venerdì 24 agosto 2012

2013-2018: IL MICROCHIP CHE UCCIDERA' TUTTI GLI SCHIAVI DISOBBEDIENTI (VIDEO)


"Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte."
(Riv.14:11)

"Il primo andò e versò la sua coppa sulla terra; e un'ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine."
(Riv. 16:2)

C'è anche chi erroneamente crede che un impulso EMP possa ditruggere il microchip.. bhè allora vuol dire che non ha compreso davvero come FUNZIONA quello impiantato sugli umani e che non ha visto BENE il video in questione.

PERCHE' CON QUALSIASI IMPULSO ELETTROMAGNETICO O CAMPO VIENI BRUCIATO ANCHE TU COME ESSERE VIVENTE INSIEME AL CHIP!

Chi intende comprenda e chi non ci riesce continui a giocare con LA SUA PROPRIA IGNORANZA E IPOCRISIA.

CI MUOIA ANCHE SE COSI' GLI PIACE.

IN VERITA'! 

mercoledì 22 agosto 2012

FISCO/CONTRIBUENTI.IT: FACEBOOK USATO PER CONTROLLARE I CONTRIBUENTI.


Il fisco usa Facebook per controllare i contribuenti”. La denuncia arriva da Vittorio Carlomagno Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani a seguito delle numerose segnalazioni pervenute nel mese estivo a Lo Sportello del Contribuente da parte di cittadini ed informa gli utenti che anche l’Agenzia della Entrate, per controllare se le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani corrispondono al loro tenore di vita e per stanare eventuali trasgressori, sta utilizzando Facebook e Twitter.

Una foto di una vacanza in un posto da sogno, con adeguata collocazione in un albergo di lusso, messa su Facebook, può non solo ottenere l'effetto di far morir d’invidia gli amici, ma potrebbe essere utilizzata anche dai funzionari dell'Agenzia delle Entrate per elevare un accertamento induttivo utilizzando lo spesometro o il redditometro. 

«Certo, avremmo preferito – afferma Vittorio Carlomagno – che il fisco utilizzasse Facebook e Twitter per instaurare un dialogo con i contribuenti, utilizzando strumenti d'avanguardia per rendere un degno servizio di assistenza al cittadino, migliorando la tax compliance, riservando per gli accertamenti, strumenti più efficaci quali l’analisi dei flussi finanziari». 

Per tutti gli utenti di Facebook che vogliono difendersi dalle intrusioni ed evitare un uso improprio delle informazioni, Lo Sportello del Contribuente ricorda che è possibile di innalzare i livelli di privacy nella gestione dei profili personali degli utenti ed escludere la visualizzare di dati personali.

sabato 18 agosto 2012

FISCO/CONTRIBUENTI.IT: EVASIONE FISCALE +14,1%. ITALIA MAGLIA NERA IN UE.


Con un'evasione fiscale in crescita del 14,1%, nei primi 6 mesi del 2012, con punte record nel nord dove ha raggiunto il 14,9%, l'Italia si conferma al primo posto in Europa, con un economia sommersa del 21% del prodotto interno lordo pari a 340 miliardi di euro l’anno

Le imposte sottratte all'erario sono nell'ordine dei 180,9 miliardi di euro l'anno conteggiando sia quelle dirette che indirette. E' quanto emerge da una nuova indagine effettuata da Krls Network of Business Ethics per conto di “Contribuenti.it Magazine” dell'Associazione Contribuenti Italiani. L'indagine è stata condotta attraverso l'elaborazione di una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei. L’economia sommersa dell’Italia è risultata circa il doppio di quella della Francia e della Germania. Nella speciale classifica delle economie sommerse, l'Italia è seguita dalla Grecia con il 20,8%, Romania con il 19,1%, Bulgaria con il 18,7%, Slovacchia con il 17,2% e Cipro con il 17,1%.

In Italia, in testa nel 2012, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +15,6%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 15,1% e la Valle d’Aosta con +14,2%. A seguire il Lazio con +13,9%, la Liguria con +13,5%, il Piemonte con 13,4%, il Trentino con 13,1%, la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,9%, la Puglia con +10,8%, la Sicilia con +10,6%, l'Emilia Romagna con +10,1%, la Campania +8,2 % e l’Umbria con +7,1%.

La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel primo semestre del 2012, di circa il 15,9%. 

In Italia i principali evasori sono gli industriali (32,7%) seguiti da bancari e assicurativi (32,2%), commercianti (10,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).

A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).

Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

La prima riguarda il lavoro sommerso. L'esercito di lavoratori in nero si gonfia sempre di più è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34,3 MLD di euro.
La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" produca un’evasione d’imposta pari a 78,2 MLD di euro l’anno.

La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano “teste di legno” tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.

La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,8 MLD di euro all’anno. Per il 2012, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14,2% gli acconti d’ imposta dovuti all'erario.

Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.

"Per combattere l’evasione fiscale – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - bisogna riformare il fisco italiano istituendo Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti della pubblica amministrazione, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. Gli italiani sono diventati maestri nell’evasione fiscale e la stanno esportando anche negli altri paesi europei. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi “pochi, maledetti e subito” attraverso l’accertamento con adesione o la mediazione tributaria, un vero e proprio condono permanente. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto”.

LA MAPPA DELL'EVASIONE FISCALE IN ITALIA (I SEMESTRE 2012)
Le categorie Le modalità Stima annua dell’imposta evasa

ECONOMIA SOMMERSA Almeno 2,9 mln di occupati svolgono un’attività irregolare come lavoratori dipendenti € 34,3 MLD

ECONOMIA CRIMINALE Controllo del territorio € 78,2 MLD

SOCIETA’ CAPITALE Il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di €10 mila € 22,4 MLD

BIG COMPANY

Transfer pricing conti off-shore e società estere € 37,8 MLD

LAVORATORI AUTONOMI E PICCOLE IMPRESE Mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali € 8,2 MLD

TOTALE € 180,9 MLD

lunedì 13 agosto 2012

OPERAZIONE "ESTATE SICURA" DEI NAC


In concomitanza con la stagione estiva avviata nella fase cruciale del mese di agosto, i NAC, Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari hanno intensificato le attività di vigilanza sulle produzioni agroalimentari, attivando una fitta rete di controlli che hanno puntato l'attenzione sulla tranciabilità e sulla etichettatura dei prodotti agroalimentari, nonché sulla commercializzazione dei prodotti con marchi di qualità, DOP, IGP, STG.

In particolare l'azione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri, che hanno operato su tutto il territorio nazionale anche in collaborazione con i Comandi Territoriali dell'Arma e con l'Ispettorato Tutela Qualità e Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è stata rivolta a verificare principalmente le norme sulla comunicazione commerciale ingannevole, in attuazione della più recente normativa comunitaria che vieta l'evocazione di marchi di qualità e l'utilizzo di indicazioni suggestive e fuorvianti, specie con riferimento a claims salutistici e nutrizionali inappropriati o contenenti denominazioni non corrispondenti ai luoghi di origine e produzione.

In questo ambito i controlli sulla tracciabilità nel settore oleario svolti dai NAC in Liguria ed Emilia Romagna hanno consentito di sottoporre a sequestro oltre 2600 litri di olio di oliva extravergine d'oliva con etichettatura ingannevole in quanto il prodotto recava tra l'altro un acronimo che si confonde con il marchio DOP e può indurre in errore il consumatore medio. Inoltre presso diversi centri di ristorazione di alcune delle principali località turistiche della riviera veneta, romagnola e ligure, è stata posta particolare attenzione ai prodotti tutelati in vendita, e sono state contestate sanzioni amministrative ad esercenti che proponevano al consumo olio d'oliva in contenitori non etichettati.

L'Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (Antitrust) è stata interessata invece per un caso di comunicazione commerciale ingannevole che ha riguardato la commercializzazione anche nella grande distribuzione organizzata di conserve di pomodoro con il marchio registrato di una nota zona geografica della Campania, quando in realtà, con caratteri più piccoli e non facilmente leggibili, si trattava di pomodori prodotti in altra Regione. La stessa Autorità Garante è stata attivata anche per la commercializzazione nella grande distribuzione organizzata di "filetti di merluzzo" di noti marchi pubblicizzati quali "merluzzo" o "nasello" di provenienza mediterranea quando in realtà ai controlli dei NAC sono risultati provenienti dall'Atlantico.

Il sequestro significativo di oltre 5 tonnellate di prodotti alimentari ha riguardato poi l'azione svolta dai NAC a tutela del Pistacchio DOP: l'attività sviluppata nei mesi scorsi e conclusasi in questi giorni ha visto un' estesa campagna di controlli di filiera svolti in Nord Italia e nella Regione Sicilia per verificare la reale provenienza del prodotto utilizzato nelle preparazioni alimentari (salse e prodotti dolciari in genere). Tre titolari di importanti ditte di importazione, lavorazione e commercializzazione sono stati indagati per frode nell'esercizio del commercio e contraffazione di prodotto a denominazione di origine per aver falsamente indicato in etichetta l'utilizzo di Pistacchio Verde di Bronte DOP, ma utilizzando in realtà pistacchio di origine greca, siriana e californiana. Gli stabilimenti di produzione sono stati localizzati nella provincia di Catania mentre i prodotti contraffatti sono stati individuati in una catena della grande distribuzione con sede amministrativa in provincia di Bologna.

Le accurate analisi di rischio hanno permesso ai militari di effettuare altri sequestri e verifiche ispettive presso aziende agricole, centri di ristorazione, depositi alimentari e supermercati. In Roma e provincia sono stati operati controlli sulla tracciabilità ed etichettatura su 500 prodotti etnici di provenienza indiana in negozi gestiti da cittadini pakistani e del Bangladesh riscontrando violazioni per la vendita di prodotti ortofrutticoli sfusi con l'omessa indicazione della varietà, categoria e qualità.

Nelle province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, sono state sequestrate presso alcuni supermercati, confezioni di formaggio e tranci di mortadella evocanti in etichetta i marchi DOP del Grana Padano DOP, Caciocavallo Silano DOP e Mortadella IGP, senza le previste autorizzazioni. Inoltre nel salernitano, in un caseificio, sono state sequestrate numerose buste per il confezionamento di prodotti alimentari indicanti la falsa evocazione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Altre violazioni riscontrate hanno riguardato il sequestro di prodotti ittici congelati senza indicazioni sulla tracciabilità, e la falsa evocazione di prodotti ortofrutticoli DOP.

Le indagini dei Nuclei Antifrodi Carabinieri sulla contraffazione dei prodotti di qualità hanno poi riguardato anche il falso Made in Italy prodotto all'estero: il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha infatti attivato la rete di cooperazione internazionale di polizia di Interpol per contrastare la contraffazione del "vino Amarone della Valpolicella DOC" in Danimarca, ove è risultata posta in commercio una linea di produzione integralmente "clonata" nelle indicazioni del tipo di vino, del marchio, e della denominazione dell' azienda realmente esistente e produttrice del vino "Amarone" nel Veneto.

Va pure ricordato che nel mese di luglio i Nuclei Antifrodi Carabinieri hanno portato a termine un'operazione contro la diffusione nel mercato agroalimentare di fitofarmaci illegali: sono stati sequestrati oltre 200 tonnellate di agrofarmaci (formulati e sostanze attive), per un giro d'affari stimato in oltre 2.000.000 di euro solo nell'ultimo anno. Ventiquattro persone coinvolte sono state colpite da provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere, contraffazione di prodotti industriali, ricettazione, riciclaggio e abusiva commercializzazione di agrofarmaci. L'inchiesta, nata nell'ambito di alcuni controlli sulla tracciabilità dei prodotti biologici, ha evidenziato una fitta rete di commercializzazione illegale di prodotti fitosanitari contraffatti e/o di provenienza furtiva - irregolari, riconducibile ad un gruppo criminale ben organizzato e strutturato su una rete commerciale internazionale e nazionale che ha approvvigionato ingenti quantitativi di "sostanze attive", in parte non commercializzabili in Italia ed in alcuni casi in tutta Europa.

Anche per contrastare tali fenomeni criminali la corretta indicazione in etichetta dei marchi e della tranciabilità del prodotto è una condizione essenziale per garantire la qualità alimentare. I controlli del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari sono rivolti a sensibilizzare gli operatori commerciali che non osservano le regole comunitarie sulla tranciabilità affinché ricordino che possono incorrere nelle più gravi sanzioni penali previste dalla frode in commercio, ed essere segnalati anche per le misure interdittive dell'esercizio d'impresa previste dal D.Lgs. 231/2001, e nel caso siano destinatari di finanziamenti comunitari o pubblici anche per le azioni di recupero per averli indebitamente percepiti. 

NUOVI CAMPIONI DI PARAPENDIO IN PIEMONTE, FRIULI E VENETO ­ ADRENALINA 2012 A MALCESINE (VERONA)


I campioni italiani di parapendio 2012 sono Marco Littamè, pilota torinese e membro della squadra nazionale, Nicole Fedele, 28 anni, di Gemona del Friuli (Udine) e Damiano Zanocco di Thiene (Vicenza).

Littamè, al quale evidentemente gli anni pari portano bene visto che fu già campione nel 2008 e 2010, subentra al concittadino Davide Cassetta, fermo quest'anno al secondo posto, davanti al trentino Christian Biasi, mentre Nicole Fedele sostituisce Gabriella Corradi di Bassano (Vicenza), davanti alla milanese Silvia Buzzi Ferraris ed all'alto atesina Heidi Insam. Nella classifica sport, riservata ai piloti equipaggiati con vele meno competitive, la classifica annota ai primi posti due piloti della Repubblica Ceca, Petr Chromec e Petr Kostrhun, seguiti da Zanocco che si aggiudica il titolo. La presenza di piloti stranieri era garantita dalla formula open della competizione; se ne sono presentati anche da Francia, Grecia, Ucraina, Romania e Giappone.

Teatro della competizione, organizzata dall'Aero Club Montegrappa che per lo più ha vinto il titolo 2012 come associazione, la pedemontana trevigiana e vicentina con centro operativo ed atterraggio ufficiale in località Semonzo a Borso del Grappa (Treviso). Le buone condizioni del tempo hanno permesso la disputa di cinque delle sei prove previste con percorsi compresi tra i 70 ed i 107 chilometri. Dai decolli di Cima Grappa, o di Rubbio (Vicenza), i 110 partecipanti hanno aggirato obbligatoriamente dei punti prefissati, comunemente detti boe, disseminati nella Marca Trevigiana o in territorio vicentino, come il Col Serrai, le valli del Pasubio, Cima Marana, sorvolando Asolo, Possagno, Crespano, Ca' Dolfin, i castelli di Marostica e Piovene, Lusiana sull'altopiano dei Sette Comuni, Mussolente, Schio, Recoaro, prima di raggiungere gli atterraggi di Semonzo o della Conca Verde.

La settimana di voli è stata validamente integrata da una serie di rinfreschi, cene, feste all'aperto, spritz e pizza party offerte dai numerosi sponsors dell'evento ed apprezzate da pubblico, piloti edaccompagnatori.

A Malcesine sulla sponda veronese del Lago di Garda ci si prepara ad ospitare per il 26 agosto Adrenalina 2012, la tradizionale manifestazione acrobatica di volo libero.

L'associazione Paragliding Malcesine aggancia l'appuntamento al 50° anniversario della innovativa funivia che raggiunge il Monte Baldo, dove da un vasto pendio a 1730 di quota e davanti ad un maestoso panorama decolleranno i piloti. Dopo un volo di circa 1700 metri, dovranno centrare un bersaglio sul prato dell'atterraggio in Località Morettine, due chilometri a nord di Malcesine, oppure sulla zattera posta in acqua di fronte all'atterraggio stesso. Si prevede un'affluenza di circa 50 appassionati, mentre tutti colori che vorranno godersi questo spettacolo troveranno anche attività collaterali, come giochi gonfiabili per bambini, bar, musica e stand gastronomici. 

Lo studio che boccia l'euro: all'Italia conviene uscirne - euro, moneta, unica, studio, merrill, lynch, italia, irlanda, germania - Libero Quotidiano

La ricerca del colosso Merrill Lynch: ecco perché il Belpaese e l'Irlanda trarrebbero beneficio con l'addio alla moneta unica 

di Antonio Castro
Altro che espulsi con ignominia dall’euro: la Germania dovrebbe corromperci per convincerci (con quattrini sonanti) a restare nel circolo traballante della moneta unica europea. A dirlo non è qualche pasdaran italiano ma la blasonata banca d’affari Merrill Lynch in un report datato 10 luglio. Secondo i due analisti (David Woo  e Athanasios Vamvakidis), il nostro Paese avrebbe tutto da guadagnare ad uscire «ordinatamente» dall’euro, a patto che lo faccia prima degli altri (Grecia e Spagna). Chi ci rimetterebbe sarebbe certamente la Germania. Che uno dei due analisti sia di origine greca è solo uno di quegli scherzi del fato beffardo.  Athanasios Vamvakidis è un rampante esperto di affari internazionali sotto contratto anche con il Fondo monetario internazionale e questo studio stilato (insieme al collega Woo) per la banca d’affari americana non sembra risentire dei guai che sta  vivendo il Paese d’origine dell’analista. Anzi  Vamvakidis suggerisce all’Italia quasi di farsi pagare dai tedeschi per restare nell’euro, ma i benefici maggiori il nostro Paese li avrebbe se prima si facesse aiutare e poi lasciasse tempestivamente la moneta unica. Spiega l’analisi che in Italia non ha avuto un grande risalto se non nei forum di discussione on line sull’ipotesi di uscita dall’euro: «I risultati della ricerca appaiono sorprendenti e rischiano di lasciare senza parole anche i lettori che non sono d’accordo con la nostra conclusione».

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sabato 11 agosto 2012

I padroni del mercato: ecco chi comanda sui listini | OpenDataBlog

I mercati possono essere rappresentati come una grande ragnatela . A tesserla sono quelli che vengono definiti i “giganti della finanza”: banche, i grandi fondi e le agenzie di rating. I big non solo muovono da soli e per conto di terzi masse enormi di denaro, ma con i loro report influenzano gli altri.

Leggi ancora: http://opendatablog.ilsole24ore.com/2012/08/i-padroni-del-mercato-ecco-chi-comanda/#ixzz23F28Bczy

venerdì 10 agosto 2012

DECINE DI NEONATI AMMALATI A CAUSA DI UN NUOVO LATTE NESTLÉ


Un nuovo alimento per neonati della Nestlé il 'NAN HA 1Gold' ha sollevato diversi dubbi in molti genitori e pediatri australiani, a causa degli effetti negativi osservati in decine di bambini dopo il consumo di questo prodotto.

Gli esperti hanno lanciato l'allarme dopo aver notato sintomi quali agitazione, eruzioni cutanee, nausea, feci acquose, naso che cola, vomito e disidratazione in alcuni dei bambini esaminati e che avevano assunto il latte della Nestlé NAN HA 1Gold, prodotto già in commercio, ma a cui è stata "aggiornata" la formula degli ingredienti. La notizia è stata riportata dall'agenzia News.com.

In realtà, sul sito web 'Product Review' è possibile trovare un elenco dei sintomi e più di 100 commenti negativi da parte di genitori dei bambini colpiti dagli effetti collaterali. Inoltre, la stessa multinazionale Nestlé ha consigliato ai genitori interessati di "consultare un medico per i loro figli, se questo li preoccupa".

Sul sito Productreview.com.au sono a centinaia i commenti di genitori che denunciano disfunzioni del bambino dopo l'assunzione di quest'ultima diavoleria della Nestlé. Centinaia di bambini che non avevano mai avuto nessun problema, dopo essere stati nutriti con questo surrogato di latte, hanno iniziato ad avere problemi. Gli esperti avvertono che i problemi relativi all'alimentazione per bambini stanno diventando sempre piùfrequenti in tutto il mondo. Come esempio, basta ricordare lo scandalo di qualche anno fa in Israele, associato al prodotto alimentare 'Remedy-cimhit'. Gli effetti di questo prodotto diventano sempre più visibili quando i bambini raggiungono l'età di 7-8 anni, perché il ritardo nella crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la parte del cervello era notevole. Il colpevole di tutto questo sono senza ombra di dubbio gli alimenti per neonati. 

di Alba Cannelli

IMMIGRATI E CITTADINANZA PER RESIDENZA. LA DISCREZIONE DELLA PA


di Francesca Del Giudice *

La cittadinanza italiana si basa sul principio dello "ius sanguinis" (diritto di sangue), secondo il quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano.
Tuttavia, anche lo straniero, in possesso di determinati requisiti, può acquistare la cittadinanza italiana. La materia è attualmente regolata dalla legge n. 91 del 5 febbraio 1992, come modificata dalla legge 94 del 2009, e successivi regolamenti. In base a questi è possibile individuare due tipologie di concessione:

        - concessione per matrimonio (art. 5 L. 91 del 5 febbraio 1992);
        - concessione per residenza (art. 9 L. 91 del 5 febbraio 1992).

L'acquisto della cittadinanza per matrimonio non comporta per la Pubblica Amministrazione l'esercizio di un potere discrezionale. In questo caso, l'acquisto della cittadinanza, si configura come diritto soggettivo, condizionato unicamente alla eventuale esistenza di circostanze che comportano un pericolo per la sicurezza dello Stato o per l'ordine pubblico, ad esempio la condanna per gravi delitti o segnalazioni che attengono alla sicurezza dello Stato. Diversamente, l'acquisto della cittadinanza per residenza non è un diritto ma una concessione in senso proprio: il possesso dei requisiti prescritti dall'articolo 9 è un presupposto, sì necessario, ma non sufficiente per l’emanazione del provvedimento (cfr. Cons. di Stato parere n. 2487/1992 del 30.11.1992). Detta concessione infatti, non è determinata da una valutazione dell'interesse dello straniero, bensì dalla valutazione dell'interesse per lo Stato e per la Comunità nazionale ad accogliere il nuovo cittadino richiedente. L'amministrazione, pertanto, ha potere pienamente discrezionale.

Secondo l'art. 9 della L. 91 del 5 febbraio 1992, ai fini dell'istanza, il cittadino straniero deve possedere i seguenti requisiti:

- nato in Italia e ivi residente legalmente da almeno 3 anni (art. 9, c. 1, lett. A); 

- figlio o nipote in linea retta di cittadini italiani per nascita, e risiedere legalmente in Italia da almeno 3 anni (art. 9, c. 1, lett. A); 

- maggiorenne, adottato da cittadino italiano, e risiedi legalmente in Italia da almeno 5 anni, successivi all'adozione (art. 9, c. 1, lett. B); 

- aver prestato servizio, anche all'estero, per almeno 5 anni alle dipendenze dello Stato Italiano (nel caso di servizio all'estero, non occorre stabilire la residenza in Italia e può essere presentata domanda alla competente autorità consolare) (art. 9, c. 1, lett. C);

- cittadino U.E. e risiedere legalmente in Italia da almeno 4 anni (art. 9, c. 1, lett. D); 

- apolide o rifugiato e risiedere legalmente in Italia da almeno 5 anni (art. 9, c. 1, lett. E); 

- cittadino straniero e risiedere legalmente in Italia da almeno 10 anni (art. 9, c. 1, lett. F). 

Quale ulteriore requisito di carattere generale è avere una disponibilità di redditi, prodotti sul territorio nazionale, il cui ammontare non sia inferiore a quelli stabiliti dalla Decreto Legge 382/1989, convertito in Legge 8/1990, come confermati dall'art. 2 della legge 549/1995.

Nel caso in cui il richiedente non possegga redditi propri dovranno essere documentati i redditi degli altri componenti il nucleo familiare. Al momento dell'adozione del decreto di concessione della cittadinanza deve risultare la continuità della residenza sul territorio italiano e il permanere della capacità reddituale nella misura minima di cui in premessa.
Ricevuti i documenti attestanti i requisiti di cui sopra, la Prefettura dispone di un termine di 730 gg. dalla data di presentazione della domanda, se questa è stata presentata con la documentazione regolare e completa, entro il quale deve emanare il proprio parere, positivo o negativo, in ordine all'istanza formulata dallo straniero. Il carattere negativo del parere determina il diniego della cittadinanza. Dunque, la Prefettura è l'Amministrazione titolare del potere discrezionale sulla concessione. 

Secondo la prevalente interpretazione, non si tratta di discrezionalità tecnica bensì amministrativa, riferita a parametri non specificamente identificati dalla legge e spesso vaghi(Cons. Stato Sez. I, n. 149 del 16 febbraio 2005). L'Amministrazione, infatti, può negare la cittadinanza perché lo straniero non possiede adeguate fonti di sussistenza, per difetto di integrazione, perché non si riscontra un'autenticità dell'aspirazione a divenire cittadino italiano, o addirittura di un non meglio precisato interesse della collettività o interesse pubblico generale1.

Il carattere discrezionale della statuizione dell'Amministrazione, oltre ad essere esplicito nella lettera della legge (l’art. 9 della legge afferma che la cittadinanza italiana “può essere concessa” allo straniero residente legalmente nel nostro territorio per un periodo variabile in relazione alle qualità o status posseduti), è stato ampiamente riconosciuto dalla giurisprudenza amministrativa (Consiglio Stato, sez. IV, 07 maggio 1999 n. 798; Cons. St., VI, 1 ottobre 2008, n. 4748; Consiglio Stato , sez. IV, 16 settembre 1999, n. 1474; Cons. St., Sez. III, 22 novembre 2011, n. 6143 ).

L'esercizio del potere discrezionale tende a valutare l'avvenuta integrazione dello straniero. Gli elementi oggetto della - valutazione discrezionale della Prefettura non sono definiti dalla legge, tuttavia la giurisprudenza ha individuato alcuni indici dell'avvenuta integrazione: 

- considerazioni anche di carattere economico-patrimoniale relative al possesso di adeguate fonti di sussistenza (Consiglio di Stato, sez. IV, 16-09-1999, n. 1474);
- la serietà sia dell’intento ad ottenere la cittadinanza italiana e le ragioni che inducono ad abbandonare la comunità di origine. È inoltre necessario accertare il grado di conoscenza della lingua italiana, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari e contributivi. Non può essere trascurata l’esigenza di ricomposizione di gruppi familiari, parte dei quali già residenti nel territorio italiano. L’amministrazione deve verificare eventuali cause ostative all'acquisto di cittadinanza, collegate a ragioni di sicurezza della Repubblica ed all’ordine pubblico (Consiglio di Stato, sez. I, parere n. 1423 del 26 ottobre 1988);
- l’amministrazione, ai fini della concessione della cittadinanza italiana allo straniero legalmente residente in Italia da almeno dieci anni, può prendere in considerazione tutte le situazioni utili per valutare un’avvenuta integrazione dello straniero; pertanto, sono rilevanti eventuali sentenze penali intervenute a carico degli interessati, in relazione ai fatti a cui tali condanne si riferiscono sia al loro eventuale ripetersi (Consiglio di Stato, sez. I, parere n. 9374, del 20 ottobre 2004,).

Per comprendere l'ampiezza di tale discrezionalità si pensi che il diniego può essere determinato oltre che dai motivi inerenti la sicurezza della Repubblica anche da mancanza del periodo di residenza legale, insufficienza dei redditi del nucleo familiare, presenza di precedenti penali, insufficiente livello di integrazione e scarsa conoscenza della lingua italiana. In particolare, estremamente aleatorio risulta essere il giudizio sul livello di integrazione. Sebbene in Italia, dal 1992, non sia più prevista la presenza di un test atto a stabilire il livello d'integrazione dell'immigrato, solitamente la polizia propone alcune domande al candidato e sulla base delle risposte decide. 

L’ampia discrezionalità riconosciuta all'Amministrazione, tuttavia, non può tramutarsi in mero arbitrio. Sulla questione dei limiti alla discrezionalità il primo argomento riguarda l'obbligo di motivazione in caso di diniego, il Consiglio di Stato, sez. IV, sent. n. 366 del 24 maggio 1995. Per il Consiglio di Stato l’amministrazione competente, anche laddove disponga di un’ampia discrezionalità, deve indicare sia pure sinteticamente le ragioni poste a base delle proprie determinazioni. 

Più recentemente, il Consiglio di Stato - VI Sezione – sentenza n. 1788 del 25 marzo 2009, ha indicato alcuni parametri in ordine all'esercizio del potere discrezionale. Il collegio, riconosce l’amplissima discrezionalità concessa all'Amministrazione a fronte dell’istanza volta alla concessione della cittadinanza, potendo valutare con rilevanti margini di apprezzamento la sussistenza di uno specifico interesse pubblico al rilascio della concessione.

Tuttavia, ritiene, che le valutazioni poste in essere dall’Amministrazione dell’Interno in relazione alla sussistenza di uno status illesae dignitatis (morale e civile) in capo al richiedente, possono essere censurate in sede giurisdizionale solo se affette da profili di palese irragionevolezza o di evidente abnormità.

Successivamente il Consiglio di Stato – Sezione III – del 5 giugno 2012, n. 3306, ha ribadito l'obbligo di motivazione del diniego e la sua sindacabilità con riferimento ai vizi della violazione di legge o dell’eccesso di potere, quanto meno con riferimento alle figure sintomatiche di maggior rilevanza quali l’errore sui fatti o la manifesta incongruità o illogicità. In particolare, la citata sentenza, ha formulato dei criteri di valutazione della discrezionalità in merito al possesso da parte dello straniero dei requisiti reddituali. Nel caso di specie si ritiene che ai fini della valutazione del requisito reddituale non si possa tenere conto esclusivamente del reddito personale in senso stretto e non anche delle condizioni economiche della famiglia nel suo complesso. Secondo il Consiglio di Stato, infatti resta nella discrezionalità dell’amministrazione valutare se, in concreto, le condizioni della famiglia siano tali da far ritenere che l’interessato goda non solo nell’attualità, ma anche come ragionevole previsione per il futuro, di un sostegno economico adeguato. L’amministrazione potrà dunque valutare discrezionalmente se il reddito familiare sia quantitativamente sufficiente, prevedibilmente stabile, di provenienza lecita, regolarmente dichiarato ai fini fiscali, etc.

Sul criterio dell'integrazione il Consiglio di Stato è intervenuto con la sentenza 14.01.2011 n° 1037, sez. VI, secondo la quale “Fermo restando che ai sensi dell’art. 9 legge n. 91 del 1992 il provvedimento di concessione della cittadinanza italiana è adottato sulla base di valutazioni ampiamente discrezionali circa l'esistenza di un' avvenuta integrazione dello straniero in Italia, tale da poterne affermare la compiuta appartenenza alla comunità nazionale, va tuttavia sottolineato che il sindacato giurisdizionale sul corretto esercizio del potere, avendo natura estrinseca e formale, ben può e deve verificare la ricorrenza di un idoneo e sufficiente supporto istruttorio, oltre alla veridicità dei fatti posti a fondamento della determinazione amministrativa e alla sussistenza di una giustificazione motivazionale che appaia logica, coerente e ragionevole.”

Dunque alla base della discrezionalità dell'amministrazione è necessario non solo che la motivazione alla base della scelta appaia logica, coerente e ragionevole ma è altresì necessaria una approfondita istruttoria.

Altro elemento rilevante ai fini della determinazione dell'integrazione dello straniero in Italia riguarda l'esistenza di procedimenti penali a carico del richiedente. Sebbene l'articolo 9 L. 91/1992 non preveda la necessità per l'istante di produrre anche il casellario giudiziale, l'amministrazione nella sua discrezionalità può consultare la relativa documentazione in suo possesso. In questo caso la valutazione dell'Amministrazione è scevra di parametri rigidi, e ciò nel corso degli ultimi anni ha portato in giurisprudenza ad interpretazioni contrastanti. Da un lato, infatti, si è sostenuto che il casellario giudiziale di cui è in possesso l'amministrazione non è quello valido tra privati, e che nonostante il richiedente sia in possesso di un casellario giudiziale rilevante apparentemente “pulito”, (perché sono intervenute cause che hanno estinto il reato, ad esempio è stata rimessa querela, è intervenuta riabilitazione o la prescrizione), la documentazione in possesso dell'Amministrazione continua a contenere menzione del passato penalmente rilevante dell'istante. Dall'altro, la sentenza del Tar Lazio, n. 5665 del 19 giugno 2012, permette di argomentare a contrario che l'avvenuta estinzione del reato o la riabilitazione dell'istante permetterebbe l'acquisto della cittadinanza. 

* legale, collaboratrice Aduc 

ACQUE MINERALI: COME SCEGLIERLE?


Con questo caldo un bel bicchiere di acqua è quello che ci vuole. Gli italiani amano particolarmente le acque minerali: 304 marche di acque minerali, per 12,3 miliardi di litri, 189 litri a testa, con 2,2 miliardi di euro di fatturato del settore.

L'Italia è al terzo posto per consumi pro-capite, preceduta solo dagli Emirati Arabi e dal Messico e il primato mondiale di produzione. Un vero affare per un prodotto che viene dal cielo, passa sulla terra e deve essere semplicemente imbottigliato e.... pubblicizzato. Ma come scegliere fra le tante marche che troviamo nel supermercato?

In effetti il consumatore chiede genericamente "acqua minerale", al massimo sceglie quella gassata o liscia. E' come chiedere una bottiglia di vino, differenziando solo il rosso dal bianco. Evidentemente non basta. Certo e' che le etichette non aiutano nella scelta, perché la composizione viene indicata con sigle chimiche, di difficile comprensione.

Iniziamo con i consigli, tra parentesi riportiamo i valori limite consigliati. Il primo dato da leggere e' il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali disciolti in un litro d'acqua, che da' l'idea della "pesantezza" dell'acqua stessa: si passa da quelle minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali: noi consigliamo di scegliere quelle che presentano un residuo fisso tra 400 e 600 milligrammi al litro (mg/l).

Le acque minerali gassate, naturalmente o artificialmente, sono sconsigliate per chi soffre di acidità, gastrite o ulcera. Le acque solfate soprattutto se abbinate al magnesio hanno un effetto lassativo e possono interferire con l'assorbimento del calcio. Le acque clorurate , contengono maggior quantità di sodio e sono sconsigliate per gli ipertesi. Quelle calciche , risultano "pesanti" e danno all'acqua un sapore particolare ma non provocano i calcoli. Le fluorurate, possono dar luogo alla screziatura nello smalto dei denti e influiscono sulla mineralizzazione delle ossa: attenzione a farla bere ai bambini. I nitrati sono un indicatore dell'inquinamento del terreno; purtroppo e' difficile trovare un'acqua priva di nitrati. C'è infine il problema di alcuni metalli tossici quali l'arsenico il cadmio, il cromo, il nichel che non devono superare i valori di legge, dei quali ovviamente ne sconsigliamo l'assunzione.

Una ultima avvertenza: tutte le acque fanno fare la pipi'. L'effetto "pulizia interna" è dovuto alla quantità non alla qualità dell'acqua bevuta.

di Primo Mastrantoni

domenica 5 agosto 2012

SPOT 8 PER MILLE CHIESA CATTOLICA INGANNEVOLI? DENUNCIA ALL’ANTITRUST


Gli spot dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, che sono stati diffusi sui canali televisivi nei mesi scorsi e che ancora sono massicciamente presenti sul web, non la raccontano giusta. Nei messaggi pubblicitari si parla di aiuti ai più bisognosi, di denaro destinato a opere di beneficenza, insomma dell’utile e pia azione della Chiesa cattolica. Sembra che tutti i proventi dell'8 per mille siano destinati a scopi benefici. Non è così! E non lo diciamo noi ma lo ammette la Cei nella sua rendicontazione annuale relativa al così detto 8 per mille. Su circa un miliardo e mezzo di euro solamente il 22 % è destinato a “interventi caritativi”. Ed il resto? E’ usato per esigenze di culto, sostentamento del clero, Sacra rota, ecc. Tutto lecito, per carità. Ma uno spot realizzato per chiedere il sostegno delle persone non dovrebbe dire la verità? Oppure bisogna far credere che i soldi dei contribuenti vadano in beneficenza quando nemmeno un quarto delle devoluzioni prendono quella strada? Il cittadino non è tenuto a sapere a che cosa viene destinata la sua scelta? Le stesse domande le abbiamo rivolte all’Antitrust, con una denuncia per pubblicità ingannevole contro la Cei, affinché valuti la correttezza o meno degli spot sull’8 per mille.

di Alessandro Gallucci

sabato 4 agosto 2012

FAMIGLIE CON I CONTI SEMPRE PIU’ IN ROSSO



  • Al 31 dicembre 2011 l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha raggiunto i 20.107 euro;
  •  le più esposte con le banche italiane sono le famiglie residenti nella provincia di Roma, con un dato medio pari a 29.435 euro, seguono quelle di Milano, con 28.680 euro, di Lodi, con 28.560 euro, Monza-Brianza, con 27.891 euro e di Prato, con 26.930 euro;
  • Nell'ultimo anno l’aumento medio dei debiti delle famiglie italiane è cresciuto di 911 euro. Dall'inizio della crisi (gennaio 2009), l’incremento è stato del +33,4%, pari, in termini assoluti, a 5.039 euro;
  •  Se rapportiamo il peso dell’indebitamento delle famiglie italiane sul reddito disponibile sono sempre le più ricche province del Nord a guidare la graduatoria: Lodi (79,3%); Como (67,7%) e Varese (64,6%).
In estrema sintesi sono questi i risultati emersi da una elaborazione condotta dalla CGIA di Mestre che, come ogni anno,  ha cercato di capire qual è lo stato di salute economico delle famiglie italiane.  Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici  italiane si è inteso quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di auto/ moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc.

Al di là della mappatura a livello territoriale – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – la maggiore incidenza del debito sul reddito la rileviamo nelle famiglie economicamente più deboli: è chiaro che con il progressivo aumento della disoccupazione questa situazione è destinata a peggiorare. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni,  non è a escludere  che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda a macchia d’olio.”

Più in generale, come vanno  interpretare i risultati a livello territoriale emersi dalla elaborazione della CGIA ?

Premesso che le province più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati – conclude Bortolussi – è evidente che tra queste realtà in difficoltà vi sono anche molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni  bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci devono preoccupare relativamente".

Ritornando ai risultati emersi dall’elaborazione della CGIA, le famiglie residenti nelle realtà provinciali meno sofferenti con le banche e gli istituti finanziari italiani sono quelle di Vibo Valentia (9.429 euro), Enna (8.823 euro) e di Ogliastra (8.174 euro).

Con l’avvento della crisi sono state le province sarde a subire le variazioni di indebitamento più importanti: Olbia-Tempio (+159,6%), Carbonia-Iglesias (+147.9%) e Medio Campidano (+120.1%). 

PRESENTATO RAPPORTO 2012 DI NESSUNO TOCCHI CAINO

La presentazione del Rapporto 2012

Il Rapporto 2012 di Nessuno tocchi Caino 'La pena di morte nel mondo', edito da Reality book e curato da Elisabetta Zamparutti, è stato presentato a Roma.

Il Rapporto conferma un’evoluzione positiva verso l’abolizione con 155 Paesi che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica (i Paesi totalmente abolizionisti sono 99; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 7; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 5; i Paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 44) mentre i Paesi mantenitori sono saliti a 43 rispetto ai 42 del 2010 sol perché il Sudan del Sud, divenuto indipendente dal Sudan nel luglio del 2011 ha mantenuto la pena di morte.

Sono diminuiti i Paesi che hanno fatto ricorso alle esecuzioni capitali: 19 rispetto ai 22 del 2010 e sono diminuite le stesse esecuzioni, almeno 5.000 nel 2011, a fronte delle almeno 5.946 del 2010, fondamentalmente per il significativo calo delle esecuzioni in Cina che sono passate dalle circa 5.000 del 2010 alle circa 4.000 del 2011.

La Cina è prima sul triste podio dei paesi esecuzionisti, seguita dall’Iran, con almeno 676, un aumento spaventoso rispetto alle 546 del 2010 e dall’Arabia Saudita che con almeno 82 esecuzioni ha addirittura triplicato quelle compiute l’anno precedente.
I paesi totalitari ed illiberali sono responsabili del 99% del totale mondiale delle esecuzioni, mentre quelli democratici dell’1% con gli Stati Uniti che ne hanno compiute 43 nel 2011 (un dato che conferma il calo delle esecuzioni in corso da anni in America) e Taiwan 5. In controtendenza il Giappone che invece nel 2012 ne ha già eseguite 5.

La prefazione del Rapporto è scritta dal Presidente della Sierra Leone Ernest Bai Koroma mentre il libro è dedicato al Ruanda per avere, con il principio e la fine dei processi di gacaca cercato di conciliare verità e giustizia e portare pace in una terra che ha conosciuto la rappresentazione contemporanea più terribile della vicenda millenaria di Caino ed Abele come spiega nell’introduzione Sergio D’Elia.

venerdì 3 agosto 2012

SPENDING REVIEW, TRA TAGLI A SANITÀ E ENTI REGALO DA 10 MILIONI AI PARTITI – Il Fatto Quotidiano

In tempo di tagli in tutti i settori i senatori garantiscono comunque un aumento del fondo spesa per i gruppi parlamentari. Una norma che non potrà essere modificata alla Camera. Il gruzzolo inizialmente previsto era di 150 milioni: viene ridotto di 30 milioni subito (da 100 a 70), ma aumentato di 40 nel 2013 (da 50 a 90).

È uno di quegli emendamenti che passano regolarmente inosservati e vengono altrettanto regolarmente approvati. All’ingrosso c’è scritto più o meno così: all’articolo X della legge Y sostituire le parole ‘100 milioni’ con le seguenti ‘70 milioni’ e al terzo periodo sostituire ’50 milioni’ con ‘90 milioni’. Firmato: Paolo Giaretta del Pd e Gilberto Pichetto Fratin del PdL, relatori in Senato della spending review. Che vuol dire? si chiederà il lettore. In parole povere che, dentro quel decreto che taglia la sanità e affama gli enti locali per miliardi di euro, dentro quello stesso decreto nel quale non si è riusciti a trovare 38 milioni per garantire duemila esodati del gruppo Finmeccanica, il Senato ha invece avuto la capacità di scovare altri 10 milioni da infilare nel fondo di spesa per i gruppi parlamentari, meglio noto come Legge Mancia, vale a dire l’argent de pochea disposizione degli eletti per foraggiare spesucce nei collegi d’appartenza (alcuni gruppi come il Pd, va detto, ora li devolvono tutti ad uno scopo tipo l’emergenza sisma, altri come IdV non partecipano proprio alla spartizione).

Insomma, se noi traducessimo più o meno in una lingua comprensibile quelle poche, oscure righe potremmo scrivere questo: i soldi della Mancia erano 150 milioni, cento quest’anno e 50 il prossimo. Con un barbatrucco i fondi vengono ridotti di 30 milioni subito (a 70), ma aumentati di 40 nel 2013 (90 milioni). Il totale nel biennio, insomma, passa da 150 a 160 milioni. Questa trouvaille – va confessato – la dobbiamo al lavoro di Silvana Mura, deputata di Italia dei Valori, secondo cui peraltro “ancora peggio è il fine dell’operazione, anche se questa è una mia illazione e non ho le prove. Perché infatti spostare la maggior parte della spesa (guadagnandoci pure 10 milioni) all’anno prossimo? Perché si cerca di prendere tempo, visto che, considerata la situazione economica e politica, è probabile che nessuno avrà il coraggio di spartirsi i soldi del 2012”.

Insomma, spiega la tesoriere di Italia dei Valori, “conviene spostare il malloppo al 2013 in attesa di tempi migliori e pure per schivare un mio ordine del giorno già approvato che impegna il governo a destinare tutti i soldi al terremoto”. Anche l’esecutivo, peraltro, non è che ci faccia una grandissima figura: “Vede, tace e non provvede – insiste – Mura perché un membro del governo mi ha detto chiaro e tondo: noi fino alla fine dell’anno stiamo fermi per rispetto del Parlamento”.

Per chi si facesse soverchie aspettative sull’utilità della denuncia, però, va chiarito che non c’è alcuna possibilità che il decreto venga modificato alla Camera, magari togliendo 38 milioni al fondo della Legge Mancia per destinarli a quei duemila esodati rimasti a bocca asciutta in Senato: il governo ha già chiarito che Montecitorio deve approvare la spending review così com’è, per mandarla in Gazzetta Ufficiale prima delle vacanze estive. La cosa è talmente risaputa che a Montecitorio tutti erano convinti che il voto definitivo sarebbe arrivato venerdì sera e chiusa lì: meglio di no, ha spiegato un Gianfranco Fini preoccupato dall’immagine di un Parlamento che si prende il solito mese di ferie , votiamo martedì o mercoledì prossimo, che fa meno casta. Motivo per cui un manipolo di disperati ieri s’affannava a non dormire durante la discussione generale sul provvedimento: “Effettivamente è un po’ inutile”, ammetteva sconsolato il deputato Touadì (Pd). Il risultato è che i 10 milioni sono assicurati: chiamarla spending review è solo quel tocco di genio che rende la cosa indimenticabile. 

di Marco Palombi

Spending review, tra tagli a sanità e enti regalo da 10 milioni ai partiti – Il Fatto Quotidiano

LE POCHE BANCHE CHE CONTROLLANO TUTTO


Nell'autunno del 2011, uno studio condotto da scienziati svizzeri rivelò che un piccolo numero di banche controllava una importante fetta dell'economia globale.
,
Lostudio chiamato 'La rete del controllo globale corporativo' è stato portato a termine da Stefania Vitali, James B. Glattfelder e Stefano Battiston, a Zurigo, in Svizzera. Il metodo è stato quello di sviscerare il database con i dati di marketing della Orbis nel 2007, raccogliendo file su più di 30 milioni di operatori economici (imprese e investitori) di tutto il mondo, incluse le posizioni patrimoniali.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista New Scientist,molto rispettata nel panorama della scienza "mainstream".

I risultati sono interessanti, anche se in fondo prevedibili.

MASSIVA CENTRALIZZAZIONE

Si evince che ci sono circa 43.000 aziende transnazionali secondo la definizione dell'OCSE. Di queste, 1.318, sono quelle più importanti ed influenti  Questo nucleo ha tre caratteristiche importanti.

  1. Tra di loro, generano il 20% del reddito mondiale.
  1. Si possiedono l'un l'altra.

Il database Orbis ha chiaramente dimostrato che la maggior parte delle azioni di queste società sono di proprietà di altri membri del gruppo dei 1.318. Ciò significa che le imprese più grandi, più redditizie e influenti del mondo si possiedono a vicenda in un unico grande cartello finanziario, o addirittura andando a formare un monopolio. Sono in competizione solo a livello nominale.
  1. Il nucleo centrale possiede tutte le altre 43.000 aziende transnazionali.
Queste aziende generano un altro 60% del reddito mondiale. Ne deduciamo quindi che il controllo arrivi a livelli così capillari da formare un monopolio quasi totale.

Oltre a queste 3 caratteristiche del nucleo centrale, ci sono due osservazioni ancora più scioccanti da fare:

  1. L'80% del controllo totale è nelle mani di un gruppo ancora più piccolo formato da 737 aziende.
  1. Ultimo ma non meno importante: Spingendoci ancora più in alto, solo 147 aziende controllano direttamente il 40% della ricchezza totale.
CONCLUSIONE

Sotto a questo paragrafo troverete la "top 50" della lista.

Come si può vedere da questo elenco, sono tutte banche o altri istituti finanziari.

Quindi no, non è un'iperbole dire che il sistema bancario è Uno. Non stiamo esagerando, quando diciamo che è un unico cartello enorme. Che le banche possiedono tutto, inclusi tutti i principali settori industriali. L'industria del petrolio, delle armi, dei farmaci, quella alimentare, delle telecomunicazioni, ecc. Si tratta di un unico, massivo, monopolio. Controllato dall'alto verso il basso.

Il Potere Monetario è reale e questi ricercatori svizzeri ci hanno fatto un favore sviscerando i numeri.

Restano però ancora degli interrogativi da porsi: Come agiscono queste aziende, se sono tutte controllate dalle stesse persone?

Le cosiddette "Teorie del complotto" (per le masse) acquisiscono sempre più valore e trovano conferme nei dati reali. Semplicemente la gente non conosce la natura umana. Le persone cospirano praticamente in ogni campo. Sarebbe così sorprendente pensare ad un complotto per il dominio globale?

1 BARCLAYS PLC GB 6512 SCC 4.05
2 CAPITAL GROUP COMPANIES INC, THE US 6713 IN 6.66
3 FMR CORP US 6713 IN 8.94
4 AXA FR 6712 SCC 11.21
5 STATE STREET CORPORATION US 6713 SCC 13.02
6 JP MORGAN CHASE & CO. US 6512 SCC 14.55
7 LEGAL & GENERAL GROUP PLC GB 6603 SCC 16.02
8 VANGUARD GROUP, INC., THE US 7415 IN 17.25
9 UBS AG CH 6512 SCC 18.46
10 MERRILL LYNCH & CO., INC. US 6712 SCC 19.45
11 WELLINGTON MANAGEMENT CO. L.L.P. US 6713 IN 20.33
12 DEUTSCHE BANK AG DE 6512 SCC 21.17
13 FRANKLIN RESOURCES, INC. US 6512 SCC 21.99
14 CREDIT SUISSE GROUP CH 6512 SCC 22.81
15 WALTON ENTERPRISES LLC US 2923 T&T 23.56
16 BANK OF NEW YORK MELLON CORP. US 6512 IN 24.28
17 NATIXIS FR 6512 SCC 24.98
18 GOLDMAN SACHS GROUP, INC., THE US 6712 SCC 25.64
19 T. ROWE PRICE GROUP, INC. US 6713 SCC 26.29
20 LEGG MASON, INC. US 6712 SCC 26.92
21 MORGAN STANLEY US 6712 SCC 27.56
22 MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP, INC. JP 6512 SCC 28.16
23 NORTHERN TRUST CORPORATION US 6512 SCC 28.72
24 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE FR 6512 SCC 29.26
25 BANK OF AMERICA CORPORATION US 6512 SCC 29.79
26 LLOYDS TSB GROUP PLC GB 6512 SCC 30.30
27 INVESCO PLC GB 6523 SCC 30.82
28 ALLIANZ SE DE 7415 SCC 31.32
29 TIAA US 6601 IN 32.24
30 OLD MUTUAL PUBLIC LIMITED COMPANY GB 6601 SCC 32.69
31 AVIVA PLC GB 6601 SCC 33.14
32 SCHRODERS PLC GB 6712 SCC 33.57
33 DODGE & COX US 7415 IN 34.00
34 LEHMAN BROTHERS HOLDINGS, INC. US 6712 SCC 34.43
35 SUN LIFE FINANCIAL, INC. CA 6601 SCC 34.82
36 STANDARD LIFE PLC GB 6601 SCC 35.2
37 CNCE FR 6512 SCC 35.57
38 NOMURA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 35.92
39 THE DEPOSITORY TRUST COMPANY US 6512 IN 36.28
40 MASSACHUSETTS MUTUAL LIFE INSUR. US 6601 IN 36.63
41 ING GROEP N.V. NL 6603 SCC 36.96
42 BRANDES INVESTMENT PARTNERS, L.P. US 6713 IN 37.29
43 UNICREDITO ITALIANO SPA IT 6512 SCC 37.61
44 DEPOSIT INSURANCE CORPORATION OF JP JP 6511 IN 37.93
45 VERENIGING AEGON NL 6512 IN 38.25
46 BNP PARIBAS FR 6512 SCC 38.56
47 AFFILIATED MANAGERS GROUP, INC. US 6713 SCC 38.88
48 RESONA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 39.18
49 CAPITAL GROUP INTERNATIONAL, INC. US 7414 IN 39.48
50 CHINA PETROCHEMICAL GROUP CO. CN 6511 T&T 39.78

giovedì 2 agosto 2012

Coca Cola 1000 usi possibili: l'importante è non berla!

La Coca-cola non ha certo bisogno di presentazioni, con più di 1.000.000.000 (un miliardo) di lattine vendute ogni giorno (senza quindi contare le bottiglie di vetro e plastica) è la bevanda più conosciuta al mondo!


Molti non sanno però che la Coca-cola può essere utilizzata in molti modi diversi:

Continua su Coca Cola 1000 usi possibili: l'importante è non berla! http://www.miglioriamoci.net

mercoledì 1 agosto 2012

SIRIA: AMNESTY INTERNATIONAL, AD ALEPPO DALLA REPRESSIONE INDISCRIMINATA AL CONFLITTO ARMATO

Manifestazione ad Aleppo © Amnesty International
In un nuovo rapporto pubblicato oggi sulla Siria, Amnesty International ha affermato che l'assalto lanciato in questi giorni dalle forze governative contro la città di Aleppo costituisce il culmine di mesi di brutale repressione contro le voci dissidenti.

Nel suo rapporto, frutto di indagini compiute direttamente ad Aleppo alla fine di maggio, Amnesty International documenta l'uso costante di munizioni letali da parte delle forze di sicurezza e degli shabiha (le famigerate milizie governative) contro manifestazioni pacifiche, le uccisioni e i ferimenti di chi vi prendeva parte così come di chi vi era estraneo, bambini compresi, e la caccia ai feriti, ai medici che curavano questi ultimi e agli attivisti dell'opposizione.


"L'attacco contro Aleppo, che pone sempre di più la popolazione civile a rischio, è il prevedibile sviluppo di quel modello di violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza in tutto il paese" - ha dichiarato Donatella Rovera di Amnesty International, che ha recentemente trascorso diverse settimane nel nord della Siria, inclusa la città di Aleppo.

Il nuovo rapporto di Amnesty International racconta come famiglie di persone uccise per aver preso parte o aver assistito a manifestazioni abbiano ricevuto pressioni per firmare dichiarazioni secondo le quali i loro parenti erano stati assassinati da "bande armate di terroristi".

Le manifestazioni ad Aleppo, la maggiore città della Siria e il suo principale centro economico, sono iniziate più tardi e hanno avuto minore partecipazione rispetto alle altre grandi città.

Tuttavia, negli ultimi mesi, col crescere della dimensione e della frequenza delle proteste antigovernative in questa città, gli apparati di sicurezza hanno reagito col loro tipico, indiscriminato e brutale uso della forza che ha inevitabilmente provocato la morte e il ferimento di manifestanti pacifici e l'impiego della tortura, delle minacce e delle intimidazioni nei confronti degli arrestati.

Il rapporto di Amnesty International descrive tutta una serie di violazioni dei diritti umani commesse dalle forze statali, tra cui i deliberati attacchi contro manifestanti e attivisti pacifici, la caccia ai manifestanti feriti e ai medici che li curavano, l'abituale ricorso alla tortura, gli arresti arbitrari e le sparizioni forzate. 

"Le manifestazioni pacifiche cui ho assistito in varie zone di Aleppo sono terminate invariabilmente nello stesso modo: con le forze di sicurezza che sparavano proiettili letali contro i partecipanti, uccidendo o ferendo in modo indiscriminato e sconsiderato questi ultimi così come persone che stavano assistendo alle proteste" - ha dichiarato Rovera.

Nel suo rapporto, Amnesty International rinnova la richiesta al Consiglio di sicurezza di garantire la presenza di una missione di osservatori sui diritti umani in Siria, o estendendo ed espandendo l'ormai paralizzata e in via di scadenza Missione di supervisione dell'Onu in Siria (Unsmis) o istituendo un altro meccanismo. L'organizzazione per i diritti umani ribadisce ancora una volta l'urgenza che il Consiglio di sicurezza deferisca la situazione della Siria alla Corte penale internazionale e imponga un embargo sulle armi alla Siria, con l'obiettivo di fermare l'afflusso di armi al governo di Damasco. Infine, Amnesty International chiede al Consiglio di sicurezza di congelare i beni del presidente Bashar al-Assad e di altre persone sospettate di aver ordinato o eseguito crimini di diritto internazionale. 

Mentre la crisi della Siria si è trasformata in conflitto armato e aumentano le denunce di abusi commessi dall'opposizione armata, Amnesty International chiede a tutti i governi intenzionati a inviare armi all'Esercito libero siriano o ad altri gruppi armati di opposizione, di effettuare preventivamente una valutazione del rischio, basata su informazioni oggettive, per evitare che quelle armi possano essere usate per compiere o favorire gravi violazioni dei diritti umani, compresi crimini di diritto internazionale.

Amnesty International ha potuto indagare in modo indipendente sulle violazioni dei diritti umani in Siria, compresa la città di Aleppo e i suoi dintorni. La sua conclusione è che il governo siriano è responsabile di violazioni di massa che equivalgono a crimini contro l'umanità.

"È del tutto evidente che il governo siriano non ha intenzione di far cessare, per non parlare di sottoporli a inchiesta, questi crimini, tanto che le autorità hanno tentato d'impedire qualsiasi indagine indipendente sulle gravi violazioni ad Aleppo e nelle altre parti del paese" - ha commentato Rovera. "Spetta alla comunità internazionale dare giustizia alla popolazione siriana e assicurare che i responsabili di questi gravi crimini e violazioni siano chiamati a risponderne".

"Tuttavia, solo pochi giorni fa, il Consiglio di sicurezza ha nuovamente mancato l'accordo su una risoluzione sulla Siria. Non c'è da sorprendersi se la paralisi della comunità internazionale degli ultimi 18 mesi abbia fatto credere al governo siriano di poter continuare impunemente a commettere violazioni dei diritti umani, compresi crimini di guerra e crimini contro l'umanità. La situazione della Siria dev'essere deferita alla Corte penale internazionale senza ulteriore ritardo" - ha concluso Rovera.

Firma l'appello "Stop allo spargimento di sangue in Siria!"


Fonte: http://www.amnesty.it