Gli
spot dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, che sono stati diffusi
sui canali televisivi nei mesi scorsi e che ancora sono
massicciamente presenti sul web, non la raccontano giusta. Nei
messaggi pubblicitari si parla di aiuti ai più bisognosi, di denaro
destinato a opere di beneficenza, insomma dell’utile e pia azione
della Chiesa cattolica. Sembra che tutti i proventi dell'8 per mille
siano destinati a scopi benefici. Non è così! E non lo diciamo noi
ma lo ammette la Cei nella sua rendicontazione annuale relativa al
così detto 8 per mille. Su circa un miliardo e mezzo di euro
solamente il 22 % è destinato a “interventi caritativi”. Ed il
resto? E’ usato per esigenze di culto, sostentamento del clero,
Sacra rota, ecc. Tutto lecito, per carità. Ma uno spot realizzato
per chiedere il sostegno delle persone non dovrebbe dire la verità?
Oppure bisogna far credere che i soldi dei contribuenti vadano in
beneficenza quando nemmeno un quarto delle devoluzioni prendono
quella strada? Il cittadino non è tenuto a sapere a che cosa viene
destinata la sua scelta? Le stesse domande le abbiamo rivolte
all’Antitrust, con una denuncia per pubblicità ingannevole contro
la Cei, affinché valuti la correttezza o meno degli spot sull’8
per mille.
di Alessandro Gallucci
Fonte: http://www.aduc.it
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