mercoledì 18 giugno 2014

Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso: prelievo forzoso su tutti i conti correnti europei

Esportare il “modello Cipro” ad altri Stati membri dell’UE. La Troika, con il Fondo Monetario Internazionale in testa, ha deciso: prelievo forzoso su tutti i conti correnti europei. Ecco le motivazioni e i tempi di tale scellerata scelta.


In tanti ricorderanno ciò che è accaduto a Cipro nel marzo 2013: per evitare che l’isola precipitasse nel default la Troika –composta da Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione Europea – decise di applicare un prelievo forzoso del 38% su tutti i depositi oltre i 100mila euro. Una scelta che scatenò il panico economico nell’isola, tanto da costringere il Governo locale a chiudere gli sportelli bancari e inviare l’esercito davanti agli istituti stessi.

Le scene drammatiche che giungevano da Cipro fecero il giro del mondo. E ora rischiamo di vedere applicato quel modello anche ad altri paesi dell’area Euro, con un altissimo rischio di provocare una fuga di capitali dalle banche europee.
Secondo quanto ha scritto il Wall Street Journal, “per porre rimedio all’esperimento fallimentare della moneta unica il Fondo Monetario Internazionale ha aperto alla possibilità che le autorità europee impongano un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’area euro. Tanto ci vorrebbe, secondo i calcoli degli economisti, per riportare il debito sovrano del blocco ai livelli pre crisi".

La conferma di quel che bolle in pentola, rivelato dal Wsj, arriva direttamente da un report del Fondo Monetario Internazionale, il Fiscal Monitor – Oct. 13, dove si parla proprio di “capital levy”, cioè di prelievo forzoso, in questi termini: “Se si vuole riportare il debito dell’Area Euro ai livelli pre-crisi del 2007 bisogna applicare un prelievo forzoso del 10% ai conti correnti di 15 paesi dell’eurozona.”

Del resto gli squali della Troika ci hanno abituato a questo ed altro.

"Il concetto è semplice - ribadisce il quotidiano statunitense - piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali "dormienti"?.

Poco importa che, così facendo, sarebbero ancora una volta i cittadini a pagare la crisi del debito, causata da politiche europee fallimentari sia da un punto di vista economico che monetario. Con il rischio concreto di scatenare violente rivolte sociali in tutta Europa.

Ora la palla passa nelle mani della Commissione Europea e della Bce, che dovranno certamente tener conto dei dettami del Fondo Monetario Internazionale.


E se a capo della Commissione dovesse finire davvero l’attuale Direttore Operativo del Fmi, Christine Lagarde - come suggerito dalla cancelliera tedesca Angela Merkel – allora ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Staremo a vedere, anche perché le alternative potrebbero essere anche peggiori.

di Andrea Succi

Nessun commento:

Posta un commento