Meno di due settimane alla partenza del Fondo di solidarietà per i mutui – si legge nel comunicato dell’ADICO – dal 15 novembre, le famiglie italiane in difficoltà con il pagamento delle rate a causa della perdita del lavoro o di altri eventi sfavorevoli previsti dalla legge potranno presentare la richiesta della sospensione delle rate.
Pertanto da metà mese ci si potrà recare in banca e aderire all’iniziativa che renderà felici tutti gli italiani che non ce la fanno più a ripagare le rate del mutuo – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – e c’è da giurare che, vista la situazione economica, saranno molti quelli interessati alla temporanea sospensione delle rate.
Basti pensare che al Piano famiglie, varato dall’Associazione bancaria italiana e dalle associazioni dei consumatori lo scorso gennaio – fa sapere l’ADICO – fino a oggi hanno aderito ben 28mila mutuatari. Ma ora va anche detto che rispetto a questo Piano dell’Abi, il Fondo di solidarietà presenta alcune caratteristiche che lo rendono più conveniente. Possono richiederlo i mutuatari che hanno stipulato finanziamenti di importo fino a 250mila euro, contro il limite di 150mila euro dell’Abi.
Ed anche la serie di eventi che permette l’accesso e’ più ampia – dicono gli esperti ADICO – oltre che in seguito perdita del lavoro, morte o condizione di non autosufficienza a carico di un familiare, lo stop si può ottenere nel caso siano state sostenute spese mediche o di assistenza domiciliare, per interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria sull’immobile del mutuo, oppure in caso di forte aumento delle rate per i prestiti a tasso variabile.
Non esistono, inoltre, limiti temporali al verificarsi di tali eventi e alla presentazione della richiesta. Mentre il Piano famiglie si riferisce a eventi del 2009-2010 e per la sospensione c’e’ tempo fino al 31 gennaio 2011.
E’ invece differente la determinazione del tetto sul reddito percepito dal richiedente: non 40mila euro lordi annui come per il Piano dell’Abi, ma 30mila euro rilevati in base all’indicatore Isee che tiene conto della ricchezza complessiva del nucleo familiare, patrimonio immobiliare e debiti compresi.
Il regolamento del Piano prevede, altresi, la possibilità di sospendere per un massimo di 18 mesi e per non più di due volte il pagamento della rata del mutuo, facendo gravare sul fondo stesso gli oneri finanziari e gli eventuali oneri notarili.
Ulteriori informazioni sono disponibili nel sito del Ministero del Tesoro dove, tra l’altro, sono disponibili le linee guida per la presentazione e i moduli necessari (www.dt.tesoro.it/it/doc_hp/fondomutuipc.html).
“Si tratta di una grande opportunità, insomma, per le famiglie in crisi – conclude nella nota Carlo Garofolini – anche se resta un nodo da sciogliere: le spese a carico del mutuatario. Infatti se in principio, l’adesione al Fondo sembrava a costo zero ora si scopre invece che i richiedenti dovranno coprire la differenza fra gli interessi maturati durante la sospensione e quanto rimborsato da Consap (vale a dire il gestore del Fondo) alle banche (l’Euribor in caso di mutui a tasso variabile, l’Irs per quelli fissi). Un costo di cui il Tesoro non ha nessuna intenzione di farsi carico e a cui le banche non sembrano intenzionate a rinunciare. In pratica i risparmiatori verseranno ogni mese gli interessi corrispondenti allo spread, ovvero al guadagno della banca. E non e’ proprio un costo indifferente: per un mutuo medio si può andare da 62 a 318 euro a seconda del tipo di tasso”.
Va, infine, ricordato che i 20 milioni di euro disponibili permetteranno di soddisfare solo circa 4-5.000 richieste di moratoria.
Fonte: ADICO
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