mercoledì 20 luglio 2011

Dentro il palazzo un'orchestra sinfonica di pianisti, fuori tante voci isolate e stonate: UNIAMOCI E LOTTIAMO (parte 1)

E' bastato poco per farli intimorire.
Tante voci isolate di indignazione non fanno paura, ma se diventano un coro unico e assordante, allora i potenti iniziano a tremare.
In questi giorni il vento sta cambiando, ora forse è giunto finalmente il momento che - per citare Thomas Jefferson - "non sono più i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli".

Spider Truman c'entra poco e nulla.
E' la loro tracotanza che ha provocato quest'ondata di indignazione.
Hanno deciso, in modo unanime, di rispondere alle aspettative degli avvoltoi della finanza internazionale con la stessa intensità con la quale hanno ignorato e continuano a ignorare le aspettative e i bisogni del popolo.
Hanno deciso di rastrellare 70 miliardi dalle tasche della povera gente: tagli alla spesa sociale, alle pensioni, agli stipendi, senza intaccare minimamente nè i loro privilegi, nè le rendite stramilionarie loro e dei loro amici, di quella "casta" di intoccabbili che pagano meno tasse di un pensionato al minimo, avendo conti correnti, yacht e titoli azionari nei loro sicuri e protetti paradisi fiscali. 

In questi giorni sgomitano davanti alla televisione per dire che loro sono sempre stati contro i privilegi, il solito fumo senza arrosto: la proposta di riforma del ministro Calderoli è l'ennesima dimostrazione della loro ipocrisia.
Questi signori tentano di truffare e imbrogliare, sperando di far leva sull'ignoranza, ma contro la potenza orizzontale della comunicazione telematica possono far poco e nulla.
In sintesi: visto che non vogliono tagliare i loro stipendi, propongono di tagliare i parlamentari.
Un poco di penoes in meno, per calmare le acque.
C'è uno squallido tentativo di confondere i costi della politica con i costi della democrazia: il problema non è il numero dei deputati, ma quello che fanno (o meglio quello che non fanno) e quello che guadagnano per questo "servizio" sempre meno pubblico e sempre più privato.
Vogliono giocare sull'indignazione popolare per favorire un ulteriore svolta autoritaria: "basta con 630 fannulloni che rubano lo stipendio, bastano pochi e buoni, anzi ne basta anche uno solo!", capovolgendo una battaglia per la trasparenza e la democrazia, in una battaglia per il plebiscitarismo autoritario di cui questo paese ha già avuto, in tempi passati e in tempi recenti, modo di saggiare i disastri che comporta.
Caro Calderoli non è questo il punto: non è tanto un problema di quantità dei deputati, ma della quantità delle loro indennità (e dei loro privilegi) e ancor più della loro qualità.
C'è una degenerazione nella classe politica parlamentare del nostro paese che non trova fine: io sono sempre stato affascinato dai nostri padri costituenti, gente semplice ma anche colta, senza frinzoli per la testa se non i loro ideali di qualunque colore politico, gente che viaggiava di notte nelle cuccette dei treni per raggiungere Roma e non nelle auto blu, che prima di sedere in parlamento ha combattutto sui monti con le armi in pugno per la democrazia, che ha vissuto il carcere, l'esilio, la lotta clandestina.
Oggi siamo a un parlamento di nominati la cui forza è data dalla compravendita dei proprio voto, dalle tangenti che riescono a incassare e dalle clientele che riscono a dispensare, dai favori sessuali che al vecchio potente depravato riescono stomachevolemnte a regalare alle guerre delle "tessere" dei partiti che riescono a scatenare.
Il problema non è ridurre i parassiti in parlamento da 1000 a 500: certamente questo comporterebbe un risparmio di svariati decine di milioni di euro, ma la vera "ciccia" (i 70 miliardi di euro tanto per intenderci) la continueranno a pagare i poveri e non i ricchi.
Insomma 500 o 1000, cambia poco e niente: noi li vogliamo cacciare via tutti, a calci nel sedere.
Que se ne vayan todos, come gridavano nelle piazze argentine dopo il fallimento del paese nel 2002. Que se ne vayan todos, prima che sia troppo tardi.
Ancor più ridicola la seconda parte della proposta Calderoli, dove pretende di agganciare le indennità all'effettiva partecipazione ai lavori parlamentari.
In questo caso non siamo più al vecchio detto "fatta la legge, trovato l'inganno", perchè qui l'inganno già c'è e nemmeno troppo velato.
Nel prossimo post appunto vi racconto i trucchi del mestiere del pianista.

di Spider Truman

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