mercoledì 26 maggio 2010

Roma capitale degli sfratti


Nel 2009 gli sfratti emessi sono aumentati del 17,5% rispetto al 2008, col valore più alto degli ultimi 13 anni.

Roma si piazza in testa alla classifica, con 8.729 sfratti emessi, di cui 6.355 per morosità (72,8%); seguita a distanza da Firenze con 2.895 sfratti (2.322 per morosità, l' 80,2%).

Dal primo giorno della crisi, che attanagliava e attanaglia il mondo, il governo italiano ha sempre sdrammatizzato questa catastrofe ripetendo che “per gli italiani la crisi non esiste”, anzi se qualcuno si permetteva di scrivere della crisi o delle conseguenze che la stessa avrebbe potuto portare, veniva tacciato come sovversivo o comunista. L’opposizione non poteva contrastare con i fatti il governo visto che era ed è impegnato a trovare la sua identità dopo il cambio dell’ennesimo segretario, mentre invece gli abitanti del bel paese, italiani e stranieri che lavorano e devono fare i conti con la crisi reale quotidianamente e la crisi la sentono e la vivono sulle proprie spalle, non erano e non sono ascoltati.

Mentre accadeva e accade tutto questo la casta cosa ha fatto? Ha continuato a pensare ai suoi affari loschi o leciti. Come sempre per loro questi affari sono più importanti della tutela e della salvaguardia dei più deboli. Alcuni componenti della casta, a loro insaputa, come per incanto, si sono ritrovati proprietari di appartamenti con vista colosseo e altri ancora appena eletti in regione si trovano ad abitare in appartamenti che affacciano su piazza Navona, allora come possono mai dedicare il loro tempo prezioso ai ceti più deboli del paese in via di sviluppo?

Questa classe di affaristi, non riesce a preoccuparsi nemmeno dei dati che emergono da un’indagine condotta dal SUNIA, questi numeri così astratti e lontani dai loro interessi mica riguardano i risultati di una campagna elettorale e le poltrone da spartirsi?

Ma è un problema tangibile che riguarda gli abitanti del paese in via di sviluppo, dei ceti più deboli, i dati che emergono sono preoccupanti. Infatti, il SUNIA, ci informa che: su 61.484 sfratti 51.576 sono stati emessi per morosità: l’84% del totale. Sempre più famiglie non riescono a sostenere le spese e perdono la propria abitazione. Negli ultimi 5 anni sono stati eseguiti 100.000 sfratti motivati da morosità e altre 150.000 famiglie hanno un provvedimento in corso che si concluderà con l’esecuzione: 30.000 giovani e 50.000 anziani che vivono soli rischiano di perdere l’abitazione nel prossimo triennio.

Questa indagine, che è stata condotta su un campione di 1.000 famiglie sottoposte a sfratto che si sono rivolte presso le sedi del sindacato, mette in evidenza l’aumento di particolari fasce deboli.

Per quanto riguarda i giovani sotto i 35 anni, aumentano quelli sottoposti a sfratto passati dal 4% al 20% nel 2009; si tratta di lavoratori precari o che hanno perso nel corso dell'ultimo biennio il posto di lavoro.

Ma crescono anche i nuclei composti da anziani, passati dal 27% al 35%del totale; dei quali due terzi composti da una persona che vive sola.

Per le famiglie di migranti i provvedimenti sono saliti dal 22% al 26%, con nuclei composti in media da tre o più persone.

In generale il 60% delle famiglie con procedimento di sfratto ha figli e di queste due terzi hanno figli minori; il 26% dei casi riguarda famiglie in cui il percettore ha perso il posto di lavoro, il 17% dei casi cassaintegrati.

E pensare che, solo due anni fa con la campagna elettorale dell’attuale amministrazione capitolina, basata fondamentalmente su aria fritta e promesse che non verranno mai mantenute, come accade da oltre 60 anni nel paese in via di sviluppo, nulla è cambiato e nulla si muove per tutelare le fasce più deboli.
Dino Brancia

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