Veramente inaccettabile ed irrispettoso dei diritti dei cittadini quanto espresso dalla circolare del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia che vorrebbe ristabilire l’applicazione dell’IVA sulla TIA attualmente in vigore e annullare la possibilità dei rimborsi giustamente e legittimamente richiesti da milioni di cittadini.
Il bliz tentato con l’emendamento approvato dal Governo con la manovra di luglio che stabilisce l’applicazione dell’IVA sulla nuova TIA2 (che, lo ricordiamo, deve ancora entrare in vigore in quanto da 4 anni manca il regolamento), è stato accompagnato da un ordine del giorno presentato dall’On. Bruno Murgia del PdL, che sostiene l’estensione dell’applicabilità dell’IVA anche alla TIA1 (quella in vigore).
Non si capisce secondo quale logica un ordine del giorno presentato da un parlamentare ed approvato è diventato più importante del parere espresso dall’alta Corte Costituzionale!
Oltretutto anche l’Agenzia delle Entrate, in primavera di quest’anno, con un parere espresso su richiesta della società per la raccolta rifiuti di Treviso (Treviso Servizi), aveva preso atto delle sentenza della Corte Costituzionale e comunicato “che il servizio rifiuti risulta essere escluso dall’ambito di applicazione dell’IVA”.
La strumentale interpretazione del Ministero dell’Economia, invece, vorrebbe ripristinare un vero e proprio ritorno al passato, facendo finta che la sentenza della Corte Costituzionale non sia mai avvenuta e scippando, così, i 17 milioni di cittadini dei dovuti rimborsi.
Non ci arrenderemo di fronte a questo tentativo, ed invitiamo i cittadini a fare altrettanto. Per questo abbiamo dato mandato alla nostra Consulta legale di studiare interventi di carattere legale tesi a far valere il parere espresso dalla Corte Costituzionale contro l’arroganza e la prepotenza del Ministero.
Chiediamo inoltre ai parlamentari ed ai comuni di non prestarsi a questa farsa e farsi complici di questa beffa ai danni dei cittadini, ma di fare fronte comune con l’obiettivo di far assumere al Governo nazionale le proprie responsabilità ed adempiere alla sentenza della Corte Costituzionale.
Fonte: Federconsumatori
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