718mila stranieri in cinque anni hanno rimpiazzato operai, muratori, meccanici, idraulici, elettricisti italiani.
Con 8 milioni 357mila occupati nel 2010 il lavoro manuale continua a rappresentare uno dei pilastri del nostro mercato del lavoro, interessando ben il 36,6% degli occupati del Paese. Si tratta di un universo complesso di mestieri, all’interno del quale si trovano artigiani e operai specializzati (4 milioni 264mila occupati), addetti agli impianti (1 milione 798mila) e lavoratori a bassa o nulla qualificazione (2 milioni 295mila). Tra i lavori più diffusi, vi sono gli addetti alle pulizie (969.580), muratori, carpentieri e ponteggiatori (705.126), autisti e camionisti (588.262), meccanici, gommisti e carrozzieri (511.636), piastrellisti, idraulici ed elettricisti (472.435), operai agricoli specializzati (354.325). È quanto emerge dalle elaborazioni effettuate dal Censis nell’ambito di un’attività istituzionale volta a delineare le nuove opportunità dei lavori tecnico-manuali.
Mestieri che gli italiani sono sempre meno disposti a svolgere, lasciando ai lavoratori stranieri nuove opportunità di lavoro e di impresa. Tra il 2005 e il 2010, infatti, a fronte di un crollo del numero di lavoratori italiani occupati in lavori manuali (-847mila, con un decremento dell’11,1%), aumenta quello dei lavoratori stranieri (+718mila, con una crescita dell’84,5%). Un vero e proprio «effetto sostituzione», considerato che, fatti 100 i lavoratori manuali, l’incidenza degli stranieri è passata, nel corso degli ultimi cinque anni, dal 10% al 18,8%, raggiungendo quota 52% tra gli addetti ai servizi di pulizia, il 32% tra gli addetti del settore edile, il 30% tra le figure non qualificate che lavorano nel turismo.
Mestieri a vocazione sempre più straniera e sempre meno giovanile. Tra i lavoratori manuali diminuisce, infatti, la presenza di giovani under 35, che passano dal 34,3% al 27,6%, mentre cresce quella degli over 45, dal 34,2% al 40,2%. Si mantiene stabile la presenza femminile, che risulta ancora minoritaria (24,8%).
Il mercato dei lavori manuali non sembra conoscere crisi. Stando alle previsioni di assunzioni delle aziende, il 43,1% di quelle programmate per il 2010 (vale a dire 238mila nuovi posti di lavoro) avrebbe interessato questa tipologia di lavoratori, e in particolare gli addetti ai servizi di pulizia (su 100 previsioni di assunzione, 8 sono destinate a tali figure), muratori (5%), conduttori di camion e macchine (2,6%).
Per molti di questi mestieri, le aziende incontrano difficoltà a reperire le figure necessarie: sono più di 60mila i posti di lavoro che rischiano di restare vacanti, perché le aziende non trovano persone disposte a svolgere tali lavori o per la scarsa preparazione di quelle individuate. Circa 36mila riguardano operai specializzati, e in particolare muratori in pietra (6.505 posti), meccanici (3.596), elettricisti (3.408), idraulici (2.469), meccanici e montatori di macchinari (2.330); altri 15mila i conduttori di impianti, soprattutto camionisti (2.753) e conduttori di macchine per il movimento terra (1.769); e 9mila lavori non qualificati, tra cui soprattutto personale per le pulizie (4.596).
Fonte: www.censis.it
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