lunedì 14 dicembre 2009

Italia: la crescita del debito pubblico è inarrestabile.



I conti pubblici vanno sempre peggio e il debito italiano ha raggiunto un nuovo record negativo arrivando a ben 1.800 miliardi di euro, mentre le entrate crollano a 4,5 miliardi.

Non si arresta la marcia del debito pubblico italiano, che per la prima volta sfonda il muro dei 1.800 miliardi di euro ad ottobre 2009 (801,6 miliardi di euro per la precisione, crescendo di ben 14,8 miliardi rispetto a 1.786,8 miliardi di settembre) superando così la vetta di ben 30.000 euro a carico d ognuno dei 60 milioni di cittadini, o se si preferisce di ben 85.761 euro per ognuna delle famiglie italiane.


Il debito è così cresciuto di 137,963 miliardi di euro in soli 10 mesi,con un aumento dell’ 8,3% ad una media di 13,8 miliardi di euro al mese, nonostante tassi di interesse tra i più bassi dal primo dopoguerra, poiché il dato di dicembre 2008 fornito dalla stessa Bankitalia lo collocava a 1.663,6 miliardi di euro.

Secondo le proiezioni Adusbef, se il Governo non interromperà il trend negativo, il debito pubblico è destinato a crescere ancora, di altri 142 miliardi nei prossimi 12 mesi, attestandosi alla cifra spaventosa di 1.943,784 miliardi nell’ottobre 2010, con un fardello pari a 32.396 a testa e di ben 92.561 euro a nucleo famigliare.

L’andamento del debito pubblico (dati Bankitalia).

In undici anni, il nostro debito pubblico è aumentato del 45,2 per cento, passando dai 1.241 miliardi di euro del dicembre 1998, ai 1.801,600 miliardi di euro nell’ottobre 2009, crescendo così di ben 560,6 miliardi di euro,mentre negli ultimi 10 mesi,è aumentato di ulteriori 138 miliardi di euro,con una crescita dell’8,3%, l’impennata più consistente dal 1988.

Adusbef e Federconsumatori, da molto tempo sollecitano il Governo ad una riduzione del debito pubblico, sia seguendo politiche di tagli a sperperi, sprechi e finanziamenti a fondo perduto, che nel 2009 si attestano a ben 39 miliardi di euro, che mediante la vendita di oro e riserve di Bankitalia, pari ad oltre 70 miliardi di euro coerentemente alle dismissioni delle riserve auree effettuate da tutti i Paesi dell’Eurozona, che alienando il patrimonio demaniale e gli immobili non più necessari alle pubbliche amministrazioni.

L’enorme massa di debito pubblico poteva essere ridotto, sia utilizzando le dismissioni di oro e riserve della Banca d’Italia (oltre 75 miliardi di euro) come hanno fatto tutti i Paesi dell’area euro, che attuando politiche economiche di dismissioni dell’enorme patrimonio del demanio neppure ben censito,o riducendo la spesa pubblica che continua a dilatarsi per finanziare enti inutili, consuete clientele ed il salvataggio Alitalia, il cui costo pari a 3 miliardi di euro a favore dei capitani coraggiosi,è stato addossato alla fiscalità generale.

Ma il Governo in tutt’altre faccende affaccendato, invece di adottare azioni concrete di contenimento del debito pubblico, che nonostante i tassi in discesa da parte della Banca Centrale Europea dovrebbe ridursi meccanicamente per i minori interessi, o di adottare azioni di contrasto all’evasione fiscale, ha approvato lo scudo fiscale, una premialità di vantaggio per i disonesti che continueranno a vivere sulle spalle dei contribuenti onesti, per sbiancare ciclicamente i capitali per la terza volta dal 2001 nella grande lavanderia statale, per evadere e frodare il fisco certi di farla sempre franca con gli “scudi tremontiani”.

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