domenica 20 dicembre 2009

Crisi dei mercati: 130.000 case all’asta.

Crisi economica e stretta creditizia hanno falcidiato anche il numero delle imprese,che tra luglio e settembre 2009, secondo il Cerved, hanno visto aumentare i fallimenti del 40%, mentre è schizzato al 70% il numero delle aziende che ha fatto ricorso al concordato preventivo.
Pignoramenti cresciuti del 60,5 % nel triennio 2007/2009 con 130.000 case all’asta.

Nonostante la caduta dei tassi di interesse i più bassi dal primo dopoguerra con il denaro quasi regalato e la conseguente diminuzione dei costi dei mutui a tasso variabile, si consolida il boom dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari.
Secondo i dati raccolti e elaborati dall’Adusbef, sono aumentati del 15,2 % nel 2009, per l’insostenibile crisi economica generata dall’avidità dei banchieri, che dopo aver creato montagne di denaro dal nulla e spacciato derivati avariati per guadagnare lauti bonus e ricche prebende (700.000 euro annui elargiti in media ad ogni dipendente di Goldmana Sachs), hanno addossato ai contribuenti ed agli Stati, costretti ad indebitarsi per salvare le banche dai fallimenti, i costi di un vero e proprio avventurismo finanziario d’azzardo.

Crisi economica e stretta creditizia hanno falcidiato anche il numero delle imprese,che tra luglio e settembre 2009, secondo il Cerved, hanno visto aumentare i fallimenti del 40%, mentre è schizzato al 70% il numero delle aziende che ha fatto ricorso al concordato preventivo. Il vento dei fallimenti ha soffiato con più forza in Emilia (+115%), Marche (+80%), Piemonte (+70%), Puglia (+55%), Veneto (+49%) e Lombardia (+45,5%). Le città più colpite, Milano, Roma, Bologna e Brescia. Non è andata meglio per il concordato preventivo, che riguarda le grandi imprese: presentate nel terzo trimestre 232 domande di ammissione, con un aumento del 73% rispetto allo stesso periodo del 2008.

L’insostenibile crisi economica, porta sempre più famiglie italiane a non poter onorare le rate, impegno sempre più gravoso che mangia il 33% del reddito e si traducono,per almeno 350 mila famiglie ad un rischio reale di insolvenza al punto che, secondo Adusbef, che ha raccolto i dati nei maggiori tribunali con fatica e tenacia, le stime 2009 sul numero di pignoramenti ed esecuzioni, potrebbe salire del 15,2 % in media, che sommati agli ultimi due anni (+ 23% nel 2007, + 22,3 nel 2008), ammontano al 60,5 % nel triennio 2007/2009 .

Secondo queste stime quindi, le procedure immobiliari accelerate con la nuova legge fallimentare del 2004 e pari al 2,7 % del totale dei mutui, quindi a circa 130.000 su 3,5 milioni del totale, con circa 20.000 procedure avviate nel 2009,che sommate a 18.000 nel 2007 ed a 21.000 del 2007, potrebbero far sparire una media città come Monza, che vede aumentati del 20,2% i pignoramenti nel 2009.

Il boom di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari,con aumenti stimati nel 2009 rispetto al 2008, da un minimo del + 7,7% a Bolzano; + 7,9% a Bari; + 8,9% a Salerno¸+ 10% a Bari; + 10,5% a Vicenza e + 10,8 % a Bologna; fino al + 32,8% di Reggio Emilia; seguito da Brescia + 22,1%; Frosinone + 20,1%; Pavia + 19,2%; Como + 18,5%; Bergamo + 18,3%; Roma, + 18,1%.

Gli aumenti maggiori di pignoramenti si registrano a Milano (+366, che ammontano quindi a 2.733), seguita da Roma (+ 330, con un totale di 2.157); Torino (+ 183, pari a 1.608); Monza (+ 174,con un totale di 1.040); Bergamo (+166, pari a 1.075); Brescia (+ 144 con un totale di 795); Padova (+ 102, che assommano a 829); Firenze (+97, che ammontano a 757).

Se il Governo, oltre al decreto salva-banche ed alle provvidenze per le imprese, non emana un urgente decreto “salva-famiglie”, anche con sgravi fiscali di almeno 1.500 euro per i redditi sotto i 25.000 euro a favore di lavoratori a reddito fisso e dei pensionati, si allargherà una frattura sociale con enormi ricadute negative sull’economia reale che già sconta una recessione da economia di guerra che diventerà più pesante nei prossimi mesi quando il crack finanziario globale dispiegherà i suoi effetti soprattutto sulle fasce sociali più deboli e vulnerabili prive di qualsiasi ammortizzatore sociale, se non quello delle famiglie stremate che non ce la fanno più a sostenere i costi di una crisi prodotta dai banchieri che non pagano mai il conto e che continuano a deliberarsi bonus e stock option immorali e che si rifiutano di continuare a pagare per i loro errori e la loro avidità di guadagno.

Tali proiezioni sui pignoramenti,i cui dati sono stati raccolti e comunicati in gran parte dai Tribunali fino ai mesi di settembre ottobre 2009 e proiettati da Adusbef su base annua, dimostrano ancora una volta un totale disprezzo verso famiglie e consumatori da parte di un Governo ammazza-diritti, che continuando ad andare a braccetto con i banchieri protegge i più forti, facendo ricadere sui più deboli i costi della crisi, come emerge dalle due più odiose norme approvate in finanziaria (dopo lo scudo fiscale di puro stampo criminale), che istituisce il contributo unificato di 30 euro per le cause di lavoro vietando perfino la compensazione delle spese di lite, ed introducendo al comma 6 bis, un nuovo balzello di 38 euro di tasse solo per avviare la pratica per ogni ricorso per le multe ricevute spesso con la tecnica degli agguati da autovelox occultati per riempire le casse dei Comuni.
Un minimo di 38 euro, pari al 54,5% per contestare una multa il cui importo medio è di 70 euro,oltre a costituire un formidabile deterrente per negare l’esercizio dei diritti dei cittadini, rappresenta l’ennesima vergogna di un Governo che continua a mettere le mani subdolamente nelle tasche delle famiglie, con tasse e nuovi balzelli sapientemente occultati e mascherati.

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