Nel 2009 l'eccesso di spesa evitabile legato ai consumi e ai costi non appropriati degli antibiotici ammonta a 413,1 milioni di euro.
È quanto emerge da uno studio dell'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, presentato in occasione del lancio della campagna di comunicazione ''Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela'', che si è svolto oggi al ministero della Salute. Il nostro paese si colloca ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici, preceduta solo da Grecia e Cipro, e che è anche presente un particolare aumento di consumo a livello ospedaliero (1,48 DDD/1000 ab die nel 2007 e 2,27 DDD/1000 ab die nel 2008, laddove per DDD s’intende la dose media giornaliera di un farmaco) superiore anche a quello registrato in Francia.
“Gli elementi di preoccupazione – spiega il prof. Rasi, Direttore Generale dell’AIFA, - sono aggravati dal fatto che in Europa circolano ceppi di batteri totalmente o quasi totalmente resistenti agli antibiotici e se non si interviene promuovendo l’appropriatezza nell’impiego di questa classe di farmaci e attuando strategie di sistema esiste il rischio di non riuscire più a curare infezioni batteriche in corso di trapianti, chemioterapia oncologica, chirurgia ortopedica, terapie intensive ecc. La preoccupazione delle autorità sanitarie è talmente forte da aver spinto alla costituzione, nel Novembre 2009, di una task force transatlantica per affrontare a livello globale il problema delle resistenze”.
Gran parte del ricorso agli antibiotici, circa l’80-90%, avviene nell’ambito della medicina generale e tra le prime cause di prescrizione vi sono le malattie delle prime vie aeree causate frequentemente da virus su cui gli antibiotici non hanno alcuna efficacia.
''E’ necessario che i cittadini capiscano – sottolinea il Prof. Rasi - che gli antibiotici vanno assunti nelle modalità, relative alle dosi e alla durata della cura, indicate dal medico e solo se è il medico a prescriverli, dopo averne accertato la necessità. Rispettare la dose e la durata della cura è fondamentale: la sospensione precoce della terapia è, ad esempio, tra le principali cause di sviluppo delle resistenze, poiché uccide i batteri più deboli e ‘’seleziona’’ quelli più forti. Per questo bisogna evitare il “fai da te”. Raffreddore o influenza, ad esempio, non rientrano tra le cause per cui sono indicati gli antibiotici ma, anzi, assumerli in questi casi mette a rischio la salute favorendo lo sviluppo di germi resistenti. Dobbiamo impegnarci a far capire ai medici e alle persone comuni che stiamo rischiando di non avere più a disposizione antibiotici efficaci per curare malattie che oggi non rappresentano più un pericolo ma che potrebbero diventarlo”.
Il sovrautilizzo improprio di antibiotici oltre a causare seri rischi alla salute produce anche un eccesso di spesa per il SSN (nel 2009 la spesa per antibiotici si è attestata a circa 1.038 milioni di euro) sottraendo risorse preziose per mettere a disposizione dei cittadini farmaci innovativi.
Lo studio dell’Agenzia italiana del farmaco ha mostrato l’esistenza di considerevoli differenze regionali nel consumo di antibiotici con i valori meno elevati in 6 regioni del Nord Italia (Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Trento e la Provincia Autonoma di Bolzano che ha registrato il valore minimo con 13,05 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti) e i valori più elevati in 5 regioni del Sud Italia (Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania che ha registrato il valore massimo con 37,63 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti).
La differenza in dosi giornaliere ogni mille abitanti tra le regioni più virtuose e il livello nazionale (uguale a 24,22) è stata nel 2009 pari a +6,96.
Prendendo la media delle regioni a minor consumo come punto di riferimento, è stato registrato a livello nazionale un sovraconsumo di 154.226.068 dosi giornaliere e a livello della Campania di 39.136.274 dosi giornaliere.
Campania, Puglia e Sicilia insieme determinano quasi il 60% di tutto l’eccesso di consumi in Italia.
“Se tutte le regioni si allineassero al consumo medio delle sei più virtuose (17,25 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti) – spiega il Prof. Rasi - si potrebbe ottenere un risparmio quantificato in 316,6 milioni di euro. Se il costo (per dose media giornaliera) divenisse in tutte le regioni pari a quello della Lombardia (1,66 euro) si otterrebbe un risparmio di 155,8 milioni di euro. Infine il risparmio complessivo che potrebbe derivare dall’effetto congiunto di una maggiore appropriatezza dei consumi e della riduzioni dei costi è di 413,1 milioni di euro pari al 3,7% della spesa farmaceutica convenzionata 2009. A livello di singola regione, inoltre, il risparmio ottenibile inciderebbe considerevolmente sul valore dello sfondamento della loro spesa: nel Lazio per il 29% , in Puglia per il 43% e in Sardegna per il 20%”.
Il valore minimo del costo per DDD è pari, infatti, a 1,66 € (Lombardia) e il valore massimo è pari a 2,23 € (Sicilia).
Ma non è tutto: una maggiore prudenza nell’impiego determina anche una riduzione del rischio di incorrere nelle reazioni avverse, anche gravi, che ogni anno si verificano a seguito dell’assunzione di antibiotici.
Il Rapporto Aifa sugli antibiotici 2009 ha evidenziato che in Italia i motivi più frequenti di prescrizione di antibiotici sono le malattie dell’apparato respiratorio (40,8%) seguite da quelle dell’apparato genitourinario (18,4) e dell’apparato digerente (13,6). Nel dettaglio il maggior impiego risulta per la cistite (9,9%), la faringite (8,3%), la bronchite acuta (5,7%). Il 44% dei cittadini, il 53% dei bambini, il 50% degli anziani hanno ricevuto almeno una prescrizione e il 15% degli anziani più di 6 prescrizioni di antibiotici.
Relativamente alle categorie di antibiotici più prescritte in medicina generale al primo posto sono risultati i fluorochinoloni con il 23,1% sul totale delle prescrizioni, le associazioni di penicilline con il 22,3%, macrolidi e lincosamidi con il 18,7%, penicilline con il 13,3%, cefalosporine orali con il 7,2%.
Fonte: AIFA
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