mercoledì 17 febbraio 2010

YEMEN: CAUTO OTTIMISMO DELL’UNHCR PER IL CESSATE IL FUOCO


L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ritiene incoraggiante il cessate il fuoco tra le truppe yemenite e il movimento di Al-Houti nello Yemen settentrionale, il primo dall’agosto 2009, quando si è riacceso il conflitto che dura ormai da sei anni. Il cessate il fuoco è iniziato giovedì scorso (11 febbraio). I precedenti tentativi erano falliti immediatamente. Gli oltre sette mesi di pesanti scontri nella provincia di Sa’ada hanno fatto raddoppiare gli sfollati, portando il loro numero a 250.000.

Come parte del team delle Nazioni Unite in Yemen, l’UNHCR rinnova la sua richiesta di accesso alla provincia di Sa’ada, per permettere alle agenzie umanitarie di fornire il necessario aiuto alla popolazione civile. Si sono già tenuti dei meeting di coordinamento in tale senso.

Gli sfollati e coloro che sono rimasti intrappolati a causa degli scontri hanno urgente necessità di massicci aiuti. Nonostante gli sforzi già in atto, gli sfollati interni che provvedono a se stessi o che sono alloggiati presso le comunità locali stanno velocemente esaurendo le loro risorse. Le persone fuggite da Sa’ada riferiscono che molti di loro sono stati costretti a vendere i loro beni più cari per soddisfare i bisogni primari.

Intanto i tre campi ad Al-Mazrak, nella provincia di Hajjah, continuano a crescere e ospitano ormai oltre 27.000 persone. L’UNHCR continua ad accettare nuovi sfollati presso il campo di Al-Mazrak 3, in cui arrivano anche persone trasferite dal sovraffollato campo di Al-Mazrak 1. Poiché i campi offrono un rifugio sicuro e i servizi di base, molti sfollati interni continuano ad aspettare in accampamenti di fortuna lungo la strada per essere registrati e ospitati nelle tende di uno dei campi.

L’UNHCR in Yemen si sta preparando per un’eventuale ampliamento delle sue operazioni visto che molti sfollati, alla notizia del cessate il fuoco, dicono di voler tornare nelle loro case nel nord del Paese. Come parte della risposta umanitaria delle Nazioni Unite, l’UNHCR sta lavorando a piani di rimpatrio volontario e sicuro degli sfollati interni che saranno discussi con le autorità nei prossimi giorni sempre che la situazione della sicurezza permanga stabile. Come primo passo per rendere eseguibili questi piani, l’UNHCR spera che una missione congiunta delle Nazioni Unite e del governo possa visitare la provincia di Sa’ada il prima possibile. La missione servirà a valutare la situazione e le necessità umanitarie primarie.

L’UNHCR è particolarmente preoccupato per la sicurezza degli sfollati interni che potrebbero decidere autonomamente di fare ritorno a casa, infatti le zone della provincia di Sa’ada dove sono avvenuti i combattimenti sono costellate di mine e ordigni inesplosi. Questo pone dei gravi rischi e l’UNHCR chiede che si applichino tutte le cautele necessarie per evitare qualunque ulteriore e inutile perdita di civili. La rimozione delle mine e degli ordigni inesplosi è un passo necessario prima che possa avvenite un ritorno di massa della popolazione. L’UNHCR è pronto a dare la sua assistenza per il processo di rimpatrio.

L’UNHCR continua però a lamentare gravi carenze di fondi in Yemen e potrebbe essere costretto a ridurre o sospendere le sue operazioni in aiuto dei rifugiati e degli sfollati interni in questo Paese se non riceverà al più presto nuovi contributi.

La parte spettante all’UNHCR dell’appello consolidato delle Nazioni Unite per lo Yemen ammonta a 39 milioni di dollari, ma finora l’agenzia ha ricevuto meno del 3% dei fondi necessari. Questa debole risposta da parte dei donatori è allarmante.
Gli yemeniti sfollati e i rifugiati in Yemen hanno necessità urgente di assistenza internazionale e l’UNHCR si augura che i Paesi di quella regione continuino ad agire spinti dal loro consueto spirito di solidarietà.

Nessun commento:

Posta un commento