mercoledì 26 maggio 2010

Greenpeace svela gli investimenti segreti delle banche sul nucleare


Oltre la metà di tutti i finanziamenti all’energia nucleare in Europa arriva da un gruppo di soli dieci istituti finanziari. È questo il risultato della ricerca pubblicata oggi sul sito http://www.nuclearbanks.org/ e commissionata da Greenpeace CRBM (Campagna per la riforma della Banca Mondiale) e dalle altre ONG che compongono la coalizione Banktrack. Qualche sorpresa c’è anche per gli italiani: BNL in testa seguita da UniCredit e Intesa Sanpaolo.

«Le banche che finanziano progetti nucleari rischiano di rimetterci soldi e reputazione - sostiene Andrea Lepore, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace - Per questo chiediamo alle banche di spostare i loro investimenti da una fonte sporca e pericolosa come il nucleare verso progetti di efficienza e fonti rinnovabili».

Secondo la ricerca, realizzata dall’istituto indipendente Profundo, al primo posto della classifica delle banche nucleari c’è BNP Paribas, banca francese presente in Italia attraverso BNL (Banca Nazionale del Lavoro). A seguire, nei primi dieci posti, Barclays (UK), Citi (US), Société Générale (Francia), Crédit Agricole/Calyon (Francia), Royal Bank of Scotland (Regno Unito), Deutsche Bank (Germania), HSBC (UK / Hong Kong), JP Morgan (Stati Uniti) e Bank of China. Su un totale di 175 miliardi di euro in finanziamenti a progetti nucleari tra il 2000 e il 2009, queste dieci banche hanno finanziato con ben 92 miliardi di euro l'industria nucleare.

Oltre BNL, tra le banche italiane, Unicredit e Intesa Sanpaolo occupano rispettivamente la 23ma e la 28ma posizione nella classifica ma non sono ancora disponibili informazioni ufficiali su quali banche finanzierebbero il ritorno del nucleare in Italia voluto dal Governo Berlusconi.

«Greenpeace è pronta a rendere pubbliche le future decisioni di investimento delle banche nel nucleare in Italia. È bene che ne siano consapevoli quegli istituti che stanno pensando di investire in questa fonte di energia dannosa per l’ambiente, per l’Italia e per i suoi cittadini» conclude Lepore.

Fonte:Greenpeace

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