venerdì 15 novembre 2013

CRISI: DECLINO ITALIA PER PRIVILEGI DI CASTE POLITICO-ECONOMICHE-BANCARIE,ASSENZA DI VISIONE, INCAPACITA’ CLASSI DIRIGENTI,DOPPIA MORALE DI AUTORITA’

Crisi: declino italia per privilegi di caste politico-economiche-bancarie,assenza di visione, incapacità classi dirigenti,doppia morale di autorità a cominciare  oligarchi bankitalia. scandalosi gli stipendi di una banca centrale,passata da funzione monetaria a quella bibliotecaria,mostre, collezioni d’arte e claque organizzata per papaveri in visita filiali.

    Il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che predica l’austerità e tagli a stipendi e pensioni miserabili, guadagna 41.333 euro al mese, 496.000 euro l’anno: ben 121.000 euro in più del presidente Bce Mario Draghi, che ne riceve 375.000 euro, 346.000 euro in più di Janet Yellen, la nuova presidente della Federal Reserve USA, che si ferma a 150 mila euro.  Il direttore generale Salvatore Rossi,  guadagna 37.500 euro al mese, 450.000 euro l’anno,  i tre vicedirettori generali Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Sannucci  26.250 euro/mese, 315.000 euro l’anno, mentre un funzionario generale si porta a casa 130.000 euro l’anno, 10.833 euro al mese, che equivale allo stipendio annuo di milioni di giovani precari, costretti a sputare sangue per vedersi rinnovare i contratti trimestrali.

   I dirigenti di Bankitalia, passata dalla funzione monetaria alla funzione bibliotecaria per propagandare (come si legge sul sito ufficiale) collezioni d’arte, mostre e claque organizzata per gli alti papaveri che vanno in visita per le 58 Filiali, sono 606, i funzionari 1.449, i coadiutori 1.317, gli altri dipendenti 3.697. Il monte stipendi, più oneri vari, per il personale in servizio è ammontato nel 2012 a 747 milioni di euro, mentre pensioni ed indennità di fine rapporto, nel 2012 sono costati 323 milioni di euro.  In media ognuno dei 7.069 dipendenti di Palazzo Koch sito in Roma a via Nazionale 91 e delle 58 filiali sparse per l’Italia, è costato alla collettività 105.672 euro l’anno.

   E mentre il Governo Letta-Saccomanni, ha provveduto a bloccare stipendi pubblici e pensioni al minimo, i cui miserabili assegni di 600-700 euro sono stati addirittura tagliati  di qualche decina di euro in taluni casi, dal presidente Inps e collezionista di poltrone Antonio Mastrapasqua, aumentato l’Iva dal 21 al 22%, una tassa che grava particolarmente sui più poveri, nella legge di stabilità è spuntato un emendamento ad hoc, probabilmente ispirato dai ministri economici, per sbloccare gli elevatissimi stipendi dell’esercito dei dipendenti della Banca d’Italia.

   Il declino dell’Italia, il cui debito pubblico continua ad aumentare in misura proporzionale alla riduzione del Pil e della Capacità di Spesa, continuerà a sprofondare per precise responsabilità di una classe politica inetta, che ha delegato funzioni importanti che nelle democrazie appartengono ai governi non ad oligarchi e tecnocrati come quelli di Bankitalia, che oltre ad essere cooptati nel Governo, offrono ogni giorno esempi di indecenza e di totale carenza di etica pubblica e di salvaguardia di quel valori fondamentali a salvaguardai dell’interesse generale e del bene comune.


Elio Lannutti (Adusbef)

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