mercoledì 10 novembre 2010

ADICO: CONCESSIONARI AUTO IN CRISI. OCCHI APERTI PER EVITARE LE TRUFFE

Negli ultimi mesi si segnalano il moltiplicarsi di truffe da parte degli autosaloni a danno dei consumatori – avverte l' Adico – tra questi, c'è chi recupera le perdite truffando i clienti.

Negli ultimi mesi infatti i casi si stanno moltiplicando.
Come funziona. Il cliente sceglie l'automobile dal concessionario e versa un acconto. Qualche settimana dopo, il rivenditore informa il cliente che l'auto è arrivata. A volte è vero, tanto che la vittima del raggiro può vederla, salire a bordo e toccarla con mano. Altre volte, invece, l'auto non viene neanche richiesta alla casa madre.

A questo punto, per immatricolare il veicolo e ottenere il certificato di proprietà, il cliente deve versare il resto dei soldi sul conto del concessionario, che a sua volta li verserà (o dovrebbe versarli) alla casa madre. Oppure, se ha scelto un finanziamento, comincia a pagare le rate. In pratica, in Italia è normale pagare un'auto senza avere la certezza di riceverla.

Ma la tanto desiderata auto continua a non vedersi. Il concessionario in genere accampa mille scuse per prendere tempo. Le più comuni: un documento mancante, il certificato di proprietà che è stato smarrito. Quando la pazienza del cliente si esaurisce, cade la maschera. Spesso il concessionario chiude bottega e sparisce. Ma in alcuni casi, l'autosalone resta aperto e continua a truffare altri clienti.

Incredibile? Mica tanto, perché la truffa dell'autosalone non è così facile da dimostrare. Nella maggior parte dei casi al concessionario può essere imputata solo la mancata consegna di un bene ma non la truffa vera e propria, che implica un procedimento penale.

"Perché si configuri il reato di truffa – spiega il presidente dell'Adico, Carlo Garofolini – bisogna dimostrare la malafede del rivenditore".

Fonte: ADICO

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