martedì 26 novembre 2013

EXPORT, CONTRIBUENTI.IT: BOOM AL SUD, +14,6% NEI PRIMI 10 MESI.

Aumentano ad ottobre l’export dei prodotti agroalimentari ed enogastronomici italiani verso la Cina con +17,7%, il Nord America con +15,6%, la Russia con + 5,5%, il Giappone con +5,4% e la UE con +4,3%. 

In media, le esportazioni dei prodotti agroalimentari ed enogastronomici sono aumentate del +4,6 per cento dei primi 10 mesi del 2013, con il Sud in crescita del +14,6%, il Centro del +7,2%, mentre dati negativi si registrano nel Nord est con -0,8% e nel nord ovest con –0,6%. 

La Sicilia batte tutti con +24,6%, seguita dalla Campania con +19,4% e Puglia con +12,9%. Bene anche il Lazio con +7,9%, l’Abruzzo con +7,1% ed il Molise con +6,6%.
Nello stesso periodo decresce export di tutti i paesi concorrenti ad eccezione della Spagna con +2,6% per cento e Portogallo con +1,8%. Va male la Francia con il -4,4%, la Germania con il -3,1% e la Gran Bretagna con –2,2%.

E’ questa la sintesi della nuova indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani, presentata oggi a Roma nel corso del convegno “YAMABELL 2.0: il progetto Export Sud”.

Il “progetto YAMABELL 2.0”, promosso dall’Associazione Contribuenti Italiani, si rivolge alle imprese che sono interessate a lavorare in rete avvalendosi dell’esperienza di Teams professionali di Business Conselors e Coaches Aziendali, con la mission di supportare, promuovere e sviluppare l’aggregazione di piccole e medie imprese, italiane ed europee, su programmi comuni, centrati sui mercati esteri.

“L’aggregazione, o rete d’imprese, - ha affermato Vittorio Carlomagno - può offrire una risposta ai limiti dimensionali delle nostre aziende, favorendone l’accesso all’estero e accrescendo o diversificando la gamma di prodotti e servizi offerti”
“Contribuenti.it intende promuovere tali iniziative – ha concluso Vittorio Carlomagno – incentivando i processi di cambiamento delle aziende italiane, adeguandole agli standard internazionali (UE, Cina, Russia, Usa e Giappone), rendendo il sistema economico più competitivo”.


Nessun commento:

Posta un commento