La decisione della Bce di procedere al primo dei tre aumenti previsti del costo del denaro,con i tassi di riferimento portati oggi dall’1 all’1,25 per cento, avrà ricadute su circa 2,3 milioni di famiglie che ascoltando i cattivi consigli delle banche,si sono indebitate a tasso variabile,invece degli irripetibili tassi fissi.
Le rate dei mutui indicizzati subiranno una maggiorazione di 11 euro al mese (132 euro l’anno) per un mutuo decennale di 100.000 euro a tasso variabile, che passa dal 2 al 2,25 per cento e con il costo della rata mensile, che passa da 920 a 931 euro.
Maggiori oneri per un mutuo di 100.000 euro di durata ventennale che passa da 506 euro al mese a 518,con un aumento di 12 euro mensili (144 euro l’anno.
Una maggiore stangata subiscono i mutuatari con prestiti da 200.000 euro a 10 anni, che prestando fede alle sirene delle banche,sono stati indotti ad indebitarsi a tasso variabile,con i ratei che passano da 1.840 euro mensili a 1.862 (+22 euro al mese,+ 264 euro annui) nella migliore delle ipotesi, e sempre che le banche furbette avendo già aumentato prima giocando d’anticipo, non facciano la cresta,come al solito, aumentando anche dopo la decisione odierna della Bce.
Stangata doppia per un mutuo ventennale di 200.000 euro con la rata mensile che passa da 1.012 euro a 1.036 euro (+24 euro mensili che fanno + 288 euro l’anno), sempre a patto che le idrovore banche italiane bisognose di ricapitalizzarsi a spese di correntisti e mutuatari, colluse con una Banca d’Italia che asseconda supinamente i desiderata dei banchieri, non facciano la cresta,rincarando ulteriormente i tassi.
L’aumento dei tassi dello 0,25% comporterà maggiori oneri per rinnvore lo stock del debito pubblico, pari a 281 miliardi di euro in scadenza nel 2011,rispettivamente 125,982 miliardi di euro in Bot; 87,785 in Btp; 30,048 in Cct; 37,301 miliardi in Ctz, con un aggravio di 550 milioni di euro fino al 31 dicembre 2011.
Adusbef e Federconsumatori, nel ricordare il divario insopportabile tra gli elevatissimi costi dei conti correnti italiani (ben 295 euro) ed i costi di gestione dei conti correnti europei (114 euro della media Ue a 27),che genera un saccheggio sistematico dalle tasche delle famiglie con spese aggiuntive di 4,2 miliardi di euro l’anno, ossia ben 42 miliardi di euro dal 2001, riterranno inaccettabile ed illegale, qualsiasi manovra di maggiorazione speculativa che dovesse essere eseguita su tassi,mutui e prestiti erogti dai signori banchieri.
Fonte: www.adusbef.it
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