lunedì 25 aprile 2011

LETTERA APERTA AL SENATORE GASPARRI E SGARBI

Scritto da Pippo Giordano

Egregi signori Gasparri e Sgarbi vi rammento che quando si parla, occorre sapere di che cosa si parla. Voi parlate di “pentiti” con una disinvoltura tale che sembrate dei conoscitori del problema. E, invero del pentitismo di uomini d'onore voi non sapete assolutamente nulla. In questo momento lei Gasparri, chiede una commissione d'inchiesta e tuttavia, lei siede accanto ad un suo collega, già condannato in appello per mafia. Ma, questo a lei non interessa, e non interessa nemmeno aver un ministro che è sotto la lente della magistratura, pure per mafia. Lei signor Gasparri sa bene che Ciancimino non è un collaboratore di giustizia, ma semplicemente un dichiarante. Quindi vedo nelle sue dichiarazioni un messaggio preventivo agli attuali pentiti e a quelli che potrebbero arrivare. Noto anche che il caso Ciancimino è da lei usato per attaccare nuovamente il Giovanni Falcone del ventunesimo secolo, ovvero Antonio Ingroia. Si rassereni Gasparri, Ingroia non è in vendita, come non lo sono gli appartenenti alla Magistratura italiana, tranne quelli già noti dalle sentenze giudiziarie e riferibili al suo premier. La richiesta di una commissione d'inchiesta sui pentiti è vetusta e viene tirata in ballo ogni qualvolta un politico e un appartenente alla casta viene citato dai pentiti. Quanto siete patetici. Da una parte strombazzate “lotta” alla mafia e dall'altra tentate di denigrare l'operato della Procura di Palermo con in testa Ingroia.

Evidenzio analogie dalle vostre accuse signori, Gasparri e Sgarbi ,con quelle rivolte a Falcone e a tutto il pool antimafia di allora. Prima c 'erano i “Corvi” ora ci siete voi che prendendo spunto da un errato comportamento, censurabile e condannabile di Ciancimino, tentate di infangare l'operato di una Procura. Vedete, fin quando Buscetta, Gaspare Mutolo e tanti altri collaboratori di Giustizia, parlavano dei loro ex amici uomini d'onore, i pentiti erano l'oracolo, erano il vangelo, appena, ahimè, hanno cominciato a parlare dei politici, sono iniziati i problemi. Tant'è che proprio la sua parte politica, signor Gasparri, ha editato la famosa legge dei 18o giorni. Mettetevelo bene in testa, che se la mafia è diventata potente, se è diventata arrogante e stragista, in parte la colpa è di quel mondo politico che ha prestato non solo il fianco ma ne ha assicurato impunità attraverso “compiacenze” e “vicinanze”. Altro che commissione d'inchiesta sui pentiti. Piuttosto dovreste proporre una seria commissione per appurare a chi ha “giovato” il favoreggiamento fornito da Cosa nostra nelle tornate elettorali. Ma è certo che non l'ha proporrete mai perché ci potrebbero essere effetti devastanti e questo è notorio a tutti.

I pentiti, che vi piaccia a no, sono uno strumenti indispensabile per entrare nel mondo delle mafie e che vi scrive è stato uno che con i pentiti ha sviscerato, sezionato quel mondo di contiguità tra Cosa nostra e politica. Quindi, per favore cercate di non prendere spunto da un comportamento di Massimo Ciancimino, per attaccare i PM di Palermo: capisco senatore Gasparri che, per la verità non solo lei, ha qualche sassolino da togliersi dalla scarpa nei confronti di Ingroia e si metta l'anima in pace, non ci riuscirà. Se ne faccia una ragione. Poi, vorrei consigliare la signor Sgarbi di interessarsi di cultura e della sua attività di Sindaco di Salemi e lasci lavorare i PM. Certo che lei se non erro ha avuto qualche problema con la Giustizia e quindi il livore nei confronti della Magistratura in generale le offusca il pensiero.

In ogni caso ricordo a Gasparri e Sgarbi, che potete fare qualsiasi commissione d'inchiesta sui pentiti, sull'operato della Procura di Palermo, ma tutto questo non riuscirà a coprire le malefatte della casta. E mi auguro col tutto il cuore che Spatuzza, Brusca, Tranchina, compreso Ciancimino e tanti altri potranno dissipare non solo a me ma a milioni di italiani, i dubbi su quanto di sporco e di marcio c'è stato e c'è nel rapporto tra mafia/Stato ed anche con gli integerrimi politici che si ergono a paladini della legalità. Che obbrobrio!

Pippo Giordano


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