giocose, costruite all’interno di una casa dove alle scale si affiancano degli scivoli per scendere e, infine, solo per concludere un elenco che dovrebbe proseguire, il Prato dei Mostri che Ridono, dove due colline dipinte con le facce di due simpatici mostri, coprono gli ingressi dei garage.

Nella città dei bambini non c’è posto per le cose brutte, per il traffico e per il grigiore delle nostre periferie dormitorio voluti sempre dalle caste della politica corrotta e progettate da grandi architetti. Coriandoline, dimostra che un sogno può diventare realtà grazie ai bambini e gli adulti che sono tornati bambini per realizzarla.