venerdì 12 novembre 2010

PHILIPS PRESENTA RICERCA SULLO STATO DI BENESSERE DELLE PERSONE A LIVELLO GLOBALE

Negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita ed in India si registra il dato più positivo sulla percezione dello stato di salute e benessere, mentre in Italia, Giappone e Turchia quello peggiore. Il 42% degli italiani ritiene peggiorata la propria salute rispetto a 5 anni fa, ma il peggioramento è dovuto a cause “sociopatiche”, relative ai problemi generali del nostro paese.

9 persone su 10 affermano che la responsabilità della propria salute è nelle loro mani ma non effettuano regolari azioni di prevenzione; in Italia solo il 48% si reca dal medico per un check up una volta all’anno.

Quasi la metà degli ultra 65enni hanno un’aspettativa di vita che supera gli 80 anni

Le preoccupazioni per la potenziale perdita del lavoro, l’aumento delle spese – incluse quelle sanitarie - e i risparmi per il futuro sono la causa principale dello stress che si evidenzia come male del secolo: il 76% degli italiani si dichiara stressato.

Il tempo speso in relax con amici e parenti è la miglior terapia per il proprio stato di salute e benessere per la stragrande maggioranza degli intervistati.

Amsterdam – Il rapporto ‘Philips Index for Health&Well-being: a global perspective’ pubblicato oggi rivela che sono i cittadini degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita e dell’India ad avere la miglior percezione del proprio stato di salute e benessere. I giapponesi e la gran parte degli europei (tra cui gli italiani con il 42%) risultano invece avere una percezione meno brillante della propria salute.

Il rapporto esamina i mega-trend globali e gli elementi determinanti per la salute e il benessere e rappresenta il risultato di un’ampia ricerca di mercato che il Philips Centre for Health and Well-being ha condotto su più di 30.000 persone in 23 paesi del mondo. In Italia la ricerca è stata condotta da AstraRicerche su un campione rappresentativo di 1.100 italiani. Il documento evidenzia quali sono gli aspetti più rilevanti che influiscono sulla percezione dello stato di salute e benessere delle persone in relazione alla salute, al lavoro e alle relazioni interpersonali.

Katy Hartley, Direttore del Philips Center for Health & Well-being, ha commentato, “Philips è un’azienda attenta alla centralità della persona e questa ricerca è stata realizzata per indagare quali sono gli elementi chiave che definiscono il senso di salute e di benessere in modo da permetterci di rispondere adeguatamente alle esigenze di una popolazione che cresce ed invecchia sempre di più. Philips vuole in questo modo fornire informazioni e stimolare il dibattito tra tutti gli stakeholders interessati allo scopo di rendere le soluzioni proposte ai consumatori ancora più ricche di senso e allineate ai bisogni degli individui, della società e delle istituzioni. Il tutto perseguendo l’obiettivo finale di migliorare la salute e il benessere delle persone nel mondo.

In Philips sappiamo quanto sia fondamentale comprendere ed anticipare le esigenze degli individui per offrire soluzioni innovative che possano davvero migliorare la qualità della vita di tutti i giorni. Il futuro della tecnologia potrà aiutarci a vivere ancora più a lungo, ma è indispensabile anche che ci aiuti a vivere meglio” ha spiegato Carlo Camnasio, Presidente e Amministratore Delegato di Philips Italia. “Continueremo a proporre soluzioni basate sulle tendenze emergenti a livello globale per diventare l’azienda di riferimento per quanto attiene la salute e il benessere.”

Il rapporto svela che, nel mondo, 6 intervistati su 10 sono attualmente soddisfatti della propria salute e del proprio benessere, con l’88% degli Emirati Arabi Uniti, il 78% del Regno Saudita e il 72% dell’India che registrano i risultati più alti dell’Indice di Salute e Benessere1. L’Italia e la Turchia con il 34% ed il Giappone con il 27% risultano invece essere i paesi con un indice più basso. Nonostante il fatto che gli Stati Uniti, il Brasile e la gran parte dell’Europa abbiano dichiarato che il proprio stato di salute e di benessere sia buono, il punteggio del loro indice suggerisce che in questi paesi la realtà sia peggiore di quanto si percepisce, al contrario di ciò che accade in Asia e AsiaPacific dove vale il contrario.

La salute fisica e quella mentale risultano i due elementi più importanti per lo stato di benessere in generale e, in rapporto all’Indice sulla Salute Fisica2, i giapponesi (24%) e gli inglesi (40%) hanno la percezione peggiore, mentre gli Emirati Arabi Uniti (93%) e l’India (84%) quella migliore. In Italia il 43% degli intervistati registra un indice positivo sulla salute fisica. L’insoddisfazione per il proprio peso è però una questione comune a tutti i paesi coinvolti nella ricerca e si rileva una forte correlazione tra peso e soddisfazione generale per la salute fisica, soprattutto tra le donne.

I punteggi relativi all’Indice di Salute Psicologica3 rispecchiano in una certa misura quelli della salute fisica con il 94% degli Emirati Arabi che di nuovo mettono a segno il risultato migliore e Italia (36%), Giappone (26%) e Turchia (36%) il peggiore, evidenziando come la salute fisica e quella psicologica siano interdipendenti.

Lo stress è l’aspetto cruciale che influisce sul nostro stato di salute ( per il 70% degli intervistati globali) e le preoccupazioni sulla capacità di far fronte ai costi sanitari aggravano questa condizione, in particolare negli Stati Uniti e a Singapore.

In Italia, dall’analisi degli aspetti della vita che più incidono sullo stato di salute e di benessere delle persone, al primo posto si colloca proprio lo stress, che condiziona negativamente la qualità di vita delle persone: il 76%, infatti, se ne dichiara “affetto” in un modo o nell’altro. Approfondendo l’autodiagnosi emerge che un italiano su due giudica il proprio livello di stress significativo (17.3 milioni) o addirittura drammatico (3.5 milioni): il che avviene in particolare tra le donne, i 18-24enni e i 35-44enni. Le ragioni di questo malessere diffuso sono in prima battuta di carattere economico-sociale (per il 68% degli intervistati).

Solo il 42% pensa di essere fisicamente in forma quanto dovrebbe per la sua età e solo la metà di questa cifra crede di avere la miglior forma fisica di sempre. I turchi (86%) e i tedeschi (84%) sono i più convinti della loro forma fisica mentre l’opposto avviene a Taiwan e in Cina.

9 intervistati su 10 credono fermamente che la responsabilità della propria salute sia nelle proprie mani. Tuttavia, emerge in modo evidente che questo senso di responsabilità non sempre si traduce in azione: nonostante circa due terzi di noi si rechino dal medico se hanno specifici problemi di salute, solo meno della metà (49%) si attiene alle indicazioni dello specialista e solo il 37% effettua un check up quando dovrebbe. In Italia questa percentuale sale al 48% se si considera un check up annuale ma rimane comunque bassa rispetto alle aspettative. Inoltre, quasi la metà degli intervistati dichiara di non fare attività fisica come dovrebbe e solo il 35% pensa di mangiare in maniera più sana del resto della popolazione.

Anche se il medico è la fonte di informazione numero uno nella maggior parte dei paesi, la famiglia, gli amici ed internet sono considerate come alternative affidabili. Quando serve, infatti, avere una seconda opinione, le popolazioni asiatiche sono più propense a consultare la famiglia e gli amici, mentre Internet è preferito in seconda battuta in Italia (29%), nei Paesi Bassi (38%) e in Brasile (32%). In Giappone invece internet rappresenta già la prima fonte di informazione (48%).

Il lavoro è un elemento determinante dello stato di salute e benessere, e le questioni ad esso collegate, come le spese, i risparmi per il futuro e le minacce di perdita dell’impiego rappresentano un importante motivo di stress. In particolare, il guadagno ed il carovita sono i due aspetti che più di tutti determinano il nostro stato di salute e benessere, più ancora della salute fisica e mentale.

In modo quasi sorprendente, i più preoccupati per le questioni del carovita sono i cittadini che vivono nei centri economicamente più avanzati come il Giappone (-65%), il Regno Unito (-57%) e gli Stati Uniti (-54%)4, un aspetto questo che contribuisce senza dubbio al basso punteggio generale di questi paesi sullo stato di salute e benessere.

Guardando solo ai guadagni, i turchi (46%) sono i più soddisfatti mentre i giapponesi (-67%) e i brasiliani (-45%) i più insoddisfatti. Parlando invece di tempo libero, i turchi (34%) e i francesi (16%) sono i più contenti, invece in molti paesi asiatici la mancanza di vacanze è fonte di preoccupazione. Secondo i punteggi dell’ Indice sul lavoro, sono i lavoratori del Medio Oriente (Emirati Arabi 75%, Arabia Saudita 63%) ad essere più soddisfatti rispetto al proprio impiego, mentre i giapponesi (21%) e gli italiani (27%) risultano essere i più insoddisfatti.

Se lo stress derivante dal lavoro e dalle questioni di natura economica è l’aspetto che influisce negativamente sulla percezione del proprio stato di salute, le relazioni interpersonali (accanto alla salute fisica e mentale) agiscono invece in maniera positiva su di esso. Oltre al tempo trascorso rilassandosi in casa, anche il tempo speso con gli amici e i familiari si rivela essere l’attività che più di tutte aiuta a migliorare il proprio stato di benessere. I tedeschi, gli americani e gli spagnoli sono i più propensi a trascorrere tempo con parenti ed amici, sia a casa che fuori; gli olandesi e i cinesi danno più importanza invece al relax a casa piuttosto che al tempo speso in compagnia, mentre i coreani preferiscono dedicare il proprio tempo libero ai loro hobby.

Il rapporto rivela anche che nonostante la generale soddisfazione nei confronti delle relazioni interpersonali con amici e parenti, la maggior parte degli intervistati lamentano il poco tempo a disposizione da trascorrere con loro. E, aspetto preoccupante per i partner, emerge che nella maggior parte dei paesi gli intervistati affermano di essere più soddisfatti delle relazioni con gli amici e la famiglia piuttosto che di quella con mogli o mariti. Fortunatamente, invece, gli intervistati si dichiarano più soddisfatti della relazione con il proprio partner piuttosto che di quella con i propri capi o colleghi, nonostante la differenza sia piuttosto sottile in particolar modo in Cina.

Il campione intervistato è ottimista sulla propria longevità, con il 45% che prospetta di vivere oltre gli 80 anni e circa due terzi che crede di poter vivere più dei propri genitori. Anche in Italia il 45% degli intervistati stima di superare gli 80 anni di vita. Gli australiani sono i più ottimisti con il 50% che stima di vivere almeno fino a 90 anni, ma gli ultra 65enni sono anche i meno soddisfatti del proprio stato di salute e benessere (21%).

I risultati della ricerca evidenziano quanto la popolazione anziana sia più preoccupata delle condizioni degenerative che potrebbero avere impatto sulla loro autosufficienza, come il calo della vista (30%) e l’artrite (28%), piuttosto che per grandi patologie come il cancro (16%) e l’infarto (15%), responsabili primari della mortalità nel mondo.

Un dato interessante che emerge dalla ricerca è che gli ultra 65enni hanno un’opinione più positiva della propria salute fisica, con oltre la metà degli intervistati (51%) che ritiene di avere una forma fisica adeguata alla propria età. Le differenze più rilevanti si evidenziano in Brasile (75%) e negli Stati Uniti (75%) dove gli ultra 65enni sono più propensi a dichiarare di essere tanto in forma quanto dovrebbero essere in paragone alla popolazione generale (Brasile 24%, Stati Uniti 51%).

Dalla ricerca emerge un quadro articolato con evidenti differenze tra i paesi analizzati, ma anche un filo rosso comune che vede una popolazione sempre più longeva e con prospettive di salute migliore. Tuttavia restano tangibili le problematiche legate allo stress emergente e ad un atteggiamento positivo nei confronti della prevenzione che non si traduce necessariamente in un comportamento più attivo per eseguirla. Positivi gli atteggiamenti di favore nei confronti di una tecnologia più semplice e vicina all’ambito domestico per venire incontro alle nuove esigenze di una sanità che pone le persone al centro dell’attenzione, ma che deve anche trovare aree di risparmio per poter affrontare le grandi sfide dell’invecchiamento globale.

Fonte: GoSalute

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