lunedì 15 novembre 2010

BANCHE, FEDERCONSUMATORI: SUI BOND ARGENTINI,OLTRE AL DANNO LA BEFFA SUI CONCAMBI. RITARDI E SPECULAZIONE SUI  DOSSIER TITOLI,MENTRE BANKITALIA LATITA.

Il crack dell’Argentina ha coinvolto circa 450.000 risparmiatori, che a partire dal 1999 furono indotti ad investire nei tango bond dai cattivi consigli delle banche,che in alcuni casi avendo in portafoglio i titoli, non videro l’ora di liberarsene vendendoli in contropartita diretta alla propria clientela spesso pensionati con la promessa che uno Stato non poteva fallire, nell’imminenza del default . Le banche quindi che già erano a conoscenza del destino segnato dell’Argentina,in maniera dolosa e fraudolenta,come risulta da numerose sentenze che dichiarando la nullità dei contratti hanno condannato gli istituti di credito a risarcire i risparmiatori, si liberarono di titoli che avevano nel portafoglio, per appiopparli ai piccoli risparmiatori, perché uno Stato non poteva fallire e perché i bond argentini erano equiparati ai Bot italiani.

Gli espedienti dell’Abi e la pressione delle banche, avevano indotto gli investitori ad aderire alla Task Force Argentina, dietro la promessa di celeri arbitrati internazionali contro la Repubblica Argentina, inpedendo così ad almeno 200.000 risparmiatori di tutelare i loro dirirtti in sede giudiziaria,data l’inibizione ad adire le vie legali,per gli aderenti a questa pseudo “Task Force”.

A cinque anni di distanza dalla prima proposta di concambio del 2005, che fu ritenuta svantaggiosa da oltre la metà dei sottoscrittori, una seconda occasione si è aperta l'estate scorsa, quando in agosto il governo di Buenos Aires ha dato il via libera ad una seconda operazione di swap (chi voleva aderire doveva farlo entro il 22 giugno) ed è stata fissata all'11 agosto la data per l'avvio dello scambio,ma solo una piccola pattuglia di banche,alcune banche di credito cooperativo,Banca delle Marche e Deutsche Bank, hanno dato seguito all'operazione di concambio dei titoli argentini,lo swap riaperto dall’11 agosto scorso che prevede l'adesione con opzione par,ossia lo scambio dei vecchi titoli con nuovi bond per valore equivalente rispetto al valore dei bond andati in default, più un conguaglio in contanti.

Il ritardo delle principali banche, motivato dalla necessità di attendere un chiarimento sul trattamento fiscale da applicare all'operazione e dalla necessità di adeguare le procedure informatiche, e che continuano ad incassare i costi di gestione dei dossier titoli,ha causato gravissimi danni a molti investitori,che in assenza del concambio, non hanno potuto vendere i titoli, il cui valore nel frattempo (almeno da inizio mese) si è deprezzato.

Adusbef e Federconsumatori denunciano lo scandalo di un sistema bancario italiano, more solito protetto dalla Banca d’Italia che perseguendo la “stabilità” a danno della trasparenza e della tutela dei diritti dei risparmiatori,ritiene di non sanzionare gli usi ed abusi quotidiani perpetrati dai banchieri, che non hanno dato seguito all’operazione di concambio, danneggiando gravemente i bondholders della Repubblica Argentina, che erano già stati frodati in precedenza dai cattivi consigli delle banche.

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