Un patto tra movimenti, società civile e media indipendenti per salvare la Democrazia
L'associazione A Sud denuncia insieme a centinaia di realtà, associazioni, comitati, reti, l'emergenza "informativa e democratica" nella quale è piombato il nostro paese in seguito alle scelte del governo Berlusconi. Mentre politici e media mostrano uno spasmodico interesse per la cronaca nera, i vizietti e le pulsioni del presidente del consiglio dei ministri, l'Italia sta letteralmente franando da tutti i punti di vista.
Un disastro annunciato da un decennio di denunce e di proposte dei movimenti, dei comitati e delle associazioni, avviene nel silenzio della grande informazione che omette continuamente avvenimenti che coinvolgono milioni di italiani e incidono giornalmente sulle loro vite. Basti pensare al disastro ambientale nel quale sprofonda il paese causato dall'incuria delle amministrazioni, dalla collusione con le mafie e le grandi corporation, e dai cambiamenti climatici che ormai si abbattano anche sul bel paese. Basti pensare a Terzigno e Boscoreale, alle menzogne sull'immondizia a Napoli, alla frustrazione dei cittadini lasciati soli davanti alla camorra ed ai tumori, o alle coste calabre riempite di rifiuti tossici. Basti pensare a quanto è avvenuto e avviene a l'Aquila, dopo mesi in cui è stato raccontato al paese che tutto era risolto. Decine di migliaia di cittadini abbandonati che chiedono giustizia, verità ed una ricostruzione sostenibile. Basti pensare ai tre milioni di disoccupati, a cui si sommano altri tre milioni di precari, in un paese dove le politiche del lavoro non esistono mentre la precarietà è l’unico futuro che ci viene offerto dagli schieramenti politici. Mentre tutto ciò avviene continua a crescere il numero di 'nuovi' poveri, la discriminazione contro i migranti diventa argomento da campgna elettorale e vengono privatizzati e ridotti a merce, nel silenzio dei media, i beni comuni che invece rappresentano un diritto inalienabile, primo tra tutti l'acqua.
Ormai non ci confrontiamo su analisi e soluzioni possibili nell’interesse generale. L’interesse generale è diventato l’interesse particolare. La politica invece di essere tale ha tradito il suo mandato, cedendolo ad una cerchia di interessi particolari che continuano a disarticolare il paese, spaventandolo e ottenendo come risultato quello di renderlo ancor più egoista e triste. Come sul fronte lavoro, dove l’unico interlocutore che ci viene offerto è l'amministratore delegato Fiat, Marchionne. Lo stesso che usando il sistema pubblico televisivo con le sue ricette medioevali ha offeso e preso in giro gli italiani e le italiane, oltre alla storia stessa del nostro Paese, oggi in mano ad un compiacente e pericoloso revisionismo storico reso possibile dalla complicità del sistema informativo.
In piena crisi occupazionale, ambientale, energetica, migratoria, finanziaria, le risposte della politica sono state: meno diritti sul lavoro, tagli ai salari, privatizzazione dell'acqua e svendita dei territori, nessun sostegno alle famiglie, ritorno al nucleare, tagli di due terzi del bilancio del ministero dell'ambiente, tagli del 50% della cooperazione, tagli alla scuola, all'università, alla ricerca, discriminazione dei migranti, ronde, etnocentrismo padano, militari schierati sui mari e acquisto di nuove armi da guerra. Tutto ciò avviene mentre i mafiosi rimpatriano i loro capitali grazie allo scudo fiscale.
A fine novembre inizierà il vertice del COP 16 di Cancun, in Messico, dove si dovranno cercare soluzioni alla più grave minaccia per l'umanità: la crisi ecologica ed il conseguente “global warming”. La società civile ed i movimenti italiani ne stanno già parlando, mettendo insieme le questioni locali con quelle nazionali e globali, provando a costruire i nessi delle crisi e le risposte. In sostanza provano a ricostruire la società a partire dalla Democrazia e dalla difesa dei beni comuni. Denunciamo con sgomento che i media, il governo e la politica affrontino invece unicamente questioni legate alle vicende private del premier, sottraendosi ad una responsabilità storica ed umiliando la storia ed il ruolo che sul panorama internazionale l’Italia ha svolto in passato.
L’ex presidente della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelski, parlando della separatezza della politica nei confronti del paese e della sua attuale incapacità ad affrontare le crisi, si riferiva proprio alla società civile, definendola qualcosa di importantissimo e vera risorsa e ricchezza dell’Italia. Sono proprio i movimenti, i comitati, le associazioni, il volontariato, le parrocchie, le reti, a rappresentare la parte migliore della società, che andrebbe messa al centro per un progetto di ricostruzione civile e democratica del tessuto sociale, prima che produttivo, italiano.
A questa parte del paese bisognerebbe dare voce, invece di silenziarla o ignorarne le capacità.
Oggi invece il governo ha pensato di silenziare e censurare non solo i movimenti e la società civile, ma l’intera informazione libera. Il governo infatti si appresta a chiudere tutti quei giornali privi di un padrone, che hanno fatto del diritto all’informazione la loro “missione democratica”. Ridurre il pluralismo informativo risponde alla necessità di continuare a rendere sempre meno responsabili e consapevoli i cittadini, privando il paese dei necessari luoghi e strumenti della partecipazione. Partecipazione e consapevolezza misurano il livello e la salute di una Democrazia. Sono moltissime le testate che rischiano la chiusura a causa dei tagli del governo. Non dobbiamo accettarlo e non possiamo accettarlo. È in gioco la Democrazia, non solo la possibilità di accedere ad un informazione ricca e plurale. La situazione è ormai insostenibile e allo stesso tempo intollerabile.
L’emergenza informativa misura l’emergenza democratica, e viceversa. Quello che accade a L'Aquila, con una città che è ancora macerie mentre la macchina della propaganda mistifica continuamente cifre, circostanze, opinioni è un chiaro sintomo dell'emergenza di cui parliamo. Per questo aderiamo e invitiamo alla massima partecipazione per la manifestazione nazionale convocata a L'Aquila il prossimo 20 novembre, come importante momento di costruzione del senso stesso della democrazia.
Per la stessa ragione sosteniamo tutti i giornali in difficoltà a causa delle politiche liberticide del governo, invitando e spronando l’opposizione istituzionale a fare il proprio dovere con ogni mezzo, affinché non si compia questo crimine del quale essa stessa sarebbe complice dinanzi alla storia.
Associazione A Sud
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