L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha protestato nei confronti del governo dello Zambia per una serie di recenti espulsioni di rifugiati verso la Repubblica Democratica del Congo. Con una nota verbale inviata oggi alle autorità dello Zambia l’UNHCR ha manifestato la sua preoccupazione per questi eventi, che hanno coinvolto circa 36 persone dell’insediamento per rifugiati di Meheba, nel nord-ovest del paese. I rifugiati, che sono stati portati al confine a Kasumbalesa, non hanno ricevuto alcuna spiegazione sulle ragioni del loro allontanamento o sull’eventuale possibilità di impugnare la decisione in base alla legge dello Zambia.
Il primo allontanamento, che aveva riguardato sei rifugiati tra cui una donna incinta, era avvenuto a febbraio. L’ultimo gruppo è stato allontanato nel weekend del 3 e 4 aprile e le 30 persone coinvolte hanno dovuto lasciare mogli e figli a Meheba. Gli allontanamenti sono iniziati sulla scia di un’operazione di polizia avvenuta a Meheba il 24 febbraio che ha messo fine alle dimostrazioni di protesta dei rifugiati che duravano da tempo. Nel corso dell’operazione, una donna rifugiata è stata uccisa da un colpo d’arma da fuoco, molti altri sono stati feriti e circa 150 persone sono state arrestate.
L’UNHCR condivide pienamente la volontà del governo dello Zambia di assicurare la sicurezza e l’ordine nei campi e negli insediamenti di rifugiati. Inoltre i rifugiati e i richiedenti asilo sono obbligati a conformarsi alle leggi e ai regolamenti della Repubblica dello Zambia. Ma la pena per la mancata osservanza delle leggi da parte dei rifugiati dovrebbe essere un’azione giudiziaria basata sulla legislazione nazionale, e non il rimpatrio forzato nel loro paese d’origine.
Lo Zambia ha dato asilo per oltre 30 anni a decine di migliaia di rifugiati che vi hanno trovato rifugio dopo essere scampati alla guerra civile e agli scontri. Le 15mila persone che si trovano nell’insediamento di Meheba vengono da Angola, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Somalia e Uganda. In tutto oggi lo Zambia ospita 57mila rifugiati.
L’UNHCR chiede al governo dello Zambia di sospendere l’espulsione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella Repubblica Democratica del Congo e di assumersi le proprie responsabilità di protezione dei rifugiati come previsto dalla legge internazionale.
Fonte: UNHCR
Il primo allontanamento, che aveva riguardato sei rifugiati tra cui una donna incinta, era avvenuto a febbraio. L’ultimo gruppo è stato allontanato nel weekend del 3 e 4 aprile e le 30 persone coinvolte hanno dovuto lasciare mogli e figli a Meheba. Gli allontanamenti sono iniziati sulla scia di un’operazione di polizia avvenuta a Meheba il 24 febbraio che ha messo fine alle dimostrazioni di protesta dei rifugiati che duravano da tempo. Nel corso dell’operazione, una donna rifugiata è stata uccisa da un colpo d’arma da fuoco, molti altri sono stati feriti e circa 150 persone sono state arrestate.
L’UNHCR condivide pienamente la volontà del governo dello Zambia di assicurare la sicurezza e l’ordine nei campi e negli insediamenti di rifugiati. Inoltre i rifugiati e i richiedenti asilo sono obbligati a conformarsi alle leggi e ai regolamenti della Repubblica dello Zambia. Ma la pena per la mancata osservanza delle leggi da parte dei rifugiati dovrebbe essere un’azione giudiziaria basata sulla legislazione nazionale, e non il rimpatrio forzato nel loro paese d’origine.
Lo Zambia ha dato asilo per oltre 30 anni a decine di migliaia di rifugiati che vi hanno trovato rifugio dopo essere scampati alla guerra civile e agli scontri. Le 15mila persone che si trovano nell’insediamento di Meheba vengono da Angola, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Somalia e Uganda. In tutto oggi lo Zambia ospita 57mila rifugiati.
L’UNHCR chiede al governo dello Zambia di sospendere l’espulsione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella Repubblica Democratica del Congo e di assumersi le proprie responsabilità di protezione dei rifugiati come previsto dalla legge internazionale.
Fonte: UNHCR
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