Esportare
il “modello Cipro” ad altri Stati membri dell’UE. La Troika, con il Fondo
Monetario Internazionale in testa, ha deciso: prelievo forzoso su tutti i conti
correnti europei. Ecco le motivazioni e i tempi di tale scellerata scelta.
In
tanti ricorderanno ciò che è accaduto a Cipro nel marzo 2013: per evitare che
l’isola precipitasse nel default la Troika –composta da Fondo Monetario
Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione Europea – decise di
applicare un prelievo forzoso del 38% su tutti i depositi oltre i 100mila euro.
Una scelta che scatenò il panico economico nell’isola, tanto da costringere il
Governo locale a chiudere gli sportelli bancari e inviare l’esercito davanti
agli istituti stessi.
Le
scene drammatiche che giungevano da Cipro fecero il giro del mondo. E ora
rischiamo di vedere applicato quel modello anche ad altri paesi dell’area Euro,
con un altissimo rischio di provocare una fuga di capitali dalle banche
europee.
Secondo quanto ha scritto il Wall Street Journal, “per
porre rimedio all’esperimento fallimentare della moneta unica il Fondo
Monetario Internazionale ha aperto alla possibilità che le autorità europee
impongano un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’area
euro. Tanto ci vorrebbe, secondo i calcoli degli economisti, per riportare il debito
sovrano del blocco ai livelli pre crisi".
La
conferma di quel che bolle in pentola, rivelato dal Wsj, arriva direttamente da
un report del Fondo Monetario Internazionale, il “Fiscal Monitor – Oct. 13”, dove si parla proprio di
“capital levy”, cioè di prelievo forzoso, in questi termini: “Se si vuole
riportare il debito dell’Area Euro ai livelli pre-crisi del 2007 bisogna
applicare un prelievo forzoso del 10% ai conti correnti di 15 paesi
dell’eurozona.”
Del
resto gli squali della Troika ci hanno abituato a questo ed altro.
"Il
concetto è semplice - ribadisce il quotidiano statunitense - piuttosto
che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere ancora di più le
buste paga, perché non andare a toccare i capitali "dormienti"?.
Poco
importa che, così facendo, sarebbero ancora una volta i cittadini a pagare la
crisi del debito, causata da politiche europee fallimentari sia da un punto di
vista economico che monetario. Con il rischio concreto di scatenare violente
rivolte sociali in tutta Europa.
Ora
la palla passa nelle mani della Commissione Europea e della Bce, che dovranno
certamente tener conto dei dettami del Fondo Monetario Internazionale.
E
se a capo della Commissione dovesse finire davvero l’attuale Direttore
Operativo del Fmi, Christine Lagarde - come suggerito dalla cancelliera tedesca Angela Merkel –
allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Staremo a vedere, anche perché le
alternative potrebbero essere anche peggiori.
di Andrea Succi
Fonte: http://www.infiltrato.it
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