In Rete è ripartita la mobilitazione dei cittadini contro il regolamento censura sul diritto d'autore. Sono oltre 53.000 in poco più di 48 ore i messaggi inviati da cittadini tramite la pagina http://www.avaaz.org/it/italia_no_bavaglio_internet/ e rivolti ai membri della Commissioni cultura e industria del Senato e ai maggiori leader di partito per chiedere che all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni non sia affidato il potere discrezionale di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d'autore.
Oggi una delegazione di Agorà Digitale, associazione per la libertà dell'informazione e i diritti digitali, e Avaaz, la più grande organizzazione internazionale per l'attivismo in Rete con 13 milioni di membri nel mondo, ha consegnato gli oltre 53.000 messaggi al Presidente dell'Autorità che pero' non ha voluto rispondere alle domande che gli venivano poste. Allo stesso tempo è stato consegnato un documento con tutte le posizioni contrarie al regolamento di Agcom, incluse le numerose critiche della Commissione Europea.
Nonostante incredibilmente l'audizione non fosse pubblica, grazie a due senatori, Marco Perduca (Radicali) e Vincenzo Vita (PD) è stato possibile seguire il dibattito su Twitter, che si è riempita di messaggi di cittadini, giornalisti ed esperti contrari al regolamento, tanto che Agcom è diventata "twitter trend" (cioe' una delle parole più twittate) in pochi minuti.
Durante l'audizione, diversi senatori hanno ricordato la mobilitazione di Agorà Digitale e Avaaz e hanno contestato Calabrò per non aver presentato un vero e proprio testo in Commissione ma solo degli indirizzi generali, lasciando quindi il Parlamento all'oscuro dei dettagli del provvedimento. Se alla fine davvero Calabrò non ci ripenserà, si tratterà di una decisione molto grave, verso il Parlamento, le Istituzioni internazionali e i diritti fondamentali dei cittadini.
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