mercoledì 21 luglio 2010

MSF: Ridurre i fondi per la lotta all’HIV/AIDS significa giocare con la vita dei pazienti


I donatori internazionali stanno ignorando i risultati scientifici sui benefici derivanti dalla diffusione dei programmi di trattamento antiretrovirale, allo scopo di risparmiare soldi sulle spalle di 10 milioni di pazienti che necessitano di cure. In occasione della Conferenza Mondiale sull’HIV, in corso a Vienna in questi giorni, Medici Senza Frontiere manifesta la propria preoccupazione.

Oggi i donatori internazionali si aspettano che i medici dicano ai pazienti che si trovano quasi in punto di morte di tornare più tardi per avere accesso al trattamento antiretrovirale”, dichiara Eric Goemare, responsabile medico di MSF in Sud Africa. "Questo è un modo sbagliato di curare. Da medico mi piacerebbe molto di più dare loro una pillola e mandarli a casa, piuttosto che vederli dopo 6 mesi in un letto di ospedale con le complicanze di una tubercolosi ”.

Con i dati dei progetti per la lotta all’HIV/AIDS condotti da MSF in Lesotho e che verranno presentati in questi giorni a Vienna, MSF dimostra come un trattamento somministrato precocemente possa ridurre di oltre il 60% la mortalità dei pazienti affetti da HIV/AIDS.

Ma questo tipo di risultati continuano ad essere ignorati dai donatori internazionali, in particolare dagli Stati Uniti (il primo paese al mondo tra i donatori istituzionali), che invece attualmente premono sui paesi poveri affinché riducano i trattamenti soltanto a quei pazienti che hanno uno stadio molto avanzato della malattia.

Oltre ai benefici medici e finanziari di una terapia iniziata precocemente, diversi studi mostrano che rendere il trattamento disponibile tra le comunità è uno dei modi più efficaci per prevenire e ridurre la trasmissione dell'HIV.

Nonostante ciò, a livello internazionale si riducono progressivamente gli impegni presi per combattere l’HIV/AIDS e si registra un calo dei finanziamenti che di conseguenza determinerà un ritardo nella somministrazione della terapia o ancora peggio una sospensione.

Il Fondo Globale, il principale meccanismo di finanziamento per l’acquisto di farmaci antiretrovirali, sta affrontando una grave crisi finanziaria. Gli Stati Uniti stanno proponendo di continuare il programma PEPFAR (U.S. President’s Emergency Plan for AIDS Relief) con un contributo che non prevede incrementi nel corso dei prossimi anni e contestualmente intendono diminuire il proprio supporto al Fondo Globale.

Proprio questa settimana i media tedeschi hanno riportato notizia del dibattito su come la Germania potesse ridurre il proprio contributo al Fondo Globale di tre volte. L’Austria, paese ospitante dell'International AIDS Conference, non contribuisce con un solo dollaro al Fondo dal 2001.

Questa involuzione arriva dopo un decennio di sforzi e di successi: più di 5,2 milioni di persone sono vive grazie ai trattamenti antiretrovirali, resi possibili dalla diffusione e distribuzione di farmaci generici economici e di qualità e dall’impegno dei paesi donatori.

Con 1,2 milioni di persone che hanno iniziato il trattamento nel 2009, i progressi sono stati rapidi. Tuttavia ci sono ancora 10 milioni di persone in attesa di iniziare il trattamento e per i quali il mutato clima lascia intravedere incertezza e scarse possibilità di avere accesso alla terapia.

"I donatori hanno ripetutamente promesso a milioni di persone la possibilità di accedere al trattamento salvavita", dichiara Eric Goemaere. "Ora è una questione di scelta: o si contribuisce al finanziamento delle terapie antiretrovirali o si lasceranno morire milioni di persone!"

Fonte: Medici Senza Frontiere

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