lunedì 21 febbraio 2011

LIBIA: CGIL, DA GOVERNO ITALIANO INCREDIBILE SILENZIO

Solidarietà con il popolo libico e una ferma condanna nei confronti del silenzio incredibile da parte del nostro governo”. E’ quanto afferma in una nota la CGIL, attraverso il segretario confederale, responsabile delle politiche internazionali, Danilo Barbi.

“Esprimiamo la nostra solidarietà e sostegno morale alla popolazione libica - sostiene il dirigente sindacale - che in modo pacifico sta manifestando per riconquistare democrazia, libertà di espressione e lavoro dignitoso, mentre Gheddafi si nasconde e lascia fare il lavoro sporco a cecchini ed agenti che sparano per uccidere tra la folla, giovani, uomini e donne, che hanno trovato la forza di dire basta alla tirannia raccogliendo il grido di libertà e di ribellione che sta attraversando tutta la sponda sud del Mediterraneo e del Medio Oriente”.

Per la CGIL, infatti, “è incredibile e inaccettabile quanto stia succedendo a Bengasi, dove i morti sono oltre i 230 ed i feriti sono a centinaia, come denuncia Human Rights Watch”. Ma ancor di più incredibile, aggiunge Barbi, “è il silenzio del nostro governo che a questo punto dovrà render conto delle sue scelte e dei suoi errori di politica di cooperazione nel bacino del Mediterraneo con governi che stanno cadendo come birilli sotto la spinta popolare, chiedendo pane e libertà”.

L’organizzazione sindacale ricorda come il governo Berlusconi abbia stretto nell'agosto del 2008 “un vero e proprio ‘trattato di amicizia, partenariato e cooperazione’ con Gheddafi, con la clausola del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ma vincolandolo poi alle rispettive legislazioni interne, aggirano così quei principi e quei vincoli considerati non più derogabili dalla comunità internazionale”. L'Italia, aggiunge Barbi, è oggi il primo partner commerciale, è il nostro primo fornitore di petrolio ed il terzo di gas naturale, è diventato il nostro guardiano del mare per respingere immigrati e richiedenti asilo, senza aver mai ratificato la Convenzione sui Rifugiati del 1951.”

Infine, “nonostante le contraddizioni e le alleanze, oggi scomode e taciute, della nostra politica estera - prosegue il sindacalista -, noi ci associamo al movimento sindacale internazionale dichiarando il nostro pieno sostegno a questo movimento pacifico di lavoratori e di lavoratrici, di giovani che hanno il coraggio di scendere in piazza - conclude Barbi - per rivendicare pane, libertà, giustizia e democrazia”.


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