giovedì 14 aprile 2011

DOPO L’IMPUNITÀ ADESSO BERLUSCONI PUNTA DRITTO SULLA LEGGE-BAVAGLIO

Durante un vertice a palazzo Grazioli, il premier ha parlato del ddl intercettazioni "perché - ha detto - intorno a questo provvedimento c'è un grande consenso popolare". Mentre sulla riforma della giustizia si è detto convinto di poter convincere Napolitano".

Incassata l’impunità con la prescrizione breve votata ieri alla Camera, ora Berlusconi punta dritto sul bavaglio.”Adesso andiamo avanti con la legge sulle intercettazioni perché intorno a questo provvedimento c’è un grande consenso popolare. Le gente non vuole sentirsi spiata”. Queste le sue parole, a quanto raccontano, nel corso del vertice a palazzo Grazioli con i capigruppo della maggioranza. Il premier torna, quindi, sul suo futuro erede smentendo il passaggio di testimone all’attuale ministro della Giustizia. “Non ho assolutamente detto che Alfano sarà il mio successore. A una domanda specifica sul ministro Alfano, ho detto che è uno capace. Ma poiché siamo un partito democratico, il mio successore lo deciderà il partito”. Quindi è tornato a commentare il provvedimento sul cosiddetto processo breve. 

“C’è molta disinformazione su questo provvedimento, dobbiamo spiegarlo meglio alle persone. Bisogna andare in giro e dire alle persone  che non è assolutamente vero che la strage di Viareggio e quella dell’Aquila resteranno impunite”. Quindi si è detto convinto che riuscirà a convincere il presidente Napolitano a firmare la legge perché il documento, prosegue il Cavaliere, non va contro la Costituzione.  Quindi annuncia che il ministro della Giustizia, Alfano, si recherà quindi al Colle per “spiegare le false notizie che sono state diffuse in merito alla prescrizione breve. La conclusione cui arriva il presidente del Consiglio è chiara:  avanti tutta con le riforme. Le linee guida escono dal vertice di maggioranza. A riferire dei contenuti dell’incontro è il capogruppo dei Responsabili, Luciano Sardelli, che spiega: “Abbiamo deciso di puntare molto sulla riforma istituzionale, riforma della giustizia e di andare avanti con le intercettazioni che sono ferme alla Camera. Ora che la maggioranza è coesa, possiamo farlo”. Lo stesso Sardelli si mostra fiduciosa per l’approvazione del ddl intercettazioni: “Adesso che la maggioranza si è mostrata coesa e si è rafforzata andremo avanti con il disegno di legge sulle intercettazioni”. Parole confermate dallo stesso Berlusconi al termine del vertice. ”Abbiamo la maggioranza, usiamola!”. Quindi Silvio Berlusconi, nel corso del vertice a palazzo Grazioli, ha esortato così i presenti a portare avanti il pacchetto giustizia, sottolineando che su questo tema, soprattutto dentro Fli e nel Pd, si possono registrare convergenze di singoli deputati, come dimostra il voto di ieri.



Sulla questione della successione interviene da Berlino anche il ministro della Giustizia. ”Non ho ricevuto alcuna investitura – ha detto Angelino Alfano – perché si tratta di indiscrezioni giornalistiche che raccontano di una cena” con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “Ciò che il presidente del Consiglio avrebbe detto, e io non sono sicuro che lo abbia detto, appartiene alla sua generosità e all’affetto che nutre nei miei confronti – ha sottolineato il ministro -. Ma se io dovessi parlare con lui del futuro, gli consiglierei almeno cinque nomi che ho in mente, che non dico per non danneggiarli, di esponenti del Pdl e della Lega che sono senz’altro più bravi e meritevoli di me per avere future incombenze di governo”. Ciò premesso, ha aggiunto Alfano, “io sono convinto che Silvio Berlusconi sarà presidente del Consiglio ancora molto a lungo e che ogni discussione che riguarda il futuro è assolutamente prematura”. E poi: “Non foss’altro per il motivo evidente che in tutte le democrazie occidentali il presente e il futuro dei leader lo stabiliscono gli elettori e mi pare che gli elettori abbiano suggellato ancora una volta in quest’ultimo triennio il loro favore nei confronti del presidente del Consiglio, il quale peraltro ha una maggioranza solida in Parlamento”. Quanto al suo futuro, Alfano ha ricordato di essere “ministro della Giustizia da quasi tre anni” e di essere “molto impegnato in questo sforzo”. “Spero di aver fatto bene ciò che mi sono ripromesso di fare – ha aggiunto -. In primo luogo le norme antimafia, la riforma del processo civile, la digitalizzazione del sistema giudiziario insieme al ministro Brunetta, un percorso (questo) che non è ancora completato”. Quindi, ha concluso, “credo che a ciascuno competa di fare il compito che gli è stato assegnato, tenendo bene i piedi per terra”.



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