venerdì 15 novembre 2013

BANCHE STROZZINE: AD APRILE 2010 ADUSBEF DENUNCIO’ BANKITALIA PER CONCORSO NEL REATO USURA. UNA PROCURA A CHIUSURA INDAGNI HA ACCOLTO LE TESI ADUSBEF

La Corte di Cassazione con  sentenza n. 46669/2011 ha smascherato il ruolo  svolto dalla Banca d’Italia nell'affare usura. Recita la sentenza: “Quindi, come peraltro rilevato sia dal Tribunale che dalla Corte territoriale, anche la CMS deve essere tenuta in considerazione quale fattore potenzialmente produttivo di usura, essendo rilevanti ai fini della determinazione del tasso usurario, tutti gli oneri che l'utente sopporta in relazione all'utilizzo del credito, indipendentemente dalle istruzioni o direttive della Banca d'Italia (circolare della Banca d'Italia 30.9.1996 e successive) in cui si prevedeva che la CMS non dovesse essere valutata ai fini della determinazione del tasso effettivo globale degli interessi, traducendosi in un aggiramento della norma penale che impone alla legge di stabilire il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari. Le circolari e le istruzioni della Banca d'Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla Banca d'Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato sotto il profilo dell'elemento oggettivo.

Le circolari o direttive, ove illegittime e in violazione di legge, non hanno efficacia vincolante per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza di Bankitalia, neppure quale mezzo di interpretazione, trattandosi di questione nota nell'ambiente del commercio che non presenta in se particolari difficoltà, stante anche la qualificazione soggettiva degli organi bancari e la disponibilità di strumenti di verifica da parte degli istituti di credito”.   

La Corte di Cassazione  interpretando correttamente la legge 108/96 aveva riaffermato che indipendentemente da quanto stabilito dai banchieri e dalle norme amministrative di Bankitalia, il  codice penale, ai sensi del quarto comma dell’art. 644 c.p. impone di considerare rilevanti ai fini della fattispecie di usura, tutti gli oneri che un utente sopporti in connessione con il suo uso del credito, e  tra di essi rientra indubbiamente la commissione di massimo scoperto.    Ancor prima di questa definitiva pronuncia ed a seguito della sentenza n.12028 della seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione (relatore Giudice dr. Domenico Gallo),che riprendeva la sentenza n.870 del 18.1.2006 prima Sezione Civile di Cassazione, Adusbef il 23 aprile 2010 presentò denunce penali contro Bankitalia, per concorso nel reato di usura, abuso d’ufficio, favoreggiamento proprio per la famigerata circolare emanata dopo la legge 108/96, in quanto aveva platealmente abusato del suo ruolo nell'escludere dal calcolo dei “tassi soglia” il “pizzo” della CSM.   


Per moltissimi anni, imprenditori strozzati dagli alti tassi di interesse imposti dalle banche, non hanno potuto far valere le proprie ragioni in giudizio perché, anche se i tassi rilevati trimestralmente eccedevano i tassi soglia (di ben 7/8 punti  su base annua) stabiliti dal quarto comma dell’art.644 del codice penale, trovavano ostacolo nella circolare di Bankitalia, che impediva il computo della commissione di massimo scoperto a quei corretti conteggi, ribaditi da plurime Sentenza della Suprema Corte.  Adusbef inoltrò numerosi esposti denunce alle Procure della Repubblica, chiamando in causa una Banca d’Italia prona agli esclusivi interessi delle banche, per aver favorito vantaggi usurari illeciti e non dovuti nella determinazione dei tassi sugli impieghi in aperta violazione dell’ art.644 della legge  antiusura 108/96, che non aveva bisogno di interpretazioni.   Alcuni magistrati titolari di processi penali instaurati contro alcune primarie banche per il reato di usura, hanno preso in considerazione la tesi avanzata da Adusbef relativamente al “reato di concorso in usura” determinato dalla Banca d’Italia, e nei prossimi giorni a chiusura delle indagini, procederanno a tutela  di imprenditori strozzati ed usurati dal combinato disposto banche-Bankitalia.

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