martedì 15 settembre 2009

Emergency quindicennale della nascita e le strutture ospedaliere modello


Per festeggiare il quindicennale della nascita dell’Ong, fondata da Gino Strada, dall’8 al 13 settembre, a Firenze Fiera e al Mandela Forum si sono tenuti spettacoli, dibattiti, attraverso i quali si è illustrato il lavoro dell’associazione. Nell’ occasione peacereporter, ha intervistato l’architetto e grafico milanese Raul Pantaleo, che ha messo a disposizione di Emergency la sua competenza e la sua sensibilità per progettare le strutture sanitarie dell'organizzazione umanitaria di Gino Strada, vero fiore all’occhiello dell’associazione..


La caratteristica di Emergency è quella di costruire ospedali moderni, efficienti, duraturi con uno standard sanitario e tecnologico equivalente a quello di qualsiasi ospedale occidentale. Quali sono gli ingredienti per realizzare una struttura-modello in un Paese dove è in corso un'emergenza umanitaria, dove la geografia, le condizioni sanitarie, il clima politico, le guerre rendono questo impegno una vera e propria sfida?

Perché le strutture della Ong sono diventate centri di eccellenza nei Paesi in via di sviluppo.


Se ne è discusso durante il raduno nazionale di Emergency a Firenze. La risposta a tale domanda, per quanto insolita, è che l'ingrediente principale è il rispetto. Lo dice chi ne ha costruito uno, di questi ospedali. Raul Pantaleo, architetto e grafico milanese, ha messo a disposizione dell'organizzazione di Emergency la sua competenza e la sua sensibilità per progettare il fiore all'occhiello delle strutture sanitarie dell'organizzazione umanitaria di Gino Strada: il centro di cardiochirurgia ‘Salaam' di Khartoum, in Sudan. "Vi è un pregiudizio comune sulla costruzione di ospedali in Africa, ha spiegato Pantaleo, ma io stesso ho potuto verificare come in una zona critica si possa operare con gli stessi criteri applicati a qualunque altro paese del mondo.


Nei luoghi dove Emergency opera e lavora, fa la differenza. Questo perché la discriminante di base di questa Ong è il rispetto. Accade, in questi contesti, che numerosi atti e procedure tecniche saltino, e i meccanismi vengano ‘oliati' nel modo che si conosce. Emergency non paga per avere autorizzazioni, concessioni edilizie, terreni. Accade ad altre Ong, non a noi. In Darfur, Emergency è forse l'unica organizzazione che non è dovuta incappare in balzelli di varia natura, non ha insomma (unto la ruota). Questo perché, al momento di stabilire le regole, non si sgarra".


Dal punto di vista tecnico-amministrativo, un esempio da prendere in considerazione potrebbe essere quello dell'ospedale nella Repubblica Centrafricana, dove la gara d'appalto e' stata condotta secondo le procedure comuni in ogni Paese occidentale. Sono state inizialmente selezionate sei imprese, tre europee e tre centrafricane. "In assoluta trasparenza - ribadisce sempre Pantaleo - abbiamo appaltato l'opera all'impresa centrafricana. Siamo stati sconsigliati dal console, come da altri, perché il luogo comune è il solito: siamo in Africa.


Posso dire, ora che l'opera è finita, che per sei mesi l'impresa ha lavorato in assoluta autonomia, con tecnici competenti e persone oneste. Questo perché la scrematura a monte si basava su criteri chiari. Chi si presentava sapeva le regole, conosceva le penali, e questa cosa ha costituito il filtro necessario. Il Memorandum of understanding, il protocollo d'intesa, e' una blindatura che costringe l'organizzazione e chi lavora per essa a obbedire a criteri chiari e precisi. In Africa, in definitiva, si può lavorare bene e con professionalità".


La caratteristica di Emergency è quella di entrare in un Paese e costruire ospedali di mattoni, non provvisori. Strutture che durino, che siano in grado di programmare la propria attività negli anni, anche cambiando, eventualmente, rispetto alle esigenze per cui sono stati costruiti. Nati come strutture per la chirurgia di guerra, hanno visto evoluzioni diverse a seconda della particolarità dei contesti nei quali. Quello in Cambogia, per esempio, da tempo è punto di riferimento per la traumatologia. Una delle strutture in Afghanistan, nella valle del Panshir, ormai fa poca chirurgia di guerra, a differenza di quelli di Kabul e Lashkargah. L'istanza di fondo è garantire aggiornamento e differenziazione, nonché crescita di ogni singolo ospedale in maniera diversa a seconda degli obiettivi. In Sierra Leone, per esempio, dopo la guerra l'ospedale ha privilegiato la pediatria, dopo la chirurgia d'emergenza.


I tre punti fondamentali per la costruzione di un ospedale riguardano prima di tutto la trattativa con i ministeri competenti, poi la registrazione della Ong presso le autorità del Paese, che stabilisce l'oggetto dell'attività della stessa Ong, in questo caso l'assistenza alle vittime di guerra.


Infine si passa alla stesura del Memorandum of understanding che contiene le reciproche obbligazioni. Fondamentale in quest'ultimo punto è l'assoluta autonomia gestionale: tutto ciò che accade all'interno dell'ospedale viene deciso da Emergency. Poi si passa all'importazione dei beni per la costruzione e il funzionamento della struttura. Infine, vengono definiti i criteri di ammissione che definiscono i beneficiari, ovvero coloro che vi entreranno.


Dal punto di vista tecnologico, la scelta viene influenzata da diversi fattori, primo fra tutti la dimensione del bisogno: quanta gente verra' curata, con quale frequenza, e via dicendo. Tutto questo - ha spiegato Antonio Molinari della direzione tecnica di Emergency - influenza il tipo di materiale, di equipaggiamento. Altro elemento fondamentale e' il contesto, la posizione geografica, l'eventuale difficoltà di approvvigionamento, la disponibilità, spesso nulla, di ricambi tecnici. Per questo Emergency ha una rete di supporto tecnico. Quando c'e un problema, il tecnico locale viene messo in contattato con una rete di tecnici. Siamo fortunati, perché in questo caso anche le aziende che solitamente sono restie a dare informazioni tecniche, per noi le mettono liberamente a disposizione, spesso a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi periodo dell'anno. Alcune volte ci sono condizioni estreme, e allora si scelgono apparecchiature semplici, robuste, con la minore necessità di manutenzione possibile. In conclusione, se venisse mostrata a qualsiasi medico italiano la foto della sala operatoria dell'ospedale di Lashkargah, chiedendogli dove si trova tale ospedale, potrebbe rispondere Milano, Parigi, forse Londra. Proprio perché il nostro obiettivo è l'eccellenza, anche in Paesi dove uno non se l'aspetterebbe".

Report Emergency dal 1994 al 2008

Fonte http://it.peacereporter.net/

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