Indagine Confcommercio-Format: nei primi tre mesi dell'anno raddoppiato il numero di imprese che non ottengono finanziamenti. E cresce dal 9,2 al 14,2 il numero di quelle che non riescono a far fronte al proprio fabbisogno finanziario.
Nel I trimestre 2011, rispetto al trimestre precedente, aumentano le imprese che non riescono a far fronte al proprio fabbisogno finanziario (dal 9,2% al 14,2%); tra le imprese che hanno chiesto un fido o la rinegoziazione di un fido esistente, è più che raddoppiata la percentuale di quelle che si sono viste rifiutare del tutto la richiesta di finanziamento (dal 4% all’8,9%), mentre la quota di imprese che si sono viste accogliere la propria domanda di fido (53,9%) è risultata la più bassa da due anni a questa parte; permane, inoltre, negativa la percezione da parte delle imprese sulle condizioni di offerta di credito da parte delle banche: l’aumento del costo dei finanziamenti, delle altre condizioni, dei servizi bancari e il peggioramento delle garanzie richieste trovano, infatti, riscontro nel peggioramento di tutti i corrispettivi indicatori congiunturali. Unico elemento in controtendenza è l’aumento, seppur modesto, del numero di imprese in grado di fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario (dal 51,1% al 52,7%).
Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel primo trimestre del 2011 realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Ricerche di Mercato.
Fabbisogno finanziario
Nel I trimestre 2011, il 52,7% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha dichiarato di essere riuscita a far fronte al proprio fabbisogno finanziario senza difficoltà (nel trimestre precedente erano il 51,1%), il 33,1% ha dichiarato di esservi riuscite con qualche difficoltà, mentre quelle che hanno dichiarato di non essere riuscite a far fronte al proprio fabbisogno finanziario sono risultate il 14,2%. L’indicatore congiunturale del primo trimestre 2011 è risultato pari a +5,4, facendo segnare un incremento rispetto al trimestre precedente, quando era risultato pari al +2,2.
La previsione delle imprese per il secondo trimestre del 2011 è leggermente peggiorativa. L’indicatore è risultato, infatti, pari a -0,3, contro il precedente +2,3.
Le grandi imprese (oltre 249 addetti) operative nel settore del commercio hanno segnalato nel primo trimestre del 2011 un qualche genere di difficoltà nel fare fronte al proprio fabbisogno finanziario.
Domanda e offerta di credito
Nel corso del primo trimestre del 2011 si conferma in qualche modo quella inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti, che era stata registrata per la prima volta nel corso del quarto trimestre del 2010 riguardo la percentuale delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere un finanziamento. Il 24,0% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha dichiarato di essersi rivolto alla propria banca per chiedere un fido o per rinegoziare un fido esistente, il trimestre precedente tale percentuale era risultata pari al 25,7%, ma quello ancora prima era risultata pari al 22,5%. Bisogna risalire al quarto trimestre del 2009 per riscontrare una percentuale di richieste di finanziamento simile a quella riscontrata alla fine del 2010 e nel primo trimestre del 2011.
Si sono rivolte al sistema bancario per chiedere un finanziamento nel corso del primo trimestre del 2011 in prevalenza le piccole imprese (10-49 addetti), le medie imprese (50-249 addetti) e le grandi imprese (oltre 250 addetti), le imprese dei servizi, e quelle residenti nelle regioni del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Centro Italia.
Nell’ambito della percentuale delle imprese che hanno chiesto un finanziamento (fig. 1) abbiamo rilevato gli esiti di tali domande: il 53,9% delle imprese del terziario ha visto accogliere la propria domanda di credito con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, e si tratta del dato più basso dal quarto trimestre 2008, da quando cioè sono iniziate le rilevazioni del presente dell’Osservatorio; il 16,9% delle imprese ha visto accogliere la propria domanda, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, l’8,9% delle imprese ha visto respingere la propria domanda di credito. Le imprese che al momento dell’intervista risultavano ancora in attesa di una risposta da parte della propria banca erano il 2,6% mentre quelle che hanno affermato di essere intenzionate a fare richiesta di credito il prossimo trimestre sono risultate il 17,7%.
La cosiddetta “area di stabilità e/o allentamento”, restituita dalla percentuale delle imprese che si sono viste accordare il finanziamento con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, si abbassa quindi ulteriormente passando dal 58,5% del passato trimestre al 53,9% del primo trimestre dell’anno. Leggermente più alta di converso la cosiddetta “area dell’irrigidimento”, restituita dalla somma delle percentuali di imprese che hanno visto accordarsi il credito ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto o alle quali il credito non è stato concesso proprio, passando dal 24,6% del quarto trimestre del 2010 al 25,8% del primo trimestre 2011.
Fig. 1 – Percentuali* di imprese che hanno chiesto un credito al sistema bancario nel primo trimestre 2011.
* Percentuali ricalcolate facendo =100 le imprese che nei trimestri considerati hanno chiesto un fido o hanno chiesto di rinegoziare un fido esistente. (Irrigidimento = richiesta accolta con ammontare inferiore + richiesta non accolta).
Fonte: indagine Confcommercio-Format
Offerta di credito
L’offerta di credito è stata analizzata in funzione dei seguenti indicatori:
• il costo del finanziamento (tasso di interesse),
• il costo dell’istruttoria e delle cosiddette “altre condizioni” (es. valuta, servizi accessori, ecc.),
• le garanzie richieste dalle banche a fronte del finanziamento,
• il costo dei servizi bancari nel loro complesso (es. costo delle tenuta del conto corrente).
L’analisi è stata effettuata esclusivamente presso le imprese che dispongono di un finanziamento per quanto concerne i primi tre indicatori, e presso tutte le imprese con riferimento al costo dei servizi bancari nel loro complesso.
Costo del finanziamento
Con il concetto di “costo dei finanziamenti” si intende il “tasso di interesse” dei finanziamenti resi disponibili dalle banche alle imprese.
Aumenta nel primo trimestre del 2011 il costo dei finanziamenti resi disponibili dalle banche per le imprese del terziario. L’indicatore congiunturale è risultato pari infatti a -20,1 rispetto al -17,1 del quarto trimestre 2010.
L’aumento del costo dei finanziamenti ha interessato nel primo trimestre dell’anno in prevalenza le microimprese (1-9 addetti), assai meno le imprese di dimensioni più grandi.
Costo delle “altre condizioni”
Con il concetto di “altre condizioni” si intendono, a titolo di esempio, la valuta, il costo dei servizi accessori, e così via, associati ai finanziamenti concessi alle imprese.
Aumenta nel primo trimestre del 2011 il costo delle cosiddette “altre condizioni” (oltre il tasso di interesse) applicate dalle banche ai finanziamenti concessi alle imprese del terziario, passando l’indicatore congiunturale dal precedente -14,1 all’attuale -16,8.
Garanzie
Peggiora con il primo trimestre del 2011 la situazione per quanto concerne le garanzie chieste dalle banche alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi a copertura dei finanziamenti concessi, avendo fatto registrare un saldo pari a -18,4, superiore a quello che era stato registrato alla fine del 2010 che era risultato pari a -11,8.
I finanziamenti sono stati garantiti dalle imprese del terziario nei modi indicati di seguito:
• Garanzie reali prestate dall'impresa (56,6% delle imprese);
• Garanzie reali prestate dai soci / dall'imprenditore (30,5% delle imprese);
• Garanzie prestate da terzi, diversi dai Confidi (6,7% delle imprese);
• Garanzie prestate dai Confidi (6,7% delle imprese);
• Garanzie prestate per mezzo di agevolazioni pubbliche (0,1% delle imprese).
Rispetto al periodo precedente crescono le percentuali delle imprese che a garanzia dei finanziamenti hanno fatto ricorso a soggetti “terzi” (diversi dai confidi) ed ai confidi, mentre diminuiscono le percentuali delle imprese che hanno fatto ricorso a “garanzie reali” messe a disposizione da parte delle imprese stesse. Cresce però la percentuale degli imprenditori che hanno dovuto garantire personalmente i finanziamenti concessi da parte del sistema bancario.
Si mette in evidenza che nei primi tre mesi del 2011 è risultata in diminuzione la percentuale delle imprese che non ha dovuto fare ricorso ad alcuna forma di garanzia a copertura dei finanziamenti ricevuti. Tale percentuale è risultata pari all’11,1%, mentre era risultata pari al 14,7% il trimestre precedente.
Costo dei servizi bancari
L’analisi dei cosiddetti “costi dei servizi bancari” (es. tenuta conto, emissione disposizioni, pagamento effetti, movimenti di titoli, ecc.), come è già stato scritto, è stata effettuata nel primo trimestre presso tutte le imprese del terziario, e quindi non esclusivamente presso le imprese che dispongono di un finanziamento concesso da parte delle banche.
L’andamento del costo dei servizi bancari peggiora ancora decisamente nel primo trimestre del 2011. L’indicatore congiunturale ha fatto registrare un saldo pari a -23,9, contro il precedente -21,9 e ben superiore rispetto al precedente ancora -10,4 del terzo trimestre del 2010. In percentuale ben 25,1% delle imprese del terziario ha affermato che la situazione del costo dei servizi bancari è peggiorata nel primo trimestre del 2011 rispetto al trimestre precedente. Il 73,7% ha affermato che la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, mentre un esiguo 1,2% ha affermato che la situazione del costo dei servizi bancari è migliorata.
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L’Osservatorio sul Credito Confcommercio è basato su un’indagine continuativa a cadenza trimestrale, effettuata dall’Istituto di ricerca Format Srl, tramite interviste telefoniche (sistema CATI), su un campione nazionale rappresentativo dell’universo delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, stratificato in funzione delle aree geografiche di residenza delle imprese: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. Nota informativa completa www.agcom.it.
Fonte: www.confcommercio.it
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