lunedì 28 febbraio 2011

SALTO DI QUIRRA: URGENTE METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO

Legambiente: “La casistica dei tumori è sufficiente per chiedere subito una moratoria delle attività e mettere in sicurezza il territorio. Il Parlamento conduca un’inchiesta rigorosa”

“A Quirra le persone si ammalano e muoiono da troppo tempo. La casistica dei tumori è sufficiente per sospendere immediatamente le esercitazioni. La Magistratura e il Parlamento proseguiranno il lavoro d’indagine ma non si può rimandare ancora la moratoria delle attività militari in attesa di lunghi e complessi studi. Approfondiremo la questione e porteremo avanti, in tutte le sedi possibili, la difesa della salute degli abitanti di Quirra e dei paesi vicini, ai quali ribadiamo la nostra piena solidarietà”. 

Così il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, interviene sulla grave situazione dei territori interessati dalle attività dei poligoni militari in Sardegna, sollecitando le autorità a un’immediata sospensione delle esercitazioni nel Poligono di Quirra. 

Legambiente ha organizzato sulla questione un incontro di approfondimento, convocato nel pomeriggio (ore 16:00 Sala Conferenze del Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline -Via La Palma Cagliari), per delineare insieme a esperti e rappresentanti del Parlamento una prospettiva di sviluppo per le popolazioni del Sarrabus, dell’Ogliastra e dell’intera Sardegna. 

Secondo l’associazione ambientalista, infatti, il sequestro dei fondali marini disposto nei giorni scorsi dalla magistratura denota la gravità della situazione e, anche se non è stata ancora accertata definitivamente la correlazione tra la presenza di metalli pesanti nei terreni e nei fondali marini e l’insorgenza di tumori e malformazioni nella popolazione e negli animali, la casistica esistente configura un esteso allarme sufficiente ad attuare una moratoria delle esercitazioni militari fino a quando il Ministero della Difesa dimostri, in maniera inoppugnabile, che l’attività del poligono è assolutamente compatibile con l’ambiente.  

"Quanto sta accadendo – ha aggiunto Tiana - non è un fatto locale ma riguarda tutta la politica dei poligoni militari di Quirra, Capo Teulada e Capo Frasca per cui è necessario un intervento immediato dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute per mettere in sicurezza i territori ed in particolare l’ambiente marino. Al Parlamento chiediamo un’inchiesta rigorosa”.  

Nel corso della mattina il presidente di Legambiente Sardegna insieme ai parlamentari Amalia Schirru e Francesco Ferrante, componente della Commissione parlamentare sull’uranio impoverito, hanno svolto un sopralluogo presso il distaccamento di Capo San Lorenzo del PISQ. 

“Il sequestro disposto dalla Magistratura – ha dichiarato Francesco Ferrante – di fatto impone una sospensione delle attività che va colta per mettere immediatamente in campo le iniziative che a regime possono assicurare la difesa della salute e dell’ambiente". 

“E’ necessario – ha aggiunto l’on. Amalia Schirru - sfruttare la sospensione per impedire anche l’attività di pascolo sull’area interna come misura precauzionale, attivare la bonifica immediata del territorio e dei fondali e migliorare anche la sicurezza e le condizioni di lavoro per i militari". 

Legambiente sostiene che l’indagine della Magistratura sia doverosa ma è necessario che le Istituzioni locali, regionali e nazionali assumano un’iniziativa congiunta per affrontare il problema nella sua complessità e gravità

L’associazione sottolinea poi che altri studi hanno rilevato concentrazioni superiori ai limiti accettabili di alcuni elementi tossici, come arsenico e cadmio, anche in alcune zone al di fuori del poligono come la vecchia miniera di Baccu Loci, per la quale bisogna prevedere una radicale ed estesa azione di disinquinamento a prescindere dalle questioni che riguardano il Poligono militare. 

Per questo Legambiente propone per il poligono di Quirra: l’immediata moratoria delle esercitazioni, la bonifica sia a terra che a mare dei residuati delle esercitazioni compiute finora, la valutazione rigorosa, con le procedure della VIA, della VAS e della compatibilità paesaggistica, del danno ambientale e sanitario, che preveda anche misure di compensazione ambientale, la messa in sicurezza del territorio, la richiesta alla Regione della formazione di un comitato con gli enti locali per intraprendere un’indagine multidisciplinare che studi un  programma di sviluppo territoriale. 

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