sabato 6 febbraio 2010

Le multe inflitte agli automobilisti fruttano ai comuni più dell’addizionale Irpef

Ormai le sanzione comminate in base al Codice della strada agli automobilisti sono diventate una vera e propria tassa occulta” denuncia il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini, “a tal punto da fruttare per le casse comunali più delle addizionali Irpef”.

Un dato che trova riscontro dall’indagine condotta dall'Adnkronos, al quale consultando i bilanci dei comuni italiani risulta che nel 2008 sono state staccate 12,6 milioni di multe, 1.427 all'ora e 24 al minuto; in pratica ogni italiano munito di patente ha pagato in media 76 euro mentre ogni vigile ha compilato verbali per 43 mila euro.

Siamo arrivati ad una situazione cosi paradossale che i Comuni nel documento di bilancio inseriscono una stima di quello che sarà l'introito derivante dalle multe per l'anno in corso, cosi facendo le contravvenzioni risultano una voce irrinunciabile per garantire l'equilibrio economico del Comuneconclude il presidente dell’ADICO a tal punto che, il maggior numero di contravvenzioni viene comminato nella seconda parte dell'anno quando l'obiettivo di bilancio da raggiungere diventa più evidente e pressante.

Dalla segreterie dell’ADICO spiegano che, – secondo l'articolo 208 del Codice della Strada i proventi derivati dalle sanzioni dovrebbero essere utilizzati per incrementare la sicurezza stradale e prevenire gli incidenti. Ma è proprio su questo punto che si svela il "trucchetto" utilizzato dai Comuni: come rivela uno studio della Fondazione Caracciolo dell'Aci sui "Piccoli comuni e polizie locali", infatti: "il 50% dei Comuni non utilizza le risorse derivanti da suddetti proventi come previsto per legge"-.

Una prassi che, si fa notare, propone due osservazioni: "da un lato non ha torto chi ritiene che i comuni utilizzino le sanzioni per far fronte a mere esigenze economiche ben diverse dagli interessi che le violazioni accertate intendevano invece tutelare; dall'altro può risultare invadente la presenza della politica sulla amministrazione e assai scarsa è la risposta che quest'ultima è in grado di proporre se si sottolinea la mancata notizia di denunce alla Corte dei Conti per una non corretta applicazione dell'articolo 208 del Codice della Strada". Altrettanto evidente è la mancata applicazione della direttiva Maroni, del 14 agosto 2009, che impone di installare gli autovelox su strade ad alto rischio di incidenti.

Le amministrazioni comunali possono contare anche sulla 'complicità' delle nuove tecnologie. Ma se autovelox, laser e fotocellule aumentano il gettito potenziale, cresce anche il rischio di vere e proprie truffe ai danni degli automobilisti. Come nel caso dei sensori collocati sui semafori: la Cassazione, con una sentenza del 30 ottobre 2009, ha dichiarato nulle le multe in caso di assenza del vigile urbano.
Ma continuano ad arrivare, puntuali, i verbali.

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